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V A R E S E
CALCIO 1910 |
Varese Football Club s.r.l.
Maglia rossa con bordi bianchi, pantaloncini bianchi,
calzettoni rossi con bordi bianchi.
Sede: via Sempione, 2 - 21100 Varese
Stadio "Franco Ossola" Via Manin, 25 – Masnago (Va) -
Dimensioni (107x 66) capienza 23.000 spettatori,
omologato per 10.000
Varese città abitanti 82.500 tot. Prov. 464.000
Abbonamenti
2009-10: 879
ORGANIGRAMMA
SOCIETARIO
Presidente:
Antonio Rosati
Amministratore delegato: Vincenzo Montemurro
Direttore sportivo: Sean Sogliano
Segretario generale: Massimiliano Dibrogni
Team manager: Silvio Papini
Dirigente accompagnatore: Pietro Frontini
Allenatore: Giuseppe Sannino
Allenatore in seconda: Stefano Bettinelli
Preparatore portieri: Oscar Verderame
Preparatore atletico: Giorgio Panzarasa
Area medica: Giulio Clerici
Responsabile sanitario: Matteo Beltemacchi
Medico sociale: Carlo Montoli
Massaggiatore: Leonino Nicoletti
Responsabile settore giovanile: Giorgio Scapini
Coord. tecnico: Verdelli Roberto
Scuola Calcio e progetto bimbo: Marco Caccianiga
IL CALCIOMERCATO INVERNALE
Acquisti:
Grillo (d86-Cavese), Giorgione (c92-Padova), Eliakwu (Nig.a
85-Gallipoli), Aloe (c86-Ascoli), Pompilio (c92-Lecce),
Preite (d77-Como), Neto-Pereira (Bra.a79-Itala S. Marco)
Cessioni:
Radi (d82-Cavese), Palazzo (c88-Valenzana), Bernardini
(d87-Livorno)
LA
ROSA
Portieri:
Grandclement (Fra 89), Moreau (Fra 83)
Difensori:
Armenise (84), Benvenga (91), Camisa (85), Dos Santos
(Bra 84), Grillo (86), Pisano (d87), Preite (77),
Centrocampisti:
Aloe (86), Buzzegoli (83), Carozza (82), Cavalieri (90),
Corti (80), Giorgione (92), Elia (90), Gambadori (81),
Gianola (89), Mancini (90), Osuji (Nig. C90), Pompilio
(92), Zecchin (83)
Attaccanti:
Del Sante (87), Ebagua (Nig. 86), Eliakwu (Nig. 85),
Momentè (a 87), Neto-Pereira (Bra 79) Tripoli (87),
Umunegbu (Nig. 89)
VARESE-PRO PATRIA: arbitro Sig. Mauro Vivenzi di
Brescia
Dopo anni ritorna si ritorna a giocare a Masnago, il
derbino o derbetto, come lo si voglia chiamare tra Pro
Patria e Varese. Cosco con il dubbio Caglioni, di
ritorno dalla squalifica e Giambruno per il ruolo di
portiere titolare, mentre sarà sempre privo di
Cristiano, per andare a sotto il Sacro Monte, alla
ricerca di vitali punti salvezza, cercando di continuare
la striscia positiva che nelle ultime quattro gare li ha
visti conquistare sei punti. I biancorossi sono da
inizio stagione tra le migliori cinque, ritornando ad
affacciarsi nella maniera migliore nel calcio
professionistico, dopo l'ennesimo fallimento calcistico
della storia varesina; clamoroso rimane
l'autoaffondamento al termine della stagione 1992-93,
nonostante l'ottavo posto in C2, la società, a causa
delle difficili condizioni economiche, decise di non
iscriversi al torneo di competenza ma direttamente nella
serie inferiore, il Campionato Nazionale Dilettanti. I
varesini sono guidati dalla scorsa stagione dal
presidente Antonio Rosati, operante nel settore della
cantieristica da diporto con scafi di lusso d'altura,
anche se la squadra in realtà è da anni in mano alla
Famiglia Sogliano, da oltre cinquant'anni nel calcio,
prima con il padre Ricky, calciatore, direttore sportivo
in Serie A e B, ed ora consigliere del presidente del
Livorno, Spinelli. Ora con il figlio trentottenne Sean,
a tirare le redini, ex calciatore di Varese, Perugia,
Torino, Ancona e Napoli, che nella società biancorossa
occupa il ruolo di direttore sportivo con capacità e
conoscenza specifica del settore, pescando sempre
giovani da valorizzare per poi rivenderli come gli
ultimi casi: Lepore finito al Lecce, Grossi
all'Albinoleffe, e nella recente sessione del
calciomercato invernale il difensore Bernardini, pescato
due anni fa nelle file del Borgomanero e ceduto al
Livorno (che strano) in Serie A, rimpinguando così anche
le casse della società bosina. La squadra dalla scorsa
stagione è stata riaffidata al sanguigno Beppe Sannino,
già sulla panchina varesina nel 2003-04, che ha centrato
un'insperata promozione in Prima Divisione, dopo la
falsa partenza con Gedeone Carmignani. Sannino e
Sogliano hanno creato nel loro stile, una squadra che
costa poco, giovane, di prospettiva con giocatori di
categoria e con diversi elementi che possono
tranquillamente giostrare ad un livello superiore come
Carrozza, Buzzegoli, Pisano, Zecchin e Momenté,
calciatori da rilanciare come Eliakwu e che quando
scende in campo da sempre battaglia.
Da l'avvio di stagione viaggia tra il quarto e quinto
posto in classifica, inizialmente sfruttando al meglio
l'effetto promozione, ma anche il fatto di poter
lavorare su un gruppo affiatato e ben amalgamato da due
anni. Biancorossi che sono anche il lotta per la
conquista della Coppa Italia di categoria, essendo
approdati in semifinale con il Lumezzane con sconfitta
di misura nella gara di andata. Un Varese che ha
costruito le proprie fortune in casa dove ha conquistato
35 dei 44 punti dell'attuale classifica, con undici
vittorie consecutive di fila (record per la categoria) e
due pareggi nelle ultime due uscite con Benevento e
Novara, segnando 24 reti e subendone 8. I biancorossi di
Sannino, non vincono da cinque turni in cui hanno
conquistato quattro punti, e quindi contro la Pro
andranno senza mezze misure, alla ricerca di una
vittoria scaccia crisi in ottica play-off, pur
mantenendo sempre tre punti sulla più diretta
inseguitrice il Lumezzane e per eventualmente
conquistarsi una posizione migliore sulla griglia degli
stessi. Varese che si schiererà con il collaudatissimo
4-4-2 che vede tra i pali il francese Matthieau Moreau,
da anni in Italia prodotto delle giovanili dell'Inter,
con esperienze con le maglie di Spezia, Ternana,
Lucchese e Pro Sesto; portiere moderno con un gran
fisico (190 cm x 84 kg), dotato di buon colpo d'occhio e
senso della posizione. Difesa che da destra a sinistra
vede il bustocco Eros Pisano, classe 87, altro con un
fisico niente male, e che ha già assaggiato la Serie B
con la maglia del Pisa. Al centro la perso Bernardini
(classe 87 passato al Livorno) è tornato Aldo Preite
(77, pretoriano di Sannino nelle precedenti esperienze),
giocatore arcigno in marcatura ma che sa farsi trovare
pronto in fase avanzata sulle palle inattive. Al suo
fianco potrebbe essere schierato il duttile brasiliano
Claiton Dos Santos, impiegato anche a centrocampo che si
contenderà la maglia con Camisa. A sinistra giostrerà
Armenise, venticinque anni, difensore di categoria che
sa come farsi valere. Centrocampo vero proprio punto di
forza della squadra guidato in mezzo dall'ex tigrotto
Daniele Corti (80), rimasto fermo per mesi per un
problema di ernia cervicale con Buzzegoli, vero faro del
gioco dei bosini. Giocatore dotato di buona tecnica, di
visione di gioco e di un buon tiro dalla distanza, con
il quale va segno con discreta frequenza, come domenica
scorsa a Figline. Negli ultimi anni ha giocato poco per
svariati motivi, sotto il Sacro Monte sembra invece aver
trovato continuità ed all'occasione può scambiarsi il
ruolo con gli esterni. Sulle fasce agiranno a destra il
veloce Tripoli, mentre a sinistra agisce l'ex padovano e
ravennate Zecchin, che abbina tecnica e qualità. Uno dei
punti di forza di questo reparto è l'intercambiabilità
degli elementi infatti tutti posso agire al centro
agendo più da mezzapunta, sfruttando al meglio la
velocità specie quella di Tripoli e Zecchin. A
completare il reparto Aloe, tornato alla base dopo
esperienze ad Ascoli e Ravenna e Gambadori, faticatore e
lottatore della squadra e capace di colpire dalla
distanza, ma ultimamente messo da parte. In attacco la
forza fisica e la progressione del nigeriano classe 86,
Ebagua, che ha cominciato a giocare nel Casale allenato
da Franco Lerda, il quale lo ha impostato da difensore
ad attaccante. In stagione ha realizzato sette reti di
cui però sei nelle prime otto giornate, al suo fianco
dalla fine del calcio mercato il brasiliano Neto-Pereira
classe 79, nove stagioni e mezza all'Itala San Marco tra
Serie D e C, praticamente sempre in doppia cifra;
giocatore da area di rigore sottovalutato dal calcio
professionistico e che è già andato a segno con la
maglia varesina. Come varianti Carrozza che agisce da
seconda punta, cercando di portare fuori zona il proprio
marcatore, tornando spesso a centrocampo per poi partire
in progressione tagliando il campo ed il veloce
nigeriano Eliakwu, con caterve di goal nelle giovanili
dell'Inter anni fa e poi un po' perso via tra Trieste e
Ascoli dove è andato a singhiozzo se non proprio
faticando. A disposizione di Sannino, il secondo
portiere Grandclement, la scorsa stagione all'Arzachena,
il difensore Grillo, il centrocampista nigeriano Osujii,
che a Busto all'andata impressionò molto, l'ariete Del
Grosso, un po' ai ferri corti con la società dopo le
buone stagioni precedenti.
Il Varese è formazione organizzata, che basa il proprio
gioco sul ritmo, sulla corsa e sull'aggressività, molto
attento e coperto in difesa con i centrocampisti che
accorciano le linee, restringendo gli spazi fino al
minimo indispensabile, portando densità davanti alla
linea di tiro. Proponendosi in avanti con ripartenze
veloci che trovano in Buzzegoli, Tripoli e soprattutto
in Zecchin degli ottimi interpreti. E proprio gli
esterni sono proprio uno dei punti di forza della
formazione di Sannino, specialmente con l'ex padovano
che diventa di fatto una terza punta, andando sia sul
fondo per crossare oppure tagliando a fettine il campo
dall'esterno alla zona centrale proprio dietro i due
attaccanti e davanti alla coppia mediana di centrocampo.
I biancorossi possono contare su un attacco che ha
segnato 32 reti, nella media del girone, ma con il
maggior numero di marcature in casa 24, con Ebagua
migliore marcatore con sette centri, seguito da
Buzzegoli con sei (1 rigore). Difesa tra le migliori
cinque del torneo con 26 reti al passivo di cui otto in
casa. Non perde in casa da un anno e mezzo, con l'ultima
sconfitta arrivata il 7 Settembre 2008 in Seconda
Divisione, ad opera dell'Olbia per 1-0. La Pro da suo
canto non vince in trasferta da quasi un anno, l'ultimo
squillo rimane quello di Portogruaro il 3 Maggio 2009,
firmato da Do Prado. Negli ultimi due incontri di
campionato disputati a Masnago la Pro si è sempre
imposta; nel 2002-03 con un goal al 6' di Ciccio Ruopolo,
che valse la salvezza diretta. Nel 2003-04 per 2-1, dopo
essere andata sotto per un rigore realizzato al 40 del
pt, ribaltato poi dalle reti al 52' di Firmino Elia e al
64' di Ike Kalù. Due ex della gara, nelle file biancoblù
Tommaso Chiecchi, 10 presenze a Varese da Gennaio 2003.
In quelle biancorosse Daniele Corti 42 presenze e due
reti in campionato con la maglia biancoblù in C1, tra il
2003 e 2005, con una rete in Coppa Italia di Serie C,
nella semifinale con il Padova, che portò poi alla prima
storica finale per i tigrotti.
IL
PERSONAGGIO
Giovanni Borghi, il “cumenda” per eccellenza, quello che
meglio di ogni altro nel pieno del boom economico
italiano, ha saputo incarnare il mito della “fabbrichetta”,
che tanto fa storcere il naso ai radical-chic ed a chi
il lavoro non piace e non piacerà mai. Personaggio fatto
con l'accetta con un vocione tuonante che ispirò anche
diversi film della commedia all'italiana degli anni del
boom, come “Il vedovo”, con la figura dell'industriale
amico della moglie di Sordi, che lo ricorda molto da
vicino sia fisicamente che nel vocione. Anche nel più
noto “Il sorpasso” con Gassman c'è il tratto di un
industriale del Nord, che lo ricorda molto da vicino.
Giovanni Borghi, un mago negli affari, scaltro come
pochi, cresciuto nel tempo a poco pane e tanto lavoro,
ma tanto, per quello che oggi si direbbe con un
inglesismo “self-made man”, ma che nella sua lingua, il
vecchio sano e caro dialetto delle nostre parti,
significava “mi ho tira sù i manighi e ho fa laurà un cò”.
Uno che ci sapeva fare, uno di quelli che “sarebbe
capace di vendere il ghiaccio agli eschimesi”, cosa che
in effetti faceva perchè andava a vendere i suoi
frigoriferi in Scandinavia, ma non si fermava certo a
quello, infatti andava a piazzare i suoi frigoriferi e
le sue cucine elettriche negli USA, dove erano
praticamente nate, a botte di 350.000 pezzi l'anno.
Vendendoli ovviamente parlando in dialetto. Era
impressionante come, pur conoscendo solo il dialetto,
sapesse tessere un discorso in italiano affascinando
tutti quelli che gli stavano attorno. Il suo grande
rimpianto era di non sapere l’inglese. Diceva sempre:
“Va bene tutti i traduttori del mondo, ma come glielo
dico io è un’altra cosa...”.
primo
piano di Giovanni Borghi
Giovanni Borghi alias Mr. Ignis, nasce terzo dei quattro
figli di un elettricista, a Milano nel 1910 in un
quartiere popolare l'Isola, esattamente in piazza Tito
Minniti, a due passi dalla stazione Garibaldi. Il padre
“il Sciur Guido”, milanese tutto d'un pezzo vecchio
stampo, ha un lavoro futurista per i tempi, una bottega
d'elettricista, avviata negli anni precedenti con il
proprio genitore. Papà Guidò ha tre figli oltre a
Giovanni, ci sono Giuseppe, Gaetano e Luigia a cui
trasmette: il senso del dovere, la capacità di
sacrificio, l'amore per il lavoro, il rispetto della
parola data, mentre la mamma Maria, la passione per la
musica. Il futuro re dei frigoriferi, assimila al meglio
tutti gli insegnamenti dei genitori, e siccome è
giovanotto pieno di vita che per arrotondare la paga di
operaio, anzi di garzone, considerato che aveva smesso
la scuola a dieci anni, giusto il tempo delle elementari
per iniziare a lavorare, andava a suonare il pianoforte
nei cinematografi accompagnando con i motivi dell'epoca
la proiezione di film rigorosamente muti e in bianco e
nero. Un passo che poi influenzerà altri personaggi, in
particolare suo nipote, il figlio di suo sorella Luigia
che di nome fa Fedele e di cognome Confalonieri e un suo
amico, tale Silvio che verrà poi influenzato proprio dal
modello Giovanni Borghi. Milano viene pesantemente
bombardata negli anni della guerra, in in particolare la
zona dell'Isola-Garibaldi, per via della ferrovia per la
vicinanza anche della stazione centrale. Così la
Famiglia Borghi, dopo il 25 luglio 1943, si rifugia a
Comerio, a pochi chilometri da Varese. Qui Borghi padre
con il figlio riaprono il laboratorio
artigiano-elettricista ed iniziano a comprare vecchi
fornelli elettrici, a ripararli, modificarli,
rivenderli. Fu lì Giovanni Borghi ebbe l'intuizione di
trasformare le cucine a legna in cucine elettriche,
sempre più perfezionate, rilevando poi nel 1946
un'azienda artigianale che lavorava nel settore. Nel
giro di qualche anno la “Guido Borghi e figli” diventò
la Ignis, il marchio che segnò letteralmente fuoco
l’industria italiana degli elettrodomestici, perchè
ignis in latino significa fuoco, un nome che stando alla
“leggenda”, venne suggerito a Giovanni Borghi da un suo
vecchio cliente. La risposta con il suo vocione
profondo, rigorosamente di dialetto fu: “Ma pias”.
Cominciò così una delle più grandi avventure industriali
ispirando film ed altro, tratteggiati sulla sua figura.
Tra gli gli anni Cinquanta e Sessanta, quando la
fabbrichetta del sciur Borghi, che nel mondo era
conosciuto come “Mister Ignis”, sfornava
elettrodomestici al ritmo di uno ogni otto secondi di
lavoro, aveva un fatturato annuo di 40 miliardi di Lire
(di allora), diecimila operai, esportazioni in 80 Paesi,
stabilimenti da Comerio al Sudamerica ed era conosciuto
anche in Giappone. Giovanni Borghi era un tipo tutto
casa e bottega, burbero ma dal cuore grande, attaccato
all’azienda, credeva moltissimo nel lavoro con 12/14 ore
in azienda a cui accomunava la passione per la roulette,
geniale, di grandi intuizioni, no che ha inventato per
primo al mondo il frigorifero a doppia porta con il
freezer, il primo a inventare la lavatrice con la carica
dall’alto, il primo a fabbricare la macchina per fare il
ghiaccio. Soprattutto fu un talento assoluto per il
marketing, il primo a intuire in pieno il valore della
sponsorizzazione sportiva, cioè mettere il proprio
marchio su uno sport possibilmente vincente. Al punto
che ancora oggi, anche ad Harvard nei corsi di marketing
si studia che fu il milanese Giovanni Borghi il primo a
usare la sponsorizzazione sportiva come micidiale arma
pubblicitaria. Borghi a cavallo degli anni 50'-60' era
già un mito industriale aveva fatto i miliardi (del
tempo), le ville, l’elicottero e la Rolls Royce, e
divenne praticamente una “leggenda sportiva” con
l'entrata del marchio Ignis nello sport, fatto di denaro
fresco, un po’ di paternalismo e tanto senso pratico.
Cominciò così con basket, calcio, ciclismo, boxe,
canottaggio, ippica, atletica. Al quel punto Borghi
quando usciva dall’azienda, scendeva in campo smettendo
i panni del Cumenda e vestiva quelli del patron, mise in
piedi una polisportiva che comprendeva squadre di
pallacanestro, la micidiale Ignis che con Ossola, Bob
Morse, Meneghin, Jara, Raga, tra la fine degli anni
Sessanta e l’inizio dei Settanta vinse nove scudetti,
quattro Coppe Italia, tre Coppe dei Campioni, tre Coppe
Intercontinentali e una Coppa delle Coppe. Oltre alle
vittorie del basket, rimane memorabile uno dei tanti
episodi legati al “Cumenda”, che con la squadra bloccata
a Malpensa per il maltempo, per una trasferta in Russia,
fece partire di corsa la squadra da Linate, quindi tappa
a Praga dove si presentò in persona con una valigetta
piena di dollari per fare continuare il viaggio volendo
comparare un aereo, davanti agli allibiti funzionari
aeroportuali. Nel pugilato tantissimi campioni, a
partire da Duilio Loi e Mazzinghi, di ciclismo con il
suo pupillo, Antonio Maspes, il pistard più forte di
tutti i tempi, a cui fece da secondo padre, memorabile
fu un lungo surplace di Maspes al velodromo Vigorelli,
proprio a ridosso del marchio Ignis, con le telecamere
che lo inquadrarono per tutto il tempo e le foto che
fecero il giro del mondo. Lo spagnolo Miguel Poblet che
vinse 23 tappe del Giro d’Italia, uno che ogni volta,
prima di lanciare la volata, si girava verso Borghi che
lo seguiva sull’ammiraglia e gli diceva: “Commendatore,
si pettini che oggi andiamo in televisione...” Un
giorno, in visita alla redazione del giornale francese
L’Equipe, guardandosi in giro pare abbia detto: “Se la
custa chi inscì la baracca? La compri mi”. Portò il
Varese calcio a raggiungere livelli mai raggiunti prima,
la Serie A, con un quinto posto, un vivaio incredibile
con una struttura che venne poi copiata dai grandi clubs,
con tanto di scuola e appartamenti per chi veniva da
lontano. Il Varese vivacchiava tra Serie D e C, con
l'arrivo di Borghi nel 63' passò in B e poi nella
massima serie, dove approdò per la prima volta nella sua
storia. Collezionando sette campionati, di cui l'ultimo
nella stagione 1974-75, ma con Borghi che non era più
presidente. Livelli che i biancorossi non hanno più
raggiunto, pur riuscendo a fare la Serie B, per diverse
stagioni sul seme gettato proprio in quel periodo con
sul settore giovanile. Negli anni Settanta, in parte per
la crisi economica in parte per le crisi cardiache che
lo colpivano sempre con maggior frequenza, Giovanni
Borghi fu costretto a vendere il suo impero agli
olandesi della Philips e in periodi di forti tensioni
sociali, i sindacati avevano difficoltà, a entrare in
fabbrica: gli operai si compattavano attorno proprio al
“Cumenda” che era sempre in azienda con loro. Borghi si
spegne a soli 65 anni a Milano il 25 Settembre 1975,
lasciando un impronta incredibile nell'imprenditoria e
nello sport, non solo italiano.
Borghi a
bordocampo
I
PRECEDENTI
Pro
Patria:
12 Campionati di Serie A - 1 Coppa della Alpi 1961
Varese:
7 Campionati di Serie A – 1 Coppa Italia Serie C 1994-95
– 1 Coppa Italia Dilettanti 1993-94
1922-23 Seconda Divisione
Pro Patria - Varese 1-2
Varese - Pro Patria 1-1
1923-24 Seconda Divisione
Pro Patria - Varese 0-2 a tavolino
Varese - Pro Patria 1-3
1936-37 Serie C
Varese - Pro Patria 1-2
Pro Patria - Varese 1-1
1937-38 Serie C
Pro Patria - Varese 1-2
Varese - Pro Patria 1-1
1938-39 Serie C
Varese - Pro Patria 1-0
Pro Patria - Varese 0-0
1939-40 Serie C
Varese - Pro Patria 0-0
Pro Patria - Varese 2-0
1940-41 Serie C
Pro Patria - Varese 1-1
Varese - Pro Patria 1-0
Campionato 1944 Alta Italia – Zona Lombardia - Eliminatorie
Varese - Pro Patria 2-0: 2 Meazza
A Seregno: Pro Patria- Varese 3-1
Torneo Benefico Lombardo 1944-45
Pro Patria – Varese 2-0
Varese – Pro Patria nd per ritiro del Varese nel girone di ritorno
1946-47 Serie B
9^ 17 Nov. 46 Pro Patria - Varese 5-3
30^ 13 Apr. 47 Varese – Pro Patria 0-1: 80’ Turconi
1958-59 Serie C/a
Pro Patria - Varese 3-3: 3 Maltinti 2 rig. (Pro)
Varese - Pro Patria 0-0
1959-60 Serie C/a
Varese - Pro Patria 3-1
Pro Patria - Varese 1-0
1963-64 Serie B
12^ 8 Dic. 63 Pro Patria - Varese 1-0
31^ 3 Mag. 64 Varese - Pro Patria 3-0
1979-80 Coppa Italia Serie C – Fase Elim. Gir.C
Varese (C1) – Pro Patria (C2) 5-1 - giocata a Busto
Pro Patria (C2) – Varese (C1) 1-0
1986-87 Serie C2/a
14^ 21 Dic. 86 Pro Patria - Varese 1-0: 3' rig. Carnio
31^ 17 Mag. 87 Varese - Pro Patria 0-0
1987-88 Serie C2/a
12^ 6 Dic. 87 Pro Patria - Varese 1-0: 41' aut. Lopez
29^ 24 Apr. 88 Varese - Pro Patria 2-1: 45' Furlanetto (V), 74' Pessina (P), 76' Majerna (V)
Coppa Italia Serie C – Fase Elim. Gir. B
23 Ago. 87 Pro Patria – Varese 0-2
8 Set. 87 Varese – Pro Patria 2-0
1995-96 Serie C2/a
2^10 Set. 95 Pro Patria - Varese 1-0: 12’ Gori
19^ 21 Gen 96 Varese - Pro Patria 0-2: 32’ Pini, 61’ aut. Terni
1996-97 Serie C2
10^ 10 Nov. 96 Pro Patria - Varese 0-0
27^ 27 Mar. 97 Varese - Pro Patria 0-0
Coppa Italia Serie C – Fase Elim. Primo turno
24 Ago. 96 Pro Patria – Varese 2-0
28 Ago. 6 Varese – Pro Patria 0-1
Qual. Pro Patria
1997-98 Serie C2
12^. 23 Nov. 97 Pro Patria - Varese 1-1: 39’ Lunini (Pro), 84’ Sala (V)
29^ 11 Apr. 98 Varese - Pro Patria 1-1: 31’ rig. Possanzini, 78’ Provenzano (Pro)
Coppa Italia Serie C – Fase Elim. Gir. B
24 Set. 97 Pro Patria – Varese 0-2
1999-00 Coppa Italia Serie C – Fase Elim. Gir. A
7 Set. 99 Varese (C1) - Pro Patria (C2) 2-0
16 Ago. 00 Pro Patria (C2) - Varese (C1) 2-0
2002-03 Serie C1/a
16^ 15 Dic. 02 Pro Patria - Varese 0 - 1: 55’ Lorieri
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33^ 4 Mag. 03 Varese – Pro Patria 0 –1: 6’ Ruopolo
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2003-04 Serie C1/a
11^ 9 Nov. 03 Pro Patria - Varese 0-1: 95' Mussi
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28^ Varese - Pro Patria 1-2: 40' rig. Fiumicelli (V), 52' Elia (Pro), 64' Kalù (Pro)
2007-08 Coppa Italia Serie C
12 Set. 07 Pro Patria - Varese 3-2: 5' rig. Maccoppi (V), 33' Castellazzi (Pro), 44' Imburgia (Pro), 50' Dalla Bona (Pro), 76' rig. Sergi (V)
2008-09 Coppa italia
Serie C
17 Ago. '08 Pro Patria - Varese 0-0
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2009-10 Coppa italia
Serie C
25 Ott.
'09 Pro Patria - Varese 1-1
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40' Tripoli (V), 80' rig. Ripa (P)
LA TIFOSERIA
Le prime amichevoli della compagine varesina vennero
giocate nella locale piazza del mercato. Ben presto, nel
1913, fu predisposto un campo delimitato da una corda
atta a trattenere all’esterno i primi tifosi che
assistevano ad incontri con squadre dei dintorni: tra
queste vi era l’Aurora di Busto Arsizio, antenata della
Pro Patria. Al termine della Prima Guerra Mondiale venne
messo a disposizione il campo detto “Le Bettole”, un
rettangolo di gioco in piena regola dove la tifoseria
prealpina iniziò a delineare una propria identità. La
prima trasferta da ricordare fu uno spareggio
retrocessione nel 1920 contro il Como sul neutro di
Saronno; per quel primordiale derby molti varesini si
spostarono in treno, auto e moto per raggiungere la
città. Degni di menzione furono gli incidenti avvenuti
qualche anno dopo durante una gara con la compagine
della Sestese in Seconda Divisione. Nei primi anni ’30
un ripescaggio dalla categoria inferiore permise ai
biancorossi la militanza nella serie maggiore; fu
l’occasione per la tifoseria di organizzarsi con un vero
proprio club presso un caffè cittadino. Nel 1935 fu
costruito lo stadio del Littorio, l’odierno Franco
Ossola. Questo accompagnò il pubblico varesino, dopo la
riorganizzazione delle categorie, durante la prima serie
C. Tre anni più tardi si registrò un altro episodio di
rilievo: un arbitro esordiente favorì la vittoria
dell’avversario di turno; fu costretto a fuggire a causa
dell’inseguimento dei tifosi presenti. Dopo anni
caratterizzati da una caduta verticale e da un nuovo
ritorno in terza serie, la società risalì la china fino
a realizzare nel 1964 l’impresa di raggiungere la serie
A: la tifoseria, mossa da grande entusiasmo, crebbe
numericamente e si organizzò in molti nuovi club di
sostenitori; lo stadio venne ulteriormente rinnovato.
Seguì un decennio d’oro per la tifoseria varesina; i
campionati disputati nella serie maggiore e le grandi
tifoserie incontrate permisero alla stessa di
raggiungere il massimo storico.
Varese
- Como 1999-00
Videro la luce in quel periodo i “Boys”, gruppo ultras
che fece da guida ai sostenitori biancorossi per 28
anni, seguendo la squadra dai fasti della A alle
retrocessioni degli anni successivi; dal quasi
fallimento del 1988 alla caduta nei dilettanti del 1993,
e al ritorno in C1 del 97-98. Il 18 ottobre 1998, fuori
dal Franco Ossola al termine del derby Varese-Como, ci
furono diversi scontri fra le due tifoserie e la
polizia, con le vie intorno allo stadio che vennero
messe a ferro e fuoco per circa un'ora, con danni
ingenti alle auto parcheggiate. Venti i feriti tra cui
otto agenti, tutti finiti al pronto soccorso. Una
quindicina di persone portate subito in Questura in
serata, portando poi ad arresti e diffide da ambo le
parti. L’inizio del millennio vide l’uscita di scena del
gruppo; dopo qualche mese di forzata convivenza in
curva, il gruppo schierato dei “Blood and Honour” ebbe
la meglio dopo un duro scontro interno. I Boys
lasciarono il timone e la curva si ritrovò semideserta e
senza una guida. I Blood & Honour si diedero da fare ma,
numericamente ridotti a poche decine ed isolati dal
resto della tifoseria a causa del loro estremismo,
potevano contribuire ben poco alla rinascita del tifo
varesino. Nel 2001-02 lo stesso gruppo mise in atto una
forte contestazione contro l'ingaggio del
franco-marocchino Mohamed Benhassen, che sfociò
nell’aggressione allo stesso, al fratello minore e poi
al portiere camerunese Joel Eboue, al ritorno da una
trasferta. Nella stessa stagione per favorire in
pubblico viene introdotta una formula abbonamento a
prezzi veramente popolari in tutti i settori; in curva
per esempio a 15.000 Lire per tutta la stagione, poco
meno di un caffè a partita, che non riuscì comunque a
riportare entusiasmo e tifosi. Esperimento che venne poi
riproposto nelle stagioni seguenti. All’inizio del
campionato 2002-03 una quindicina di ragazzi si
posizionarono in curva, a debita distanza dal nuovo
gruppo guida, dietro lo striscione “Irriducibili”.
Subito nacquero tensioni, ma i successivi chiarimenti
spinsero i due gruppi, dopo alcune trasferte non
effettuate, a raggiungere un equilibrio ed un accordo.
Con il tempo i due gruppi cercarono di contribuire ad un
rilancio della tifoseria, non aiutati dal pessimo
campionato del Varese. Altri striscioni che presenziano
in curva nel periodo accanto allo striscione nero dei BH
ed a quello rosso degli Irriducibili: Scossi, Gruppo 7
laghi, Besano, Seve Group e Centro. Stagione che si
caratterizza anche per diversi incidenti, anche a Busto
con scontri nel pre-gara. Il Varese 2003-04 ha una media
presenze di circa 1.100 spettatori a gara; gli
abbonamenti sottoscritti sono quasi 1300, anche se non
tutti realmente utilizzati, considerati le agevolazioni
per le sottoscrizioni. La società nel tentativo di
recuperare tifosi ed appassionati, mantenne una politica
popolare dei prezzi per la curva, con l’abbonamento a 35
Euro per tutta la stagione, per un controvalore di 2.05
a partita pari, a 3.969 di vecchie Lire. Ma le presenze
al Franco Ossola, difficilmente andarono oltre le mille,
compresi i tifosi ospiti, con solo 176 paganti,
nell’ultima gara contro la Reggiana. Il fallimento del
2004, portò il Varese direttamente in Eccellenza, con
contraccolpi pesanti anche su quello che era rimasto
della tifoseria. Nel 2005, con il ripescaggio in Serie
D, dopo essersi piazzati al secondo posto in Eccellenza
e perso i play-off con la Tritium, prende nuova linfa
anche la tifoseria, grazie anche al buon campionato
della squadra guidata da Mangia che si porta in testa da
subito riportando entusiasmo ed il 9 Aprile del 2006, la
tifoseria “invade” Sesto Calende, per festeggiare la
“seconda” promozione nel giro di un anno solare. Sulla
scia di questi risultati positivi, nasce un nuovo club,
fondato da vecchi esponenti dei “Boys”, il Gruppo Comodo
- Tifosi del Varese: che qualora servisse si scomodano
in un'attimo (l'errore di ortografia è preso pari pari
dal loro indirizzo di facebook), per un tifo non
violento ma intimidatorio. Nella scorsa stagione di
Seconda divisione le tessere sottoscritte furono 1.102,
con una media di presenze attestatasi sulle 1560 unità.
In questa stagione gli abbonamento sono 879, con una
media su cinque gare di 1.380 persone, con il settore
ospiti chiuso. A Livello di club la tifoseria è
suddivisa in quattro organizzazioni: lo storico “Club
Amici del Varese”, il “Club Prealpi biancorosse” ed i
due clubs siti nella provincia, a Gazzada e Vengono.
Amicizie, forte il legame con i Viking dell'Inter e con
il Fronte Ribelle del Saronno, rotto alcuni anni fa,
invece il gemellaggio con gli spezzini. In passato anche
con i lecchesi, per la rivalità con il Como, e buoni
rapporti con Paganese ed Arezzo. Rivalità: su tutte con
i comaschi, quindi a ruota Pro Patria, Novara,
Alessandria, Livorno e quasi tutte le toscane.
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Varese - Brescia 1981-82 |
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Pro Patria -
Varese 1987-88 |
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Pro Patria - Varese 1996/97 |
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Pro Patria - Varese 1997/98 |
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Pro Patria - Varese 2003/04 |
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Pro Patria - Varese (C.Italia)
2008/09 |
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