LA PROSSIMA AVVERSARIA

 
 
 

F O G G I A

Unione Sportiva 1920 

Unione Sportiva Foggia spa 1920

 

Colori sociali: maglia a strisce verticali rosso-nera, calzoncini neri, calzettoni neri con bordo rosso.

Sede via Napoli 2/O, 71100 Foggia


Stadio "Pino Zaccheria", Via Gioberti, 71100 Foggia
. Dimensioni (105 x 68) - Capienza 25.085

 

QUADRI DIRIGENZIALI



Presidente: Tullio Capobianco
Vice-presidente: Domenico Bonassisa

Direttore generale: Giovanni Francavilla
Direttore sportivo: Riccardo Di Bari
Segreteria: Pasquale Padalino
Team manager e resp. comunicazione: Pino Autunno 
Coordinatore area tecnica: Francesco La Rosa 
Relazioni esterne: Micky De Finis
Allenatore: Salvatore Campilongo
Allenatore in 2^: Raffaele Di Napoli
Prep. atletico: Vincenzo Cestaro
Prep. portieri: Francesco Cotugno
Resp. sanitario: Dott. Antonio Macchiarola
Medico sociale: Dott. Rosario Garofalo
Fisioterapisti: Michele e Giuseppe Rabbaglietti
 
 
 

IL CALCIOMERCATO



ARRIVI:
 Groppi (d73-Triestina), Del Core (a79-Cesena), Plasmati (a83-Catania), Esposito (a83) e Rinaldi (d79-JuveStabia), Di Roberto (a85 Giuliano), Russo (d81- Paganese), Delli Carri (d71) Mora (d78- Pescara), Arno (d80) e D'Amico (c85- Cavese, Tisci (c74- Crotone), Agazzi (p84 Triestina via Sassuolo), Biancone (a77 Pisa), Coletti(d85) e Lisuzzo (d81-Martina), Panini (c83-Taranto).

PARTENZE: Salgado (Cil-a81 Avellino), Princivalli (c79-Triestina), Pagliarulo (d83-svin), Quinto (c85-Sansovino), Posillipo (c89-Aversa Normanna), D'Alterio (d80-Taranto),  Sgarra (d82-Marcianise), Marruocco (p79) e Shala (Svi-c83-Cagliari), Zanetti (d77-Lucchese), Ingrosso (d82-Bari), Zagaria (a86-Olbia), Moi (d85-Sambenedettese).

 

LA  ROSA 2007-08


 
Portieri: Agazzi (84), A. Castelli (80)


Difensori: Arno (75), Delli Carri (71), Ignoffo (77), Lisuzzo (81), Panini (83), Rinaldi (79), Russo (81)


Centrocampisti: Agostinone (88), Cardinale (76), Coletti (84), Colombaretti (80), D'Amico (80), Giordano (83), Groppi (76), Mora (79), Tisci (74), D'Isanto (c81)  


Attaccanti: Bogdanovic (83), Biancone (77), Del Core (79), Di Roberto (85), Esposito (83), Mounard (Fra-80), Plasmati (83).
 

GLI ULTIMI CINQUE CAMPIONATI


2002-03 Serie C2/c 1° posto - All. Pasquale Marino
2003-04 Serie C1/b 9° posto - All. Pasquale Marino 
2004-05 Serie C1/b 10° posto - All. Giuseppe Giannini poi Massimo Morgia
2005-06 Serie C1/b 13° posto - Massimo Morgia poi Giorgio Rumignani, quindi Silvano Fiorucci
2006-07 Serie C1/b 3° posto - Eliminato in finale play-off dall'Avellino - All. Cuoghi dalla 18^ D'Adderio
 
 
 

PRO PATRIA - FOGGIA


 
Biancoblù che ritornano a giocare in casa dopo il sacco di Cremona, che aveva così pareggiato i conti con l'immeritata sconfitta interna contro l'attuale capolista Sassuolo che viaggia a vele spiegate con punteggio pieno.

Avversario dei tigrotti il Foggia, che si ripresenta a Busto a distanza di 43 anni e, reduce dalla sconfitta esterna di Sesto San Giovanni, nell'anticipo di sabato scorso. Un avversario che non sarà certo facile da affrontare per Marco Rossi e la sua truppa, una squadra in cerca di riscatto, con una rosa di alto livello, che avrà la spinta di molti sostenitori al seguito.

L'ultima sconfitta contro la Pro Sesto, ha acuito i problemi nell'entourage foggiano, al punto che la squadra è partita quasi subito per un ritiro a Roma per poi raggiungere Busto in aereo, nella giornata di sabato. Questo fa capire quanto i dauni tengano alla trasferta allo Speroni, per rilanciare la loro classica, che contrasta per ora, con le vellità di alta classifica che la società intende inseguire.

In estate, dopo aver perso sul filo di lana la finale play-off, contro l'Avellino, ma aver vinto la Coppa Italia di Serie C, contro il Cuneo, a Foggia si è dato il via ad una mezza rivoluzione, con l'arrivo sulla panchina di Salvatore Campilongo, ex ottimo puntero di categoria, che al termine dal campionato scorso aveva portato la Cavese ai play-off. Sono parti i giocatori che aveva voluto l'ex trainer Cuoghi, il quale aveva proposto una specie di trapianto dalla sua vecchia società la Salernitana. Sono arrivati giocatori importanti per la categoria, come Simone Groppi ex Cesena e Triestina, il roccioso difensore Delli Carri foggiano doc, dal Pescara con esperienze a Firenze, Torino e compagno di Tramezzani a Piacenza; dalla Triestina il portiere Agazzi la scorsa stagione tra i meno battuti della C1 a Sassuolo. L'estroso Tisci ex Modena e Genoa, l'attaccante Plasmati dal Catania, autore di 12 reti nella Fidelis Andria in C2 due campionati fa. Su tutti spicca l'altro attaccante Del Core uno degli idoli della tifoseria rossonera, che negli anni scorsi con De Zerbi fece una coppia da sogno per la categoria.

Una formazione che quindi scenderà allo Speroni, con la voglia di riscatto e cercherà il bottino pieno, probabilmente alzando da subito il ritmo del gioco. Per farlo negli ultimi giorni il tecnico Campilongo ha mischiato le carte della sua formazione, che nelle ultime giornate ha dovuto fare a meno dell'attaccante Mounard del difensore Arno, e del capitano Cardinale fermato dal giudice sportivo per due turni, dopo l'espulsione di Sassuolo.

Proprio quella in Emilia è stata l'ultima trasferta dei rossoneri, che si erano portati in vantaggio per 0-2, per poi soccombere pre 4-2 nei minuti finali, dopo aver giocato più di un tempo in 10 proprio per l'espulsione di Cardinale.

Foggia che contro la Pro, dovrà fare a meno sempre di Mounard, D'Isanto, Di Roberto, Bogdanovic ed Arno, ma oltre a Cardinale recupera anche il difensore Mora, anch'esso squalificato per l'ultimo gara a Sesto. Recuperato seppur a non pieno regime anche l'attaccante Del Core, che ha problemi ad una coscia, altro giocatore che sarà disponibile è il difensore Delli Carri.

In settimana il tecnico dei dauni ha provato nuove soluzione, rivoluzionando la squadra, come detto, mantenedo però il modulo 4-3-3, speculare a quello della Pro.

Tra i pali potrebbe esserci l'avvicendamento tra Castelli ed Agazzi, con il primo che però non incontra il favore della critica, per certe sue uscite un po affrettate. In difesa a destra Panini, mentre sulla corsia di sinistra ci sono diversi dubbi su Rinaldi, il quale dovrebbe lasciare la maglia di titolare, con il probabile inserimento di Delli Carri, anche se l'ex granata trentaseianni in questi giorni, sembra ancora in ritardo di condizione e, facilmente attaccabile sulla velocità. L'altra variante potrebbe essere Lisuzzo. Coppia centrale formata Ignoffo e Russo.

Centrocampo che avrà Cardinale a dettare i ritmi, con Coletti e D'Amico ai lati, a supportare il trio d'attacco che dovrebbe essere formato da Del Core-Biancone-Tisci. Ci sono però da valutare le condizioni di Del Core e di Tisci con l'ex modenese ha avuto problemi fisici in settimana ed al suo posto potrebbe essere preferito Esposito. Con l'ex pIsa e Sangio, Biancone, pronto ad aprire varchi centrale venendo preferito a Plasmati.

Una formazione che a Sesto San Giovanni, ha subito oltre misura la velocità delle agili e punti sestesi e, palesando anche un ritardo di condizione.

A livello statistico la Pro ha battuto una sola volta il Foggia, nel campionato 61-62, in B, nel confronto d'esordio.

Con le squadre pugliesi in genere la Pro ha sempre sofferto, non ultimo il ricordo con la Fidelis Andria, due anni fa e la finale di Coppa Italia con il Brindisi.

 

LA STORIA

 
Le radici del calcio a Foggia risalgono al 1909, qundo venne fondata la prima società a cui viene dato nome Daunia. Un nome che richiama alle radici più profonde della Puglia, in quanto i Dauni erano uno dei più antichi gruppi etnici, di origini non italica, stabilitisi in Meridione e provenienti con ogni probabilità dalla vicina penisola ellenica. Un appellativo in voga ancora adesso, seguendo la tradizione latina, per indicare le popolazioni che risiedono nel Gargano e nella Capitanata, nel comprensorio con Foggia, Lucera e Canosa, che hanno davanti il mare ed alle spalle la catena montuosa dell'Appennino meridionale, con le sue propaggini orientali ovvero i Monti della Daunia.  

Tornando alla storia della società calcistica pugliese, la Daunia, svolse attività prettamente amatoriale non iscrivendosi a nessun campionato ufficiale, con maglia a strisce verticali bianconere ed anche il rosa probabilmente in onore della Juventus. Nel 1911 due sodalizi come le polisportive Unione Sportiva e U.S. Sardegna, prendono a praticare anche il foot-ball e l'anno successivo si fondono dando vita all'Atleta,dei questo atto  c'è un oriundo foggiano da tempo a Firenze, dove il calcio si pratica da secoli, seppur con regole diverse ed i fratelli milanesi Tiberini, in Puglia per lavoro. Una formazione che per prima adottò i colori rossoneri in onore del Milan di cui i fratelli Tiberini erano tifosi.

E' solo con la fine della Prima Guerra Mondiale, nel 1919 sotto la guida del comm. Nannarone, che il calcio riprende, ma è un altro gruppo di forestieri, i fratelli Sarti, di origine riminese, che daranno un notevole impulso alla ripresa del foot-ball locale.

Alcuni mesi dopo già nel 1920 si ha la costituzione di una vera e propria squadra calcistica, quando le tre società del capoluogo pugliese la Maciste, l'Atleta e la U.S. Foggia si fondono e danno vita allo "Sporting Club Foggia". Il nuovo sodalizio prende i colori rossoneri della vecchia "Atleta". 

Al timone della società sale il colonnello Carlo Gigliotti, quello che si può considerare il primo vero presidente della società pugliese. La società però ha dei problemi e si ripresenta in campo solo il 17 Febbraio del 1922, in un incontro con una squadra della fanteria. Da questo momento avvia la sua attività calcistica vera e propria.
La prima annata calcistica cui partecipa è datata 1922, quando s'iscrive al Campionato Pugliese.

La prima promozione arriva nel 1923, quando vince il torneo pugliese e passa così nel Campionato Nazionale di Prima Categoria, dove però balla solo una stagione in quanto retrocede in II^ divisione. Nel 1925 s'iniziano i lavori per la costruzione dello stadio "Pino Zaccheria", mentre due anni dopo arriva la prima vittoria di prestigio, quando batte la Fiorentina per 1-0.

Il Foggia, risale immediatamente ed al termine del campionato si fonde con un'altra società locale il "Velo Club", con conseguente cambio di denominazione in U.S. Foggia.

Nel 1928 e nel 1932 perde per due volte gli spareggi promozione rispettivamente contro il Massangioli Chieti e poi con il Grion Pola. Nel 1933 vince il campionato ed approda per la prima volta in cadetteria, da dove retrocede in Serie C al termine dell'annata 1935-36. Nel 1940 cambia ancora denominazione e diventa Unione Polisportiva, quindi dal 43 al 45 sospende ogni attività per motivi bellici. Riprende l'attività grazie all'opera di Roberto Fini e viene ripescato in Serie B, si fonde con la G.S. Cartiera e diventa IPAS Foggia. Balla solo un anno in categoria e con questa denominazione, retrocedendo e riassumendo il nome di Unione Sportiva Foggia. Seguono annate in Serie C, fino alla stagione 51-52, quando per una penalizzazione di ben 14 punti viene retrocesso in IV^ Serie, dove rimane fino all'annata 57-58, quando si fonde con il G.S. Incedit, squadra della locale cartiera iscritta nella stessa categoria, assumendo così la nuova denominazione di U.S.Foggia-Incedit, presidente Angelo Piccapana. 

Con questa fusione ottiene anche il ripescaggio in Serie C, dando un forte impulso alla società che vince subito il campionato e si ritrova in serie B dopo venticinque anni, grazie alle reti del bomber Nocera, vera icona del calcio dauno. La squadra rossonera, non tiene e ritorna subito in terza serie. All'inizio del campionato 1961-62, il sodalizio pugliese viene rilevato da Domenico Rosa-Rosa, un commerciante locale che si occupava di legnami, che affida la squadra al tecnico Oronzo Pugliese, e per i satanelli si apre un ciclo importante. Centrano subito il ritorno in B.

Nella stagione 1962-63, c'è il primo storico incontro tra tigrotti e satanelli, con i bustocchi che vincono per 2-1, in una giornata a dir poco movimentata. I pugliesi si piazzano al quinto posto, mentre la Pro a centroclassifica. Per la squadra di "Don Oronzo" sono state messe le basi per quella che è l'impresa, infatti al termine del campionato 63-64 riesce per la prima volta nella sua storia a conquistare la serie A.

Dal 1964-65, il Foggia riuscì a disputare 3 campionati consecutivi nella massima serie, centrando il 31 gennaio 1965, con sempre allenatore Oronzo Pugliese, la storica vittoria contro l'Inter di Helenio Herrera per 3-2. Stagione impreziosita dalla convocazione dei primi calciatori fogiani in Nazionale, Nocera e Miceli.

Retrocesso al termine del campionato 1966-67, con l'acquisto dalla Pro, di Alberto Vivian nel mese di Novembre. Rosa-Rosa che abbandona in favore di Fesce che riporta i satanelli in serie A nel 1969-70, che nel frattempo hanno riassunto la vecchia denominazione di U.S. Foggia, con allenatore Tommaso Maestrelli, che in seguito nel 1973-74, vinse lo scudetto con la Lazio. In quel Foggia, che al termine della stagione ha perso Vivian, passato al Novara, approda Luciano Re Cecconi, che poi seguirà il tecnico nell'esperienza laziale e che per lo "Zaccheria" diventerà il "RE".

Re Cecconi con la maglia del Foggia 1970-71 

 

E' il periodo in cui tra le file dei rossoneri troviamo Albertino Bigon il baffuto portiere Trentini e una forte cadenza lombarda oltre a Re Cecconi troviamo Fumagalli (Rescaldina), Crespan (Caronno Varesino), Ferrario e Villa, una caratteristica che è da sempre nella squadra pugliese. Altri nomi del periodo sono Pirazzini, Colla e Gigi Del Neri. I satanelli scendono subito e risalgono in A nel 1972-73 con Lauro Toneatto in panchina, e il modenese Giorgio Braglia come centravanti, per poi retrocedere nuovamente con 6 punti di penalizzazione per illecito sportivo per tentativo di corruzione della terna arbitrale per la partita Foggia-Milan di quella stagione, con dei Rolex che già al tempo facevano faville. L'allenatore era Lauro Toneatto.

La risalita viene tentata con Cesare Maldini, che viene poi sotituito da un altro ex milanista come Roberto Balestri, che centra l'impresa, in squadra  Memo, Pirazzini, Colla, Bordon, Nello Saltutti, Del Neri e "basletta" Lodetti, che passa dal rossonero milanista a quello foggiano. L'anno successivo con il solito Puricelli in panchina centra la salvezza. Nel 1977-78, anno in cui retrocesse in serie B, con la società oberata dai debiti.
Segue una rapida picchiata fino in C1 ed una risalita in B, dove rimane fine al termine della stagione 82-83.
Il 24 Aprile 1984 l'U.S. Foggia venne dichiarata fallita, venendo rilevata da imprenditori locali, che la stagione successiva la cedettero ai fratelli Pasquale ed Aniello Casillo. Nell'annata 86-87 sulla panchina arriva per la prima volta Zdenek Zeman, che a fine stagione passerà poi al Parma, per una breve ma intensa parentesi. E' però con il tecnico Caramanno che i rossoneri conquistarono di nuovo la Serie B, al termine della stagione 1988-1989, con titolare inamovibile l'ex biancoblù Mariano Marchetti.

 

Foggia 88-89, l'ex biancoblù Mariano Marchetti quarto in alto da sinistra


Per la Serie cadetta nel campionato 89-90, torna in panchina il boemo Zdenek Zeman, con cui si apre il periodo di massimo splendore per la società, coadiuvato dal ds. Pavone ex calciatore rossonero con una parentesi all'Inter. Il tecnico presenta un calcio aggressivo a tratti spumeggiante, basato sul modulo 4-3-3 spregiudicato, squadra a zona, corta, pressing, tattica del fuorigioco asfissiante e movimento frenetico sia dei giocatori che della palla. Il ritorno in serie A, avviene nel 1991-92, sempre con Zeman in panca, il quale lancia diversi giocatori come Manicone, Signori, Di Biagio, Biagioni, Caini, Seno, Bresciani, Mandelli e stranieri come i russi Shalimov e Kolyvanov e l'olandese Brian Roy. Per tre stagioni con il boemo alla guida raggiunge piazzamenti a centroclassifica, andandosi sempre a giocare le partite contro chiunque, anche a costo di buttare via risultati già acquisiti o di pesanti rovesci interni come una sonora sconfitta interna contro il Milan di Capello. Nel 94-95, Zeman passa alla Lazio, chiudendo il ciclo, con la formazione che viene affidata a Catuzzi, altro cultore del 4-3-3, del pressing e del fuorigioco. Si cerca di applicare li stessi metodi del passao, con la scelta di giocatori dalle serie minori, ma la ricetta non funziona ed inizia un'altra repentina discesa, che al termine della stagione 98-99 vede i pugliesi rotolare fino in C2 con un'altra grave crisi societaria. In Serie B i pugliesi ripartono da Delio Rossi, partono Di Biagio, Seno, Cappellini ed altri pezzi importanti. Rossi si scontra subito con la vecchia guardia e deve cedere la panchina a Tarcisio Burgnich che porta in salvo i dauni che nel frattempo è finito nelle mani del tribunale fallimentare di Napoli. Partono anche gli ultimi pezzi di Zemanlandia con la squadra che è sempre affidata all'ex terzino dell'Inter che centra ancora la permanenza in categoria. Il nuovo assetto societario porta Giovanni Galli come direttore sportivo e Mimmo Caso come allenatore. Arrivano i bomber Di Michele e Chianese (ex Pavia, Treviso e Ravenna), Caso non regge e la panchina và a Beniamino Cancian, si ha il ritorno di Caso dopo poche giornate con la squadra che cede sempre di più e rotola in C1. La società rossonera è sempre più nel caos e come azionista arriva anche Franco Sensi, proprietario della Roma, che si presenta con Zeman ed alcuni giovani del vivaio giallorosso. In C1 è il caos societario, la panchina è affida durante la stagione a Fabio Brini, che riesce a portare la formazione ai play-out contro l'Ancona. I rossoneri vengono sconfitti e retrocedono in C1. In panchina viene chiamato Piero Braglia, che portà il Foggia ai play-off contro l'Acireale, da cui viene eliminato.

Risale in C1 dopo quattro campionati nel 2002-03, con Pasquale Marino in panchina che ripopola uno "Zaccheria" che spesso rimaneva vuoto e muto, il quale praticamente senza che la società spendesse un centesimo, riesce nel miracolo di centrare la promozione e, con ben 17 punti di vantaggio sulla seconda. Vince la supercoppa di Serie C2, contro la Carrarese, schierando in campo il bresciano De Zerbi, chiamato dai tifosi dauni "la luce".
La stagione successiva termina a centroclassifica, fallisce nuovamente mantenendo però la categoria con Giuseppe Coccimiglio che prende in mano le redini della società.

Conclude altre due stagioni a metà classifica, da segnalare la guida dell'ex principe della Roma Giuseppe Giannini, e passa di proprietà con l'avvento dell'attuale presidente Tullio Capobianco, che rileva le quote da Coccimiglio in forte difficoltà. Lo scorso campionato parte tra le favorite per la promozione, con Stefano Cuoghi in panchina, che si porta con se molti giocatori della sua precedente esperienza a Salerno, e l'ingaggio dell'ex bomber biancoblù Stefano Dall'Acqua. Una stagione funestata da una maxi rissa scoppiata nella gara contro il Manfredonia, del 4 novembre, in cui ci sono tre feriti e ci scappa anche il morto. Cuoghi cede il passo a Fulvio D'Adderio, che porta la squadra ai play-off, ma si arrende in finale contro l'Avellino. Conquista la Coppa Italia di Serie C battendo il Cuneo.


   

GLI EX


 Si potrebbe dire pochi ma buoni, gli ex che hanno vestito le maglie di tigrotti e satanelli. Il primo è lo sfortunato Alberto Vivian, forse uno dei primi calciatori italiani ad essere colpito da SLA, malattia invalidante che conduce lentamente alla morte, il cui caso simbolo è stato l'ex genoano Signorini.

Alberto Vivian con la maglia della Pro 1965-66 in Serie B

Vivian prodotto del vivaio bustocco, dopo due ottime stagioni con la maglia biancoblù nella serie cadetta nel novembre del 66 passa ai pugliesi in Serie A, rimanendo poi altri due campionati in Serie B. Parte Vivian ed a Foggia arriva un certo Luciano Re Cecconi  all'epoca poco più che ventenne, per lui 74 presenze e 2 reti tra A e B, con i rossoneri, prima del balzo alla Lazio al seguito di Maestrelli dove vincerà uno scudetto.

Nel Foggia pre-Zeman, uno degli artefici della promozione in B al termine del campionato 88-89, è stato Mariano Marchetti; indimenticato laterale biancoblù, della scalata alla C1 dell'81-82. Per lui una sola stagione in Puglia, mentre a Busto furono quattro, arrivando dal settore giovanile della Juventus, nella stagione 78-79, per un totale di 110 presenze e nove reti. Cifre che gli valsero il salto in Serie A nel Cagliari.

Uno dei cardini del Foggia di Zeman fu Antonio Manicone, nella Capitanata nel biennio 88-90 in Serie B. Allo "Speroni", arrivò invece dal Lecco nel Novembre del 2001, dando fosforo e classe al centrocampo tigrotto, chiuse la sua carriera a Busto al termine del campionato 2002-03 in C1. La scorsa stagione nelle file rossonere trovavamo Stefano Dall'Acqua , ora al Grosseto in B, il quale non ha avuto un'esperienza felice allo "Zaccheria", infatti dopo diverse incomprensioni con la tifoseria locale, a Gennaio è passato al Novara.

Ultimo della lista l'attuale tigrotto Gionata Bruni, passato nelle file foggiane nel 97-98 in Serie B, dove raccolse 20 presenze. La stagione successiva rimane fino a Gennaio, prima di trasferirsi a Teramo. 


 

IL PRIMO INCONTRO RACCONTATO DA CHI C'ERA


Questa è la testimonianza storica, di un utente di bustocco.it che assistette al primo incontro tra Pro e Foggia nel campionato di Serie B 1960-61

Pro Patria - Foggia 2-1: Pagani (Pro) rig. Florindi (F), G.P.Calloni (Pro)

Sull’1 a 0 (Pagani) rigore inventato dall’arbitro Cirone (la domenica dopo gli invaderanno il campo) per inesistente fallo di Amadeo sull’ala Patino. Tentativo di invasione. Botte sugli spalti.
Finalmente tirano il rigore e segnano. I tifosi rossoneri esultano, tanti dei nostri sono già a cavallo della rete, che si piega. Arriva vicino a questa G. Calloni che fa segno di stare calmi, che ci pensa lui. Palla al centro, lancio lungo …20 secondi ed il Gipo fa gol (2-1). Fenomenale. Mitico ….Sugli spalti anche qualche testa rotta…

 

L'attaccante rossonero Patino 

 

 

DA ZEMAN A DOPPIAZETA CATUZZI PASSANDO PER ECCEZIUNALE VERAMENTE


Zeman, Catuzzi, Eccezziunale una sfilza di Zeta, che purtroppo non sono tutte come Catherine Zeta-Jones.
Pro e Foggia hanno in comune la presenza sugli schermi non solo per le gesta calcistiche.

All'inizio fu senz'altro la Pro e con essa Busto Arsizio, che deve una sua popolarità al cinema ed alla televisione poi  dal quel suo doppio nome che suona un "pò strano", unito alla squadra di calcio che ha una maglia tutta particolare ed originale, a strisce orizzontali bianche e blù, talmente famosa e bella, che fece dire a Nicolò Carosio in partita di Coppa Campioni della stagione 1964-65 tra Inter e Celtic Glasgow: "Celtic in campo con la maglia stile Pro Patria!!!"

La Pro viene citata in molti film in bianco e nero dagli anni 40 fino ai 60', con passaggi più o meno veloci, o ispirando film come nel 1952, quando Mario Camerini, scrive e dirige il film "Gli eroi della domenica", raccontando le gesta di una squadra di provincia, che in campionato sfida il Milan, con i tifosi che la seguono in pullman, macchine e biciclette. Un cast di tutto rispetto con Raf Vallone (calciatore vero nel Toro), Marcelo Mastroianni, Franco Interleghi, come calciatori e Paolo Stoppa nel ruolo di un tifoso sfortunato che non riesce a vedere la partita e se la fa raccontare alla fine, all'interno di un San Siro deserto offrendo un pollo ad un addetto alle pulizie. Con il cameo di Vittorio Pozzo, leggendario ct. della Nazionale che vinse due Mondiali ed un titolo Olimpico.

Il clou per la squadra bustocca, lo si raggiunge però nel mitico Eccezzziunale Veramente dei Fratelli Vanzina, con Diego Abatantuono, premio Oscar, mattatore unico, con battute che ancora oggi ad oltre 25 anni segnano la vita quotidiana. Nel ruolo di tifoso interista, centra un tredici "tarocco", proprio grazie al risultato di Carrarese - Pro Patria, quell'anno in C1, che nella realtà era terminato sul 3-0 per i toscani, ma nella finzione cinematografica divenne 0-0.

Con il Diego, nel film il luinese  Massimo Boldi, che spesso e volentieri Busto Arsizio, al punto che in uno dei tanti suoi film di Natale, le prime scene sono quelle di Piazza Santa Maria, senza contare le volte che impersona il "Colombo da Busto Arsizio". Come non ricordare anche la citazione nel film del "Compagno Don Camillo", fatta da Peppone-Gino Cervi.

Per il Foggia, forse tutto prende origine dalla figura istrionica dell'allenatore degli anni 60', Oronzo Pugliese, al quale poi si è liberamente ispirato il pugliese Lino Banfi, per il suo mitico Oronzo Canà, omaggiandolo appunto nella scelta del nome del tecnico della bi-zona e del "Miracanà, miracanà".

Banfi che in questi giorni è proprio dalle parti di Busto Arsizio, per terminare il sequel del famoso film sul mondo pallonaro, preparato nella non lontana e splendida Cuasso al monte, sul Lago di Lugano, nella sponda italiana, con spezzoni girati a Malpensa e Milanello.

Altra citazione per il Foggia è in "Romanzo popolare", con Tognazzi, Ornella Muti ed un giovane, ai tempi, Michele Placido, che nella pellicola interpreta un celerino, che una domenica pomeriggio ritrovandosi tutto solo segue i tifosi milanisti che si recano a San Siro. "Io tifo per il Foggia, che ha gli stessi colori del Milan, mi posso aggregare ?". Risposta dell'Arnetta (personaggio del film): "E' un bell'undici ha un suo perchè!!!" segue una breve pausa poi l'urlo "Ma il Milan a l'è il Milan. Forza Miiiiiilaaaan".

Ma lo zenith televisivo per il Foggia, su senz'altro il pirotecnico Antonio Albanese con la sua esilarante maschera di "Frengo e stop", che sancì il successo mediatico del Foggia di Zeman, nella prima metà degli anni 90.

Un personaggio nato sull'onda di "Zemanlandia, con commenti sportivi improbabili sulle gesta dei rossoneri del periodo. Memorabili le uscite sulle spiegazioni di come arrivare a Foggia, la famosa "autoscuola autoPuglia", "la cumplanata", l'aiutante Fransis e le sortite nel suo mondo parallelo, senza dimenticare quella mitica invenzione che fu "il terzo tempo", che cadeva immancabilmente sempre con le sconfitte del Foggia, con Albanese-Frengo che non si arrendeva alle sconfitta maturata sul terreno di gioco dei satanelli e quindi partiva con l'aggiunta di un tempo supplementare, con la battuta"....ma nel terzo tempooo!!!" e la Gialappa's da studio che ricordava che nel calcio i tempi erano da sempre solo e soltanto due. Imperterrito continuava fino al richiamo all'ordine perentorio e la maschera di Albanese-Frengo, diventava di colpo triste e mogia. Salvo poi ripartire in qualche balletto sulle onde di un ritmo sincopato che "Fransis", faceva partire dalla regia. Memorabile !! Contribuì non poco anche l'allenatore boemo Zeman, con quel suo nome duro fatto di suoni gutturali, ed una maschera imperturbabile, al centro poi di numerose imitazioni più o meno riuscite. Di rilievo fu sempre Albanese-Frengo, il quale nell'anno dell'abbandono dei Zeman, ritrovandosi sulla panchina foggiana il parmense Catuzzi, s'inventò per il tecnico "Doppia Zeta Catuzzi".
Non solo Foggia, ma la provincia duana, sul finire degli anni 50' fu il centro di un famoso film calcistico con Totò, dal titolo "Gambe d'oro", che aveva come protagonista l'impresa della squadra del Cerignola. Rimase negli annali il coro: Oro, petrolio, acqua minerale, per battere Cerignola, ci vuol la nazionale".

 


I PRECEDENTI
 
Campionati in Serie A: Pro Patria 12 - Foggia 11 ed una Coppa Italia Serie C


 
1960-61 Serie B 
Pro Patria – Foggia 2-1: Pagani (Pro) rig. Florindi (F), G.P.Calloni (Pro)
Foggia - Pro Patria 2-1
 
1962-63 Serie B
6^  Foggia - Pro Patria 2-1
25^ Pro Patria - Foggia 1-1

1963-64 Serie B
Foggia - Pro Patria 4-1
Pro Patria - Foggia 1-1
 
 

IL TIFO

 

Una tifoseria, quella foggiana, senz'altro calda e passionale, appartenente al "nobile quartetto" pugliese con Bari, Lecce e Taranto, capace di esprimersi al meglio, a prescindere dalla categoria, per la costanza e la tenacia con le quali segue le sorti dei "satanelli". Una squadra che può contare su diversi club di sostenitori anche fuori da Foggia e provincia, grazie ai numerosi emigrati in varie zona di Italia ed anche all'estero, ma anche di una nutrita batteria di televisioni e radio al seguito oltre a numerosi siti internet.

Per quello che concerne la vita da stadio vera e propria è dal lontano 1980, che al centro della curva sud del "Pino Zaccheria" di Foggia, domina incontrastato "Regime Rossonero", ma nel settore popolare dello stadio "Zaccheria", già nella metà degli anni settana, si potevano vedere striscioni artigianali di gruppi nati sulla spinta emozionale di un movimento ultrà, ai suoi massimi storici per veracità di ideali, con largo anticipo rispetto ad altre piazze meridionali, dove il fenomeno ultras ha attecchito in ritardo rispetto al resto d'Italia.

Analizzando le diciture di quel tempo, si ha subito l'idea dello spirito emulativo con cui i pionieri del tifo rossonero muovevano i loro passi iniziali, basti pensare ai Panthers, Giovani Ultras, Yankees, che poi furono anche i gruppi dalla cui fusione nacque nel autunno del 1980 il Regime Rossonero: originale e radicale sin dal nome.

I primi anni di attività furono soprattutto di palestra per un gruppo ancora sconosciuto ed in piena fase embrionale: spulciando l'album dei ricordi di quegli anni, non si può non ricordare l'invasione di Ferrara nel 1981, per uno Spal-Foggia decisivo per la permanenza in B, evento che rimase però sporadico per una tifoseria che, come la squadra del resto, conobbe sin da subito momenti difficili con la retrocessione in C1.

Nella stagione 1987-88, la stella del Foggia tornò a brillare: la squadra sfiorò il ritorno in serie B piazzandosi al quinto posto e riaccendendo l'entusiasmo in città. Epici e indimenticabili gli scontri di quei tempi, come il derby con il Barletta che spesso finivano in "sane" scazzottate...

La stagione seguente 1988-89, fu quella del ritorno nella serie cadetta dei satanelli e due anni dopo anche il grande balzo nella massima serie, salutata tredici anni prima. I giornali, cominciavano a parlare del Foggia dei miracoli, dell'allenatore boemo Zeman e tutti gli stadi italiani vedevano settori che si coloravano di rossonero, nelle trasferte che i foggiani andavano a fare compatti.

Assolutamente sbalorditivi i primi esodi di quella stagione 1991-92: Milano, Napoli, Roma e il derbyssimo di Bari. Gli anni della C, resteranno comunque sempre i migliori per la compatezza e la mentalità dimostrate, mentre in quelli della serie A, oltre che per le oceaniche trasferte, i foggiani si fecero notare per le spiccate doti organizzative e coreografiche: come negli spettacoli messi in piedi in occasione delle sfide con il Napoli, Lazio o gli eterni rivali del Bari.

L'era Casillo-Zeman termina ed il sogno muore: Signori, Baiano, Rambaudi, Shalimov e tutti i pezzi migliori al termine di quell'annata lasciarono il Foggia, passando in poco tempo, dalla qualificazione alla coppa Uefa persa in casa contro il Napoli, alla clamorosa retrocessione in C2.

Il rapido declassamento della quarta serie, infiacchisce la tifoseria del Foggia, tranciando di netto anche quello che era l'importantissimo apporto proveniente dai paesi della provincia. L'entusiasmo ritorna nel campionato 1998-99, con una squadra costruita con poco ma che riesce a farsi ben volere dal pubblico di casa. Il ritorno in C1 dei "satanelli", riaccende l'entusiasmo in città e nell'arco degli ultimi campionati i foggiani hanno rimarcato il loro valore con una tifoseria rivitalizzata che negli anni aveva perso un po' di mordente.

La "tana" degli degli ultras rossoneri è tradizionalmente la curva sud, dove si posizionano Regime Rossonero, Borgo Croci, Armata Dauna, Skizzato, Vecchio Regime, Indomabili e Fedelissimi del Borgo. Borgo Croci è un gruppo il cui nome deriva dal quartiere di provenienza dei suoi componenti, segnalatosi per la mentalità ruvida. Negli ultimi anni sono emersi altri gruppi importanti come Ultras 1980, Original Fans e Vecchio Regime cresciuti notevolmente di spessore come numero e partecipazione vocale, che si posizionano però da un paio di stagioni nella Curva Nord, proprio accanto al settore ospiti, in virtù dei dissidi con gli altri gruppi rossoneri. Da segnalare anche la presenza in gradinata dei Briganti Dauni.

La curva pugliese e la tifoseria rossonera in generale, in questo momento non sono certo quelli degli anni della A con Zeman in panchina, con veri e propri esodi al seguito della squadra,  ma rimane di assoluto livello, anche se negli ultimi anni ha palesato problemi di "convivenza" tra le varie componenti del tifo. Al colore ed ai numeri spesso non sono coincisi continuità e sostegno adeguati. Anche di recente si sono riscontrati dei veri e propri esodi come a Reggio Emilia e San Benedetto 2 anni fa con oltre mille cinquecento sostenitori al seguito.

Un ambiente che comunque andato su di giri dopo il recente scampato fallimento societario, ma che ha subito un "down", dopo la sconfitta nell'ultima finale play-off contro l'Avellino. In questo torneo di C1, appena cominciato i rossoneri si sono già presentati in gran numero a Sesto San Giovanni, nell'anticipo di sabato scorso, forti anche della presenza in Lombardia di molti sostenitori, emigrati al Nord negli anni, che vanno ad ingrossare sempre le file al seguito dei "satanelli", quando sono nelle vicinanze.

Da segnale che nell' ultimo derby con il Manfredonia ci sono stati parecchi feriti a causa di una maxi rissa scoppiata tra le due fazioni.

Parlando delle rivalità dei foggiani, su tutte il Bari e tutta la provincia in genere; di seguito bisogna menzionare Pescara, Napoli, Lazio, Casertana, Brindisi, Taranto e Salerno.

Capitolo gemellaggi: il più importante è quello con i cagliaritani del gruppo Sconvolts, ma da menzionare anche quello datato con i monzesi che risale agli anni 80' oltre quelli con Benevento e Latina, quest'ultimo probabilmente visto anche le affinità ideologiche tra le due tifoserie.

 

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Foggia: la curva del Regime

 

Milan- Foggia 93/94

 

Foggia- Legnano 07/08: la nord   

Ultras 1980 Foggia: il logo

 

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