STEFANO DALL'ACQUA

| . Nato ad Oderzo
      (Tv) il 13 Luglio 1981 Altezza 191cm per 83 kg di peso forma
   Fisico prestante, calcia principalmente con il
      sinistro, con un buon tocco di palla, dotato di un tiro secco e violento
      ed alquanto preciso, sia sui calci piazzati sia in corsa; pregevole nel
      gioco aereo, torna spesso anche a cercare il dialogo con i compagni a metà
      campo. E' una punta di peso, che aiuta la squadra a salire tenendo palla
      e, la sua stazza ne fa una torre molto utile per i compagni di gioco. La
      sua prestanza fisica non lo rende veloce nel breve, ma in progressione
      lascia spesso e volentieri gli avversari sul posto. Figlio di Teresa e di Giancarlo (ex calciatore
      dilettante nelle file dell’Opitergina), ha il calcio nel Dna; Stefano si
      fa notare già a due anni da un amico di famiglia, appassionato di calcio,
      che già allora gli profetizza un gran futuro, vedendolo colpire lattine e
      palloni in spiaggia. Passano solo pochi anni quando comincia a tirare i
      primi calci “seri”, al “Patronato Turroni” di Oderzo, cioè nel più
      classico dei modi, il buon vecchio oratorio, che nella provincia di
      Treviso è sempre stato fucina di campioni (Toldo, Del Piero docet).
      Incomincia a farsi notare nei tornei giovanili a Camino (frazione di
      Oderzo); a sette-otto anni, comincia già a giocare nelle giovanili
      dell’Opitergina ed a 13 anni nella Liventina Gorghense, dove il
      "bomber" ha tra i suoi primi maestri Zigoni, l'estroso giocatore
      degli anni 70 del Verona, che lo fa giocare centrocampista. Nelle giovanili ottiene le sue prime
      soddisfazioni: con questa squadra si guadagna il diritto di giocare la
      finale regionale a Padova contro il Treviso. Stefano lo stesso giorno
      della finale deve fare anche la Cresima, come fare? La voglia di fare goal
      è tanto ed all’altro impegno non si può certo dire di no!! Alle
      quattro del pomeriggio il piccolo “Terminator” scende in campo, segna
      due gol e vince, poi di corsa a casa e alle sette e qualche minuto è già
      in Duomo per ricevere il sacramento dal Vescovo. In seguito arriva anche disputare la finale
      nazionale all’Isola d’Elba contro l’Aldini Milano, una società
      satellite del Milan. Dall’Acqua, non è però il solo talento di quella squadra
      giovanile, con lui anche Lauro Florean (che prenderà la strada verso il
      Milan) e gli osservatori delle grandi squadre se ne accorgono presto. Su
      Stefano arrivano per primi quelli della Reggina: è il 1997 quando a soli
      16 anni e riceve la proposta di partire per Reggio Calabria per entrare
      nel vivaio della squadra amaranto. Si tratta di lasciare in piena
      adolescenza, la famiglia e gli amici, trasferirsi a 1.000 km da casa per
      seguire la propria passione: una scelta molto difficile che avrebbe
      significato tanti sacrifici e rinunce, anche quella di poter studiare con
      regolarità. I genitori tentennano ma non ostacolano il figlio che quindi
      parte per la Calabria, dove resterà due anni nelle giovanili della
      squadra. Altre giovani promesse della stessa sua zona partiranno con lui
      verso il sud, ma quasi nessuno troverà la forza di restarci.    Dopo una prima buona stagione nella formazione
      giovanile dello stretto, dove incomincia la sua trasformazione da
      centrocampista ad attaccante centrale, prima di passare nella formazione
      Primavera degli amaranto; ma la seconda stagione in riva allo Stretto,
      diventa un vero calvario, perchè si frattura il perone durante un
      allenamento. Nella stagione 99/00 Dall'Acqua è al
      Derthona,
      in serie D, con cui la Reggina ha stretto del legami di collaborazione,
      colleziona 32 presenze e 10 reti con la conseguente chiamata nelle Under
      18 Dilettanti,
      con la quale vince gli Europei Sperimentale, segnando cinque gol in cinque
      partite, di cui ben due in finale contro la Jugoslavia.   Il campionato successivo 2000/01, invece
      si rivela, suo malgrado, un disastro: spicca il doppio salto di categoria
      finendo all’Arezzo (C1), con Cabrini allenatore, parte titolare ma in Coppa Italia
      s'infortuna alla caviglia, inoltre la società amaranto deve scartare un
      giocatore tra quelli in prestito a causa di un esubero e così, nonostante
      il parere contrario del ex terzino Mundial, è proprio Stefano a dover
      partire. Finisce al Lecco sempre in C1, con una società
      allo sbando, dove non lega con l’allenatore. Gioca una sola partita, ma
      sul ramo del lago, trova Antonio Manicone e Marco Asara, suoi futuri
      compagni alla Pro.  A Gennaio, la Reggina lo richiama e lo manda al
      Gela (C2) nell’ambito di uno scambio di giocatori tra la squadra
      siciliana e quella calabrese. Nell’isola Dall’Acqua vivrà una
      situazione terribile, prima s’infortuna ad una caviglia che lo tiene
      lontano dal campo e poi costretto sempre in casa a causa dell’ira dei
      tifosi, contro la squadra che naviga in pessime acque: così vive in
      pratica segregato e comincia anche a domandarsi se il gioco vale la
      candela, considerando che anche in Sicilia colleziona solo 8 presenze. Al
      termine della stagione di una stagione a dir poco travagliata e quasi
      senza un soldo in tasca, cosciente di trovarsi anche davanti ad un bivio
      mollare il colpo o credere fino in fondo nelle proprie capacità
      calcistiche e seguire la passione. Ritorna così alla casa madre la Reggina, da dove viene girato alla
      Pro, che è alla ricerca di un attaccante in grado di garantire una buona
      messa di reti per dare l’assalto all’agognata C1. Arriva a Busto in sordina nella stagione
      2001-02, in comproprietà tra gli amaranto ed i biancoblù, accompagnato
      anche da una buona dose di scetticismo visto il suo score nell’ultima
      stagione e, nelle prime battute in precampionato non ruba certo l'occhio,
      ma in Coppa Italia incomincia già a lasciare il segno. Subito all'apertura della stagione a Valenza
      segna di rapina, ribadendo in rete una punizione di Zaffaroni, poi replica
      ancora ed ancora e poi ancora, i tifosi lo ribattezzano subito
      "Terminator" e lui dopo ogni rete ricambia con il gesto della
      mitraglietta. | 
| STAGIONE | SQUADRA | SERIE | P | G | 
| 1999-00 | Derthona | C.N.D. | 32 | 10 | 
| 2000-01 | Reggina | A | - | - | 
| Agosto '00 | Arezzo | C1 | - | - | 
| Settembre '00 | Lecco | C1 | 1 | - | 
| Gennaio '01 | Gela | C2 | 8 | - | 
| 2001-02 |  Pro
            Patria | C2 | 27 | 13 | 
| 2002-03 | Cittadella | C1 | 27 | 12 | 
| 2003-04 | Reggina | A | 6 | 1 | 
 
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