IL CAMPIONATO 1927-28

 

Divisione Nazionale A - Gir. B

 


La Pro affronta il suo primo campionato nella massima serie nazionale, con la novità del nuovo campo da gioco, inaugurato nel Luglio del 1927, e tuttora teatro delle partite dei biancoblù. 
La squadra mantiene la formazione base vincitrice del campionato di 1a Divisione, ma su cui furono portati diversi ritocchi di valore; tornò a vestire la maglia della Pro, dopo alcune stagioni tra Saronno, dove giunse anche in Nazionale e Legnano, il mediano Attilio Marcora (Caramèla) e con lui il giovane Crespi, in cambio di Andreas Kutik che passa ai "cugini", sempre nel doppio ruolo di allenatore e giocatore. Viene promosso in prima squadra, dalle giovanili un "certo" Mario Varglien (I°), arrivato nel corso del campionato precedente dalla Fiumana, con ottimo fiuto dei dirigenti biancoblù e grazie anche ai buoni rapporti con la colonia istriano-dalmata, presente in zona; al termine della stagione, passerà dietro un lauto compenso economico alla Juventus.

Varglien, è tra l'altro l'autore della prima rete in Serie A della Pro Patria; sarà poi per anni una colonna degli juventini con cui vincerà 5 scudetti consecutivi, entrando nella rosa del vittorioso mondiale del 34. Sarà poi allenatore della Pro in Serie A, oltre che di Juventus, Roma e Como. 
Con lui in biancoblù arriva un altro fiumano, per completare l'attacco dal Padova viene prelevato il bomber dal fisico massiccio, Cregar (Kregar) I°.

 

ANDREA CREGAR

Nato a Fiume il 16.11.1900

Ruolo Interno-Centravanti

Esordio in Serie A il 6.10.29 Pro Patria – Cremonese 4-2

1922-23 Fiumana 1^Divisione 21 10
1923-24 Fiumana      
1924-25 Fiumana      
1925-26 Padova 1^Divisione 21 10
1926-27 Padova 1^Divisione 11

-

1927-28 Pro Patria Div. Naz. A 13 3
1928-29 Pro Patria Div. Naz. A 24 12
1929-30 Pro Patria

A

24

-

1930-31 Fiorentina

B

16 2
1931-32 Fiorentina

A

3

-

1932-33 Perugia 1^Divisione    

 

In prima squadra c'è l'esordio di Natale Masera, altro bustocco, che per anni sarà una delle bandiere biancoblù, con lui il forte terzino Agosteo (poi una colonna dell'Ambrosiana-Inter di Meazza e del Genoa); saranno tra i giocatori che fecero nascere la leggenda dei "tigrotti" in maglia biancoblù. A completare la squadra arrivano, l'attaccante Tognazzi, il mediano Giacchetti e Villa, inoltre con fiuto la dirigenza preleva dalla Milanese il giovane centrocampista difensivo Orlando Bocchi, che per la stagione farà panchina e giocherà con la giovanile. 
Tecnicamente però c'è un problema, con la partenza di Kutik, non c'è più un vero allenatore di ruolo, come ormai avevano tutte le squadre della massima categoria e non solo; le scelte prettamente calcistiche sono dettate da una sorta di consiglio tecnico formato dal Dott. Caimi, nella doppia funzione di socio e direttore sportivo, Carlo Speroni come preparatore atletico e massaggiatore ed i giocatori più esperti che davano consigli. 
Il 25 Agosto 1927, la Pro in preparazione al campionato di massima divisione affronta in amichevole ad Arona, la nazionale Universitaria (una sorta di Olimpica del tempo), che comprendeva tra l'altro Fuffo Bernardini (poi c.t azzurro negli anni 70) ed il terzino Allemandi, durante la gara Carletto Reguzzoni al tempo diciannovenne ricevette scroscianti applausi a scena aperta ed i complimenti dello staff azzurro.
Passano due settimane e Domenica 4 Settembre, un test più concreto che molto può dire sul prossimo cammino della Pro, arriva la Juventus candidata alla scudetto e che già schierava Combi tra i pali, Rosetta terzino ed in attacco Vojak e Cevenini III°. I bianconeri vincono per 3-2, ma l'incontro è equilibrato, consente di guardare con moderato ottimismo al futuro e fa da buon viatico alla ormai prossima stagione, nella massima divisione nazionale. Il torneo era formato da 22 squadre, divise in due gironi da undici ciascuno e che vedeva i bustocchi contrapposti oltre alla già citata Juventus, il Bologna di Schiavio, Pitto, Monzeglio e Busini, l'Inter di Bernardini e già di Meazza ed il Milan oltre ad una delle "grandi" del tempo, i nerostellati del Casale di Caligaris. 
Il 25 Settembre 1927, la Pro finalmente compie il suo esordio in Divisione Nazionale A, in casa del Bologna, vera potenza calcistica del tempo; all'incontro mancano però le due stelle principali, per i rossoblù Schiavio, per la Pro Carletto Reguzzoni.
L'impatto con la massima categoria è ottimo, con un pareggio per 1 a 1 sul mitico e temuto, per la sua pendenza, campo dello "Sterlino" famoso per il dislivello di circa due metri da porta a porta; per i petroniani va a segno Busini III°, mentre Mario Varglien I°, mette lo storico primo sigillo nella massima serie per la Pro.
Una partita che mise subito in evidenza, quelle che saranno le storiche e peculiari caratteristiche dei biancoblù, lo spirito di squadra, voglia di combattere, corsa, grinta e decisione.
QUESTA LA PRIMA STORICA FORMAZIONE BIANCOBLU' IN DIVISIONE NAZIONALE A: Salerio, Mara (cap), Borsani, Varglien I°, Giacchetti, Giani, Tognazzi, Villa, Cregar, Crosta, Visca.

La Domenica successiva, per la Pro ci fu la sosta, dovuta al fatto che le squadre del girone erano dispari, così riprese a giocare con l'esordio casalingo, il 9 Ottobre 1927, con avversario l'Inter di Meazza, Pietroboni, Bernardini e Conti, tutti nazionali, e fu un altro pareggio 1-1, con lo "Stadium" completamente esaurito in ogni ordine di posto e più. 

Il 16 Ottobre la Pro, alla 4a giornata di campionato, in realtà terza per i biancoblù, grazie ad una superba prestazione di Reguzzoni autore di una doppietta, ottenne la prima vittoria nell'èlite calcistica italiana, addirittura in trasferta a Genova, contro La Dominante (3-2) ovvero l'odierna Sampdoria.
Già nelle prime battute della stagione la squadra prende una fisionomia ben precisa gruppo unito formato in gran parte da giocatori di Busto e della Valle Olona, giovani di assoluto valore con voglia di emergere, combattività fino all'ultimo secondo di gioco, grinta, decisione e corsa. Raimondi si riprese il ruolo di portiere, Aldo Borsani divenne titolare fisso, formando con Varglien I° e Giacchetti una linea mediana-difensiva di tutto rispetto con Marcora e Giani ed il capitano Mara. In avanti il bomber Cregar (Kregar) I° ben si completava con Carletto Reguzzoni. 
Proprio quest'ultimo con Varglien, s'imposero da subito all'attenzione della massima ribalta nazionale. Entrambi giovanissimi, "Carletto", poco più che diciannovenne, si consacrò bomber implacabile, attaccante di razza e campione di classe pura, mentre Mario Varglien aveva ventun'anni, dal fisico squadrato, aveva nella corsa veloce il suo punto di forza, il ruolo che ricopriva era di presidiare la fascia destra in proiezione offensiva, ma veniva dirottato spesso anche in mezzo al campo. Di lui si diceva che fosse così veloce sui cinquanta metri da poter addirittura creare dei problemi al mitico velocista di colore americano Jessie Owen, vincitore a Berlino dell'oro nei cento metri piani. Entrambi fecero la fortuna di altre squadre, Reguzzoni con il Bologna dove vinse quattro scudetti, Varglien a Torino sponda Juventus cui conquistò cinque titoli consecutivi, partecipando anche come riserva alla spedizione del Mondiale nel 1934.
Il 20 Ottobre, i biancoblù (zebrati per dirla come i giornalisti del tempo), affrontano in amichevole a Busto il Milan, che era inserito nell'altro girone di Divisione Nazionale: i rossoneri furono dominati per tutto l'incontro, subendo in lungo ed in largo la supremazia dei bustocchi che prevalsero per 5-2.
Ma la Pro pur avendo ottimi giocatori, mancava però di un allenatore di ruolo e la squadra perse via via posizioni in classifica, incominciando dal 30 Ottobre, quando per la 5a giornata, venne sconfitta 3-2 in quel di Casale Monferrato, a cui seguirono altre quattro sconfitte consecutive. 
Un pesante 6-2 a Torino contro la Juve, di seguito due sconfitte casalinghe per 1-2 contro il Modena e 0-3 con la Roma, poi a Verona contro l'Hellas per 2-1. La squadra si dimostrava temibilissima dal punto di vista caratteriale, combattiva ed impetuosa, ma con pecche nell'organizzazione del gioco.
La squadra si ritrovava così ad una giornata dal chiusura del girone di andata con soli cinque punti tutti conquistati nelle prime giornate.
Caimi che era il dirigente "tuttofare", socio e direttore tecnico, tornò alla carica verso gli altri componenti del consiglio, per dotare la Pro di un tecnico professionista, andando però contro la con l'ostilità di gran parte del gruppo dirigente, che non voleva ulteriori esborsi economici.
Si arrivò così in un clima teso, sia in seno alla società e nella squadra che tra la tifoseria alla gara interna con il Livorno, il 4 Dicembre 1927.
La linea adottata da Caimi ed appoggiata dal Presidente Marcora, si era affermata, con l'ingaggio come trainer dell'ungherese Bekey dal Vicenza, allora in IIa divisione (paragonabile all'attuale Serie C), personaggio di spicco del calcio danubiano, la cosa provocò una netta scissione nella dirigenza e molti abbandonarono Caimi ed il Presidente Marcora e pochi altri al loro destino.
La gara contro il Livorno era basilare per il proseguio del cammino, con i labronici di poco avanti in classifica rispetto ai bustocchi. Gli stessi giocatori biancoblù, decisero in commissione, la formazione da mandare in campo e, come da copione dopo aver dato l'anima sul terreno di gioco vinsero per 2-0, concludendo il girone d'andata a sette punti.
La vittoria ridava vigore all'ambiente, anche in vista della ormai prossima pausa natalizia, a cui si puntava per recuperare serenità in tutto l'ambiente, ma prima c'era da affrontare in casa il Bologna capolista, gara che segnava anche l'esordio di Bekey in panchina. 
Con gli emiliani, fu una partita durissima, maschia con scontri al limite tra Borsani e Schiavio, che poi furono espulsi, con un pareggio finale per 1-1 finale. 
La pausa invernale servì tantissimo a Bekey per impostare il lavoro per il girone di ritorno; tecnico severo, di puro stampo austrungarico per la disciplina e con occhio già molto attento alla preparazione fisica dei calciatori già curata da Carlo Speroni, diede più ordine e gioco alla squadra che così nelle rimanenti giornate ebbe un impennata notevole di rendimento, disputando un girone di ritorno di tutto rispetto, anche se la prima partita del Gennaio 28 all'Arena di Milano contro l'Inter, terminò con una sconfitta per 5-2. La domenica successiva fu una scintillante vittoria casalinga contro La Dominante di Genova. Poi ci fu la caduta a Novara con una sconfitta di misura. Ma da qui in avanti la squadra guidata da Bekey, i biancoblù centrano un bellissimo filotto di ben cinque vittorie consecutive.
Prima vittima a Busto è il blasonato Casale, arroccato in difesa attorno al "mitico" Caligaris, ma le reti di Fizzotti e Reguzzoni, diedero la vittoria ai biancoblù che agganciavano così il Livorno a quota 12. 
La domenica successiva, con una prestazione che infiammò i tifosi, toccò alla Juventus subire la legge degli attaccanti biancoblù, Cregar ed il solito Carletto Reguzzoni, consegnarono una vittoria non solo prestigiosa ma vitale ai fini della classifica, che permetteva anche di scavalcare i labronici, per la loro contemporanea sconfitta.

Ma il bello doveva ancora venire, il lavoro invernale di Bekey, ma soprattutto quello quotidiano dava i suoi frutti, trovando via via, miglior collocazione agli uomini in campo, oltre ai già citati Reguzzoni e Varglien, si andavano imponendo il ruvido Borsani, Marcora e Giani, con l'attaccante Tognazzi che trovava facilmente la via della rete.
La premiata ditta Reguzzoni e Marcora, consegnò la vittoria in trasferta a Modena (1-2), portando così a tre le vittorie consecutive. Toccò poi al Modena essere messo sotto a Busto, senza problemi con una prestazione molto convincente.
I biancoblù affrontano ancora una trasferta, la più difficile del campionato, nella capitale sul campo del Testaccio, contro la Roma, ancora imbattuta in casa, invischiata nella lotta per non retrocedere. Fu l'ennesima esaltante prestazione del girone di ritorno. Velocità e schemi rapidi, ottima tenuta atletica, grinta ed entusiasmo permisero ai bustocchi di impadronirsi del terreno di gioco, il portiere Raimondi parò un rigore, poi toccò al solito Carletto Reguzzoni, in contropiede mettere a segno la rete della vittoria e del sorpasso in classifica sui giallorossi. Pro 18 punti, Roma a 16.


L'ultima partita casalinga della stagione vede l'HellasVerona a Busto; i veneti erano già retrocessi, solitario fanalino di coda. Altra prestazione scintillante, con Reguzzoni sugli scudi autore di una tripletta, al termine fu 4-0 per i bustocchi, tra il tripudio dei tifosi che festeggiavano così anche la salvezza. Arrivando così a cinque vittorie consecutive di cui 2 in trasferta.

L'ultima gara della stagione fu a Livorno con gli amaranto, i bustocchi ormai salvi vengono sconfitti per 4-1, con i toscani alla disperata ricerca della vittoria che poteva garantirli la permanenza nella massima categoria, fatto che non avvenne.
Nonostante le pessimistiche previsioni ed i timori d'inizio stagione, un girone di andata chiuso sul fondo, i dissidi societari, la Pro supera egregiamente l'impatto con l'elite del calcio italiano, rimanendo nella massima categoria, con 3 vittorie in trasferta, battendo la Juventus in casa, con prestazioni che infiammarono i tifosi come la vittoria contro la Roma (0-1) nella capitale ed in casa con Casale (2-0) ed il doppio pareggio con il Bologna (1-1), vero squadrone del tempo, un girone di ritorno esaltante fino a terminare a centroclassifica con il settimo posto finale nel girone con 30 reti fatte e 34 incassate. Una squadra giovane, formata principalmente da giocatori di Busto e della Valle Olona, con Carlo Reguzzoni stella di assoluto valore e con lui il velocissimo Mario Varglien.
L'exploit dei bustocchi trovò ampia eco il 10 Marzo 1928, alla chiusura del campionato con un articolo di Vittorio Pozzo, vera anima del calcio italiano, sulle colonne de "Il Calcio", dal titolo "La prodezza della Pro Patria". In cui ricordava la posizione al termine del girone di andata, la risalita in classifica, le vittorie su Juventus e quella a Roma contro una diretta concorrente per la salvezza, individuando tra le peculiarità nell'undici bustocco, la tecnica di assoluto valore di Reguzzoni e Varglien, in una squadra unita che aveva messo in evidenza il lavoro svolto da Carlo Speroni, nella velocità, preparazione atletica, il gioco rapido voluto da Bekey, basato sulle doti morali del gruppo, entusiasmo, fiducia in se stessi e grinta. 



I QUADRI



SEDE: Busto Arsizio - via Lombroso
Stadio: Corso XX Settembre (110 X 70)- Capienza 10.000 spettatori

PRESIDENTE: Cav. Carlo Marcora
VICE PRESIDENTE: Comm. Avv. Giuseppe Rossi
CONSIGLIERI: Cav. Carlo Rossi, Agostino Marcora, Riccardo Bottigelli, Pio Garavaglia, Dott. Carlo Caimi, Silvio Venzaghi, Riccardo ed Enrico Bottigelli. 
D.T: Dott.Carlo Caimi
PREPARATORE ATLETICO: Carlo Speroni
ALLENATORE: Imre Janos Bekey (Ungheria) dal girone di ritorno.

Formazione Base: Raimondi, Borsani, Marcora, Varglien I, Giacchetti, Giani, Colombo II°, Tognazzi, Cregar I°, Crosta, Reguzzoni.

A disposizione: Salerio, Fizzotti, Mara, Azimonti, Masera, Crespi - All. Bekey (Ungheria)



IL DETTAGLIO DELLA STAGIONE

 

ANDATA

25 Settembre 1927 Bologna - Pro Patria 1-1: Busini (B) Varglien (P) 
9 Ottobre 1927 Pro Patria - Inter 1-1: Reguzzoni (P)
16 Ottobre 1927 La Dominante Ge - Pro Patria 3-2: 2 Reguzzoni, Cregar
23 Ottobre 1927 Pro Patria - Novara 1-1: Tognazzi
30 Ottobre 1927 Casale - Pro Patria 3-2 Giacchetti, Mara
6 Novembre 1927 Juventus - Pro Patria 6-2: Munerati, Vojak, Cevenini III° (J), Cregar, Crosta
13 Novembre 1927 Pro Patria - Modena 1-2 : Giani
20 Novembre 1927 Pro Patria - Roma 0-3
27 Novembre 1927 Hellas Verona - Pro Patria 2-1: Fizzotti
4 Dicembre 1927 Pro Patria - Livorno 2-0: Varglien, Colombo II° 



RITORNO 

11 Dicembre 1928 Pro Patria - Bologna 1-1: Cregar
9 Gennaio 1928 Inter - Pro Patria 5-2: Crosta, Tognazzi
16 Gennaio 1928 Pro Patria - La Dominante Ge 1-0: Tognazzi 
23 Gennaio 1928 Novara - Pro Patria 1-0
30 Gennaio 1928 Pro Patria - Casale 2-0: Fizzotti e Reguzzoni
6 Febbraio 1928 Pro Patria - Juventus 2-1: Cregar, Reguzzoni
13 Febbraio 1928 Modena -Pro Patria 2-1: Reguzzoni, Marcora
20 Febbrraio 1928 Roma - Pro Patria 0 -1: Reguzzoni 
27 Febbraio 1928 Pro Patria - Hellas Verona 4-0: 3 Reguzzoni, Tognazzi
4 Marzo 1928 Livorno - Pro Patria 4 -1: Tognazzi


LA CLASSIFICA FINALE

SQUADRE PUNTI G V N P GF GS
1  Bologna 27 20 10 7 3 44 16
2  Juventus 24 20 9 6 5 40 32
3  Casale 24 20 8 8 4 33 22
4  Inter 24 20 9 6 5 37 24
5  Modena 22 20 7 8 5 39 26
6  Novara 21 20 8 5 7 28 29
7  PRO PATRIA 20 20 8 4 8 30 34
8  Roma 18 20 6 6 8 31 30
9  Livorno 17 20 7 3 10 32 37
10  La Dominante 14 20 4 6 10 26 40
11  Hellas Verona  9 20 2 5 13 21 66
 

 

CLASSIFICA MARCATORI



16 reti: Ryer (2 rig.) (Modena)
10 reti: Reguzzoni (Pro Patria)
5 reti: Tognazzi (Pro Patria) con altri 5 giocatori
3 reti: Cregar I ° (Pro Patria) con altri 11 giocatori 
2 reti: Crosta, Fizzotti e Varglien I° (Pro Patria) con altri 13 giocatori
1 rete: Borsani, Colombo II°, Giacchetti, Giani, Mara e Marcora (Pro Patria) con altri 23 giocatori

 

Imre Janos BEKEY

 

Imre Bekey, arrivò poco più che trentasettenne alla Pro, quando era già un allenatore di nome e di fama internazionale, al pari dei suoi conterranei Sedlacek e Wilheim, oltre ad essere stato per oltre 13 anni, giocatore nel ruolo di centromediano dell'M.T.K Budapest, una delle più importanti squadre magiare del tempo e di tutta Europa, nello stesso ruolo giocava nella nazionale ungherese. Da un paio di stagioni si trovava a Vicenza II° Divisione (paragonabile all'attuale Serie C), per cercare di risollevare di categoria i biancorossi e, di lanciare definitivamente il calcio nel provincia veneta.

Incarnava in pieno lo spirito austro-ungarico, che ancora aleggiava sull'Europa del tempo, era un allenatore scrupoloso, severo, rigido nell'appliccare la disciplina sia in campo che fuori; ma soprattutto era un vero appassionato al gioco del calcio, con alcune idee innovative, che guardava già con molto interesse alla preparazione atletica dei calciatori, trovando in questo una valida sponda alla Pro, con Carlo Speroni, campione del mondo di marcia ed olimpionico.
Il suo arrivo alla Pro, non passò certamente inosservato, sia per la valenza del nome, sia perchè fu fonte di un profondo dissidio societario, che provocò una scissione tra i membri del consiglio, lasciando in pratica il solo Pres. Marcora, con il Dott. Caimi e pochi soci di minoranza a mandare avanti la società.
Ma con l'arrivo di Bekey fu veramente importante, era il tecnico giusto, così nelle rimanenti giornate la Pro dall'ultimo posto in classifica, ebbe un impennata notevole di rendimento, disputando un girone di ritorno di tutto rispetto e di assoluto valore nazionale.
Il suo esordio alla guida dei biancoblù, non fu però dei più teneri ed avvenne l'11 Dicembre 1927 1a giornata del giorone di ritorno, contro il Bologna, vero e proprio squadrone del periodo. Fu una gara accesa, dura con molti colpi proibiti, che terminò 1-1, con due epsulsi, uno per parte, con una indomita Pro Patria che non ci stava assolutamente a perdere.
La seconda gara fu all'Arena di Milano contro l'Inter, arrivò una sconfitta per 5-2. La domenica successiva fu invece una scintillante vittoria casalinga contro La Dominante di Genova (l'attuale Sampdoria); la prima di un bellissimo filotto di ben cinque vittorie consecutive, che garantiranno non solo la salvezza nella massima categoria del calcio italiano, ma anche risalto sulla stampa nazionale sportiva del tempo.
L'anno successivo fu riconfermato ovviamente alla guida tecnica, la squadra da lui costruita pur perdendo la velocità e la classe di Mario Varglien, poteva sempre contare su Carletto Reguzzoni e sull'ossatura dell'anno precedente che fu ulteriormente amalgamata fino alla massima coesione del gruppo, sotto una rigida disciplina, esattamente come in un corpo dell'esercito austro-ungarico. Il suo rapporto con Busto e con la Pro fu sempre ottimo, tornando diverse volte, la prima volta rimase 3 anni, con la squadra nella massima serie; venne richiamato nel 36 quando i biancoblù malamente retrocessi in breve tempo in C, cercavano la risalita e con lui furono gettate le basi del florido vivaio, che riprese nel 39 dopo la breve parentesi di Vigevano.
Bekey era totalmente dedito al calcio ed al suo lavoro, al punto che si concedeva solo un giorno di riposo il lunedì, che passava a bere birra e pepati perperoni rossi, conditi ovviamente dai primi rudimentali libri di tattica e schemi calcistici. Per il resto il suo tempo era completamente assorbito dalla Pro, passava dalla prima squadra alle giovanili, suo e vero e proprio pallino; non di rado alla domenica si recava con la sua moto a vedere le squadre giovanili prima di sedersi sulla panca della prima squadra.
Il suo occhio di riguardo per il vivaio, diede poi ottimi frutti in seguito, consegnando moltissimi ottimi giocatori, che getteranno le basi del gruppo, che riconquisterà la serie A, nel dopoguerra formato in maggioranza di giocatori di Busto e della Valle.

LA CARRIERA

 

Imre Janos BEKEY

Nato a Budapest (Ung) il 27.1.1889

 Marz.25  Vicenza  
 1925-26  Vicenza  
 1926-27  Vicenza  
 1927-28  Vicenza 2 D.
 Nov. 28  Pro Patria D.N.A
 1929-30  Pro Patria D.N.A
 1930-31  Pro Patria D.N.A
 1931-32  Vicenza B
 1932-33  Vicenza B
 1933-34  Verona B
 1934-35  Venezia B
 1935-36  Novara B
 1936-37  Pro Patria 3 D.
 1937-38  Pro Patria 3 D.
 1938-39  Vigevano B
 1939-40  Pro Patria C
 1940-41  Marzotto  C


 

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