LA PROSSIMA AVVERSARIA

 

 

P E R U G I A 

A.C. 1905

 

PERUGIA Calcio spa 1905-2005*
* anno Lodo Petrucci

Divisa sociale: maglia biancorossa, calzoncini bianchi, calzettoni rossi con risvolto bianco

Stadio: Renato Curi, Via Pietro Conti, 06100 Perugia dimensioni (105 x 68 mt.), capienza 28.000 spettatori

Sede: Via Pietro Conti - 06100 Perugia

Perugia città 165.000 - Totale provincia 660.000


 

Abbonamenti

2005-06 2.693
2006-07 2.957
2007-08 2.116
2008-09 2.713
2009-10 2.062

 


ORGANIGRAMMA SOCIETARIO

Presidente: Leonadro Covarelli
Direttore amm. e fin: Dott. Dino De Megni
Direttore sportivo: Sandro Marcaccio
Segretario generale - Team manager: Luca Padovano
Ufficio stampa e comunicazione: Dott. Andrea Sonaglia
Rapporti Istituzionali e legali: Avv. Paolo Rossi
Rapporti Questore e tifosi: Dott. Alberto Speroni
Resp. Commerciale e marketing: All Sport
Sicurezza stadio: Ing. Roberto Regni
Sett. giovanile e scuola calcio: Mirko Vagnoli
Direttore sportivo: Sandro Maracci
Allenatore: Carlantonio Buzzi-Marco Zaffaroni sub. alla 14^ a Giovanni Pagliari
Prep. portieri: Marco Bonaiuti
Prep. atletico: Francesco Bertini
Resp. Sanitario: Prof. Giuliano Cerulli
Medici sociali: Dott. Alfredo Bertacci – Dott. Giuseppe De Angelis
Massaggiatori: Sauro Valloni – Stefano Safina



IL CALCIOMERCATO INVERNALE

Arrivi: --

Partenze: Del Sole (c88-Carrarese), De Marco (p84- Sangiovannese)


 

LA ROSA


Portieri: Benassi (81), Gambelli (91)

Difensori: Accursi (78), Bonomi (80), Cenerini (90), Di Stani (86), Fiasconi (77), Fiorucci (90), Lacrimini (78), Pagani (77), Taccucci (77), Raimondi (Arg. 77), Zoppetti (79)

Centrocampisti: Bondi (Bra 81), Cazzola (82), Gatti (82), Menassi (81), Perra (76), Sansotta (91), Stamilla (83), Ubaldi (90)

Attaccanti: Del Core (79), Ercolano (82), Federici (91), Martini (79), Paponi (88)


 

PERUGIA – PRO PATRIA: Arbitro Sig. Fabrizio Pasqua di Tivoli (Rm)


Per la prima volta nella sua storia la Pro, sarà di scena al "Renato Curi" di Perugia, in quanto nell'unico precedente contro il biancorossi perugini in Umbria, si giocò nel vecchio impianto di “Santa Giuliana” con vittoria a tavolino per i tigrotti. Cosco potrà contare sul rientrante Pivotto, che ha scontato il turno di squalifica e che quindi ritornerà al centro della difesa, molto probabilmente con Chiecchi, mentre dovrà fare a meno di diversi uomini a partire dagli squalificati Serafini, Baù e Cristiano. Il tecnico biancoblù dovrà fare a meno anche degli infortunati Lombardi (su cui però ci sono possibilità di recupero), Paponetti e Passiglia ex della gara, al pari di Barbagli. Insomma una Pro in emergenza, per una trasferta molta insidiosa, dove sulla panchina del Grifone, troviamo l'ex capitano biancoblù Marco Zaffaroni, 129 presenze ed undici reti con la maglia della Pro ed una promozione.

I biancorossi vivono un momento particolare, con la situazione economica che desta più di una perplessità, con la società che non sa a chi sia esattamente in mano, in un gioco di scatole cinesi, con un capitale sociale di 10mila Euro (ricorda qualcuno ??) ma che è in mano alla Famiglia De Megni con Covarelli, lo scorso anno coinvolta nel fallimento del Pisa e anni fa nel mezzo di un discusso caso di rapimento di Augusto, poi vincitore di un'edizione del Grande Fratello. Società con pochi soldi in cassa, che vive con una gestione su cui incombe un forte debito pregresso, ma del quale non si conosce esattamente l'entità. Un presidente Covarelli che vive da separato in casa con il resto dell'ambiente, ma con richieste verso il Comune di Perugia, per la ristrutturazione dello stadio “Renato Curi” (scena già vista ??).

Il Perugia ha giocato mercoledì il recupero esattamente come la Pro, in casa contro il Varese, pareggiando1-1 all'ultimo minuto con una punizione del brasiliano Bondi. Due formazioni che in una settimana affrontano tre impegni su terreni pesanti, anche se quello di Crema era in realtà un campo di patate e fango, con giocatori che da ambo le parti, avranno tossine da smaltire e acido lattico in eccesso.

Gli umbri, dovrebbero fare ancora a meno degli infortunati di lungo corso Accursi e Menassi, rientrati in gruppo e che probabilmente siederanno inizialmente in panchhina, mentre sicuro assente sarà il centrale difensivo argentino Raimondi (ex Pisa) uno dei leader della squadra. “Zaffa” coadiuvato da poco da Carlantonio Buzzi, in quanto privo dell'autorizzazione necessaria per condurre ufficialmente la squadra, schiererà il Perugia con un canonico 4-4-2, con Benassi tra i pali, classe 81' ex Sassuolo, uno dei migliori giocatori della rosa biancorossa, per lui si parla di un salto di categoria nel calciomercato di Gennaio e, che più volte si è dimostrato decisivo nel corso del campionato, blindando letteralmente la propria porta. Difesa da destra a sinistra con Alessandro Zoppetti (79), esperto difensore cresciuto nella Cremonese (con Serafini) con trascorsi in B a Pescara, Lecce e Salerno, come centrali Pagani (ex Frosinone colonna della scalata dalla C2 alla B) e Taccucci (ex Monza e Venezia). A sinistra in vantaggio Bonomi (80), nello scorso campionato al Bari, su Lacrimini (classe 78, ex Sangiovannese, Torres e con poca fortuna a Napoli). A disposizione il giovane Fiorucci con il rientrante Accursi che si dovrebbe accomodare in panchina.

Centrocampo con linea a quattro affidato a Fabio Gatti (classe 82), ex promessa del calcio perugino, ai tempi di Cosmi-Gaucci, con tanto di esordio in Serie A a diciassette anni e maglia con il numero 44, in omaggio alla canzone dello Zecchino d'oro, 44 Gatti. Al suo fianco Perra a rompere il ritmo agli avverarsi e recuperare palloni. Sugli esterni in forte dubbio Cazzola (82 ex Taranto e Spal), colpito da influenza, al suo posto dovrebbe scendere in campo Stamilla (83), sempre esterno alto di ruolo, conosciuto ai temi della Sangiovannese di Acori. Sul fronte sinistro il brasiliano Bondi (ex Teramo e Arezzo, con 11 presenze in Serie A, con la maglia del Messina), nel ruolo di fantasista aggiunto; giocatore non propenso a rientri ma capace di risolvere le partite con una giocata, specie sui calci piazzati anche dalla distanza esattamente come ha fatto all'ultimo secondo nel recupero con il Varese. Il brasiliano è il bomber della squadra con 7 reti, di cui una dal dischetto. Anche qui il giovane Ubaldi come primo rincalzo, con il rientrante Menassi (ex motorino del Monza, delle stagioni dei play-off).

In avanti l'attacco dovrebbe essere formato dal duo Paponi-Martini, il primo promessa del Parma, porta fisico e potenza, il secondo rapidità ed inserimenti da dietro, pericolosissimo sulle palle vaganti in area e la Pro ne ha già fatto le spese la scorsa stagione con la maglia della Reggiana ed in passato quanto vestiva quella della Sambenedettese con una doppietta allo Speroni. A disposizione con il giovane Federici, il bomber Sergio Ercolano pericoloso sulle palle alte e Umberto Del Core, già con le maglie di Cesena, Catania (con esordio in A), Arezzo e Foggia, giocatore rapido e guizzate che porta fantasia, che ama partire decentrato per poi puntare all'area di rigore o servire assist per le punte centrali. Il Perugia ha nelle partite interne al “Renato Curi”, il suo punto di forza, infatti in casa ha conquistato 23 dei suoi 28 punti, segnando 12 reti e subendone 5, sul corrispettivo di 19 e 20; non ha ancora conosciuto la sconfitta interna. La Pro, escluso lo spettacolare 5-4 di Reggio Emilia dei play-off, non vince in trasferta in campionato dalla 32^ giornata della scorsa stagione, vittoria a Portogruaro per 1-0. Come sempre ci sarà una presenza di tifosi biancoblù al seguito, nonostante la classifica non delle migliori e la distanza, quasi mille chilometri tra andata e ritorno. Con la speranza che il cioccolato perugino, riservi un gusto dolce e non amaro come la recente Crema.

 

IL PERSONAGGIO

Giancarlo Guardabassi

Italia, metà anni 70', terrorismo di destra e di sinistra, calcio ancora in biancoenero, non solo perchè vince la Juve di Zoff, Causio, Gentile, Bettega, Furino, ma proprio perchè in televisione non è ancora arrivato il colore, con tanto di pluri-interpellanza di un deputato dell'ora P.C.I. (Partito Comunista Italiano), che si oppose più volte all'introduzione dell'innovazione tecnica, perchè era: una scelta borghese, capitalistica che portava a confondere ed annebbiare ulteriormente le menti del popolo lavoratore. Calcio in Tv solo alla domenica con 90° minuto di Paolo Valenti e Maurizio Barendson, la differita del secondo tempo della gara più importante, e poi alla sera solo la Domenica Sportiva. Altri tempi, altro mondo, internet non era nemmeno vagheggiata e i telefonini portatili si vedevano solo nella serie “Ufo-Shado” del Comandante Straker. Le radio libere muovono i primi passi, e portano nuova linfa vitale al panorama musicale italiano, dominato come sempre dal Festival di Sanremo che in serie viene vinto da Iva Zanicchi, Gilda Giuliani, Peppino di Capri, Homo Sapiens, Matia Bazar e Mino Vergnaghi. La solfa era comunque sempre la stessa durante il resto dell'anno con i vari e improponibili: Cugini di campagna, Baglioni, Gli Alunni del Sole, Santo California, Gianni Nazzaro, Gianni Bella, Schola Chantorum, Giardino dei semplici, Daniel Santacruz Ensemble, Bottega dell'Arte, Gli Albatros, I Panda, I Collage, Roberto Soffici, Franco Simone, Luca D'Ammonio. Ramones, Bob Marley, Bruce Springsteen, Television e Co. erano fortunatamente lì, lì per arrivare; poco ancora e “all phony beatlemania has bitten the dust”, per dirla alla Clash.

In Italia al tempo c'erano tre grandi trasmissioni musicali, Alto Gradimento con Arbore e Boncompagni, la mitica “Hiiiiiiiiit-paradeeeeee” di Lelio Lutazzi, “Count-down” di Giancarlo Guardabassi che poi diventerà l'altrettanto mitica “Dischi Caldi”. E proprio Guardabassi in quel periodo degli anni 70, nebbiosi per il fumo dei lacrimogeni e delle rivolte studentesche-operaie in strada, fu una vera luce in un periodo veramente cupo. Giancarlo Guardabassi, figlio di una nobile famiglia perugina, non a caso abitava proprio in via Guardabassi, dove frequentò anche il liceo classico, prima di laurearsi in Giurisprudenza, sempre nel capoluogo umbro, dove inizialmente intraprese l'attività forense presso un noto studio legale. Accanto all'attività legale, portava avanti la sua passione per la musica, venendo scoperto da Franco Migliacci, mentre cantava in una chiesa perugina. Si trasferì a Roma, dove a metà degli anni sessanta divenne cantante professionista, nel 64' con il brano “Se ti senti sola”, presentata al Cantagiro arriva ai primi posti della classifica di vendita. Diviene autore di testi musicali, scrivendo canzoni per Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Dori Ghezzi e tanti altri. Contemporaneamente sempre sul finire degli anni 60' iniziò a cimentarsi come “Disc-jockey” radiofonico a Radio Rai conducendo programmi musicali importanti come “Countdown” con Anna Carini, durante il quale presentava in anteprima brani mai arrivati in Italia e che divenne un punto di riferimento per i giovani dell'epoca; programma seguitissimo e che diventerà in breve un vero e proprio cult. Quindi è la volta de: “Gli amici della settimana, con i migliori pezzi della settimana, sotto la regia di Maurizio Costanzo, passando poi a “Il Mattiniere, in onda nel 1968 con inizio dalle 6.00 del mattino, che divenne un punto di riferimento per il risveglio degli italiani, condotto insieme a Federica Taddei e Adriano Mazzoletti e durante il quale venivano proposte le ultime novità musicali italiane e straniere. Un po' il dinosauro di tutti i programmi radiofonici che vanno per la maggiore ora. “. Ma è nel 1973 che Guardabassi raggiunge l'apice con il suo programma di maggior successo “Dischi Caldi”, vera trasmissione radiofonica cult con oltre 6 milioni di ascoltatori.

Il programma aveva cadenza settimanale, la prima puntata andò in onda Domenica 7 Ottobre 1973, alle ore 11.00 sul Primo Canale Nazionale. Nel corso di 'Dischi Caldi' venivano proposti i brani collocati tra la 20^ e 11” posizione nelle classifiche di vendita italiane. I 'dischi caldi' erano appunto i dischi che si scaldavano per entrare nell'altrettanto mitica 'Hit-Parade' di Lelio Luttazzi che andava in onda il Venerdì. Frasi come "non li canta la Tebaldi ma son caldi caldi caldi" o personaggi quali "il grifo di Annifo" sono entrati nell'immaginario degli ascoltatori dell'epoca, così come il saluto:"Vi saluta a dieci passi, il Giancarlo Guardabassi". Ma fu soprattutto il tifo e la passione di Guardabassi per il Perugia, a dare un tocco in più al programma, in un panorama tutto impaludato, dove c'era ancora una forte censura bigotta e dove nessuno si esponeva più di tanto in quanto a passioni calcistiche il suo grido: "Forza Perugiaaaa", lanciato ancora quando il Grifone era in Serie B, lontano da essere “quello dei miracoli”, ma che accompagnò poi Domenica per Domenica la storica prima scalata in Serie A, dei biancorossi, al punto che la mattina in cui si giocava la giornata decisiva per la promozione nelle massima serie, la trasmissione di Guardabassi, raggiunse il suo massimo, solo per ascoltare il grido del presentatore e per la curiosità di cosa avrebbe combinato nell'occasione. Quel grido “Forza Perugiaaaaaa”, divenne noto agli italiani al punto che Ilario Castagner, l'allora allenatore del “Perugia dei miracoli” del Presidente D'Attoma e del d.s. Silvano Ramaccioni, ringraziò pubblicamente il conduttore poiché spronava la squadra, prima di scendere in campo.

"Dischi Caldi" venne interrotto nel 1976, come anche il contemporaneo programma "Hit Parade" condotto dal triestino Lelio Luttazzi.

Proprio Lutazzi e Guardabassi sono considerati i precursori, di molti conduttori radiofonici attuali, ma soprattutto il perugino con il suo stile spigliato giovanile ed elettrizzante, mai volgare, ma particolarmente moderno nei primi anni '70, apprezzato ed imitato da molti deejay successivi. Ritmo serrato, oltre al grido per il Perugia, rapidi sketch con personaggi frutto di fantasia interpetati sempre da Guardabassi, come il popolare perugino 'Peppin de Sguilla' e soprattutto come l'alter ego 'Giambasso', con il quale interloquiva in una rapida sovrapposizione di voci, lo uno stile rapido, pulito, graffiante e personale, hanno reso 'Dischi Caldi' un programma mitico del panorama radiofonico nazionale. Viene considerato un anticipatore di quello stile che da lì in avanti sarebbe stato recepito anche dalle nascenti emittenti locali, che con il passare degli anni sono diventati poi network di successo.

Sempre nel 1976, dopo aver co-condotto un'edizione del Festival di Sanremo, un po' naif-alternativa, Giancarlo Guardabassi fece una scelta di vita, fondando con un amico Radio Aut Marche (emittente tutt'ora attiva), una radio privata della quale è tutt'ora editore, direttore, conduttore e disc jockey. Nel Dicembre 1977 in Discosfida”, Guardabassi realizzò la prima intervista nella carriera ad un tale di nome Vasco Rossi, che presentava il suo album di esordio: “Ma cosa vuoi che sia una canzone”.

 

I PRECEDENTI


Pro Patria: 12 Campionati di Serie A – 1 Coppa delle Alpi

Perugia: 13 Campionati di Serie A


1933-34 Serie C

Perugia – Pro Patria: 0-2 a tavolino per incidenti in campo


2009-10 Prima Div./a

3^ 6 Set. 09, Pro Patria – Perugia 2-0: 13' pt rig. Ripa, 42' pt rig. Serafini  CLICCA QUI


 

LA TIFOSERIA

E’ la stagione 1978/79, in quella stagione il Perugia è allenato da Castagner e vanta nelle sua fila giocatori del calibro di Paolo Rossi, Casarsa e Vannini, termina il campionato imbattuto e sfiora lo scudetto (che in quell’anno andò al Milan). In quello stesso anno nasce il primo gruppo ultrà perugino, “l’ Armata rossa”, nasce nel cuore della vecchia Perugia, più precisamente davanti al bar “Turreno” che allora era il luogo di abituale ritrovo dei tifosi del Grifo. Prima di allora le gradinate dello stadio Curi erano colorate da due piccoli gruppi senza una grande organizzazione di base: i Venceremos e la Fossa dei Grifoni. Viene scelto questo nome (l’Armata rossa era l' esercito sovietico, prima della caduta del Muro di Berlino nell'89) per manifestare palesemente la propria inclinazione ideologica di estrema sinistra, specie in quegli anni in cui l’impegno politico era cosa importante tra i giovani. Un colore che richiama appunto i colori sociali del Perugia calcio ma che lascia intendere anche la loro tendenza politica. Qualche anno prima un idolo della curva perugina è un tale Paolo Sollier, piemontese di origine (era di Vercelli), che saluta i suoi tifosi con il pugno chiuso e diviene per questo l’idolo di tutti i tifosi umbri. Simbolo del gruppo è manco a dirlo la stella rossa. Il leader indiscusso e riconosciuto è un personaggio carismatico che ha saputo guidare il gruppo nelle alterne vicende in trenta anni di tifo al seguito del Grifo, rinunciando anche ad una vita personale e "sposando" il Perugia con lo stesso amore che si può avere per una donna. L'Armata, dalla sua nascita nel 1978 sino ad oggi, non ha mai abbandonato la squadra diventando così indiscutibilmente il gruppo storico del tifo biancorosso. Nati ai tempi d'oro del Perugia targato D'Attoma e Castagner e del "quasi scudetto", hanno saputo resistere alle vicende legate al calcio scommesse e al doppio salto mortale a metà anni '80 dalla B alla C2. Un periodo in cui l'Armata ha vissuto periodi bui, l'entusiasmo non c'era e le vicende societarie e l'andamento della squadra non contribuivano certo a crearlo. Ciononostante l'Armata non ha mollato e negli anni '90, grazie all'avvento di Gaucci, il gruppo si è potuto infiammare di nuovo col ritorno nella massima serie. Nell'anno del centenario e del nuovo periodo buio che ha visto nuovamente precipitare in un anno il Grifo dallo spareggio per il ritorno immediato in serie A negli abissi della terza serie nazionale, ha mostrato una grande maturità di fronte alle situazioni societarie difficili del momento, mantenendo sempre una posizione tollerante sui primi insuccessi sportivi della nuova ed inesperta dirigenza Silvestrini. In questi ultimi anni il Gruppo ha dovuto subire anche la perdita di una persona speciale, Carlina, che sicuramente dal cielo continuerà a seguire i colori biancorossi insieme ai ragazzi del suo gruppo.

Nel 1997/98 che il Perugia ritorna in Serie A sotto la guida di Serse Cosmi. Un mister che pratica un “calcio garibaldino” e valorizza giocatori e giovani pescati nelle serie minori o stranieri dai più disparati paesi esotici (asiatici, iraniani ecc.), Cosmi diviene il nuovo idolo della curva nord biancorossa e il suo calcio dinamico ed aggressivo conduce nuovamente il Perugia sino al ritorno in Europa con la curva nord che prende nuovo smalto, prima di lui un altro tecnico sanguigno, Carlo Mazzone, aveva ottenuto salvezza ed Intertoto. E’ il periodo delle coreografie nelle curve Italiane e anche nella Nord del Grifo ne organizza di spiritose; tra le più riuscite una dedicata al tecnico Galeone (altro mister di spessore), raffigurante un antico vascello al centro della curva nord (in riferimento al cognome stesso del tecnico), ed un'altra meritevole di ricordo è un enorme maglia biancorossa con il numero 12 sulle spalle e la scritta “Facce entrà”. Nella seconda metà degli anni ’90 ed in questo periodo a seguire il grifo vanno davvero in tanti, nascono nuovi gruppi o si rinvigoriscono i già esistenti. Altri gruppi trainanti della curva sono gli “Ingrifati”, nati nel 1987 e provenienti perlopiù dal quartiere di San Sisto, con il loro caratteristico striscione raffigurante sullo sfondo il panorama di Perugia. Anch’essi su posizioni della sinistra estrema ed antagonista, pubblicano anche una fanzine che riscuote un discreto successo (Profondo rosso). In questi anni il gruppo stringe il fraterno gemellaggio con gli empolesi dei Desperados e con i genoani dei Vecchi Orsi - Ottavio Barbieri. Le origini del gruppo risalgono all'87, un periodo non felice per il Perugia, reduce dal doppio salto all'indietro dalla serie B alla C2, quando alcuni amici che frequentavano il Circolo ARCI di San Sisto (popoloso quartiere di Perugia), decisero di unirsi dietro uno striscione con la denominazione di "Inkazzati", per dare più colore alla curva nord e, più calore alla squadra che aveva appena vinto il campionato di quarta serie. Nel 1989, in serie C1, ebbero l'esigenza di trovare un nome che si addicesse ai più al loro temperamento, al carattere, alla voglia di emergere, e che rendesse l'attaccamento al Grifo. Nacquero cosi gli "Ingrifati", che a poco a poco diventarono uno dei gruppi trainanti del tifo in Curva Nord. Nel 1991, con l'arrivo di Gaucci, seppur in serie C1 il ritrovato entusiasmo della piazza ha portato alla nascita di molti gruppi e, benché gli Ingrifati potessero avvalersi di due anni di esperienza, ci furono diversi tentativi per metterli in disparte parte, fino al punto che ogni domenica si disquisiva animatamente su quale striscione appendere in curva e dove. Sempre nella seconda metà degli anni 90, con i biancorossi in A, nasce un nuovo gruppo nella nord quelli della “Brigata Ultrà” (primo striscione in caratteri gotici), gruppo che nasce dalla fusione nel ’94 di “Brigaden” e “Doddy Boys”. Il periodo è quello della risalita dalla serie C1 e quindi all'inizio del periodo d'oro dell'era Gaucci, dalla fusione di due preesistenti gruppi. Si è sempre contraddistinto per le idee dichiaratamente di destra dei suoi componenti, a differenza degli altri due gruppi storici già menzionati o dall'apoliticità dei 3M. Nonostante la predominanza del colore rosso sia nella curva che nella città, la Brigata ha mantenuto per 15 anni una propria fiera identità e un buon numero di esponenti. La sua presenza in curva è sempre stata l'ovvia causa di alcune fratture con gli altri gruppi. La curiosità di questa nuova realtà sta nel fatto che un gruppo tendenzialmente di destra fa capolino per la prima volta nella rossa curva nord (e tra i primissimi in Italia); Gruppo di stampo nazionalistico, sostiene la cultura italiana ed è tra i primi a seguire costantemente le partite della Nazionale; con una buona struttura organizzativa, convive più o meno pacificamente con il resto della tifoseria biancorossa, potendo contare su una bella sede e, novità assoluta per l’epoca, un pullman di proprietà con il quale erano al seguito della squadra in tutte le trasferte. Un bus personalizzato sul quale è impresso, sulla fiancata, l'effige del Palazzo dei Priori, monumento storico di Perugia. La “Brigata ultrà” si è sciolta nel luglio 2009, lasciando quindi in gradinata solamente i 2 gruppi più longevi.

Il gruppo delle 3M, nati nel 1991 all'inizio dell'era Gaucci col Perugia in serie C1, sono il gruppo che più ha cambiato la mentalità della curva perugina negli ultimi anni. Si sono sciolti qualche anno fa, sia per un mancato ricambio generazionale, sia perchè nelle ultime trasferte cui partecipavano c'erano parecchi ragazzini non in grado di difendere bene gli stendardi (infatti alcuni, di piccole dimensioni, erano stati sottratti dagli avversari). I pochi ultras rimasti non ritenevano decoroso per il passato del gruppo il mantenimento dello stesso. Il curioso nome deriva da una via del quartiere di Madonna Alta, situato tra il centro e il Curi, ovvero via Magno Magnini, vicino alla quale sorgeva il manicomio cittadino. Da qui il nome: Manicomio Magno Magnini, ovvero 3M. Fino all'anno scorso in curva c'era come già detto una forte frattura causata da motivi politici, e si avvertiva molto la mancanza dei 3M, un gruppo che ha sempre demarcato la sua distanza dalla politica (ne facevano parte membri di fazioni politiche opposte). Scomparsi da qualche anno anche “I jacobins” che è stato indiscutibilmente uno dei gruppi che più hanno lasciato il segno nella curva nord. La passione di questo gruppo, la determinazione e la propria fierezza hanno contraddistinto sempre questi ragazzi fino al momento del loro scioglimento. Come l'Armata Rossa, anche i Jacobins hanno portato nel nome un'identità precisa che non nascondeva anche un certo orientamento politico. Degli innumerevoli gruppi che si sono succeduti con alterne fortune negli anni passati questo rimane tra quelli più ricordati e forse amati dal popolo biancorosso. Fino a metà degli anni '90 la curva perugina poteva essere considerata una delle più rosse a livello nazionale. Il gruppo storico trainante è sempre stato l’Armata Rossa, che nel lontano 1978 prese le redini della Nord. C’erano altri gruppi che si potevano catalogare come satelliti, ovvero indipendenti dall’Armata, ma che comunque condividevano la stessa linea di pensiero. In quegli anni non si faceva politica vera e propria, ma era comunque palese il pensiero della Nord. Ci si riferisce ai cori, alle ideologie e quanto usato per il materiale dei gruppi (per esempio gli striscioni in cirillico). Con l’avvento dell’era Gaucci i risultati sportivi fecero da traino alla frequentazione della curva perugina. Questo comportò un notevole incremento di gruppi ultras, più o meno numerosi che comunque fecero della Nord una curva un po’ meno di sinistra. Due su tutti cambiarono un po’ la tendenza “politica” della Nord: i 3M e soprattutto la Brigata Ultrà. I primi erano apolitici e molto numerosi; i secondi invece erano meno numerosi ma dichiaratamente di destra. I due gruppi per la loro ampia composizione occuparono quasi metà della curva e da questo ne derivò una linea politica molto meno delineata. A parte qualche ovvio screzio tra la Brigata e i due gruppi principali e rossi della Nord la convivenza in curva si è quasi sempre mantenuta su livelli accettabili. La Curva Nord negli anni si è contraddistinta per l’impegno umanitario ed extracalcistico che l’ha fatta balzare agli onori delle cronache nazionali. Si ricordano le "gradinate antirazziste" in occasioni di alcune partite di serie A, un modo coreografico per bandire ogni forma di razzismo, e alcune sottoscrizioni che a seconda delle situazioni andavano ai più bisognosi. Il gruppo più impegnato nel sociale sono forse gli Ingrifati, che portano avanti un progetto umanitario per le popolazioni dell’America Centrale, gestiscono una palestra popolare e da anni sono contro la privatizzazione dello stadio Curi, vedendo in esso un mero progetto commerciale. Dopo il recente scioglimento della Brigata Ultrà, la Curva Nord è composta da soli 2 gruppi: Armata Rossa e Ingrifati. I risultati sportivi, la nuova gestione societaria e le pesanti restrizioni a livello nazionale hanno un po’ indebolito il numero degli affezionati e il cordone ombelicale tra la città di Perugia, la provincia e la sua curva ma comunque l’attaccamento, i valori ed i principi che hanno contraddistinto gli ultras del Grifo alla squadra ed alla città per anni e anni sono rimasti intatti, in attesa di periodi più esaltanti e pronti a esplodere.

La tifoseria perugina ha un gemellaggio attivo con tifosi genoani ed empolesi, (dalle connotazioni fortemente politiche), e nel passato anche con Ischia, Montevarchi e Fasano con cui rimane ora una bella amicizia. La rivalità più accesa è quella con la Ternana, cosa questa che va ben oltre i motivi calcistici, subito a seguire anche con Arezzo e Sambenedettese. Da non dimenticare però Siena, Salernitana (ex gemellati), Torino, Lazio, Verona, Fiorentina, Sampdoria e Atalanta e negli ultimi tempi si è riaccesa quella con la vicina Foligno.

In questa stagione le tessere staccate sono 2.062, uno dei punti più bassi degli ultimi anni, trend negativo confermato anche delle presenze medie allo stadio “Curi” che si sono attestate sulle 3.000. La gara con più spettatori è il derby con l'Arezzo con circa 4.000 spettatori.


 

       
Milan - Perugia 1996/97 Perugia - Ternana 2002/03
L' Armata per il 25ennale (2003) Ternana - Perugia 2004/05

 


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