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al prossimo turno

PRO PATRIA

LEGNAGO

  • Classifica
  • Mantova 78
    Padova 69
    L.R. Vicenza 58
    Triestina* 56
    Legnago Salus 52
    Atalanta U23* 50
    Giana Erminio 46
    Lumezzane 45
    Pro Vercelli 43
    Trento 43
    AlbinoLeffe 42
    PRO PATRIA 42
    Renate 40
    Virtus Verona 40
    ArzignanoChiampo 39
    Pergolettese 37
    Novara 35
    Fiorenzuola 34
    Pro Sesto 27
    Alessandria (-3) 18

NEWS

PROSSIMA AVVERSARIA

 

 

 

Football Club FORLI'

 



 

  

Sede: Viale Roma 128/b 47121 Forlì (FC)

Colori sociali: maglia biancorossa a strisce verticali, pantaloncini rossi, calzettoni rossi con bordo bianco.

Stadio: “Tullo Morgagni” Viale Roma 128/b – 47121 Forlì (FC)

Capienza 3466 spettatori – Dimensioni (104 x 65)

Forlì 119.000 abitanti - Tot. Prov. di Forlì-Cesena 395.000 abitanti

 

 

ORGANIGRAMMA SOCIETARIO

Presidente: Romano Conficconi

Vicepresidente area sportiva: Pellegrino Castellucci

Vicepresidente affari generali: Davide Bellini

Resp. Amministrativo: Michele Bertaccini

Segreteria: Giancarlo Cortesi

Comunicazione e marketing: Lorenzo Pedroni

Area marketing e commerciale: Paolo Ghisoni

Ufficio stampa: Franco Pardolesi e Gianluca Dall'Oro

Speaker ufficiale: Benito Campana

Direttore sportivo: Sandro Cangini

Team manager: Paolo Spada

Allenatore: Giancarlo Bardi

Vice-allenatore: Richard Vanigli

Preparatore portieri: Matteo Chiadini

Preparatore atletico: Cristian Cortini

Resp. Sanitario: Dott. Alberto Serra

Medico sociale: Dott. Angelo Ravagli

Magazzinieri: Gino Balelli, Camillo Gabelli e Enzo Pasini


 

LE ULTIME CINQUE STAGIONI

2007-08 – Promozione/d - 1º posto – Promosso in Eccellenza – All. Massimo Scardovi

2008-09 – Eccellenza/b - 4° posto – All. Franco Bonavita sub. alla 19^ a Massimo Scardovi

2009-10 – Eccellenza/b - 1° posto – Promosso in Serie D – All. Attilio Bardi

2010-11 - Serie D/f 4° posto - Eliminato in semifinale play-off dal Rimini (perde 2-3) – All. Attilio Bardi

2011-12 – Serie D/d – 1° posto - Promosso in Seconda Divisione – All. Attilio Bardi

 

 

IL CALCIOMERCATO

Arrivi: Sabato (d87 – Alessandria), Ginestra (p79 – Sorrento), Vesi (d92 – Cesena), Scarponi (d92 – Bellaria via Cesena), Ingegneri (c92 – Bologna), Bonaventura (a86 – Civitanovese), Ferri (a92 – Santarcangelo), Oggiano (a87 - Portotorres)

Partenze: Nunziata (p93 - Bassano via Chievo), Pezzi (a92) e Balestra (c84 – Imolese), Semeraro (c92 – Gubbio), Mazzoli (a84 – Spal), Belluzzi (a86 – Bagnolese), Ceramicola (d92 – Misano), Cangini (c91 - Real Urbinelli), Giorgi (d79 – svin), Torelli (c94), Babini (94) e Panzavolta (d94 – Mezzolara), Vanigli (d71 – fc), Moritti (c91 – fc)

 

 

LA ROSA

Portieri: Casadei (91), Ginestra (79), Giannelli (95)

Difensori: Arrigoni (93), Ingegneri (93), Martini (81), Monti (96), Orlando (86), Sabato (87), Vesi (92)

Centrocampisti: Bergamaschi (93), Evangelisti (81), Gabelli (94), Mordini (84), Pirani (95), Renzi (92),  Sampaolesi (92), Scarponi (92), Sozzi (78)

Attaccanti: Bonaventura (86), Boni (95), Ferri (92), Filippi (93), Melandri (88), Petrascu (Rom. 82), Stefanelli (93), Oggiano (92)

 

 

FORLI' – PRO PATRIA: arbitro Sig Mirko Olivieri di Palermo

A distanza di trent'anni si torna a giocare a Forlì, contro i biancorossi, squadra neo-promossa e rivelazione di questa prima parte del torneo, che occupa la prima posizione con 16 punti a pari merito con il Savona. Romagnoli che sono partiti subito bene battendo per 3-0 il Mantova nella gara di esordio e reduci dal poker di reti rifilati al Renate, in quel di Meda, dove i “galletti”, hanno approfittato al meglio della solita difesa “a maglie larghe” che caratterizza da sempre le formazioni guidate da Antonio Sala.

Forlì che è ritornato nel calcio professionistico dopo il fallimento del 2006, con la formazione retrocessa dalla C2 alla Serie D e che ha visto i biancorossi, ripartire dal gradino più basso, la Terza Categoria. Nel Giugno 2007, c'è stata poi la vera rinascita sotto l'ala di Luciano Linari che riuscì a raggruppare una dozzina di soci, rilevando lo Sporting Forlì che militava in Promozione. Da lì in avanti è stato praticamente una cavalcata continua che ha portato i forlivesi fino alla conquista della cima della Seconda Divisione, con l'ultimo torneo vinto con 80 punti, conquistati con 24 vittorie di cui 8 consecutive, nella parte finale, segnando 72 reti ma subendone 46. Squadra che per la quarta stagione di fila (quinta in totale) è affidata al tecnico Attilio Bardi, vero punto di forza dei romagnoli. Tecnico classe 1961, costruito praticamente in casa considerato che è nato e vive nella vicina San Piero in Bagno ed è stato già calciatore con un buon passato d'attaccate di categoria negli anni 80, con le maglie di Spal, Giarre, Rondinella e Torres dove giocava con Gianfranco Zola. Attilio Bardi che da calciatore, sia per ruolo che per fisico (attaccante di stazza), ricordava molto un Bardi (Gino), reso famoso dall'interpretazione di Raf Vallone, nel film “Gli eroi della Domenica” del 1953, con Mastroianni, Stoppa, Interlenghi e Vittorio Pozzo, nella parte di se stesso.  Da allenatore ha cominciato nel Montichiari come secondo di Simeoni e dopo tre anni di Eccellenza, ha avuto esperienze in Serie D sulle panchine di Real Montecchio, Forlì, Centese (tre stagioni) e Boca San Lazzaro. Non è proprio a digiuno in categoria, avendo guidato lo stesso Boca San Lazzaro alla conquista della C2, nel 2005-06 e il Rovigo, dove però poi in entrambi i casi è stato esonerato. Manda in campo il Forlì con un 3-4-3, cercando sempre la vittoria, possibilmente attraverso il gioco, prediligendo la fase offensiva, dove i suoi uomini cercano sempre gli spazi e la profondità per colpire, per una formazione che ha sempre realizzato tanti gol, subendone qualcuno di troppo in passato, ma ora ha registrato anche la fase difensiva. Bardi ha dalla sua il fatto di lavorare da anni con lo stesso gruppo, che nel corso del tempo a subito solo lievi modifiche ma mirate, per un Forlì che è una squadra esperta con 26,8 anni di media, che ormai gioca a memoria con meccanismi collaudati e ben oliati. Cerca di prendere in mano da subito le redini dell'incontro, anche imprimendo ritmi alti, pagando però poi scotto nel finale di gara dal punto di vista fisico.

Gioca costantemente con tre attaccanti fissi, che vengono cercati con verticalizzazioni continue con palle lanciate anche negli spazi vuoti, cercando di tenere impegnata al massimo la difesa avversaria, costringendo i terzini a rimanere arretrati. Attaccanti biancorossi che negli anni con Bardi, hanno imparato anche a tornare per proteggere al meglio la loro porta. Forlì che soffre il gioco chiuso ed i lanci lunghi in area, mancando sulle palle alte, in particolare sulle calci piazzati. Non al meglio la gestione della palla, specialmente nella ripresa, quando la squadra tende ad allungarsi; in fase avanzata, cerca di portare un attaccante nella migliore posizione di tiro possibile, manca spesso l'ultimo passaggio. Forlì che può contare sulla miglior difesa del torneo, con sole tre reti subite come il Castiglione, mentre l'attacco è il terzo per rendimento con 15 realizzazioni, alle spalle di Alessandria e Savona; tutte e tre le squadra hanno però già incontrato il Milazzo.

Tra il pali un portiere esperto come Ginestra (79), la scorsa stagione al Sorrento in Prima Divisione, in precedenza a Foggia, Pagani e Terni. Giocatore che ha risolto molti dei problemi difensivi dei biancorossi, sia dirigendo il reparto che con le sue parate; domenica a Renate nella prima mezzora ha tenuto in piedi la squadra con i suoi interventi. Difesa che dovrà fare a meno ancora dell'esperto difensore Martini (81), mentre rientrerà Orlando (86) dopo aver scontato il turno di squalifica. Blocco difensivo che vedrà quindi quattro uomini giocarsi le tre maglie. Certi di giocare sono Ingegneri (92), prodotto delle giovanili del Bologna, fino ad ora uno degli under più interessanti del torneo e il mancino Roberto Sabato (87), ex Alessandria e Ravenna. Quello destinato a partire dalla panchina dovrebbe essere Vesi altro classe 92, quattro presenze, proveniente dal Cesena. A disposizione Arrigoni (93).

A centrocampo il gioco è affidato alla coppia centrale formata da Sozzi (78) ed Evangelisti (82). Il primo è al terzo anno in biancorosso e detta i tempi, il secondo che cerca spesso la conclusione dal limite è giocatore di categoria, avendo vestito le maglie di Sangiovannese, Boca San Lazzaro, Olbia, Spal, Prato e San Marino, avendo anche toccando la massima serie con il Livorno. Sugli esterni vengono piazzati Scarponi e Sampaolesi entrambi 92. Il primo la scorsa stagione era al Bellaria dove è sceso in campo 19 volte, mentre in questa è già a cinque. Il secondo lo scorso campionato è stato titolare con 32 presenze, in questa sette volte in campo con due sostituzioni avute ed una rete.

Reparto avanzato che vede agire sull'esterno destro Daniele Melandri (88), capocannoniere delle squadra con cinque centri, dopo 18 (senza rigori) messi a segno la scorsa stagione ed i 16 in quella ancora prima con il Russi. Giocatore di buona individualità ed uomo squadra, pronto in zona gol ma anche servire assist ai compagni; nel suo modo di giocare ha la funzione di scardinare le difese avversarie. Al centro agirà il rumeno Sebastian Petrascu (82), terza stagione in Romagna, dopo aver girovagato un po' tra Valenzana, Montichiari e Cuneo. Occupa una posizione centrale da centravanti di manovra, portando fuori zona i suoi marcatori, in biancorosso si è scoperto macchina da gol 2 centri in quest'annata, 25 (con sei rigori) nella scorsa e 13 (3 rigori) in quella precedente; con Melandri forma una coppia molto affiatata. Per la terza maglia ballottaggio tra il tecnico e veloce Filippi classe 93, tre reti in stagione ed il lungagnone e forte fisicamente Alex Bonaventura, ultime tre stagioni in Serie D, alla Civitanovese dove ha segnato 36 reti con nove rigori, mentre in questa è ancora a secco. Trio d'attacco che cerca spesso la triangolazione al limite dell'area per smarcare poi un attaccante in zona tiro. A disposizione il sardo Fabio Oggiano (87), prelevato dal PortoTorres dove è andato a bersaglio 10 volte; in rete Domenica contro il Renate, secondo timbro stagionale. A lui il compito di entrare a partita in corso per cercare di “spaccare” la partita. Completano il reparto Ferri (92) con Stefanelli (93).

Sei i punti conquistati in casa dal Forlì, frutto di due vittorie Mantova all'esordio (3-0) e Fano (2-1), ed una sconfitta l'unica fino ad ora in stagione, quella contro l'Alessandria (1-0), alla terza giornata.

 

 

GLI EX

Pochi i contatti tra Forlì e Pro Patria, solo due i precedenti e sono radi anche gli ex. Il primo che troviamo è Renzo Burini (classe 1927), 330 presenze in Serie A tra Milan (uno scudetto 50-51) e Lazio con 183 gol. Con i rossoneri forma l'attacco con gli svedesi del Gre-No-Li, e nella stagione 49-50, come compagno di reparto si ritrova anche con il bustocco e tigrotto Enrico Candiani, con cui firma una storica vittoria del Milan sulla Juve a Torino, per 7-1. Chiude la carriera da calciatore a con un triennio a Cesena, dal 1959 al 62. Fu allenatore del Forlì per il campionato 62-63, in Serie C, ma venne esonerato per fare posto a Bosi, con i biancorossi che chiusero al 14° posto. Il buon Renzo fu poi alla Pro dalla stagione 68-69 con i tigrotti in Serie C, alle prese con “la linea verde” voluta dal presidente Enrico Candiani ed affidata alle cure di Carlo Regalia, del quale fu il vice, occupandosi in special modo di far crescere i più giovani per poi portarli in prima squadra. Contribuì tra gli altri a far crescere e sgrezzare Luciano Re Cecconi, che metteva a lavorare per ore al muro con la palla. Oltre al “wolkswagen” si prese cura tra gli altri di Romano Cazzaniga, Alessandro Turini, Oliva, Gambazza e tantissimi altri, per un settore giovanile biancoblù tra i migliori di sempre. Dopo l'abbandono di Regalia, divenne anche allenatore della prima squadra che portò ad una soffertissima salvezza in Serie C, ai danni della Triestina per migliore differenza reti. Passa poi all'Omegna in Serie D raggiungendo Regalia, dove in coppia forgiano un lavoro importante che permetterà ai cusiani praticamente di vivere di rendita per diversi anni, sfornando talenti su talenti, tra cui Eligio Nicolini, Piraccini e Pioletti. Dopo il periodo sul lago d'Orta, si sposta in Brianza dove dalla metà degli anni 70' si occupa del settore giovanile del Monza, sfornando una serie incredibile di talenti, due nomi su tutti Patrizio Sala, Massaro e Monelli. Per la stagione 81-82 torna alla Pro, ricoprendo il doppio ruolo di allenatore in seconda e di responsabile del settore giovanile tigrotto, andando a formare la triade tecnica con Hofling e Siegel. Rimarrà anche per l'infausta stagione successiva, svolgendo lo stesso ruolo, con Carlo Soldo. Per la stagione 83-84, fa ancora tappa ad Omegna, andando a raggiungere questa volta Leo Siegel. Per il campionato successivo prova ancora “l'ebrezza” di guidare la prima squadra dei lacuali, ma non è una cosa per lui, trovando un nuovo esonero, ma proponendo ancora diversi giovani interessanti.

Secondo della lista è Luciano Zecchini (1949), nativo di Forlimpopoli e cresciuto proprio con la maglia del Forlì, con cui fa l'esordio in prima squadra come stopper nella stagione 65-66, raccogliendo nel biennio biancorosso 37 presenze, imponendosi all'attenzione di squadre di categoria superiore non ancora maggiorenne. Passa al Prato, poi al Brescia, quindi nell'estate del 1970, approda al Torino dove rimane quattro stagioni, andando a vestire anche la maglia della Nazionale, contro la Bulgaria a Genova, con un altro tigrotto, Luciano Re Cecconi. Fa una tappa veloce al Milan, quindi un biennio alla Sampdoria. Dal 1977 veste la maglia del Perugia, con alla guida Castagner, squadra con cui contenderà lo scudetto alla Juventus, e non conoscerà la sconfitta per un interno campionato. Nella stagione 1979-80 fu tra i giocatori coinvolti nello scandalo del Totonero: dopo l'arresto e il successivo rilascio, fu squalificato per tre anni, amnistiati poi con la vittoria del Mundial82. Chiudendo poi la carriera da calciatore nella Massese in Serie D, iniziando poi la carriera di allenatore che lo porterà per ben due volte sulla panchina biancoblù. La prima volta nella stagione 88-89, con la Pro appena retrocessa in Interregionale, subentrando all'ottava giornata a Giuseppe Zanelli. L’avvento di Zecchini sulla panchina biancoblù portò grande fiducia in tutto l’ambiente e la squadra, fino ad allora inchiodata al centro classifica, ebbe uno scossone aggiudicandosi otto punti su cinque partite (si era ancora nell'epoca dei 2 punti a vittoria) e risvegliando anche i tifosi che si riavvicinano così allo “Speroni”. Il gioco praticato dalla squadra è piacevole e divertente, con pressing ed applicazione del fuorigioco e con il passare delle giornate vengono lanciati di diversi giovani. Il tutto però viene vanificato dalla turbolenze societarie che investono la società, sin dall'avvio della stagione con Filippini già in sella. Chiude al nono posto finale, a otto punti dalla promossa Solbiatese, presentando Gespi al 3° posto della classifica cannonieri con 14 reti, non trovando però conferma per la stagione successiva. Siederà ancora sulla panchina biancoblù esattamente dieci anni dopo per la stagione 98-99 in C2. Gli viene affidata una rosa ridimensionata rispetto a quella che nelle tre stagioni precedenti aveva centrato i play-off, venendo poi sempre eliminata in semifinale. Una squadra giovane, con diversi elementi non pronti per la categoria, trovando però in Massimo Mezzini il trascinatore con Tubaldo, Centi, Fava ed Andrea Tagliaferri. Con questo gruppo si va giocare la salvezza ai play-out, centrandola superando il Borgosesia.

Il terzo è Salvatore Cerrone, prodotto delle giovanili del Milan, che arriva alla Pro, proprio dal Forlì dove per il campionato 79-80 era stato mandato in prestito dai rossoneri alla prima esperienza con il calcio vero dopo tutto il percorso con le giovanili. E' nella squadra guidata da Cinesinho, che mancherà di poco la promozione in Serie B per soli tre punti alle spalle degli storici rivali del Rimini. “Cerro” a soli 19anni è uno dei protagonisti di quella stagione con 22 presenze e tre reti. Arriva poi alla Pro, voluto da Francesco Laghi, e forma con Bardelli, Frara, Rovellini e Marchetti, un bellissimo centrocampo biancoblù che poi sarà la base per la vittoriosa stagione seguente. Si mette in evidenza per l'eleganza, anche se qualcuno dalle parti dello “Speroni” gli rimprovera la lentezza, e per il suo tiro secco e preciso sui calci piazzati. Chiude la sua prima annata con 10 reti e tanti assist per Bardelli e Frara. Nella stagione seguente dovrebbe partire titolare, ma poi qualcosa si rompe con Laghi che lo manda in prestito alla Lucchese, al suo posto arriverà Giorgio Morini. Tornerà in biancoblù per il campionato successivo (82-83), giocando a fasi alterne a centrocampo con Morini e Lionello Massimelli. Farà poi tappa a Sesto San Giovanni, Lecco e Pergocrema, per tornare alla Pro nel periodo più buio della sua storia in Eccellenza, per la stagione 92-93. Sarà uno che con Damiano Farina, e Venturini metterà “gentilmente” alla porta Danilo Filippini, in un agito pomeriggio negli spogliatoi dello “Speroni”. Nel campionato seguente sarà un protagonista della promozione in Serie D, con cui chiuderà la sua carriera da calciatore. Attualmente è allenatore dei Giovanissimi Nazionali dell'Inter, con cui ha vinto lo scudetto la scorsa stagione.

Con lui ai nerazzurri anche Gino Cossaro, nel ruolo di osservatore per il Friuli e la Slovenia. Cossaro difensore dal fisico granitico arrivò alla Pro nella stagione 83-84 in C2, arrivando proprio dal Forlì, dove era stato avversario dei tigrotti nel campionato precedente in C1, con le due formazioni che retrocedettero alla fine dell'annata; i biancorossi condannati già tempo, i biancoblù....da Bidese nelle ultime giornate. Con la maglia dei galletti campionato da titolare a vent'anni con 30 presenze, con la maglia tigrotta altro stagione da titolare con 33 presenze ed uno dei più positivi. Arriverà poi più avanti in Serie B al Taranto, dove formerà con Zaffaroni la coppia centrale difensiva. Nella stessa stagione a Forlì con Cossaro, troviamo il centravanti brianzolo Emilio Pessina, anch'esso ai tempi ventenne, che chiuderà il campionato in biancorosso con 29 presenze e 4 reti. Non “attrezzato” dal punto di vista fisico e non molto mobile, ma molto pericoloso nei sedici metri finali. Arriverà poi alla Pro nella stagione 86-87, dopo le undici realizzazioni che non valsero la salvezza al Fanfulla, formando la coppia d'attacco con Pistis, mentre Onorini agiva con ruolo di suggeritore, scenderà in campo 33 volte segnando 5 reti. Al termine del campionato non verrà confermato, salvo poi essere chiamato per mettere una pezza ad una delle Pro, più disastrate di sempre, le sue sei reti in trenta presenze non basteranno per la salvezza.

Non propriamente un ex ma andrebbe citato lo stesso Gianluca Zanetti (1977), da Forlimpopoli come Zecchini, a differenza del quale però non ha mai vestito la maglia biancorossa, ma quella bianconera del Cesena ad inizio carriera. Fido scudiero di Mr. Novelli alla Pro nel campionato 2010-11, con 30 presenze e tre reti, di cui una doppietta contro il Lecco. Vanno aggiunte anche le altre quattro gare nei play-off. La scorsa stagione al Rimini con una rete in 17 incontri, attualmente senza squadra.

  

 

I PRECEDENTI

Pro Patria: 16 Campionati nella massima serie (12 Serie A / 2 Div. Naz. / 2 Prima Cat.) - 1 Coppa delle Alpi

Forlì: 1 Campionato di Serie B

1958-59 Serie C/a
14^ 28 Dic. 58, Pro Patria – Forlì 0-2
35^ 10 Mag. 59, Forlì – Pro Patria 1-2


1982-83 Serie C1/a
12^ 5 Dic. 82, Forlì – Pro Patria: 2-0
29^ 1 Mag. 83, Pro Patria – Forlì 3-0: Betz, Cerrone, rig. Maruzzo

 

 

 

TIFOSERIA

Nello sport a farla da padrone è il basket, con la formazione forlivese a prendere di tanto in tanto, l'ascensore per la massima serie; disciplina molto sentita e che convoglia di media 3.300 spettatori a gara. Il Forlì calcio per attirare pubblico deve combattere da sempre con il basket, e nella scorsa stagione c'era un particolare accordo tra le due società, con forti sconti per chi sottoscriveva il doppio abbonamento. Dal lato pallonaro i biancorossi combattono con i vicini di Cesena che dagli anni 70 in avanti sono diventati un po' il riferimento calcistico della Romagna. Con diversi tifosi forlivesi che si accomodano spesso al “Manuzzi” di Cesena, per vedere i bianconeri. E proprio con i cesenati c'è un rapporto di amore-odio.

Sulle vicende dei biancorossi hanno pesato anche il fallimento datato 2006 ed ancora prima, facendo capo agli ultimi vent'anni, campionati di medio cabotaggio in C2, alternate a quelli di Serie D. Il punto massimo del tifo forlivese si è registrato alla fine degli anni 70' ed in particolare nella stagione 79/80, quando con in panchina Sidney Cunha “Cinesinho”, i “galletti” chiusero al terzo posto in Serie C, sfiorando l'approdo in serie cadetta. In quella stagione il “Morgagni”, vide anche vette di 8.000 spettatori nelle gare più sentite, e una media di circa 4.000 unità.

In questo avvio di stagione la media spettatori è stata di circa 1.300 unità, uno tra i dati più alti dell'intera Seconda Divisione. Presenze che sono di poco superiori a quanto i biancorossi facevano negli scorsi campionati di Eccellenza o Serie D, condotti sempre al vertice, a dimostrazione di poter contare su uno zoccolo duro e ben radicato.

Nel Dicembre 2003 sono nati i “Rabbiosi Forlì” gruppo ultras. Mentre nel 2005 tre tifosi biancorossi sono balzati alle cronache per aver preso un daspo, di cinque anni, per "atti di discriminazione per motivi razziali" nel confronti di due giocatori della Spal, verso i quali indirizzavano degli “uuuh uuuh”, imitando degli scimpanzè.

Per quanto riguarda i rapporti con le altre tifoserie esiste un sentito gemellaggio con il Gubbio, e poi uno che si è un po' perso via nel tempo con la Triestina; amicizie con Francavilla e Bellaria. Mentre come detto con il Cesena c'è un rapporto di amore-odio.

Capitolo rivalità, sentite quelle con le romagnole Rimini e Ravenna, poi con Fano e Vis Pesaro. Quindi Vicenza e Bologna, oltre alla Pistoiese mutuata dal basket.


 

 

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