LA PROSSIMA AVVERSARIA

 

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V A R E S E

CALCIO 1910

 


Varese Football Club s.r.l.

Maglia rossa con bordi bianchi, pantaloncini bianchi, calzettoni rossi con bordi bianchi.

Sede: via Sempione, 2 - 21100 Varese

Stadio "Franco Ossola" Via Manin, 25 – Masnago (Va) - Dimensioni (107x 66) capienza 23.000 spettatori, omologato per 10.000

Varese città abitanti 82.500 tot. Prov. 464.000

 

Abbonamenti

2009-10: 879

 

ORGANIGRAMMA SOCIETARIO

Presidente: Antonio Rosati
Amministratore delegato: Vincenzo Montemurro
Direttore sportivo: Sean Sogliano
Segretario generale: Massimiliano Dibrogni
Team manager: Silvio Papini
Dirigente accompagnatore: Pietro Frontini
Allenatore: Giuseppe Sannino
Allenatore in seconda: Stefano Bettinelli
Preparatore portieri: Oscar Verderame
Preparatore atletico: Giorgio Panzarasa
Area medica: Giulio Clerici
Responsabile sanitario: Matteo Beltemacchi
Medico sociale: Carlo Montoli
Massaggiatore: Leonino Nicoletti
Responsabile settore giovanile: Giorgio Scapini
Coord. tecnico: Verdelli Roberto
Scuola Calcio e progetto bimbo: Marco Caccianiga

 

IL CALCIOMERCATO INVERNALE


Acquisti:
Grillo (d86-Cavese), Giorgione (c92-Padova), Eliakwu (Nig.a 85-Gallipoli), Aloe (c86-Ascoli), Pompilio (c92-Lecce), Preite (d77-Como), Neto-Pereira (Bra.a79-Itala S. Marco)

Cessioni: Radi (d82-Cavese), Palazzo (c88-Valenzana), Bernardini (d87-Livorno)


 

LA ROSA


Portieri:
Grandclement (Fra 89), Moreau (Fra 83)

Difensori: Armenise (84), Benvenga (91), Camisa (85), Dos Santos (Bra 84), Grillo (86), Pisano (d87), Preite (77),

Centrocampisti: Aloe (86), Buzzegoli (83), Carozza (82), Cavalieri (90), Corti (80), Giorgione (92), Elia (90), Gambadori (81), Gianola (89), Mancini (90), Osuji (Nig. C90), Pompilio (92), Zecchin (83)

Attaccanti: Del Sante (87), Ebagua (Nig. 86), Eliakwu (Nig. 85), Momentè (a 87), Neto-Pereira (Bra 79) Tripoli (87), Umunegbu (Nig. 89)

 

VARESE-PRO PATRIA: arbitro Sig. Mauro Vivenzi di Brescia

Dopo anni ritorna si ritorna a giocare a Masnago, il derbino o derbetto, come lo si voglia chiamare tra Pro Patria e Varese. Cosco con il dubbio Caglioni, di ritorno dalla squalifica e Giambruno per il ruolo di portiere titolare, mentre sarà sempre privo di Cristiano, per andare a sotto il Sacro Monte, alla ricerca di vitali punti salvezza, cercando di continuare la striscia positiva che nelle ultime quattro gare li ha visti conquistare sei punti. I biancorossi sono da inizio stagione tra le migliori cinque, ritornando ad affacciarsi nella maniera migliore nel calcio professionistico, dopo l'ennesimo fallimento calcistico della storia varesina; clamoroso rimane l'autoaffondamento al termine della stagione 1992-93, nonostante l'ottavo posto in C2, la società, a causa delle difficili condizioni economiche, decise di non iscriversi al torneo di competenza ma direttamente nella serie inferiore, il Campionato Nazionale Dilettanti. I varesini sono guidati dalla scorsa stagione dal presidente Antonio Rosati, operante nel settore della cantieristica da diporto con scafi di lusso d'altura, anche se la squadra in realtà è da anni in mano alla Famiglia Sogliano, da oltre cinquant'anni nel calcio, prima con il padre Ricky, calciatore, direttore sportivo in Serie A e B, ed ora consigliere del presidente del Livorno, Spinelli. Ora con il figlio trentottenne Sean, a tirare le redini, ex calciatore di Varese, Perugia, Torino, Ancona e Napoli, che nella società biancorossa occupa il ruolo di direttore sportivo con capacità e conoscenza specifica del settore, pescando sempre giovani da valorizzare per poi rivenderli come gli ultimi casi: Lepore finito al Lecce, Grossi all'Albinoleffe, e nella recente sessione del calciomercato invernale il difensore Bernardini, pescato due anni fa nelle file del Borgomanero e ceduto al Livorno (che strano) in Serie A, rimpinguando così anche le casse della società bosina. La squadra dalla scorsa stagione è stata riaffidata al sanguigno Beppe Sannino, già sulla panchina varesina nel 2003-04, che ha centrato un'insperata promozione in Prima Divisione, dopo la falsa partenza con Gedeone Carmignani. Sannino e Sogliano hanno creato nel loro stile, una squadra che costa poco, giovane, di prospettiva con giocatori di categoria e con diversi elementi che possono tranquillamente giostrare ad un livello superiore come Carrozza, Buzzegoli, Pisano, Zecchin e Momenté, calciatori da rilanciare come Eliakwu e che quando scende in campo da sempre battaglia.

Da l'avvio di stagione viaggia tra il quarto e quinto posto in classifica, inizialmente sfruttando al meglio l'effetto promozione, ma anche il fatto di poter lavorare su un gruppo affiatato e ben amalgamato da due anni. Biancorossi che sono anche il lotta per la conquista della Coppa Italia di categoria, essendo approdati in semifinale con il Lumezzane con sconfitta di misura nella gara di andata. Un Varese che ha costruito le proprie fortune in casa dove ha conquistato 35 dei 44 punti dell'attuale classifica, con undici vittorie consecutive di fila (record per la categoria) e due pareggi nelle ultime due uscite con Benevento e Novara, segnando 24 reti e subendone 8. I biancorossi di Sannino, non vincono da cinque turni in cui hanno conquistato quattro punti, e quindi contro la Pro andranno senza mezze misure, alla ricerca di una vittoria scaccia crisi in ottica play-off, pur mantenendo sempre tre punti sulla più diretta inseguitrice il Lumezzane e per eventualmente conquistarsi una posizione migliore sulla griglia degli stessi. Varese che si schiererà con il collaudatissimo 4-4-2 che vede tra i pali il francese Matthieau Moreau, da anni in Italia prodotto delle giovanili dell'Inter, con esperienze con le maglie di Spezia, Ternana, Lucchese e Pro Sesto; portiere moderno con un gran fisico (190 cm x 84 kg), dotato di buon colpo d'occhio e senso della posizione. Difesa che da destra a sinistra vede il bustocco Eros Pisano, classe 87, altro con un fisico niente male, e che ha già assaggiato la Serie B con la maglia del Pisa. Al centro la perso Bernardini (classe 87 passato al Livorno) è tornato Aldo Preite (77, pretoriano di Sannino nelle precedenti esperienze), giocatore arcigno in marcatura ma che sa farsi trovare pronto in fase avanzata sulle palle inattive. Al suo fianco potrebbe essere schierato il duttile brasiliano Claiton Dos Santos, impiegato anche a centrocampo che si contenderà la maglia con Camisa. A sinistra giostrerà Armenise, venticinque anni, difensore di categoria che sa come farsi valere. Centrocampo vero proprio punto di forza della squadra guidato in mezzo dall'ex tigrotto Daniele Corti (80), rimasto fermo per mesi per un problema di ernia cervicale con Buzzegoli, vero faro del gioco dei bosini. Giocatore dotato di buona tecnica, di visione di gioco e di un buon tiro dalla distanza, con il quale va segno con discreta frequenza, come domenica scorsa a Figline. Negli ultimi anni ha giocato poco per svariati motivi, sotto il Sacro Monte sembra invece aver trovato continuità ed all'occasione può scambiarsi il ruolo con gli esterni. Sulle fasce agiranno a destra il veloce Tripoli, mentre a sinistra agisce l'ex padovano e ravennate Zecchin, che abbina tecnica e qualità. Uno dei punti di forza di questo reparto è l'intercambiabilità degli elementi infatti tutti posso agire al centro agendo più da mezzapunta, sfruttando al meglio la velocità specie quella di Tripoli e Zecchin. A completare il reparto Aloe, tornato alla base dopo esperienze ad Ascoli e Ravenna e Gambadori, faticatore e lottatore della squadra e capace di colpire dalla distanza, ma ultimamente messo da parte. In attacco la forza fisica e la progressione del nigeriano classe 86, Ebagua, che ha cominciato a giocare nel Casale allenato da Franco Lerda, il quale lo ha impostato da difensore ad attaccante. In stagione ha realizzato sette reti di cui però sei nelle prime otto giornate, al suo fianco dalla fine del calcio mercato il brasiliano Neto-Pereira classe 79, nove stagioni e mezza all'Itala San Marco tra Serie D e C, praticamente sempre in doppia cifra; giocatore da area di rigore sottovalutato dal calcio professionistico e che è già andato a segno con la maglia varesina. Come varianti Carrozza che agisce da seconda punta, cercando di portare fuori zona il proprio marcatore, tornando spesso a centrocampo per poi partire in progressione tagliando il campo ed il veloce nigeriano Eliakwu, con caterve di goal nelle giovanili dell'Inter anni fa e poi un po' perso via tra Trieste e Ascoli dove è andato a singhiozzo se non proprio faticando. A disposizione di Sannino, il secondo portiere Grandclement, la scorsa stagione all'Arzachena, il difensore Grillo, il centrocampista nigeriano Osujii, che a Busto all'andata impressionò molto, l'ariete Del Grosso, un po' ai ferri corti con la società dopo le buone stagioni precedenti.

Il Varese è formazione organizzata, che basa il proprio gioco sul ritmo, sulla corsa e sull'aggressività, molto attento e coperto in difesa con i centrocampisti che accorciano le linee, restringendo gli spazi fino al minimo indispensabile, portando densità davanti alla linea di tiro. Proponendosi in avanti con ripartenze veloci che trovano in Buzzegoli, Tripoli e soprattutto in Zecchin degli ottimi interpreti. E proprio gli esterni sono proprio uno dei punti di forza della formazione di Sannino, specialmente con l'ex padovano che diventa di fatto una terza punta, andando sia sul fondo per crossare oppure tagliando a fettine il campo dall'esterno alla zona centrale proprio dietro i due attaccanti e davanti alla coppia mediana di centrocampo. I biancorossi possono contare su un attacco che ha segnato 32 reti, nella media del girone, ma con il maggior numero di marcature in casa 24, con Ebagua migliore marcatore con sette centri, seguito da Buzzegoli con sei (1 rigore). Difesa tra le migliori cinque del torneo con 26 reti al passivo di cui otto in casa. Non perde in casa da un anno e mezzo, con l'ultima sconfitta arrivata il 7 Settembre 2008 in Seconda Divisione, ad opera dell'Olbia per 1-0. La Pro da suo canto non vince in trasferta da quasi un anno, l'ultimo squillo rimane quello di Portogruaro il 3 Maggio 2009, firmato da Do Prado. Negli ultimi due incontri di campionato disputati a Masnago la Pro si è sempre imposta; nel 2002-03 con un goal al 6' di Ciccio Ruopolo, che valse la salvezza diretta. Nel 2003-04 per 2-1, dopo essere andata sotto per un rigore realizzato al 40 del pt, ribaltato poi dalle reti al 52' di Firmino Elia e al 64' di Ike Kalù. Due ex della gara, nelle file biancoblù Tommaso Chiecchi, 10 presenze a Varese da Gennaio 2003. In quelle biancorosse Daniele Corti 42 presenze e due reti in campionato con la maglia biancoblù in C1, tra il 2003 e 2005, con una rete in Coppa Italia di Serie C, nella semifinale con il Padova, che portò poi alla prima storica finale per i tigrotti.

 

IL PERSONAGGIO

Giovanni Borghi, il “cumenda” per eccellenza, quello che meglio di ogni altro nel pieno del boom economico italiano, ha saputo incarnare il mito della “fabbrichetta”, che tanto fa storcere il naso ai radical-chic ed a chi il lavoro non piace e non piacerà mai. Personaggio fatto con l'accetta con un vocione tuonante che ispirò anche diversi film della commedia all'italiana degli anni del boom, come “Il vedovo”, con la figura dell'industriale amico della moglie di Sordi, che lo ricorda molto da vicino sia fisicamente che nel vocione. Anche nel più noto “Il sorpasso” con Gassman c'è il tratto di un industriale del Nord, che lo ricorda molto da vicino. Giovanni Borghi, un mago negli affari, scaltro come pochi, cresciuto nel tempo a poco pane e tanto lavoro, ma tanto, per quello che oggi si direbbe con un inglesismo “self-made man”, ma che nella sua lingua, il vecchio sano e caro dialetto delle nostre parti, significava “mi ho tira sù i manighi e ho fa laurà un cò”. Uno che ci sapeva fare, uno di quelli che “sarebbe capace di vendere il ghiaccio agli eschimesi”, cosa che in effetti faceva perchè andava a vendere i suoi frigoriferi in Scandinavia, ma non si fermava certo a quello, infatti andava a piazzare i suoi frigoriferi e le sue cucine elettriche negli USA, dove erano praticamente nate, a botte di 350.000 pezzi l'anno. Vendendoli ovviamente parlando in dialetto. Era impressionante come, pur conoscendo solo il dialetto, sapesse tessere un discorso in italiano affascinando tutti quelli che gli stavano attorno. Il suo grande rimpianto era di non sapere l’inglese. Diceva sempre: “Va bene tutti i traduttori del mondo, ma come glielo dico io è un’altra cosa...”.

primo piano di Giovanni Borghi

Giovanni Borghi alias Mr. Ignis, nasce terzo dei quattro figli di un elettricista, a Milano nel 1910 in un quartiere popolare l'Isola, esattamente in piazza Tito Minniti, a due passi dalla stazione Garibaldi. Il padre “il Sciur Guido”, milanese tutto d'un pezzo vecchio stampo, ha un lavoro futurista per i tempi, una bottega d'elettricista, avviata negli anni precedenti con il proprio genitore. Papà Guidò ha tre figli oltre a Giovanni, ci sono Giuseppe, Gaetano e Luigia a cui trasmette: il senso del dovere, la capacità di sacrificio, l'amore per il lavoro, il rispetto della parola data, mentre la mamma Maria, la passione per la musica. Il futuro re dei frigoriferi, assimila al meglio tutti gli insegnamenti dei genitori, e siccome è giovanotto pieno di vita che per arrotondare la paga di operaio, anzi di garzone, considerato che aveva smesso la scuola a dieci anni, giusto il tempo delle elementari per iniziare a lavorare, andava a suonare il pianoforte nei cinematografi accompagnando con i motivi dell'epoca la proiezione di film rigorosamente muti e in bianco e nero. Un passo che poi influenzerà altri personaggi, in particolare suo nipote, il figlio di suo sorella Luigia che di nome fa Fedele e di cognome Confalonieri e un suo amico, tale Silvio che verrà poi influenzato proprio dal modello Giovanni Borghi. Milano viene pesantemente bombardata negli anni della guerra, in in particolare la zona dell'Isola-Garibaldi, per via della ferrovia per la vicinanza anche della stazione centrale. Così la Famiglia Borghi, dopo il 25 luglio 1943, si rifugia a Comerio, a pochi chilometri da Varese. Qui Borghi padre con il figlio riaprono il laboratorio artigiano-elettricista ed iniziano a comprare vecchi fornelli elettrici, a ripararli, modificarli, rivenderli. Fu lì Giovanni Borghi ebbe l'intuizione di trasformare le cucine a legna in cucine elettriche, sempre più perfezionate, rilevando poi nel 1946 un'azienda artigianale che lavorava nel settore. Nel giro di qualche anno la “Guido Borghi e figli” diventò la Ignis, il marchio che segnò letteralmente fuoco l’industria italiana degli elettrodomestici, perchè ignis in latino significa fuoco, un nome che stando alla “leggenda”, venne suggerito a Giovanni Borghi da un suo vecchio cliente. La risposta con il suo vocione profondo, rigorosamente di dialetto fu: “Ma pias”. Cominciò così una delle più grandi avventure industriali ispirando film ed altro, tratteggiati sulla sua figura. Tra gli gli anni Cinquanta e Sessanta, quando la fabbrichetta del sciur Borghi, che nel mondo era conosciuto come “Mister Ignis”, sfornava elettrodomestici al ritmo di uno ogni otto secondi di lavoro, aveva un fatturato annuo di 40 miliardi di Lire (di allora), diecimila operai, esportazioni in 80 Paesi, stabilimenti da Comerio al Sudamerica ed era conosciuto anche in Giappone. Giovanni Borghi era un tipo tutto casa e bottega, burbero ma dal cuore grande, attaccato all’azienda, credeva moltissimo nel lavoro con 12/14 ore in azienda a cui accomunava la passione per la roulette, geniale, di grandi intuizioni, no che ha inventato per primo al mondo il frigorifero a doppia porta con il freezer, il primo a inventare la lavatrice con la carica dall’alto, il primo a fabbricare la macchina per fare il ghiaccio. Soprattutto fu un talento assoluto per il marketing, il primo a intuire in pieno il valore della sponsorizzazione sportiva, cioè mettere il proprio marchio su uno sport possibilmente vincente. Al punto che ancora oggi, anche ad Harvard nei corsi di marketing si studia che fu il milanese Giovanni Borghi il primo a usare la sponsorizzazione sportiva come micidiale arma pubblicitaria. Borghi a cavallo degli anni 50'-60' era già un mito industriale aveva fatto i miliardi (del tempo), le ville, l’elicottero e la Rolls Royce, e divenne praticamente una “leggenda sportiva” con l'entrata del marchio Ignis nello sport, fatto di denaro fresco, un po’ di paternalismo e tanto senso pratico. Cominciò così con basket, calcio, ciclismo, boxe, canottaggio, ippica, atletica. Al quel punto Borghi quando usciva dall’azienda, scendeva in campo smettendo i panni del Cumenda e vestiva quelli del patron, mise in piedi una polisportiva che comprendeva squadre di pallacanestro, la micidiale Ignis che con Ossola, Bob Morse, Meneghin, Jara, Raga, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta vinse nove scudetti, quattro Coppe Italia, tre Coppe dei Campioni, tre Coppe Intercontinentali e una Coppa delle Coppe. Oltre alle vittorie del basket, rimane memorabile uno dei tanti episodi legati al “Cumenda”, che con la squadra bloccata a Malpensa per il maltempo, per una trasferta in Russia, fece partire di corsa la squadra da Linate, quindi tappa a Praga dove si presentò in persona con una valigetta piena di dollari per fare continuare il viaggio volendo comparare un aereo, davanti agli allibiti funzionari aeroportuali. Nel pugilato tantissimi campioni, a partire da Duilio Loi e Mazzinghi, di ciclismo con il suo pupillo, Antonio Maspes, il pistard più forte di tutti i tempi, a cui fece da secondo padre, memorabile fu un lungo surplace di Maspes al velodromo Vigorelli, proprio a ridosso del marchio Ignis, con le telecamere che lo inquadrarono per tutto il tempo e le foto che fecero il giro del mondo. Lo spagnolo Miguel Poblet che vinse 23 tappe del Giro d’Italia, uno che ogni volta, prima di lanciare la volata, si girava verso Borghi che lo seguiva sull’ammiraglia e gli diceva: “Commendatore, si pettini che oggi andiamo in televisione...” Un giorno, in visita alla redazione del giornale francese L’Equipe, guardandosi in giro pare abbia detto: “Se la custa chi inscì la baracca? La compri mi”. Portò il Varese calcio a raggiungere livelli mai raggiunti prima, la Serie A, con un quinto posto, un vivaio incredibile con una struttura che venne poi copiata dai grandi clubs, con tanto di scuola e appartamenti per chi veniva da lontano. Il Varese vivacchiava tra Serie D e C, con l'arrivo di Borghi nel 63' passò in B e poi nella massima serie, dove approdò per la prima volta nella sua storia. Collezionando sette campionati, di cui l'ultimo nella stagione 1974-75, ma con Borghi che non era più presidente. Livelli che i biancorossi non hanno più raggiunto, pur riuscendo a fare la Serie B, per diverse stagioni sul seme gettato proprio in quel periodo con sul settore giovanile. Negli anni Settanta, in parte per la crisi economica in parte per le crisi cardiache che lo colpivano sempre con maggior frequenza, Giovanni Borghi fu costretto a vendere il suo impero agli olandesi della Philips e in periodi di forti tensioni sociali, i sindacati avevano difficoltà, a entrare in fabbrica: gli operai si compattavano attorno proprio al “Cumenda” che era sempre in azienda con loro. Borghi si spegne a soli 65 anni a Milano il 25 Settembre 1975, lasciando un impronta incredibile nell'imprenditoria e nello sport, non solo italiano.
 

Borghi a bordocampo
 

 

I PRECEDENTI

Pro Patria: 12 Campionati di Serie A - 1 Coppa della Alpi 1961

Varese: 7 Campionati di Serie A – 1 Coppa Italia Serie C 1994-95 – 1 Coppa Italia Dilettanti 1993-94

1922-23 Seconda Divisione
Pro Patria - Varese 1-2
Varese - Pro Patria 1-1

1923-24 Seconda Divisione
Pro Patria - Varese 0-2 a tavolino
Varese - Pro Patria 1-3

1936-37 Serie C
Varese - Pro Patria 1-2
Pro Patria - Varese 1-1

1937-38 Serie C
Pro Patria - Varese 1-2
Varese - Pro Patria 1-1

1938-39 Serie C
Varese - Pro Patria 1-0
Pro Patria - Varese 0-0

1939-40 Serie C
Varese - Pro Patria 0-0
Pro Patria - Varese 2-0

1940-41 Serie C
Pro Patria - Varese 1-1
Varese - Pro Patria 1-0

Campionato 1944 Alta Italia – Zona Lombardia - Eliminatorie
Varese - Pro Patria 2-0: 2 Meazza
A Seregno: Pro Patria- Varese 3-1

Torneo Benefico Lombardo 1944-45
Pro Patria – Varese 2-0
Varese – Pro Patria nd per ritiro del Varese nel girone di ritorno

1946-47 Serie B
9^ 17 Nov. 46 Pro Patria - Varese 5-3
30^ 13 Apr. 47 Varese – Pro Patria 0-1: 80’ Turconi

1958-59 Serie C/a
Pro Patria - Varese 3-3: 3 Maltinti 2 rig. (Pro)
Varese - Pro Patria 0-0

1959-60 Serie C/a
Varese - Pro Patria 3-1
Pro Patria - Varese 1-0

1963-64 Serie B
12^ 8 Dic. 63 Pro Patria - Varese 1-0
31^ 3 Mag. 64 Varese - Pro Patria 3-0

1979-80 Coppa Italia Serie C – Fase Elim. Gir.C
Varese (C1) – Pro Patria (C2) 5-1 - giocata a Busto
Pro Patria (C2) – Varese (C1) 1-0

1986-87 Serie C2/a
14^ 21 Dic. 86 Pro Patria - Varese 1-0: 3' rig. Carnio
31^ 17 Mag. 87 Varese - Pro Patria 0-0

1987-88 Serie C2/a
12^ 6 Dic. 87 Pro Patria - Varese 1-0: 41' aut. Lopez
29^ 24 Apr. 88 Varese - Pro Patria 2-1: 45' Furlanetto (V), 74' Pessina (P), 76' Majerna (V)

Coppa Italia Serie C – Fase Elim. Gir. B
23 Ago. 87 Pro Patria – Varese 0-2
8 Set. 87 Varese – Pro Patria 2-0

1995-96 Serie C2/a
2^10 Set. 95 Pro Patria - Varese 1-0: 12’ Gori
19^ 21 Gen 96 Varese - Pro Patria 0-2: 32’ Pini, 61’ aut. Terni

1996-97 Serie C2
10^ 10 Nov. 96 Pro Patria - Varese 0-0
27^ 27 Mar. 97 Varese - Pro Patria 0-0

Coppa Italia Serie C – Fase Elim. Primo turno
24 Ago. 96 Pro Patria – Varese 2-0
28 Ago. 6 Varese – Pro Patria 0-1
Qual. Pro Patria

1997-98 Serie C2
12^. 23 Nov. 97 Pro Patria - Varese 1-1: 39’ Lunini (Pro), 84’ Sala (V)
29^ 11 Apr. 98 Varese - Pro Patria 1-1: 31’ rig. Possanzini, 78’ Provenzano (Pro)

Coppa Italia Serie C – Fase Elim. Gir. B
24 Set. 97 Pro Patria – Varese 0-2

1999-00 Coppa Italia Serie C – Fase Elim. Gir. A
7 Set. 99 Varese (C1) - Pro Patria (C2) 2-0
16 Ago. 00 Pro Patria (C2) - Varese (C1) 2-0

2002-03 Serie C1/a
16^ 15 Dic. 02 Pro Patria - Varese 0 - 1: 55’ Lorieri 
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33^ 4 Mag. 03 Varese – Pro Patria 0 –1: 6’ Ruopolo 
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2003-04 Serie C1/a
11^ 9 Nov. 03 Pro Patria - Varese 0-1: 95' Mussi  CLICCA QUI
28^ Varese - Pro Patria 1-2: 40' rig. Fiumicelli (V), 52' Elia (Pro), 64' Kalù (Pro)

2007-08 Coppa Italia Serie C
12 Set. 07 Pro Patria - Varese 3-2: 5' rig. Maccoppi (V), 33' Castellazzi (Pro), 44' Imburgia (Pro), 50' Dalla Bona (Pro), 76' rig. Sergi (V)

2008-09 Coppa italia Serie C
17 Ago. '08 Pro Patria - Varese 0-0  CLICCA QUI

2009-10 Coppa italia Serie C
25 Ott. '09 Pro Patria - Varese 1-1  CLICCA QUI
40' Tripoli (V), 80' rig. Ripa (P)
 

LA TIFOSERIA

Le prime amichevoli della compagine varesina vennero giocate nella locale piazza del mercato. Ben presto, nel 1913, fu predisposto un campo delimitato da una corda atta a trattenere all’esterno i primi tifosi che assistevano ad incontri con squadre dei dintorni: tra queste vi era l’Aurora di Busto Arsizio, antenata della Pro Patria. Al termine della Prima Guerra Mondiale venne messo a disposizione il campo detto “Le Bettole”, un rettangolo di gioco in piena regola dove la tifoseria prealpina iniziò a delineare una propria identità. La prima trasferta da ricordare fu uno spareggio retrocessione nel 1920 contro il Como sul neutro di Saronno; per quel primordiale derby molti varesini si spostarono in treno, auto e moto per raggiungere la città. Degni di menzione furono gli incidenti avvenuti qualche anno dopo durante una gara con la compagine della Sestese in Seconda Divisione. Nei primi anni ’30 un ripescaggio dalla categoria inferiore permise ai biancorossi la militanza nella serie maggiore; fu l’occasione per la tifoseria di organizzarsi con un vero proprio club presso un caffè cittadino. Nel 1935 fu costruito lo stadio del Littorio, l’odierno Franco Ossola. Questo accompagnò il pubblico varesino, dopo la riorganizzazione delle categorie, durante la prima serie C. Tre anni più tardi si registrò un altro episodio di rilievo: un arbitro esordiente favorì la vittoria dell’avversario di turno; fu costretto a fuggire a causa dell’inseguimento dei tifosi presenti. Dopo anni caratterizzati da una caduta verticale e da un nuovo ritorno in terza serie, la società risalì la china fino a realizzare nel 1964 l’impresa di raggiungere la serie A: la tifoseria, mossa da grande entusiasmo, crebbe numericamente e si organizzò in molti nuovi club di sostenitori; lo stadio venne ulteriormente rinnovato. Seguì un decennio d’oro per la tifoseria varesina; i campionati disputati nella serie maggiore e le grandi tifoserie incontrate permisero alla stessa di raggiungere il massimo storico.

Varese - Como 1999-00

Videro la luce in quel periodo i “Boys”, gruppo ultras che fece da guida ai sostenitori biancorossi per 28 anni, seguendo la squadra dai fasti della A alle retrocessioni degli anni successivi; dal quasi fallimento del 1988 alla caduta nei dilettanti del 1993, e al ritorno in C1 del 97-98. Il 18 ottobre 1998, fuori dal Franco Ossola al termine del derby Varese-Como, ci furono diversi scontri fra le due tifoserie e la polizia, con le vie intorno allo stadio che vennero messe a ferro e fuoco per circa un'ora, con danni ingenti alle auto parcheggiate. Venti i feriti tra cui otto agenti, tutti finiti al pronto soccorso. Una quindicina di persone portate subito in Questura in serata, portando poi ad arresti e diffide da ambo le parti. L’inizio del millennio vide l’uscita di scena del gruppo; dopo qualche mese di forzata convivenza in curva, il gruppo schierato dei “Blood and Honour” ebbe la meglio dopo un duro scontro interno. I Boys lasciarono il timone e la curva si ritrovò semideserta e senza una guida. I Blood & Honour si diedero da fare ma, numericamente ridotti a poche decine ed isolati dal resto della tifoseria a causa del loro estremismo, potevano contribuire ben poco alla rinascita del tifo varesino. Nel 2001-02 lo stesso gruppo mise in atto una forte contestazione contro l'ingaggio del franco-marocchino Mohamed Benhassen, che sfociò nell’aggressione allo stesso, al fratello minore e poi al portiere camerunese Joel Eboue, al ritorno da una trasferta. Nella stessa stagione per favorire in pubblico viene introdotta una formula abbonamento a prezzi veramente popolari in tutti i settori; in curva per esempio a 15.000 Lire per tutta la stagione, poco meno di un caffè a partita, che non riuscì comunque a riportare entusiasmo e tifosi. Esperimento che venne poi riproposto nelle stagioni seguenti. All’inizio del campionato 2002-03 una quindicina di ragazzi si posizionarono in curva, a debita distanza dal nuovo gruppo guida, dietro lo striscione “Irriducibili”. Subito nacquero tensioni, ma i successivi chiarimenti spinsero i due gruppi, dopo alcune trasferte non effettuate, a raggiungere un equilibrio ed un accordo. Con il tempo i due gruppi cercarono di contribuire ad un rilancio della tifoseria, non aiutati dal pessimo campionato del Varese. Altri striscioni che presenziano in curva nel periodo accanto allo striscione nero dei BH ed a quello rosso degli Irriducibili: Scossi, Gruppo 7 laghi, Besano, Seve Group e Centro. Stagione che si caratterizza anche per diversi incidenti, anche a Busto con scontri nel pre-gara. Il Varese 2003-04 ha una media presenze di circa 1.100 spettatori a gara; gli abbonamenti sottoscritti sono quasi 1300, anche se non tutti realmente utilizzati, considerati le agevolazioni per le sottoscrizioni. La società nel tentativo di recuperare tifosi ed appassionati, mantenne una politica popolare dei prezzi per la curva, con l’abbonamento a 35 Euro per tutta la stagione, per un controvalore di 2.05 a partita pari, a 3.969 di vecchie Lire. Ma le presenze al Franco Ossola, difficilmente andarono oltre le mille, compresi i tifosi ospiti, con solo 176 paganti, nell’ultima gara contro la Reggiana. Il fallimento del 2004, portò il Varese direttamente in Eccellenza, con contraccolpi pesanti anche su quello che era rimasto della tifoseria. Nel 2005, con il ripescaggio in Serie D, dopo essersi piazzati al secondo posto in Eccellenza e perso i play-off con la Tritium, prende nuova linfa anche la tifoseria, grazie anche al buon campionato della squadra guidata da Mangia che si porta in testa da subito riportando entusiasmo ed il 9 Aprile del 2006, la tifoseria “invade” Sesto Calende, per festeggiare la “seconda” promozione nel giro di un anno solare. Sulla scia di questi risultati positivi, nasce un nuovo club, fondato da vecchi esponenti dei “Boys”, il Gruppo Comodo - Tifosi del Varese: che qualora servisse si scomodano in un'attimo (l'errore di ortografia è preso pari pari dal loro indirizzo di facebook), per un tifo non violento ma intimidatorio. Nella scorsa stagione di Seconda divisione le tessere sottoscritte furono 1.102, con una media di presenze attestatasi sulle 1560 unità. In questa stagione gli abbonamento sono 879, con una media su cinque gare di 1.380 persone, con il settore ospiti chiuso. A Livello di club la tifoseria è suddivisa in quattro organizzazioni: lo storico “Club Amici del Varese”, il “Club Prealpi biancorosse” ed i due clubs siti nella provincia, a Gazzada e Vengono.

Amicizie, forte il legame con i Viking dell'Inter e con il Fronte Ribelle del Saronno, rotto alcuni anni fa, invece il gemellaggio con gli spezzini. In passato anche con i lecchesi, per la rivalità con il Como, e buoni rapporti con Paganese ed Arezzo. Rivalità: su tutte con i comaschi, quindi a ruota Pro Patria, Novara, Alessandria, Livorno e quasi tutte le toscane.
 

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Varese - Brescia 1981-82

     

Pro Patria - Varese 1987-88

     

Pro Patria - Varese 1996/97

     

Pro Patria - Varese 1997/98

Pro Patria - Varese 2003/04

Pro Patria - Varese (C.Italia)  2008/09

 

 

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