LA PROSSIMA AVVERSARIA

 
 

VENEZIA

S.S.C. 1987

 

Società Sportiva Venezia calcio spa (2005)*

* Anno di adesione al Lodo Petrucci

 

 
Colori sociali: maglia nera con risvolti arancioverdi, calzoncini neri, calzettoni neri con bordi arancioverdi 

Sede via Mestrina 77, 30172 Venezia-Mestre


Stadio "Pier Luigi Penzo", Isola Sant'Elena, 30122 Venezia. Dimensioni (105 x 65) - Capienza 9.980
 
Sito internet: www.veneziacalcio.it

Venezia città 71.500 abitanti - area lagunare 270.000 - totale provincia di Venezia 305.000.

 

Abbonamenti: 

Stagione 2006-07: 3.773

Stagione 2007-08: 3.206

 

QUADRI DIRIGENZIALI

Presidente: Arrigo Poletti
Vice-presidente: Ugo Poletti 
Amministratore Delegato: Vincenzo Marinese 
Responsabie area tecnica: Andrea Seno 
Segretario generale: Leandro Casagrande
Comunicazione: Claudio Pea 
Marketing: Alessandra Pierobon 
Resp. sett. giovanile: Fabiano Speggiorin 
Allenatore: Francesco D'Adderio sub. alla 3^ a Favaretto, sub. alla 1^ a Corradini Allenatore in 2^: Paolo Favaretto
Prep. atletico: Marco Micheli
Resp. sanitario: Dott. Leonardo Beggio 
Fisioterapisti: Luigi Zanusso, Fabrizio Murtas 

 

LE ULTIME 6 STAGIONI



2001-02
Serie A 18° posto - Retrocede in Serie B - All. Prandelli - Buso - Magni

2002-03 Serie B 16° posto  - All. G. Bellotto

2003-04 Serie B 20° posto - All. Gregucci

2004-05 Serie B 21° posto - Retrocede in Serie C1 - All. Ribas - Glerean - Manzo - Fallimento, nasce la S.S. Venezia con Lodo Petrucci

2005-06 Serie C2/a 1° posto - All. Manzo - Di Costanzo

2006-07 Serie C1/a 4° posto - Eliminata in semifinale play-off dal Pisa - All. Di Costanzo


 

IL CALCIOMERCATO

 

 
Arrivi: Veronese (a76-Pavia), Zerbini (a79-Pizzighettone), O. Brevi I° (d.67-Torino), Antenucci (a84-Catania), Filippini (a87-Atalanta), E. Brevi (c70-Siena), Striatto (p86-Itala S. Marco), Pedrelli (d86-Verona), Pesoli (d80-Vicenza), Teoldi (d85-Lumezzane), Teso (c85) e Mateos (Brac80-Bassano)
 
Partenze:  Bono (c79-Lucchese), Florean (a81-Pergocrema), Mayer (d70-Canavese), M. Moro (a84-Torino), Melucci (d79-Ascoli), Piovesan (c75-Bassano), Pradolin (c83 svin), Quagliatini (a87 svin), Taccucci (d77-Monza), Caco (d86-Lumezzane), Marfia (c85) e Corradi (c81-Ivrea), Momentè (a87-Teramo), Pederzoli (d84-Crotone)

 

LA  ROSA 2007-08


 
Portieri: Aprea (77), Lotti (69), Striatto (86) 


Difensori: O. Brevi I° (67), Grighini (Arg. 87), Mei (81), Mandorlini (87), Pedrelli (86), Pesoli (80), Scatamburlo (78), Tedoldi (85), Teso (85
)

Centrocampisti: E. Brevi II° (70), Collauto (73), Mateos (Ger.80), Mattielig (80), Pradolin (80), Rebecca (83), Romondini (76)

Attaccanti: Antenucci (84), Filippini (87), Gennari (72), Poggi (71), Veronese (76), Zerbini (79)

 

 

 

PRO PATRIA - VENEZIA


Biancoblù, in serie positiva da quattro gare, in cui hanno conquistato sei punti, segnato due reti e subita solo una, alla caccia della vittoria che manca dalla trasferta di Cremona, in casa dalla prima giornata contro il Novara. L'avversario anche questa volta sarà di quelli tosti, il Venezia di Fulvio D'Adderio; una formazione che non nasconde certamente, le proprie ambizioni di promozione, come d'altronde altre in questo torneo.

La compagine arancioneroverde, era partita con l'ex secondo di Deschamps alla Juve, Corradini in panchina, ma dopo una sola giornata, con la sconfitta interna contro la Cremonese ha dovuto alzare bandiera bianca, con una soluzione pro-tempore affidata al secondo Favaretto, quindi l'ingaggio dell'espero Fulvio D'Adderio, tecnico con molta esperienza nel girone meridionale, sulle panchine di Giulianova e Foggia, per citarne due.

La formazione lagunare in questa stagione ha già conquistato 12 punti, che la collocano in quinta posizione con la sorpresa Foligno e Novara. Ha vinto tre gare, pareggiate tre e persa una, quella dell'esordio contro i grigiorossi di Mondonico; nell'ultimo incontro ha pareggiato in casa con il Foggia per 1-1, con rete di Veronese, ex bomber del Pavia.

Allo "Speroni", D'Adderio, proporrà il 4-4-2, con cui và in campo da quando ha preso le redini del Venezia, dovendo fare a meno di gran parte della difesa, per le assenze di Pesoli, per uno stiramento, oltre che di Grighini, Pedrelli fuori da tempo così come Teso. In bilico anche Oscar Brevi, per quello che è forse il giocatore più atteso, visto i suoi trascorsi burrascosi con la tifoseria biancoblù.......

Il tecnico del Venezia, deve quindi mischiare le carte, specialmente nel pacchetto arretrato, anche se non dispera di recuperare almeno uno tra Pesoli e Brevi.

Con ogni probabilità lo schieramento in campo vedrà alcuni giocatori fuori ruolo, gioco forza, per una squadra molto esperta, con diversi giocatori oltre i trent'anni; giocando spesso su ritmi compassati ed improvvise verticalizzazioni per le punte, che viaggiano quasi a ridosso della fascia.  In porta l'esperto Aprea, in difesa al centro i problemi sono legati alle condizioni di Oscar Brevi, che comunque domenica scorsa ha giocato, e Pesoli, come detto, a sinistra Scatamburlo, già incontrato con la maglia del Mestre negli anni scorsi, ed a destra Mei. Tra i papabili all'ingresso in campo Mandorlin, figlio del tecnico del Siena, oltre a Tedoldi, con quest'ultimo più probabile, nel ruolo di centrale difensivo, ma che può essere impiagato anche sulla corsia di sinistra. Elemento che Mr. Rossi, conosce molto bene avendolo avuto nelle giovanili del Lumezzane, portandolo all'esordio in prima squadra. 

Centrocampo che vede gli esperti Collauto e Romondini sugli esterni, rispettivamente a destra e sinistra. Elementi in grado di portare qualità e quantità alla manovra, con il secondo che spesso cerca la conclusione dalla distanza, con già due reti in stagione, di cui una su rigore. Reparto completato dal trentaseienne Ezio Brevi, fratello di Oscar, giocatore in grado di aprire il gioco e di contrastare, con Mattielig o Filippini al fianco. Ma D'Adderio potrebbe rivedere alcune cose spostando Romondini nel suo vecchio ruolo in mezzo e spostando Filippini sulla corsia esterna.

Alternative sono Mateos, prelevato dal Bassano, nelle fasi finali del calciomercato ed in predicato di vestire la maglia della Pro. Ruolo di rifinitore per Paolo Poggi, il quale negli ultimi tempi ha arretrato il suo raggio di azione.
In avanti la coppia formata dagli esperti Marco Veronese e Manolo Gennari; trentuno anni il primo e trentacinque il secondo. Due attaccanti che giocano molto larghi, pronti a sfruttare i lanci dalle retrovie ed i tagli dai centrocampisti, a quali offrono spazio per gli inserimenti centrali. Veronese, temibile nei sedici metri anche sui colpi di testa, è capocannoniere del girone con cinque reti, senza nessun rigore, per un attacco lagunare che ha segnato nove reti. Completano il reparto Antenucci, giocatore rapido e veloce, oltre a Zerbini, più un trequartista che una vera e propria punta, elemento di ottima tecnica, pericoloso sui calci piazzati, e che spesso viene inserito dietro i due attaccanti oppure sulla corsia di destra.

In trasferta gli uomini di D'Adderio hanno conquistato sette punti, tra i migliori come rendimento esterno con Padova, Cremonese e Cittadella; con due vittorie esterne ed un pareggio, nelle tre gare disputate, in cui hanno segnato quattro reti subendone solo una.

A livello statistico la Pro Patria, non batte il Venezia dalla stagione 76-77, quando i tigrotti vinsero entrambi i confronti, espugnando il "Penzo" per 1-2 alla 15^ giornata e vincendo in casa per 3-1. Sono passati ormai trent'anni......

 

LA STORIA

 
 
La nascita del Venezia Football Club, arriva esattamente 100 anni fa, il 14 dicembre 1907, quando, presso la "Trattoria da Nane", nei pressi di Campo San Bartolomeo, un gruppo di quindici atleti delle Società Sportive Marziale e Reyer diedero vita alla società calcistica.

Il primo presidente designato fu Davide Fano, che resse l'incarico fino al primo dopoguerra; come un pò ovunque nel periodo c'è la presenza di uno straniero, in questo caso lo svizzero Walter Aemissegger, che divenne il primo capitano della squadra. I primi colori ufficiali adottati furono il rosso ed il blu, con una casacca metà rossa e metà blù, che furono però sostituiti già nel 1908, con gli storici colori neroverdi. I primi allenamenti ed incontri si svolgono alle Chiovere, presso San Rocco, nella zona di Sant'Elena dove, nel 1913, venne poi inaugurato il campo di gioco ufficiale, intitolato a Pier Luigi Penzo.

Nel 1909 il sodalizio neroverde raggiunse la semifinale nazionale, per mancanza di avversarie in zona. Nel 1912 approdò invece alla finale nazionale del campionato, dove perse seccamente contro la Pro Vercelli dopo un doppio incontro concluso 6-0 a Venezia e 7-0 in Piemonte. Nel 1914-15 raggiunge le semifinali Nord, ma poi non và più oltre.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, l'attività calcistica a Venezia riprende con l'iscrizione nell'allora massima serie, dove passa ancora alle semifinali ma poi si ferma.Neroverdi ancora in Prima categoria, nel 21-22 dove si iscrivono alla scissionista campionato CCI. Nel 25-26 vince il girone D, del campionato di seconda divisione, passando in una categoria assimilabile all'attuale Serie B. Al momento dell'istituzione del girone unico di serie A, nell'annata 1929-30, il Venezia si trova nella seconda divisione, l'attuale serie B, dove, dopo aver conseguito il settimo posto in campionato; cambia denominazione in "Società Sportiva Serenissima", mutando anche il colore delle maglie che diventeranno rosso veneziano. Assume il nominativo di "Associazione Calcio Venezia", nellla stagione 1933-34, ritornando alle maglie neroverdi, con le quali retrocede dopo gli spareggi ma viene ripescata. Nell'annata successiva, rotola per la prima volta in serie C, con direttore tecnico il magiaro Imre Bekey, che gli anni precedenti aveva fatto molto bene a Busto e lo farà ancora in seguito. 

La società lagunare ha una veloce risalita, già al termine della stagione 35-36 ritorna in B e, nel campionato 1938-39 arriva anche la prima storica promozione in serie A. Nel 1940-41, il Venezia che ha in squadra il grande Valentino Mazzola ed in panchina Rebuffo, conquista il suo primo e finora unico trofeo nazionale, con la vittoria della coppa Italia il 15 Giugno del 1941, a spese della Roma, battuta per 1-0 al "Penzo", con rete di Ezio Loik al 72', dopo aver pareggiato l'andata 3-3.

La formazione del Venezia che vinse la Coppa Italia del 1940-41.

Fioravanti, Piazza, Di Gennaro, Tortora, Puppo, Stefanini, Alberti, Loik, V. Mazzola, Alberico - All. Rebuffo.

 

Il Venezia vincitore della Coppa Italia 1940-41 

 

Sulle ali dell'entusiasmo, i veneziani, si piazzano terzi in classifica alle spalle nell'ordine di Roma e Torino, nel campionato 41-42. Nel frattempo cedono con un grosso colpo di mercato, per il tempo,il fiumano Ezio Loik e il milanese Valentino Mazzola al Torino di Ferruccio Novo, per la cifra record di un milione di lire. Il terzo posto in quel campionato rimane il miglior piazzamento di sempre del Venezia nella massima serie.

Il campionato 42-43, si gioca a singhiozzi per la guerra con il Venezia che arriva al quattordicesimo posto finale.

Nel 1944, i neroverdi arrivano primi nel girone A, del Campionato Alta Italia, vincendo poi la finale di Zona Veneta, passa alla successiva griglia, che porta al terzo posto nel girone Finale del Campionato Misto Alta Italia. Arrivano ancora in finale di Coppa Italia, ma questa volta ha la meglio il Torino degli ex Mazzola e Loik per 4-0, nella gara secca di Milano. Centravanti Pernigo che poi vestirà la maglia della Pro in A.

Dopo l'interruzione dell'attività sportiva, a causa degli eventi bellici, i lagunari conoscono un periodo di crisi, retrocedono una prima volta dalla Serie A nel 46-47, risalgono l'annata successiva ma nel breve volgere di tre stagioni arriva la mesta retrocessione nella terza serie, avvenuta nella stagione 52-53. Serie C in cui i neroverdi militano sino alla stagione 55-56, quando salgono in Serie B. Nel periodo dall'Inter, prelevano la punta Enrico Muzzio dall'Inter, dopo un campionato in prestito al Pavia, con cui i lagunari nel campionato 57-58, sfioreranno la Serie A. Salvezza sofferta nella serie cadetta nel 59-60, ottenuta agli spareggi contro Monza e Taranto, ma che serve da trampolino di lancio per la promozione in Serie A nel campionato seguente sotto la guida del Commissario Straordinario Lorenzo Bettini e di Carlo Alberto Quario in panchina.

Nella massima serie nelle fila dei veneziani troviamo Giovanni Invernizzi, poi allenatore dell'Inter, oltre alla punta Pochissimo, il portiere Magnanini e la mezzala Raffin. Ottiene la salvezza con la dodicesima piazza.

 

Venezia in Serie A, stagione 61-62 

 


Nel campionato successivo, troviamo nelle file neroverdi il turco Can Bartu, noto per la potenza dei sui colpi di testa e Bruno Mazzia; la compagine veneziana però non ha molta fortuna e retrocede con ventidue punti e penultimo posto lasciandosi alla spalle il solo Palermo, con il Napoli a fare compagnia.

Nei successivi campionati in serie cadetta, cerca più volte la risalita nella massima serie ma senza successo; con un quattordicesimo posto nel 63-64 in porta Bubacco, in difesa De Bellis, in attacco Gennaro Rambone e Lucio Mujesan, oltre a Piero Sartore, che poi negli anni seguenti vestirà la maglia della Pro in B ed in C. Nel 64-65 arriva un tredicesimo posto con Camillo Achilli in panchina, in campo il portiere Vincenzi e in attacco Gaetano Salvemini, il tutto sotto la presidenza di Mario Gatto.

Ritorna in A, nel 65-66 con Segato in panchina e come giocatori Ferruccio Mazzola (II°), Dino D'Alessi e sempre Gaetano Salvemini in avanti.

 

Ferruccio Mazzola 


Inizia però subito una repentina discesa che porta, prima alla retrocessione in B, arrivato dopo il diciassettesimo posto in Serie A, al termine del campionato 65-66 con in formazione Benitez, Bubacco, Beniamino Cancian, Ferruccio Mazzola, Pochissimo e Bertogna. Scivola quindi immediatamente in Serie C, dopo aver perso gli spareggi contro Genoa, Perugia, Lecco e Messina, con Giorgio Giorgi alla Presidenza ed in panca Roberto Lerici.
Dalla stagione 68-69 fino alla 76-77 i lagunari rimangono in Serie C, cercando con alterne fortune la risalita; da registrare nel campionato 68-69 la cessione del mediano Nanni, al Verona, di cui diventerà una delle colonne negli anni settanta.

Stagione 70-71, i veneziani hanno alla presidenze Bruno Bigatton ed in panchina Enrico Radio, in porta si alternano il livornese Terreni ed lo scorzese Nevio Favaro, in attacco il duo Bellinazzi-Scarpa, entrambi della laguna.

L'incontro tra Venezia e Pro, del 13 dicembre si trasforma in una beffa per i tigrotti, già in crisi di loro. La gara si trascina sullo 0-0 in mezzo ad una nebbia fitta, con l'arbitro che all'80' decide di sospenderla, tra le ovvie proteste bustocche. Le due squadre ritornano in campo il sei gennaio, con i veneziani che s'impongono per 4-2. Una sconfitta che poi avrà un peso sul cammino della Pro, che si salverà solo per la miglior differenza reti nei confronti della Triestina. Un caso limite che i biancoblù, subiranno un'altra volta a Cremona, dove però erano in vantaggio con gara sospesa all''83!!! Lagunari che al termine della stagione arriveranno al quarto posto, distanziati però notevolmente dalle prime.

Sesto posto l'anno successivo, quarto nel 72-73 a due punti dal Parma promosso, terzo nel 73-74.

Nel 1974-75 alla guida dei neroverdi c'è sempre Bruno Bigatton che in panchina chiama Cesare Meucci, in squadra da diverse stagioni il centravanti comasco Bruno Bianchi a fare coppia con Dino Spadetto, dal Milan arrivano due giovani Walter De Vecchi e Emilio Trabalza che poi arriverà alla Pro, entrambi difensori di fascia.

Stagione 1975-76 in panchina Giuseppe Lupi, che aveva guidato la Pro in B, nella rosa ancora Walter De Vecchi, Nello Scarpa, Camozzo, dal Milan altri giovani interessanti come Lorini e Sartori, attuale d.s. del Chievo, oltre al centravanti Aschettino di Barra in provincia di Napoli ed il biondo Oscar Lesca per un decimo posto finale.

1976-77 campionato disastroso per i colori neroverdi che non si muovono quasi mai dall'ultimo posto in classifica, retrocedendo per la prima volta in Serie D. Rischia un altro clamoroso scivolone salvandosi solo per un punto. La risalita arriva nel 78-79, con il cambio di presidenza, Bruno Bigatton abbandona dopo essere stato per oltre un decennio alla guida dei neroverdi ed al suo posto arriva Vittorio Henirich, che chiama alla guida Umberto Rosa, per un breve periodo la stagione precedente sulla panchina della Pro in C. Il Venezia risale in C2 al termine del campionato, con il secondo posto alle spalle del Pordenone, con Beniamino Cancian in panchina, che sostituirà Rosa durante il cammino ed in squadra Lovato, centrocampista anche lui brevissimamente alla Pro.

Stagione 80-81 in panchina Dino D'Alessi giocatore ai tempi della Serie A, in una squadra formata quasi esclusivamente da lagunari, con Nello Scarpa ancora sulla breccia ed undicesimo posto nel girone B della C2.

Cambio di presidenza al via del campionato 81-82 con Pompeo Cesarini che sale in sella e Paolo "ciapina" Ferrario come allenatore, in campo l'estroso Walter Sabbatini, che poi arriverà alla Pro. Campionato che si conclude con la seconda mesta retrocessione in Serie D, per peggiore differenza di punti negli scontri diretti con Avezzano e L'Aquila.

Categoria da cui risale prontamente, vincendo con largo margine, più sette sulla seconda Contarina, ritrovandosi nuovamente in C2. Campionato 83-84, presidente Mazzuccato e allenatore Gianni Rossi, in campo l'estroso Capuzzo, Walter Malerba in mediana, Trevisanello come stopper ed in avanti Gaspare Uzzardi, per un piazzamento finale a ridosso delle prime; stagione che passa alla storia per la sonante vittoria interna per 7-0 contro la Brembillese, ma anche per la sconfitta interna per 0-3 nel derby contro il Mestre. Nella stagione 84-85 troviamo Francesco Guidolin nella rosa ed anche nella stagione seguente, con campionati di medio-bassa classifica.

Campionato di C2 girone B stagione 86-87, la prima giornata vede contrapposti a Busto, Pro e Venezia che pareggiano per 1-1; al 31' tigrotti in vantaggio con il difensore Vito Pocorobba, raggiunti al  45' da Mastini.

Estate del 1987, arriva la fusione con l'Associazione Calcio Mestre, avvenuta sotto la presidenza Zamparini; il quale, iniziò la sua "carriera" da presidente, investendo nella Vergiatese, perchè proprio nella cittadina tra Busto Arsizio ed il Lago Maggiore, ha da oltre 25 anni la sua residenza, proprio dove aprì il primo dei suoi "Mercatoni Zeta", portando la squadra locale dalla II^ categoria, sino all'Interregionale, salvo poi mollarla, per passare al progetto "Venezia-Mestre".

Zamparini decide di unire la storica squadra lagunare, Venezia, con quella della terraferma il Mestre, due società che da anni languono in C2, senza particolari progetti, spesso e volentieri alle prese con gravi problemi finanziari, specialmente i neroverdi lagunari.
 
Mestre, nata ufficialmente nel 1929, con la fusione di due diverse realtà locali, Calcio Mestre e Spes, con maglia arancione e bordi neri, aveva visto come punto massimo una volta la Serie B, nel campionato 46-47, con denominazione Mestrina.

La società della terraferma, viaggia poi sempre tra Serie C e D, cambiando più volte denominazione da Mestrina a A.C. Mestre. Vivendo un momento di fulgore nel campionato 81-82 quando viene promossa in C1, dopo aver vinto il girone C di C2 con Giorgio Robazza alla presidenza, Eddy Sartori come direttore sportivo, Giorgio Rumignani in panchina, con in formazione il portiere Cappellesso, i difensori Trevisanello, Garbin, Groppi, Corò; a centrocampo Ballarin, Tonetto, Moro e Vio, guidato da Roberto Lenarduzzi, allo Pro nella stagione 85-86. In avanti Luciano Speggiorin. il bomber Rombolotto (10 reti) e Cavaglià. Stadio "Baracca" di Mestre che si riempe arrivando anche a punte di 10.000 unità, nelle gare più importanti.

L'annata successiva 82-83, con il confermato Rumignani in panchina, con gli arrivi di Garaffa e Da Re, sempre guidati da Lenarduzzi a centrocampo, gli arancioneri partono bene mai poi hanno un girone di ritorno in netta flessione, concludendo la stagione con il ritorno in C2, accompagnati proprio dai tigrotti con cui pareggiano l'ultimo incontro della stagione a Mestre, per 1-1; biancoblù in rete Evert Skoglund (I°).

 

Una formazione del Mestre in C1, stagione 1982-83 

 

Cercano la risalita immediata nel 83-84, con in squadra il giovanissimo Andrea Cecotti, il quale in diciannove presenze segna tre reti. Squadra inizialmente affidata a Carlo Facchin poi a Livio Fongaro che la conduce al terzo posto a tre lunghezze dal Piacenza, seconda in classifica e promossa con il Pavia. 

Sopravanzando il Venezia con cui ritorna il derby, giocato davanti ad un'ottima cornice di pubblico, in entrambe le gare pareggia  in casa per 0-0 e vincendo al "Penzo" per 3-0. In una stagione in cui il Mestre, infila anche altre vittorie roboanti in trasferta come il 4-1 alla Biellese e soprattutto il 6-1 al Pordenone; ma anche in casa non scherza con due 5-2, il primo alla Brembillese, mentre il secondo ancora al malcapitato Pordenone che in due gare dagli arancioneri si vede infliggere la bellezza di 11 reti.

Nell'85-86 il Mestre si piazza a centro classifica, chiudendo l'annata con Edy Reja, attuale tecnico del Napoli. Nella stagione 86-87, Robazza cede il passo a Luciano Scatamburlo, che chiama in panchina Franco Fontana per cercare la scalata alla C1. La squadra presentava tra i pali Cappellesso, in difesa l'ex trevigiano Zavarise con Intropido e Bazeu; a centrocampo Tassiero, Cisco. In attacco, quello che il meglio della categoria poteva offrire al periodo come Ori, Bressani, Giuseppe Folli e Guiotto. Giunge solo un terzo posto che in pratica mette fine alla storia dell'A.C. Mestre.

Il Mestre cercherà di ripartire dai campionati dilettanti, salendo fino alla C2, nel campionato 95-96, rincontrando la Pro nelle stagioni 96-97 e 97-98, campionati in cui i mestrini si piazzeranno a centroclassifica. Nel periodo in campo Manuel Spinale (Mantova) a centrocampo. Ultimo colpo di coda del Mestre nel campionato 2000-01, nel quale cercheranno di contrastare la Pro, alla ricerca di un posto nei play-off. Terzo posto finale con inizialmente Dino D'Alessi in panchina, poi Maurizio Costantini. In squadra Mattia Biso, Manuel Arrieta, Tabbiani, Floccari il portiere Cima, ma soprattutto il talento del buranese Stefano Polesel che in 28 gare segna 13 reti. Un talento puro, che come molti altri ha poi preferito altre vie. Presente anche Scatamburlo, nell'attuale rosa del Venezia. Arancioneri che arrivano ai play-off, dove in semifinale superano la Pro Vercelli, vincendo in Piemonte 1-2 e perdendo in casa con lo stesso punteggio, ma che vale lo stesso l'approdo in finale dove incontra la Triestina, perdendo entrambi i confronti per 2-0. 

Nel 2001-02, arriva Galderisi in panchina, in sostituzione di Costantini, il quale poco dopo ritorna in sella, con la rosa degli anni precedenti confermata, a cui si aggiunge anche Lorenzo Severi, per un brevissimo tempo di passaggio nella "Berretti", biancoblù.

Stagione 02-03, crollo della compagine arancionera che retrocede in Serie D, perdendo i play-out contro la Pro Vercelli. Una retrocessione che porta al fallimento della società.
 
Zamparini, nell'estate del 1987, con grande sforzo, riesce a mettere insieme le due compagini, Venezia e Mestre dando il via al progetto "Venezia-Mestre", con maglia nera e bordi verdi-arancio che richiamano i due precedenti sodalizi. Convinto delle potenzialità della piazza, con un occhio inizialmente più attento al Mestre. L'operazione non è certo indolore e provoca come ovvio, un'iniziale crisi di rigetto in entrambe le tifoserie con diversi tensioni che si protrarranno per diversi anni. Il primo anno la società, allo stadio "Baracca" di Mestre, mentre un gruppo di vecchi soci e sostenitori dei neroverdi, cerca di rifondare una società che arriverà a salire fino all'Interregionale nel 90-91, con il nome di Calcio Venezia e campo di gioco nello storico "Penzo". Ottenendo una sofferta salvezza, ma che non servirà alla sopravvivenza del club che nell'estate del 91, scompare.

Il nuovo sodalizio "Venezia-Mestre", conquista al primo tentativo la promozione in serie C1, trovando il suo battesimo proprio a Busto Arsizio, contro una delle peggiori Pro di sempre, quella della stagione 87-88, che poi porterà al tracollo fino all'Eccellenza.

2-1 il risultato finale, con vittoria beffa al 92' per gli ospiti, che avevano in porta l'ex Roberto Dore, un'ottima rosa con Ori e Guiotto dal Mestre, Lomanno (ex Omegna), Frascella, Marchetti, gli esperti Giuliano Fiorini, bomber implacabile, Attilio Sorbi a centrocampo, Pederzoli, il giovanissimo Michele Serena, guidati dalla bandiera della Serie A, Ferruccio Mazzola. Al termine della stagione i neroverdiearancio salgono in C1.

Zamparini mette l'esperto Gianbattista Fabbri come responsabile tecnico, in squadra l'ex difensore di fascia biancolù Felice Tufano, oltre a veri e propri marpioni della categoria come Claudio Bencina a centrocampo, in avanti Angelo Crialesi e Raffaele Solimeno con un decimo posto finale.

Nell'estate del 1989 riassume la denominazione di Associazione Calcio Venezia, suscitando non poche polemiche sia a Mestre che a Venezia.

Stagione 1989-90, parche con Antonio Pasinato in panchina alla ricerca della promozione, fermandosi al quarto posto, con Sabadini alla guida nel finale di stagione.

Nel 1990-91, Zamparini pesca dal Baracca Lugo (C2) l'emergente Alberto Zaccheroni e lo mette in panchina, con il fido Baffoni come preparatore atletico, con una rosa che vede  Paolo Poggi (ancora al Venezia), Armenise, Bosaglia in porta, Fasce sulla sinistra, Filippini, Frascella, Lizzani e Bertoni in difesa, centrocampo con Renzo Gobbo in attacco Zanin, Marco Rossi, Fiorio e Civeriati. Arriva il ritorno in serie B, nello spareggio di Cesena, vinto per due reti ad una contro il Como di Bersellini, che presenta in squadra Pedone ed Andrea Seno che poi saranno al Venezia. Il secondo è l'attuale responsabile dell'area tecnica dei lagunari.

Nella serie cadetta, Zaccheroni è confermato in panchina ma inizierà uno storico rapporto conflittuale con Zamparini, coppia d'attacco di livello con Enio Bonaldi e Sasà Campilongo (attuale allenatore del Foggia). In porta Massimiliano Caniato, alla Pro sul finire di carriera con scarsa fortuna, ma che in laguna avrà il suo miglior periodo, Marco Del Vecchio, Di Già, De Patre, Maiellaro e Pietro Mariani, padre di Jacopo che alcune stagioni fa provò la carriera di calciatore nella Pro, tra C2 e C1. Stagione chiusa all'undicesimo posto, con cambio di panchina con Peo Maroso, per poi far ritornare ancora Zac.

Stagione 93-94, attacco con Cerbone, Carruezzo, Campilongo, Petrachi, oltre a Dal Moro, Servidei con un bel gruppo della nostra zona formato da Tomasoni, Paolo Vanoli, Mirco Conte e Bosaglia, guidati dal varesino Peo Maroso; con sesto posto finale in B.  

Campionato Serie B 1994-95, nel Venezia troviamo un trio biancoblù Tramezzani, Ambrosetti e Mazzantini, oltre a Willy Pittana, Tentoni, Centurioni, Barollo ed un certo Christian Vieri che raccoglie 29 presenze con undici reti. Nono posto finale con panchina caldissima tra Maifredi, Ventura-Bui, Geretto, Ancora Ventura ed infine Rossi-Geretto.

95-96 in porta Flavio Roma (da anni al Monaco nel campionato francese),  Valeriano Fiorin, Mirco Sadotti, Fogli e due ex biancoblù, in porta Andrea Mazzantini ed a centrocampo Beppe Scienza. Tredicesimo posto in Serie B, con Bellotto che sostituisce Pippo Marchioro alla 9^ giornata.

Stagione 96-97, attacco Polesel, Andrea Silenzi, Davide Pellegrini (II°), Claudio Bellucci (ex Bologna ora Samp), in porta Landucci, a centrocampo con Zironelli, Cristiano Zanetti (Inter e Juve), oltre a Dario Passoni (Inter, Chievo, Livorno, Siena, Uralan Elista).

Dopo sette stagioni in cadetteria, con Zamparini che divora allenatori, il Venezia, guidato in panchina da Novellino, riconquista la serie A dopo trentun anni di assenza, nel giugno del 1998, grazie al secondo posto ottenuto dietro alla Salernitana.

Nella rosa Stefan Schwoch con 17 reti, poi Pavan, Miceli, Dal Canto, Gregori, Luppi e con due presenze anche Bazzani.

Buon piazzamento nella massima serie, nella prima stagione, dove giungono undicesimi, con Fabian Valtolina titolare fisso con 29 presenze e tre reti, di cui una che in pratica regala la certezza della salvezza, alla 31^ giornata nel derby con il Vicenza al "Menti", andando in rete all'89' per l'1-2 finale. Altra rete decisiva alla 15^ giornata, in Venezia-Empoli 3-2, chiusa nel primo tempo sotto di due reti. "Valto" dà il via alla rimonta con una rete 56'. Terza ed ultima rete alla Sampdoria, ma ininfluente sul risultato. Nella rosa Taibi, Carnasciali, Pistone, Pippo Maniero, ma soprattutto da Gennaio l'arrivo del "Chino" Recoba, che lega subito con Novellino, non per niente se lo è ripreso al Torino, quest'anno. Diciannove presenze, undici da titolare con 10 reti, che sono decisive per la salvezza degli arancioneroverdi.  

Retrocedendo però nell'annata seguente, 1999-00, partendo con Spalletti come allenatore, quindi Materazzi e poi Oddo; Valtolina sempre innamovibile con 31 presenze e quattro reti, Sergio Volpi, Beppe Iachini, Luppi, Pippo Maniero, Ganz e Bettarini. In squadra gli stranieri Nanami dal Giappone, il portiere austriaco Konsel, che si alterna in porta con Casazza, lo slavo Petkovic, il brasiliano Bilica, lo scarto del Milan N'Gotty, e con spezzoni Ibertsberger e Rukavina.

E' Cesare Prandelli nel 2000-01 a riconquistare la massima serie, con ancora Fabian Valtolina protagonista con 28 presenze e quattro reti, altri protagonisti sono Bettarini con 34 presenze e cinque reti, Bazzani, Di Napoli, Maini, Maniero, Brivio e Conteh.

In Serie A, però i lagunari sono protagonisti di una stagione sfortunata, culminata con l'ultimo posto in graduatoria con in porta Generoso Rossi, che subisce 56 reti in 31 gare. Valtolina conclude la sua esperienza in laguna, passando alla Sampdoria, con 24 presenze, di cui sei da titolare e sedici entrando dal campo, con una rete. In panchina Cesare Prandelli viene poi sostituito dalla coppia Sergio Buso-Alfredo Magni. Intanto il progetto zampariniano, naufraga sulla costruzione del nuovo stadio di "Tessera"; uno stadio da circa 30.000 persone, che doveva sorgere sulla terraferma, con centri commerciali ed altro. Zamparini comincia a staccarsi dalla società, cedendo le redini al d.s. Vigoni e come A.D. Alessandro Castellini.

Nel 2002-03 l'allenatore è Franco Bellotto, in rosa anche l'ex tigrotto Luca Ceccarelli, che però non trova praticamente spazio; pescando però il brasiliano Amantino Mancini a gennaio.

Il resto è storia recente, 2003-04 con la presidenza Dal Cin, con una salvezza sofferta sul campo con l'ex difensore della Lazio, Gregucci in panchina, fino al triste fallimento dell'estate 2005, inframezzato dal "caso Maldonado", che porta alla retrocessione in C1 dei genoani. 

Arriva il salvataggio del titolo sportivo, grazie al Lodo Petrucci, da parte della nuova proprietà, costituita dalla famiglia Marinese, dai fratelli Poletti e Brugnaro, ripartire dalla C2, con la nuova denominazione di Società Sportiva Venezia. Con Nello Di Costanzo vince subito il campionato, con in rosa molti giocatori veneziani o quanto meno lagunari; la scorsa stagione, sempre con Di Costanzo in panchina, raggiunge i play-off dove in semifinale viene eliminata dal Pisa, sconfitta interna per 1-0 e 3-1 in Toscana.

 

GLI EX

 

Si comincia subito bene, con il mitico Imre Janos Bekey, allenatore ungherese di fama internazionale, già alla guida dell' M.K.T. di Budapest, una delle più importanti squadre magiare del tempo e di tutta Europa, dove aveva giocato da centromediano, vestendo anche la maglia della nazionale. 

A Busto fu il primo vero allenatore della storia della società. Incarnava in pieno lo spirito austro-ungarico, che ancora aleggiava sull'Europa del tempo, era un tecnico scrupoloso, severo, rigido nell'applicare la disciplina sia in campo che fuori; ma soprattutto era un vero appassionato al gioco del calcio, con alcune idee innovative, che guardava già con molto interesse alla preparazione atletica dei calciatori, trovando in questo una valida sponda alla Pro, con Carlo Speroni, campione del mondo ed olimpionico di marcia, al tempo preparatore atletico dei tigrotti.

Il suo arrivo alla Pro, non passò certamente inosservato, sia per la valenza del nome, sia perchè fu fonte di un profondo dissidio societario, che provocò una scissione tra i membri del consiglio, che ritenevano superflua la spesa per un allenatore, lasciando in pratica il solo Presidente Marcora, con il Dott. Caimi e pochi soci di minoranza a mandare avanti la società. Alla Pro fu una vera propria istituzione, allenando e costruendo un vero e proprio settore tecnico sia negli anni della Divisione Nazionale (l'attuale Serie A) che in seguito in B ed in terza serie, per una decina d'anni in biancoblù seppure in epoche diverse. A Venezia fu allenatore per una sola stagione nel 34-35 in Serie B; da segnalare che il tecnico magiaro allenò tutte e tre le squadre venete con la V, Vicenza, Verona e Venezia.Nel Venezia che nel 1944 raggiunge la finale di Coppa Italia troviamo, troviamo l'attaccante Pernigo, poi bomber della Pro in Serie A tra gli anni 40 e 50

 


Venezia in finale Coppa Italia 1944, con il pallone in mano, Pernigo

 

Si passa ad un altro bomber, di quelli che fecero impazzire di gioia il vecchio comunale di via Cà Bianca, Enrico Muzzio. Un nome che da solo scalda ancora gli aficionados storici dei biancoblù. Uno dei migliori centravanti che ebbe la Pro negli anni 60. Parte nelle giovanili dell'Inter poi Pavia, quindi un biennio a Venezia nel 56-58, dove viene mandato in prestito alla Novese, quindi ritorno in Laguna, dove sfiora il salto in Serie A, Casale e quindi finalmente in biancoblù, dove rimane quattro stagioni dal 1960 al 64, tutte in Serie B. Attaccante difficile da controllare, con grande senso del goal. Due reti il primo anno, ma in sole 12 presenze, quindi 17 la seconda stagione, metà del bottino complessivo dei tigrotti in 32 partite. Favolosa ed indimenticabile la cinquina al Parma; si letto bene cinque reti tutte da solo in un solo incontro. La prima rete ad inizio gara su punizione, poi per un'ora si dimenticò della rete avversaria, per svegliarsi negli ultimi 19' di gioco, con un poker, l'anno successivo sempre tigrotto 36 presenze e 12 reti in serie cadetta nel 63-64, che poi lo portano in Serie A, direzione Spal.

Il bomber Enrico Muzzio, con la maglia della Spal 

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Sartore con la maglia del Venezia e della Pro

 

Sempre punte, con Piergiorgio Sartore che la Pro preleva proprio da neroverdi nel campionato 64-65 in Serie B. Una sola stagione sotto le insegne di San Marco, mentre a Busto sono due le annate; l'ultima della Serie B nel 65-66 e poi nel 66-67 in C entrambe con 9 reti, prima di tornare nella serie cadetta con il Novara. Nel 74-75 al Venezia arriva, Emiliano Trabalza jolly difensivo scuola Milan, per lui 19 presenze ed una rete, passando poi alla Pro nel novembre del 76 , dove rimarrà tra infortuni muscolari vari fino al termine della stagione 77-78, con complessivamente 34 presenze, 14 nel primo campionato.

Stagione 1976-77, sulla panchina veneziana siede Giuseppe Lupi, che aveva guidato la Pro in B, dopo il periodo glorioso di Piero Magni.

Allenatore della Pro, nel 77-78 è lo sfortunato Paolone Barison, che morirà tragicamente in un incidente d'auto sulla Mi-Ge, all'uscita di Andora, coinvolgendo anche Gigi Radice. Barison, fu l'attaccante centrale dei veneziani nel 54-55.

Nel Venezia che vince il campionato di Serie D, nel 78-79 troviamo due ex inizialmente in panchina Umberto Rosa, per un breve periodo sulla scottante panchina biancoblù nel 76-77; in campo Lovato, veneziano, alla Pro nel 77-78 in C, arrivato dalle giovanili del Milan, per lui sette presenze e due reti.

Al "Penzo", nella stagione 81-82, in C2, gioca l'estroso Walter Sabbatini, giocatore di grande tecnica e talento, ma senza la necessaria volontà di essere atleta e calciatore. Con i neroverdi raccoglie 27 presenze e due reti. Alla Pro arriva nel campionato 83-84 in C2, precampionato stellare, in un'amichevole con l'Inter, fa impazzire Bergomi, Collovati e Bagni; da cineteca la sua azione prolungata sulla fascia destra, con doppio dribbling a rientrare che manda a terra Bergomi e Bagni. Lo farà ancora diverse volte in partita. In campionato si dimostra discontinuo, raccogliendo 28 presenze ed una rete.

Venezia 83-84 in C2, uno degli attaccanti è Gaspare Uzzardi con 32 presenze e 4 reti, A Busto sarà il secondo di Mario Beretta. Il laterale di spinta Tufano (63) nella Pro in C2 nel campionato 85-86 con 28 presenze ed una rete mentre con i lagunari in C1 9 presenze nell'88-89. Roberto Dore, portiere sardo (di Gonnostramatza in provincia di Oristano) della sfortunata stagione in C1 82-83, con 15 presenze, risulta il primo portiere della squadra veneta della fusione zampariniana e nel vittorioso campionato di C2 87-88 giocando da titolare con 34 presenze e solo 20 reti subite. 

Roberto Dore, con la maglia della Pro in C1 stagione 82-83

 

Massimiliano Caniato alla Pro nel biennio 2000-02, proprio a Venezia, dove approdò dall'Inter, ebbe il periodo migliore della sua carriera con 48 presenze complessive in Serie B, nei campionati 91-92 e 92-93. Nell'89-90 in Serie C il centravanti dei lagunari è Riccardo "bobo" Gori, con 24 presenze e sei reti. Alla Pro nella stagione 95-96 10 reti in 26 presenze.

Il trio Tramezzani, Ambrosetti e Mazzantini, nel campionato 1994-95 in Serie B, con Ambrosetti che raccoglie 18 presenze e mettendo a segno 3 reti. Tramezzani, invece, arriva a Novembre raccogliendo 16 presenze e 10 nella stagione successiva, quando poi si trasferisce a Cesena sempre nel calciomercato autunnale. Entrambi schierati sulla stessa corsia esterna con Tramezzani terzino fluidificante ed Ambrosetti ala. 

Un giovane Paolo Tramezzani, con la maglia dei lagunari 

 

Nel 95-96 troviamo Beppe Scienza titolare con 36 presenze, il quale poi chiuderà la sua carriera a Busto, in C2 nel 2000-01, con più ombre che luci.

Valtolina, è stato un vero idolo dei supporters arancioneroverdi per le grandi partite disputate in Serie A e B, per quattro stagioni complessive con un ottimo triennio nella massima serie, lasciando un ricordo importante sia per la serietà, sia per l'impegno sempre dimostrati, che per l'abilità tecnica e la velocità che spesso hanno fatto la differenza. Nel Venezia  nei campionati 98-99 (Serie A, 29 presenze e 3 reti), 99-2000 (Serie A, 31 presenze e 4 gol), 2000-01 (Serie B con promozione in A, 28 presenze e 4 reti) e 2001-02 (Serie A, 24 presenze e 1 rete). Per un totale complessivo di 112 presenze e 12 gol, di cui 84 partite ed 8 gol in A, e 28 incontri e 4 reti in B, diventando uno degli idoli della curva di casa la Morosini, con reti significative nella storia del club veneziano.

Luca Ceccarelli, invece è stato una vera e propria meteora in laguna in Serie B, dove arrivò dall'Inter, che lo aveva prelevato dal fallimento della Fiorentina di Cecchi-Gori, nella stagione 02-03, senza raccogliere un solo gettone di presenza, passando poi a Gennaio alla Fermana in C1. Per ultimo l'attuale allenatore degli Allievi nazionali della Pro, Francesco Frascella, per anni difensore del Venezia-Mestre.

Con il Mestre senz'altro da ricordare Andrea Cecotti, che con gli arancioneri, ebbe in pratica la sua prima vera stagione, dopo le presenze in A, con l'Udinese, raccogliendo poco più che ventenne 19 presenze e tre reti.
Altro ex con i mestrini Roberto Lenarduzzi (53), 58 presenze e 4 reti, tra C2 e C1, nel biennio 81-83; in biancoblù nel campionato 84-85 in C2, con 28 presenze.

Non è propriamente un ex ma il veneziano di nascita ma residente mestrino Tommaso Rocchi (19.9.77), cominciò proprio la sua carriera da professionista. nella Pro Patria, stagione 96-97 con 27 presenze e 6 reti, a soli diciannove anni.

 

L'ESORDIO DEL VENEZIA-MESTRE ALLO "SPERONI"

 
Busto Arsizio, 20 Settembre 1987, stadio "Carlo Speroni"
 
Pro Patria: Mazzantini, Federico, Cecotti, Morassuto, Tumiati, Tibaldo, Fazio (65' Diana), Bollini, Onorini, Marino, (89' Pessina), Giandebiaggi.

In panchina: Bucci, Obbedio, Diana - All. Pierangelo De Bernardi.

  

Venezia-Mestre: Dore, Pevarello, Pederzoni, Favaretto, Frascella, Ori (70' Beghetto), Zanuttig (46' Lomanno), Restelli, Guiotto, Mantovani, Marchetti.

In panchina: Bianchet, Valle, Serena - All. Ferruccio  Mazzola (II°)

 

Arbitro: Sig. Cirotti di Roma

Marcatori: 24' Onorini (P), 47' Marchetti (VM), 91' Pevarello (VM)

 
Cronaca: una Pro garibaldina, sorprende in velocità un Venezia-Mestre ben più compassato. Il grande ritmo dato dai giovani tigrotti frutta il goal di Onorini ed un paio di occasioni che Marino e Giandebiaggi non riescono a sfruttare. Gli ospiti, una vera corazzata per la categoria, con l'ex Dore in porta, stanno a guardare poi nella ripresa approfittano del calo dei biancoblù e della loro inesperienza, infatti a tempo abbondantemente scaduto un errore in area da via libera a Pevarello che, indisturbato realizza.
 
A distanza di venti anni impressiona la rosa dei tigrotti, veramente in linea verde. In porta il diciannovenne Andrea Mazzantini, poi al Venezia in B, ma anche con le maglie di Inter, Ancona e Perugia in Serie A. Secondo portiere Luca Bucci (Parma, Torino, Perugia e Nazionale) all'epoca 18enne, per quell'unica sua presenza con i tigrotti. 

Andrea Mazzantini, in neroverdearancio

Difesa con Federico, Ceccotti i più anziani, rispettivamente 24 e 25 anni, al centro due prodotti del vivaio il bustocco Massimiliano Tumiati ed il legnanese Fabione Tibaldo, vent'anni il primo e sedici appena compiuti il secondo !!!

Centrocampo con Dino Morassutto, altro ragazzo del vivaio diciassette anni e mezzo con Onorini (27), Fazio (23) e Bollini (21) oltre a Giorgio Diana (22). In avanti la bellissima coppia Umberto Marino (19) e Marco Giandebiaggi (18) oltre "all'esperto" Pessina (25). In panchina Giacomo Diana (18), anch'esso dal vivaio, il forte Obbedio, altro diciottenne che inspiegabilmente, non trovò mai posto in prima squadra, facendo furore invece nella "Berretti". Un vero mistero, considerando poi i numerosi campionati di alto livello di B e C1, che disputò in seguito.   

Una formazione Primavera, più che una squadra da C2, che schierava un sedicenne al centro della difesa ed in avanti una coppia forte, ma alla primissima esperienza di calcio vero. Marino in seguito vincerà diversi campionati di C1, andando spesso in doppia cifra, "il Giande", sarà una delle colonne di Parma, Cremonese e Verona tra A e B.

Resta il rammarico, oltre ovviamente alla scomparsa di Cecotti, per quello che poteva essere quell'imbarcata di giovani di qualità, se solo avesse avuto una società alle spalle, tenendo conto che sino alla fine del girone di andata era pienamente in corsa per la salvezza, ma quell'anno la fortuna aveva deciso veramente di guardare da un'altra parte.

Da segnalare nella panchina degli ospiti la presenza di Michele Serena, al tempo anche lui giovanissimo, poco più che diciassettenne, poi in forza a Juve, Fiorentina, Sampdoria, Atletico Madrid, Parma ed Inter. 

 

UN OSCAR......

 

Ovvero, storia di un amore troncato sul nascere e che finisce male. 
Per carità grande giocatore di temperamento uno di quelli che da solo vale, meglio valeva, data l'età attuale, una squadra; uno che ha il puro spirito del tigrotto, che avremmo voluto vedere molto volentieri con la nostra maglia; uno che a trentatre anni concludeva il campionato di C1, con il Lumezzane e che ha toccato la serie A la prima volta a trentacinque anni suonati in Como-Empoli 0-2. E la scorsa stagione a trentanove primavere l'ha riassaggiata con il Toro, di cui è diventato anche capitano.

Nel 95-96 era tra i papabilissimi a diventare uno dei ragazzi di Mario Beretta, e probabilmente quell'anno avremmo visto un altro campionato, sarebbe sicuramente diventato un beniamino, invece non fu così. Non bastarono i buoni rapporti con Caravatti e la sua lunga esperienza a Gallarate per quattro anni, l'anno prima con Mario Beretta al Corsico......

Già Corsico, nasce tutto da lì, da quel sabato pomeriggio del 19 Novembre 94, in quel campo sportivo alle porte di Milano, per il campionato di CND, 94-95. La Pro di Venturini, si presenta sul terreno di gioco, con trbunette a ridosso del terreno di gioco, contro quella che era indicata come una delle candidate al salto di categoria, in squadra Terni, Brevi, Comi e molti altri che faranno strada, tra cui un certo Mario Beretta in panchina. Gran gioco dei padroni di casa, ma la Pro garibaldina risponde benissimo e mette in difficoltà i padroni di casa, Salzano para un rigore, poi Caso segna, mentre i circa 200 tifosi biancoblù incitano a gran voce la squadra, in uno stadio in cui praticamente non c'era nessun altro. Spicca in campo un giocatore dai pochi capelli, grintoso, roccioso ed incazzoso come pochi, tutti a rimirarlo e strappa anche applausi ai tifosi biancoblù, lui invece capisce male, o è proprio il caratteraccio che si porta dietro, così prima della mezz'ora di gioco passa proprio sotto il settore sotto i tifosi della Pro, e si mette a tirare zolle e sassi dal campo, come se piovesse. Da lì in avanti è una guerra continua, anche se nella ripresa và per breve tempo sulla fascia opposta. Al raddoppio biancoblù, con Aquilante, diventa delirio e Oscar Brevi diventa ancora più un bersaglio. Partita che in pratica diventa solo un match, Oscar Brevi-tifosi Pro. Al rigore di Comi che accorcia le distanze, Brevi riporta subito palla in mezzo, provocando vistosamente i tifosi della Pro ed incita i compagni a dare tutto nel rush finale.

Triplice fischio finale in campo, Corsico- Pro 1-2, con Brevi che fa gestacci e invita i tifosi ad aspettarlo fuori. Ovviamente i tifosi della Pro accettano, per un paio d'ore abbondanti, l'uscita del campo sportivo di Corsico è presa d'assedio. Poi "il simpatico" Oscar, viene fatto uscire da un'altra parte.

Il Martedì successivo dalle colonne della Gazzetta dello Sport, il delirante sproloquio, da vero "premio Oscar" di Capozucca, al tempo d.s. dei milanesi, che accusava i tifosi della Pro di aver tentato di dar fuoco al locali dell'antistadio ed al bar dell'impianto.

Nell'estate del 95 tra Busto e Gallarate si và verso la più completa collaborazione calcistica, arriva Beretta, molti degli arrivi sono assisti da Capozucca che ha un feeling stretto con Caravatti. L'arrivo che ci si aspetta allo "Speroni" è lui Oscar Brevi, nonostante tutto, sarebbe perfetto. Arriva invece una doccia gelata, per una serie di ripicche,  finisce a pochi chilometri a Solbiate, con Garavaglia. Il 17 Dicembre 96, và in scena Solbiatese-Pro Patria, il "Chinetti", è tutto biancoblù con oltre un migliaio di persone. Chinetti che come impianto, ricalca molto quello di Corsico, con tribune a ridosso del campo. Pronti via e parte subito una nuova guerra con Brevi, che comincia a menare botte e falli a chiunque, un paio di risse in campo, mentre sugli spalti gli animi sono sempre più accessi, all'ennesimo fallo "da Oscar", l'invasione sembra ormai cosa fatta, ma poi torna la calma. Sarà guerra per tutto l'incontro, con decine di persone che sia sotto la tribunetta centrale che lungo lato opposto, insegue Brevi ovunque vada. E lui, dal campo, non le manda certo a dire. Anche a fine partita quando dopo il triplice fischio finale, sono diverse centinaia di tifosi biancoblù che spingono per entrare in contatto con lui, sia dal campo che aggirando da dietro gli spogliatoi e, qui arriva un'altra scena "da Oscar", mentre abbandona il terreno di gioco, dopo il fischio finale cerca di avvicinarsi alla recinzione e invita ad andarlo a prendere. Detto fatto !!! ...... Uscirà ancora una volta in leggero ritardo !!!!! Nel campionato successivo le cose vanno un pelino meglio, solo perchè Oscar, salta la gara di andata.

Quest'anno arriva anche con il fratello Ezio.....

 

 

MILANO LAGHI - VENEZIA, CHE TRAFFICO !!!

 

 
Che la Milano-Venezia sia notoriamente trafficata, quasi al collasso quotidiano è sotto gli occhi di tutti, lo stesso se non peggio è la Milano-Laghi nel tratto Malpensa/Busto-Milano, ovvero l'autostrada più vecchia d'Europa datata 1923-25, con la radio che già alla mattina puntale alle ore 7.00 ti racconta "lunghe code e traffico bloccato in entrambi sensi di marcia." Che sulla Serenissima autostrada, il passante di Mestre sia uno dei nodi gordiani del traffico del Nord-Est è arcinoto, ma sembra che i lavori procedano, mentre per la Pedemontana.......

Uno dei "principali" colpevoli è stato senz'altro Zamparini, il quale dopo la fusione tra Venezia e Mestre, cominciò a dirottare giocatori dalla nostra zona alla laguna, forse perchè dal suo eremo di Vergiate, a pochi chilometri da Busto, potè visionarne molti. L'elenco parte da Tomasoni libero del Venezia-Mestre, nativo di Gallarate, quindi Mirco Conte da Tradate, Paolino Vanoli da Gavirate, gli ex tigrotti Valtolina ed Ambrosetti il primo dal saronnese mentre il secondo da Bosto. Davide Pellegrini da Varese, Bosaglia da Turate, il borgomarenese Beppe Scienza, altro ex. Il bomber Marco Del Vecchio da Arese, per arrivare alle promesse mancate Bertani, dal rione San Paolo di Legnano, Valerio Mazzuccato da Cerro Maggiore, Emiliano Rufo-Verga da San Vittore Olona e Raffaele Paolino da Parabiago, passato anche per le giovanili biancoblù. Senza dimenticare Beppe Marotta, che per anni ha fatto il general manager a Venezia, e che ha cominciato nella Solbiatese. Traffico ancora più inteso se si considera "i milanesi", come Filippini, nato in Ossola, ma meneghino d'adozione, per anni capitano neroverdearancio, Riccardo "bobo" Gori, altro ex, Paolo Tramezzani, Frascella, allenatore nelle giovanili biancoblù e molti altri ancora come Pedone e Brioschi per esempio. Traffico che prosegue tuttora con i fratelli Brevi e Marco Veronese.

 
 

I PRECEDENTI


Campionati di Serie A: Pro Patria 12 / 1 Coppa delle Alpi - Venezia 12 / 1 Coppa Italia



1926-27 1^ Div. Gir. B
8^ 28 Nov. 26 Venezia - Pro Patria 1-1: 33' Giuge (V), 83' Corengia (P)
17^ 13 Mar. 27 Pro Patria - Venezia 1-0: p.t. Corengia

1949-50 Serie A
8^  23 Ott. 49 Pro Patria-Venezia 1-0: 15' aut. Leduc
27^ 26 Feb. 50 Venezia - Pro Patria 0-0

1956-57 Serie B
Pro Patria - Venezia 0-3
Venezia - Pro Patria 2-0

1960-61 Serie B
Pro Patria - Venezia 2-1: Borsani, G. Calloni
Venezia - Pro Patria 1-0

1963-64 Serie B
3^ Pro Patria - Venezia 3-2
22^ Venezia - Pro Patria 2-2

1964-65 Serie B
8^ 1 Nov. 64 Pro Patria - Venezia 0-0
27^ 28 Mar. 65 Venezia - Pro Patria 0-0

1965-66 Serie B
12^ 21 Nov. 65 Pro Patria - Venezia 1-0
31^ 1 Mag. 66 Venezia - Pro Patria 6-1

1969-70 Serie C/a
13^ Pro Patria - Venezia 1-1
32^ Venezia - Pro Patria 0-0

1970-71 Serie C/a
14^ 13 Dic. 70, Venezia - Pro Patria 0-0 sosp. 80' per nebbia
Recupero 6 Gen. 71 Venezia - Pro Patria 4-2
33^ Pro Patria - Venezia 2-1
 
1971-72 Serie C/a
17^ 23 Gen 72 Venezia - Pro Patria
36^ Pro Patria - Venezia

1975-76 Serie C/a
16^ 4 Gen 76 Venezia - Pro Patria 2-2
35^ Pro Patria - Venezia 0-2

1976-77 Serie C/a
15^ 19 Dic. 76 Venezia - Pro Patria 1-2
34^ Pro Patria - Venezia 3-1

1979-80 Serie C2/a
15^ 13 Gen. 80 Pro Patria - Venezia 1-2
32^ Venezia - Pro Patria 1-1

1983-84 Serie C2/b
3^ 2 Ott. 83 Pro Patria - Venezia 1-1
20^ 12 Feb. 84 Venezia - Pro Patria 1-1

1984-85 Serie C2/b
1^ 23 Set. 84 Venezia - Pro Patria 0-0
18^ 3 Feb. 86 Pro Patria - Venezia 0-2

1985-86 Serie C2/b
4^ 13 Ott. 85 Venezia - Pro Patria 1-0
21^ 16 Feb. 86 Pro Patria - Venezia 1-0

1986-87 Serie C2/b
1^ 21 Set. 86; Venezia – Pro Patria 1-1: 31' Pocorobba (Pro), 45' Mastini (V)
18^ 25 Gen. 87, Pro Patria - Venezia 0-0
 
1987-88 Serie C2/b
1^ 20 Set. 87, Pro Patria - VeneziaMestre 1-2: 24' Onorini (P), 47' Marchetti (V), 91' Pevarello (V)
18^ 24 Gen. 88, a Mestre stadio "Baracca"; VeneziaMestre - Pro Patria 4-1: 12' e 34' rig. Fiorini (V), 37' Sorbi (V), 55' Pessina (P), 57' Pederzoli (V)

2006-07 Serie C1/a
12^ 19 Nov. 06, Venezia - Pro Patria 5-0: 4' e 14' Moro, 60' Gennari, 78' e 92' rig. Poggi
29^ 7 Apr.07, Pro Patria - Venezia 2-2: 6' Mei (V), 59' Rosso (P), 61' Artico (P), 64' aut. di Capelletti (V)

 

LA TIFOSERIA

 

Senza dubbio avere uno stadio, come il "Penzo", su un'isola e raggiungerlo ogni volta in vaporetto, barca o mezzo similare, rende di per se, già affascinante giocare in laguna. Inoltre la tifoseria arancioneroverde, ha dalla sua il calore che riesce a trasmettere alla propria squadra, con le tribune praticamente a ridosso del campo di gioco, con la curva Sud, "Morosini", quella dei tifosi di casa, che si fa sentire sul portiere avversario, avendolo praticamente ad un paio di metri.

L'estate del 1987, come abbiamo visto è la data spartiacque nel tifo ed è rimasta, nel bene o nel male, la data simbolo nella memoria di ogni tifoso, simpatizzante, ultras veneziano o mestrino che sia.

Prima di allora gli ultras di Venezia e di Mestre si chiamavano rispettivamente Brigate Neroverdi, che occupavano la gradinata Sud del vecchio "PierLuigi Penzo" e Head Out Mestre, posizionati in Curva del comunale "Baracca" di Mestre. La rivalità tra le due città e tifoserie era forte e la fusione non le ha certo sopite.

 

Mestre - Padova 1982-83

 

Agli inizi degli anni 80' il tifo mestrino, conosce una vera e propria stagione d'oro, sia nel calcio, con punte anche di 10.000 persone sia nel campionato di C2 che in quello di C1. Da segnalare anche una massiccia trasferta, al seguito del basket mestrino a Milano, nel vecchio palasport, crollato sotto la neve, che coinvolse veramente tutta la città, in un vero e proprio esodo.

Al momento della fusione, nel 1987 il Venezia-Mestre. Un nome così simile ad una stazione ferroviaria, che raccoglieva l'eredità calcistica del Venezia 1907 e del Mestre (ex Mestrina) Calcio, i più ostili furono proprio i mestrini con i neonati Head Out (1986). Di loro una parte rifiutò di seguire questa nuova squadra e prese a seguire il Mestre Calcio nei campionati minori, mentre i veneziani inizialmente in parte abbandonarono lo stadio per il basket della storica Reyer Venezia, allora in A1, ma poi sotto l'onda emotiva della scalata alle maggiori serie calcistiche, si aggregarono ai nascenti Ultras Unione pur defilati dal resto del gruppo.

Nasceva anche l'esigenza di creare un'unica blocco in grado di catalizzare, il tifo ultrà e non, delle due città su nuovo sodalizio arancioneroverde. Comunque sia all'inizio della stagione 1987, con il VeneziaMestre in C2, gli "Ultras Unione", nascono ufficialmente, facendo la loro comparsa a Busto Arsizio nella prima giornata di campionato, mentre in casa esordiranno contro l'IntimHelenTelgate.

Gli Ultras Unione sono stati un gruppo che senza ombra di smentita ha segnato la storia del movimento ultrà in laguna, da sempre impegnati nel sociale e vicini alle posizioni della sinistra estrema e antagonista, lottano attivamente contro ogni razzismo e contro la repressione ed il calcio moderno. Alla fine degli anni 80, in curva si trovano spesso e volentieri anche i componenti del gruppo ska-reggae Pitura Freska, noti ai tempi soprattutto nel giro dei centri sociali, padovani, veneziani e mestrini.

Nel 1991, ringrazieranno gli Ultras del Venezia 1907, con tanto di citazione, nelle note di copertina del famoso 'Na bruta Banda, quello con Pin Floi, Marghera, Bea Fia e So mato par la mona, per intenderci.  

L'immediata promozione in C1, del 1987-88 cementa nel limite del possibile la tifoseria, ma nell'estate dell'89 scoppia la grana del cambiamento di nome, con la denominazione in Associazione Calcio Venezia, facendo di fatto scomparire Mestre, che rimane solo nei colori sociali con l'arancio. Cosa che ovviamente alla tifoseria di fede mestrina non piace molto, provocando alcuni problemi.

Zamparini intanto centrare la serie B nel campionato 1990-91, nell'annata in curva rispuntano gruppetti che si rifanno alla tradizione neroverde del Venezia 1907, i cui colori sono esclusivamente in riferimento al solo "Venezia" ed al glorioso passato dei Loik e dei Mazzola, padre e figlio, che giocava in serie A: si creano ulteriori dissidi all'interno della curva unionista che si trascinarono per anni. Lunga ed estenuante anche la battaglia sui colori sociali e le lotte interne tra gli unionisti e i nostalgici sono continuate anche tra scontri interni, fino alla sparizione nel 1995 del gruppo della Vecchia Guardia (ex neroverdi).

La salita nella massima serie dopo trentun'anni di assenza, sembra mitigare i dissapori, con il Centro Coordinamento Clubs, tuttora presente, che arriva a contare una decina di clubs affiliati, non solo nella zona lagunare o nel primo entroterra, ma anche spingendosi in zone "nemiche", con sezioni a Preganziol, Mogliano Veneto in provincia di Treviso, e Monselice in provincia di Padova. Raccogliendo simpatizzanti anche in Sardegna.

All'inizio del campionato di Serie A 1998-99, nella curva "Morosini", l'ennesima scissione: compaiono i Vecchi Ultrà, gruppo compatto, nazionalista, che all'origine crea non pochi problemi di convivenza nella curva sud "Morosini".

All'inizio del nuovo secolo la curva alza spesso la voce e contesta il presidente Zamparini, artefice comunque del salto in serie A datato 1999 dopo il buio della C negli anni '80.

L'elevato numero di presenze al "Penzo", nelle stagioni di serie A cala drasticamente con il ritorno nella serie cadetta.

Anno 2000 altra scissione: dagli Ultras Unione, fuoriescono i Rude Fans, gruppo politicizzato nella sinistra radicale e, nei centri sociali locali, con simbolo l'antirazzismo militante.

Gruppo con età media molto giovane, che si fa riconoscere in ogni stadio oltre che per l'accoppiata cromatica dei colori senz'altro originale, per i tantissimi stendardi con un impronta "old style".

Nel 2001, scompare Francesco detto "Il Bae", storico leader della curva arancioneroverde; in suo memoria ogni anno viene organizzato in estate un torneo di calcio tra gruppi ultras, oltre ad aver aperto in Centro-America, un centro sportivo intitolato "Bae".

Da quegli anni nasce la spaccatura in gruppetti vari che ancora oggi perdura in curva Morosini. Oltre a quel che resta dei discioltisi "Ultras Unione" da segnalare la presenza di un gruppo di vecchi ultras che si rifà sempre al solo nome di "Venezia", ma ha accettato l'arancione tra i colori sociali. Emergono poi anche i Roll in Venice Klan, caratterizzato dai colori e dal pensiero "Rasta" che non sempre è presente in curva e da un paio di stagioni nei distinti del gruppo "Gate 22" , di spiccate simpatia di sinistra, al centro di una delle numerose scissioni, all'interno degli ultras, che sfociarono anche in un interpellanza comunale. Gruppo che prende il nome dall'entrata in cui si ritrovano i propri esponenti, appunto "Gate22".

Presenti al Penzo il "Gruppo Oronzo Canà", nome mutuato dal famoso film con Lino Banfi, l'allenatore nel pallone, un gruppo di chiara matrice goliardica. La Brigata Venezia-Mestre, gruppo che cerca di unire i sostenitori di entrambe le tifoserie; questi due gruppi sono attivi sia in casa, che nell'organizzazione delle trasferte.  

La sud ha gemellaggi ufficiali con Modena, Cosenza, Pistoia e gli austriaci del Rapid Vienna. In passato era anche legata con i ragazzi di Andria ma dalla promozione in serie A, anche per le differenti categorie, non c'è stata opportunità di rinnovare il legame. E' poi nata un amicizia basata sul comune rispetto con milanisti e messinesi.

Le rivalità maggiori sono con le squadre del Veneto in generale ma soprattutto con il Treviso e lungo il Terraglio, ci sono stati diversi scontri in passato, con incursioni duranti gare amichevoli delle rispettive squadre. Forte la rivalità con padovani, vicentini e veronesi, unitamente a cagliaritani, parmensi e bolognesi.

Nell'ultima gara interna contro il Foggia, al "Penzo", erano presenti circa 4.500 unità, di cui 3.206 abbonati, mentre nella scorsa stagione furono 3.773 con una media di 5.000 presenze a gara. Nella scorsa stagione furono circa duecento i sostenitori arancioneroverdi allo "Speroni".

Padova - Venezia 2006-07