Unione
Sportiva Sassuolo Calcio srl 1922
Colori sociali:
maglia nero-verde, calzoncini neri, calzettoni verdi con bordo
nero
Sede:
Piazza Risorgimento 47 - 41049 Sassuolo (Mo)
Stadio:
"Enzo Ricci" - Piazza Risorgimento 47 - 41049 Sassuolo (Mo).
Dimensioni (105 x 62) - Capienza 4.000 spet.
Sassuolo: 41.600 abitanti - totale provincia di Modena 680.000
QUADRI
DIRIGENZIALI
Presidente: Carlo Rossi
Vice - Presidente: Sergio Sassi
Amm. delegato: Lauro Silvestrini
Segretario:
Gerardo Esposito
Direttore sportivo: Giovanni Rossi
Team
manager e marketing:
Remo Morini
Allenatore: Massimiliano Allegri
Prep. atletico: Luca Morellini
Prep. portieri: Alberto Bartoli
IL
CALCIOMERCATO
ARRIVI: Benassi (p81-Juve Stabia),
Stancanelli (d77-Padova), Donazzan (d85-Mantova), Baldo
(c83-Modena), Borgese (c85-Ancona), Fusani (c79-Bari), Colussi
(a78-Salernitana), Pin (c88-Parma)
PARTENZE: Agazzi (p84-Foggia via
Triestina), Benetti (c81 Bassano via Treviso), Briotti
(p86-Scafatese), Franchini (a84 Spal via Modena), Gambadori (c81
Pistoiese via Livorno), Giardina (c81-Chievo), Pelatti (a78
Reggiana via Spezia), Filippini (a87-Atalanta)
LA
ROSA 2007-08
Portieri: Benassi (81), Pomini (81)
Difensori: Anselmi (81), Consolini (84),
Donazzan (85), Girelli (84), Grimaldi (Bra85), Piccioni (76),
Stancanelli (77), Tarozzi (73)
Centrocampisti:
Baldo (83), Borgese (85), Erpen (Arg. 81), Fusani (79), Jiday
(84), Magnanelli (84), Pagani (76), Pensalfini (77), Pin (88), Silvestrini
(87)
Attaccanti: Colussi
(78), Masucci (84), Selva (RSM 76)
GLI
ULTIMI CINQUE CAMPIONATI
2002-03 Serie C2/b 17°
posto - perde i play-out contro l'Imolese - retrocesso
in Serie D - RIPESCATA IN C2 - All.
C. Maestroni / Balugani
2003-04 Serie C2/a 17° posto - vince i
play-out con la Pro Vercelli - All. Balugani / Bergodi
2004-05 Serie C2/a 5° posto -
Eliminato in semifinale play-off dal Pizzighettone - All.
Brucato
2005-06 Serie C2/b 2° posto - Vince
i play-off (Ancona e Sansovino) - PROMOSSA IN C1
- All. Remondina
2006-07 Serie C1/a 2° posto - Eliminato
in semifinale play-off dalla Monza - All. Remondina
Fino a pochi
anni fa quando dicevi Sassuolo ti venivano in mente il mangiare
bene emiliano, la patria delle ceramiche, poi al massimo
alcuni si ricordavano che era il paese natale dei cantanti Pierangelo
Bertoli e Nek, del cardinale Ruini, dello scrittore Vittorio
Messori. Da alcune stagioni a questa parte, Sassuolo vuol dire
anche una squadra di calcio tosta, con ambizioni ben dichiarate
per il salto di categoria, forte della ritrovata spinta
finanziaria della Mapei, con il patron Squinzi che ha mollato il
ciclismo, per dedicarsi solo al calcio e, da allora i risultati si
sono visti.
I neroverdi sono
infatti in forte ascesa, da ormai quattro stagioni in cui
hanno centrato i play-off per la Serie C2, ottenendo il salto di
categoria e, alla prima esperienza in C1, la scorsa stagione, hanno
disputato quelli per la Serie B. Categoria che vogliono
conquistare possibilmente entro breve termine ed il mercato ne
ha dato un'ulteriore riprova, confermando tutti i pezzi
importanti come Pensalfini, Selva, Erpen, Pagani, Jidayi e
l'esperto Tarozzi ex difensore di Bologna e Padova. Un
blocco di certezze, che però non si avvale più del tecnico
delle ultime due stagioni, Gianmarco Remondina, che i
tifosi biancoblù si ricordano ancora bene come il
faticatore della Carrarese di Orrico agli inizi degli anni
80; al suo posto è subentrato Massimiliano Allegri ex
fantasista di Pescara e Napoli, già sulla panchina della Spal
ed in passato più volte accostato alla Pro.
Le partenze, alcune
importanti come Agazzi, tornato alla Triestina per fine prestito
e poi girato al Foggia avversario di domenica scorsa, Gambadori
e Benetti sono state ampiamente rimpiazzate con giocatori
di qualità. Uno su tutti il centrocampista il ventottenne
Massimiliano Fusani (uno dei pochi giocatori della Val d'Aosta
con Pellisier), cresciuto nelle giovanili dell'Inter, poi
passaggi a Brescello, Perugia, Chievo e tappe interlocutorie
negli ultimi anni a Modena e Bari. Giocatore arrivato in
prestito, che garantisce qualità ed esperienza in mezzo al
campo, andando a riformare con Piccioni e Pensalfini un
triangolo che fece le fortune del Brescello, alcuni anni fa.
La rosa degli
emiliani ha visto in difesa l'arrivo dell'ottimo esterno
Stancanelli (77), già a Pordenone, Cittadella e Padova, oltre
che di Donazzan, centrale difensivo scuola Inter, da tre
stagioni a Mantova, dove è rimasto vittima di un grave
incidente di gioco e chiuso dall'ex tigrotto Luca Franchini.
Come rinforzo in attacco l'ex di Monza, Salernitana e
Cittadella, Colussi.
Per la Pro sarà
un osso di quelli duri, per continuare quella marcia che
deve portare alla salvezza, possibilimente evitando gli
scossoni dello scorso anno, quando nel girone di andata
incontrarono dopo alcune stagioni il Sassuolo, dopo la pesantissima
sconfitta di Venezia per 5-0. Finì con un 3-1 per gli
emiliani sul neutro di Reggio Emilia, in una gara in cui l'arbitro
Branciforte di Nuoro, infierì non poco, concedendo un
rigore molto dubbio al 14', non vendendo un netto colpo
pallavolistico di Selva, dopo un corner che valse il 2-0 al
32', espellendo Citterio al 36' per un normale fallo di
gioco, concludendo l'opera al 79' con l'assegnazione di un
secondo rigore. Di quella domenica di buono per la Pro, ci
fu solo la reazione rabbiosa di Temelin che a pochi minuti
dalla fine, praticamente scartò tutta la difesa
neroverde e scaraventò in rete.
Intendiamoci, quella Pro
avrebbe con ogni probabilità perso lo stesso, tanto era il
caos tattico e tecnico che regnava oltre agli infortuni. Che
fosse una stagione no, lo si era visto anche nella gara di
ritorno con la rete di Benetti all'88', dopo che Rosso e
Francioso erano andati vicini al vantaggio biancoblù.
Questa
stagione fortunatamente l'aria è cambiata o almeno così
sembra, da questo avvio di campionato dei tigrotti.
Da Remondina
ad Allegri, il modulo tattico non è cambiato, sempre il
4-3-3, con il secondo che forte della scuola di Galeone, ha
un occhio più attento all'attacco ed allo spettacolo, giocando
meno coperto.
Nell'ultimo
turno di campionato i neroverdi, hanno compiuto una vera
propria impresa, superando in casa per 4-2 il Foggia. Sotto
di due reti dopo un'ora di gioco, ma con gli ospiti in 10
per oltre un tempo, gli uomini di Allegri hanno prima
accorciato con Selva su rigore, per poi scatenarsi nel
finale complice anche un crollo fisico dei rossoneri,
andando in rete tre volte nei sette minuti finali, all'87'
prima con Piccioni, all'89'' ancora il solito Selva, quindi
al 94' Masucci. Per una squadra che oltre alle indubbie
qualità tecniche ha anche quelle morali e caratteriali.
In settimana
entrambe le squadre hanno affrontato il turno di Coppa,
con i tigrotti corsari per 0-3 a Lecco, mentre i sassolesi
hanno perso per 4-2 a Reggio Emilia, con i tecnici che hanno
fatto ricorso al turn-over dando spazio a chi per vari
motivi non ha trovato minuti nelle prime due giornate di
campionato.
Sassuolo che
non ha problemi di infortuni e quindi dovrebbe
presentarsi con la formazione tipo; tra i pali Benassi,
difesa a quattro con Consolini a destra, Anselmi e Piccioni
centrali, con quest'ultimo che si porta in avanti sui calci
piazzati e Stancanelli sull'out sinistro, a spingere
dando profondità e forza fisica.
Centrocampo
con Baldo che con ogni probabilità lascerà il posto a
Fusani, all'esordio stagionale, al palo domenica scorsa con
il Foggia per problemi di tesseramento. Reparto completato
da Pensalfini e dallo statuario Jidayi (187cm x 84kg),
coloured nativo di Ravenna.
Attacco
formato dall'italo-argentino Erpen, guizzante mezzapunta,
un trottolino veloce e pronto ad aprire varchi per i
compagni, la scorsa stagione 6 reti all'esordio in
categoria. Il sanmarinese Selva al centro,già
incontrato in precedenza con le maglie di Spal e Padova, sempre
pronto a sfruttare la sua velocità ed elevazione, dando
pochi punti di riferimento, autore di 12 reti (con diversi
rigori) in 29 gare la scorsa stagione. Completa il terzetto
Stefano Pagani, nativo di Vimercate, primi passi della
sua carriera nel Meda, per passare anche per Saronno
nel 97-98, con puntata in Svizzera al Bellinzona e Como; è
un elemento non dotato dal punto di vista fisico, ma il
suo baricentro basso lo rende uno degli elementi più
tecnici della squadra, con movimenti simili al cesenate
Salvetti, per fare un paragone più noto, capace di dare
profondità alla squadra e di farla anche rifiatare nei
momenti critici, grazie alle sue doti tecniche, che gli
permettono di trovare la via della rete, almeno 4/5 reti a
stagione, pur non essendo un attaccante puro. Un reparto
formato da un attaccante puro, Andy Selva e due mezzepunte,
che fa di tecnica, velocità, agilità il suo punto di
forza, aprendo sempre spazi per gli inserimenti dei
compagni, specie sulle fasce per gli esterni, mentre al
centro è Pensalfini che sfrutta la manovra. A disposizione
del tecnico Allegri il secondo portiere Pomini, per il
pacchetto arretrato, l'esperto e roccioso difensore
Tarozzi, il brasiliano Grimaldi, quindi Magnanelli ed il
giovane centrocampista Pin, figlio d'arte, suo padre Livio
per anni al Parma e Padova oltre all'ariete Colussi per
l'attacco.
Per i rilievi
statistici, questo match allo "Speroni", vede
rompersi la tradizione delle gare tra Pro e Sassuolo
sempre disputate alla 12^ o 13^ giornata, come nei quattro
precedenti. I biancoblù non superano i neroverdi dalla
stagione 2000-01, entrambi i confronti vinti per 1-0. Marco
Rossi, nell'unico precedente contro Massimiliano Allegri, lo
scorso anno alla guida del Grosseto, è uscito vincitore;
quarta di campionato, Pro Patria - Grosseto 2-1.
Il
sodalizio emiliano viene fondato nel 1922 ed inizialmente ha
come colori sociali, quelli riportati nello stemma comunale, il
giallo e rosso.
L'attività si
svolge prevalentemente nei tornei dilettantistici emiliani, con
sentite rivalità con le squadre dei centri della provincia
modenese, reggiana, parmense, ravennate e
bolognese. Su tutte quelle con Carpi, Roteglia, Guastalla, Miradolese, Baracca
Lugo.
Il club veleggia
placidamente in queste categorie, mettendo in evidenza
nelle proprie giovanili l'ala destra Giorgio Mariani (Sassuolo
6-4-46), che viene subito pescato dalla Fiorentina, con cui poi
giocherà in Serie A per diverse stagioni, vestendo anche le
maglie di Verona, Modena, Napoli, Palermo ed Inter.
Mariani con
la maglia della Fiorentina
Il primo vero
balzo in avanti si ha nella stagione 1968-69, quando il Sassuolo partecipa
al campionato di Serie D. La squadra emiliana è inserita
nel girone B, con squadre lombarde di buona tradizione come
Fanfulla Pavia, Crema, Sant'Angelo, Pergolettese, Vigevano,
Voghera, Seregno e Pro Sesto, oltre ai classici sentiti derby
provinciali con Miradolese e Carpi. L'esordio in categoria
avviene a Lodi, contro il Fanfulla ed al termine della stagione
arriva la salvezza. L'annata successiva praticamente lo stesso
girone, con l'inserimento dell'allora Parmense, ovvero
l'attuale Parma, la Cremonese e la Gallaratese, per un
piazzamento finale a centro classifica con 33 punti.
Dalla stagione
1970-71 sempre in Serie D, troviamo gli emiliani con i
colori nero-verdi e denominazione F.C. Sassuolo, con sede in via
Mazzini, presso il campo comunale al tempo formato da una sola tribuna
in legno. Presidente è Primo Costi con allenatore Angelo
Ottani, che portano il club ad una salvezza sofferta sempre nel
girone B; 2 punti di vantaggio sui rivali di sempre del Carpi
che scendono. Campionato 1971-72 il sodalizio emiliano cambia
ancora nome e diventa F.C. Sassuolo Sportiva, (mantenendo sempre
i colori sociali nero-verdi) sempre con Costi alla
presideza, con Ottani in panchina che dura solo 5 giornate ed al
suo posto arriva Augusto Vaccari.
Nel campionato di
Serie D 1972-73, sempre nel solito girone B, troviamo due
squadre sassuolesi, il San Giorgio Sassuolo, che fino ad
allora svolgeva attività minore, nota localmente come
Giovil, dai colori viola-nero che si piazzerà al 14°
posto e la storica F.C. Sassuolo Sportiva classificatasi
ultima e quindi retrocessa con Cisanese e Guastalla.
Nell'estate del 1973,
sotto la guida del Presidente Cantelli, la Giovil e la
F.C. Sassuolo sportiva si fondono, dando vita ad una nuova
società che prende la denominazione di Sassolese, con maglia a
strisce verticali rossoblù e pantaloncini bianchi,
probabilmente in onore del Bologna, da cui arriva anche
l'allenatore, una gloria del calcio nazionale come Ezio Pascutti,
che da poco aveva smesso di giocare, proprio con i felsinei.
Pascutti rimase 11 stagione a Bologna, formando con Marino
Perani una bella coppia d'ali. In Serie A 296 partite e 130
reti, che gli valsero uno scudetto, la chiamata in Nazionale per
due Campionati del Mondo (62-66), per un totale di 17 presenze e
8 reti.
Sassolese inserita
nel girone D, della Serie D, piazzandosi al 9° posto, campionato
vinto dai rivali di sempre del Carpi.
Nell'estate del
1974, la Sassolese diventa U.S. Sassuolo Calcio, sempre con
maglia rossoblù e calzoncini bianchi. Sodalizio che
però inzialmente non ha sede a Sassuolo ma nella vicina Fiorano,
così come anche il campo da gioco è nella vicina
cittadina. Presidente è Carlo Giovanardi mentre allenatore è
sempre l'ex bomber del Bologna. Ancora girone D, con squadre
marchigiane come Anconitana, Jesi, Maceratese, Vis
Pesaro, Fano Alma Juventus, Civitanovese, Fermana, Jesi romagnole
Cattolica, Bellaria Igea Marina, Baracca Lugo, Russi, le
emiliane Felino, San Lazzaro di Savena ed il tocco
"esotico", dell'umbra Gubbio. Gli emiliani raggiungono
un buon 7° posto, a pari punti (36) con la Maceratese.
Nell'annata seguente in panchina non troviamo più Pascutti, ma
il ritorno di Angelo Ottani con Igino Guazzi alla
presidenza. Stagione certo non fortunata che si conclude
con il ritorno nei campionati dilettantisci, dopo un arrivo a
pari punti con S. Lazzaro di Savena e Baracca Lugo, che vede
quest'ultimi salvarsi per la miglior differenza reti. Sassuolo
che vive solo un anno di purgatorio e ritorna in Serie D.
1977-78
stagione dell'ultima riforma dei campionati, gli emiliani
che hanno cambiato ancora presidenza e guida tecnica, sono
sempre nel girone D, con formazioni marchigiane, romagnole
ed emiliane. Salvezza di un soffio con un solo punto di
vantaggio sul quartetto delle retrocesse. Nuova stagione
sportiva e nuovo staff con Gilberto Prati alla Presidenza che
riporta alla guida tecnica Augusto Vaccari. Cambio anche nella
tenuta da gioco, con i pantaloncini che diventano blù. Cambiamenti
che non giovano, infatti il club retrocede mestamente con soli
17 punti conquistati.
La U.S.
Sassuolo calcio si ripresenta al campionato di
Interregionale al via della stagione 81-82, sempre con
Prati alla presidenza e Franco Martinelli in panchina,
partecipando nel girone C, emiliano-romagnolo, ottenendo il 6°
posto finale grazie alle 13 reti del bomber Maini. L'annata
seguente il bomber locale si conferma con 12 segnature e per i
neroverdi è 8° posto, in un girone misto emiliano-veneto,
ponendo le basi per il salto di categoria, con la società che
passa nelle mani di un nuovo proprietario il Rag. Claudio Sassi.
La stagione
1983-84 è quelle storiche per la squadra di Sassuolo, si
ha un primo appoggio esterno di Squinzi con la Mapei ed i
risultati si vedono; al termine di un lungo duello a distanza
con il Rovigo, gli emiliani vincono il girone D, con sole 3
sconfitte, approdando per la prima volta nel campionato di
Serie C2. Sempre con l'attaccante Maini sugli scudi questa volta
con 15 reti.
Per la C2, dove
viene inserito nel girone C, si ha la conferma di tutto
lo staff a partire dal tecnico della promozione Aurelio Dotti,
per una squadra formata da quasi tutti giocatori della zona e
che vede anche l'esordio di Baccarani (4 presenze), poi alla
Pro, nel primo anno di Interregionale. Una stagione da
incorniciare per i neroverdi, con un ottimo sesto posto finale,
una sola sconfitta interna, spinti come sempre dal bomber
Piero Maini, che conferma le sue qualità anche nella categoria
superiore con 11 centri. Nel campionato successivo 85-86,
il Sassuolo pur confermando lo stesso gruppo, incontra alcuni
problemi sul cammino, riuscendo comunque a centrare una sofferta
salvezza.
La stagione
1986-87, vede gli emiliani spostati nel girone B, dove per la
prima volta nella storia si ha la prima partita contro la Pro
Patria. Presidente è sempre il Rag. Sassi, mentre in panchina
Ezio Galbiati, che in squadra può contare su buoni giocatori di
categoria come lo stopper Malaguti, il mediano Residori ed
il centrocampista Alessandro Pane in seguito all'Empoli. Tra le
file neroverdi anche un volto noto per i sostenitori biancoblù,
il terzino-mediano Stefano Montanini. Il doppio confronto con la
Pro, è tutto a vantaggio dei tigrotti un secco due a zero al
"Ricci" e vittoria di misura in casa. Per i
sassolesi, da registrare anche il ritorno di Ezio Pascutti
a rilevare Galbiati, per cercare di centrare la salvezza
che arriva.
1987-88, sempre
inseriti nel girone B, da registrare alcuni cambiamenti
importanti. La Mapei diventa sponsor e mette come general
manager, l'ex ala di Inter e Fiorentina Giorgio Mariani,
mentre in panchina troviamo Giancarlo Magrin. Viene
abbandonata la storica sede di via Fossetta 1, per passare
in Piazza Risorgimento 47, dove è situato lo stadio
"Ricci". Confermati Residori, Montanini, in prima
squadra si affacciano anche il bomber Cosimo Francioso (6p 1r),
prelevato dal Galatina ed anche un giovanissimo Schenardi, al
tempo nemmeno ventenne, arrivato in prestito dalla Cremonese. Per
il centrocampista alla fine della stagione saranno 33 le
presenze e due reti, ma la squadra arranca, arrivando
terz'ultima con 28 punti ed arriva la retrocessione con Suzzara
e la Pro che incappa nella stagione più nera della sua storia,
che culmina con la morte di Andrea Ceccotti. Al termine del
campionato per Suzzara e Sassuolo ci sarà anche il ripescaggio
in categoria, mentre per la Pro sarà invece Interregionale
grazie a Matarrese.
Nel campionato
successivo il tecnico è Guido Mammì, con un Sassuolo che trova
una suo precisa identità con Aloise, Paraluppi, Zuccheri in
difesa Schenardi, Liset, Residori e Lagrasta a
centrocampo oltre agli attaccanti Paraluppi e D'Agostino con 24
goals complessivi. Un gruppo che nonostante il cambio di
panchina da Mammì ad Adelmo Capelli, ottiene un 5° posto di
tutto rispetto.
Il
Sassuolo stagione 88-89:in basso a sinistra Schenardi
La stagione
89-90, vede la formazione neroverde sempre nel giorne B di C2, si
registrano alcune partenze importanti come Liset che approda
all'ambiziosa Solbiatese di Caravatti, che poi verrà sconfitta
nello spareggio promozione dalla Spal a Verona. Il Sassuolo,
conferma comunque la solita l'intelaiatura con Schenardi sempre più
simbolo della squadra; inizialmente in panchina Adelmo Capelli,
quindi Raffaele Vernacchia ex ala del Pisa in B e poi il
sempiterno Gianni Seghedoni, dopo la tocca e fuga da Busto, ma non
riesce a radrizzare la baracca. Al termine del campionato i
sassuolesi non possono evitare la caduta in Interregionale
accompagnati da JuveDomo ed Orceana.
Il ritorno nei
dilettanti vede l'abbandono di Squinzi, che si defila preferendo
le sponsorizzazioni ciclistiche e la conseguente cessione
dei pezzi più importanti, come Schenardi, prelevato dal
Bologna, dell'allora presidenze Corioni, il quale lo piazza
momentaneamente nella sua società satellite Ospitaletto.
Gli emiliani vengono inseriti nel girone C, dove ritrovano
vecchie avversarie come la Virtus Roteglia, il Fanfulla,
Reggiolo, Vogherese, Crema e Brescello. In squadra una
vecchia conoscenza dei tigrotti quel Gigi Zerbio, già alla
Carrarese, Varese, Mantova, il quale sul finire della carriera
riesce a segnare 7 reti per la formazione sassuolese che si
piazza a centro classifica. Stessa posizione raggiunta anche
nelle due annate successive.
5° posto invece
nel campionato 1993-94, mettendo in evidenza il bomber Spezia
con 16 centri, secondo solo al mitico Pompini che ne siglò 17
nella Casalese. Per un girone C fatto di squadre della bassa
padana oltre a bresciane e bergamasche, tutti con attaccanti di
spessore, infatti oltre ai due citati troviamo Della Giovanna al
Fanfulla, Salamone (Brescello), Zirafa (Alzano V.), Mosele (Reggiolo),
Marinoni (DarfoBoario), Grandi e Rota (Albinese), Paraluppi
(passato alla Fortitudo Fidenza), tutti in doppia cifra. Un
gradino sotto altri nomi noti De Falco (Castel S.Pietro),
Oldoni (Brescello), Tiraboschi (Capriolo), Morlacchi
(Alzano V.).
Altro 7° posto
nel 1994-95 e 6° nel campionato seguente dove si evidenzia il
tandem d'attacco Luconi (18 goals) e Mollica (8).
La stagione
1996-97 è invece di sofferenza nonostante un duo d'attacco
formato sempre da Luconi (14) e da Paraluppi (13), tornato alla
base dopo un lungo girovagare nelle squadre emiliane
di categoria. Arriva una salvezza stentata per un solo
punto, che vale però come trampolino di lancio per la stagione
seguente, che segna una nuova era per il Sassuolo con il
riavvicinamento di Squinzi e di conseguenza della Mapei, con
Giorgio Mariani che ritorna nelle vesti di general manager.
Il girone C del
Cnd, vede un lungo duello tra Trento e Sassuolo, che hanno tra
le proprie fila l'ex comasco Oreste Didonè, con le due
squadre che conquistano gli stessi punti sia all'andata che al
ritorno. Inevitabile quindi lo spareggio che viene disputato
allo stadio di Masnago a Varese. Trentini trascinati da Daniele
Giulietti che segna 20 reti. La promozione si decide ai
rigori con i gialloblù che hanno la meglio sui neroverdi per
5-4. Per il Sassuolo arriva comunque la promozione in C2 con un
ripescaggio per inadempienze finanziarie di altre società.
Ai nastri di
partenza della C2, con l'iscrizione nel girone B, con squadre
adriatiche, gli emiliani si presentano con Baldelli alla
presidenza, Mariani come G.M. e l'ex centrocampista del Pisa
Stefano Garuti in panchina. In campo il portiere Bizzarri, il
difensore Rosario Biondo, che poi approderà in A e B, il
centrocampista ex Padova Cuicchi oltre ad una buona punta di
categoria come Ramacciotti. La squadra non ingrana e soffre il
salto di categoria, Garuti viene sostituito da Roberto Busi, che
guida la formazione ad un approdo tranquillo con i 10° posto.
Campionato
1999-00, arriva una tranquilla salvezza con allenatore l'esperto
Gianni Balugani in porta anche Graziano Vinti (ex Perugia), in
campo nel famigerato play-off contro la Triestina alla difesa
dei pali alabardati.
Stagione 2000-01,
Pro Patria e Sassuolo si rincontrano dopo alcune stagioni, con i
tigrotti alla ricerca della promozione e vincono entrambe
le gare. Per gli emiliani arriva una salvezza sofferta con
un solo punto di vantaggio dai play-out. In evidenza
l'esterno sinistro Emanuele Pennacchioni autore di otto reti,
alcune da calcio piazzato, che poi verrà acquistato dalla Pro
al termine della stagione. Nel campionato successivo i neroverdi
passano nel girone C, si salvano solo ai play-out superando
il Faenza (0-0 e 1-0). Una stagione tormentata con continui
cambi di allenatore da Balugani a Magnani, Lamagni ancora
Magnani per concludere con il solito Balugani. Sassuolo che
presenta ancora Vinti, oltre a Di Cintio una della tante
promesse non mantenute del calcio italiano, Battafarano, Dal
Compare ed il fratello maggiore di Ciccio Ruopolo, Luca (81), in
una stagione che vede l'avvicinamento ulteriore di Squinzi
e la Mapei con la presidenza che passa a Belfasti.
Prospettive che
paiono buone per la stagione 2002-03, che invece si rivela un
disastro. Arrivano buoni giocatori di categoria come Terrera,
Lambrughi e Leoni, ma anche qualche fiasco clamoroso dalle
giovanili delle squadre maggiori. In panchina Cesare Maestroni,
ma la squadra non gira arriva come sempre Balugani a sistemare
le cose, oltre al rinforzo di Marco Giandebiaggi, uno degli ex
biancoblù più rimpianti della storia recente, che arriva a
Sassuolo in pratica a chiudere la carriera. La formazione
neroverde raccoglie solo 32 punti che portano al penultimo posto
con i play-out contro l'Imolese. Il Sassuolo retrocede
in virtù delle due sconfitte sempre per 2-1. In estate
arriva però arriva il ripescaggio, sempre per inadempienze finanziarie di
diverse società di Serie C.
La stagione
successiva il club torna nel girone A, partendo con
ben altre ambizioni con la Mapei che entra decisamente a
prendere le redine finanziare, con gli innesti del
difensore Ardenghi, Santunione, degli attaccanti Sforzini,
Semprini e Federici, oltre del giovane Giglioli in prestito dal
Modena. Ben presto la formazione sassuolese si trova a sul
fondo. Chiude il girone di andata a 12 punti ed a Balugani
subentra l'ex difensore della Lazio Bergodi. Stagione regolare terminata
al penultimo posto con soli 27 punti all'attivo e quindi
ennesimi play-out, questa volta contro la blasonata Pro
Vercelli. Le bianche casacche bicciolane, vengono sconfitte in
Emilia per 2-1 (Morello e Federici per il Sassuolo e
Tozzi-Borsoi per i piemontesi), mentre al ritorno una rete in
avvio di gara di Federici, chiude ogni discorso con la gara che
termina sull'1-1 finale consegnando la salvezza ai
neroverdi.
2004-05 il patron
Squinzi, decide di dare l'assalto alla categoria superiore,
affidando le chiavi della squadra al D.S. Nereo Bonato (ex
portiere del Brescello dei miracoli). In panchina arriva Beppe
Brucato che aveva fatto bene nei campionati minori piemontesi,
in particolare al Moncalieri. La rosa viene rinforzata, inserendo
elementi che poi saranno l'asse portante per le stagioni a
venire. Dal Monza arrivano il centrocampista Filippo
Pensalfini (cresciuto nelle giovanili del Cesena), Benetti,
Pagani e Piccioni, Margheriti mentre dall'Udinese e Verona
si ottiene la riconferma del prestito del giovane attaccante
Sforzini e la stessa cosa avviene con il Modena per Cris
Giglioli. Il girone di andata non è certo dei migliori con
21 punti conquistati così al mercato di gennaio arrivano gli
inserementi di giocatori come Serrapica centrocampista di
sostanza ex Prato e del bomber Andreini (ex Varese ora alla Pro
Vercelli). La squadra cambia marcia e centra i play-off a quota
52, con l'ultimo posto disponibile. In semifinale trova il
Pizzighettone dell'ex portiere biancoblù Arcari. I cremonesi
sbancano all'andata Sassuolo con una rete di Parmesani al 90',
con la gara di ritorno che si chiude sull'1-1, con i sassuolesi
in vantaggio con Andreini e poi raggiunti da Tacchinardi.
2005-06 si punta
senze mezze misure al salto di categoria sfuggito, Bonato si
ricorda del suo vecchio compagno al Brescello Gianmarco
Remondina (ex giocatore settepolmoni della Carrarese di
Orrico), al quale nel campionato appena concluso era riuscito il
miracolo di portare la Canzese in C2, poi tutto svanito per la
non omologazione dell'impianto della squadra brianzola. Al nuovo
tecnico viene in pratica affida la squadra della stagione
precedente con solo 3 nuovi arrivi. Gli avversari sono quelle
del così detto girone adriatico e si chiamano Ancona, Spal,
Reggiana, oltre a Benevento e Cavese.
L'undici di
Remondina pratica da subito un calcio concreto ma piacevole, che
porta la squadra nelle prime posizioni. Concludendo la
stagione regolare al 2° posto dietro la Cavese. Alla 30^
di campionato gli emiliani, si recano a Cava dei Tirreni, dove i
padroni di casa festeggiano la promozione in C1. Durante il
primo tempo gli uomini di Remondina passano a condurre ed al
ritorno negli spogliatoi succede di tutto; nel tunnel
inservienti ed altri personaggi intimidiscono verbalmente e con
calci e pugni i giocatori del Sassuolo. La stessa cosa avviene
in tribuna alla dirigenza ed ai componenti dello staff neroverde. I
padroni di casa nella ripresa rimontano e vincono per 2-1, con i
giocatori ospiti choccati da quanto è successo nell'intervallo.
Il ricorso alla Lega Calcio, produce solo una multa di 3.000 per
i campani con la dirigenza emiliana che va su tutte le
furie. Il secondo posto garantisce comunque un ottima
posizione ai play-off ed in semifinale il team di Remondina supera
ogni ostacolo. Prima vincendo la semifinale di andata
ad Ancona per 2-3, con un rigore di Andreini al 90', che
scatenerà la furia della tifoseria locale. Il ritorno vede i
dorici vincere al "Ricci" per 1-0, ma la finale era
ormai acquisita. Sassuolo che quindi si gioca la storica
promozione in C1 con un'altra neofita come la Sansovino. In
Toscana pareggia per 2-2, mentre in casa una rete di Pensalfini
al 26' regala la certezza della C1.
Nel campionato
appena concluso la società del patron Squinzi, ancora con
pochi ma mirati innesti come il portiere Agazzi ed il
centrocampista italo-argentino Erpen dalla Triestina, i
centrocampisti Gambadori e Giardina dal Pisa, Jiday dal Castel
San Pietro, il roccioso difensore Tarozzi e la guizzante punta
Selva dal Padova, sfiora lo storico traguardo della
promozione in Serie B rimanendo sempre nelle
primissime posizioni e spesso in vetta solitaria. La formazione
di Remondina centra i play off con il secondo posto a
poche lunghezze dal Grosseto. In semifinale incontra il Monza
dell'ex capitano tigrotto Zaffaroni. Gli emiliani vanno a
vincere al "Brianteo" per 0-1 per poi soccombere
malamente in casa per 2-4, consegnando la finale ai biancorossi,
dove verranno sconfitti dal Pisa.
Pochi
gli incontri tra le due squadre e pochi anche gli ex che hanno
vestito le due casacche. Il primo della lista è il mantovano
Stefano Montanini (classe 1958), terzino-mediano, dal fisico
possente, ma dai piedi non prorpriamente fini. Un
"Melo" ante-litteram, per lui 30 presenze in una
sola stagione a Busto quella del 1983-84, quella dopo la retrocessione
dalla C1. Lo ritroviamo a Sassuolo sempre in C2, nel
biennio 87-89, con gli emiliani raccoglie 59 presenze.
Quindi passiamo
a Baccarani 4 presenze in C2 con la maglia del Sassuolo nell'
83-84. Il "Bacca", arriva a Busto dopo la
retrocessione in Interregionale al termine del campionato
1987-88. Arriva per su suggerimento di Gianni Seghedoni, ex
giocatore ed allenatore del Modena, che per brevissimo
tempo collabora con la Pro nell'estate autunno del 1987.
Un giocatore "naif", si raccontava pescato nei
tornei serali. Dotato comunque di discreta tecnica,
ma con il calcio, anche se di Interregionale aveva
poco a spartire. Rimangono nella memoria alcune suoi colpi, da
giocatore di biliardo, qualche bel goal e partite
inguardabili. Nella memoria collettiva dei tifosi
biancoblù, rimarranno la sua Golf nera ma soprattutto la
scritta con lo spray fuori dagli spogliatoi dello
"Speroni" -"Bacca non si tocca", rimasta
per lunghi anni lì, fino a scolorare e quindi
scomparire da sola in silenzio. A memoria di alcuni degli
ultras tigrotti.
Nel campionato
2000-01 la Pro, già in mano alla Fam. Vender,
ritrova dopo alcuni anni il Sassuolo, nelle cui file milita un
fluidificante di fascia sinistra che risponde al
nome di Emanuele Pennacchioni (72), con alle spalle una lunga
carriera nelle squadre di Serie D del Mantovano e Veronese
come Officine Bra, Poggese, Legnago.... In quel campionato il
mancino colleziona 30 presenze e 8 reti. Il suo
discreto sinistro, gli permette di centrare la porta sui
calci piazzati e su tiri da lontano. I nostri se ne innamorano
così a 30 anni arriva alla Pro Patria che vuol
vincere il campionato, cosa in cui riuscirà non senza penare. A Busto
non ingrana, finisce spesso in panchina e viene beccato dal
pubblico (sai la novità !!) e ci rimane male. Nella stagione
2001-02 arriva comunque a 26 presenze e 3 reti, di cui una con
un bolide spettacolare. Pennacchioni, rimane anche in C1,
ma la categoria è davvero troppo per lui, così dopo aver
collezionato tanta panchina e sole 3 presenze a gennaio del
2003, saluta e se ne va a Cremona in C2, dove racimola 12
presenze.
Ultimo
della lista Marco Giandebiaggi (01-02-69), classe
pura in campo. Uno dei pochi raggi di sole in quella disgraziata stagione
1987-88. Arriva allo "Speroni" a diciotto anni
e mezzo, con il coetaneo Luca Bucci, entrambi dal Parma, dove
avevano fatto tutto il settore giovanile. Il "Giande"
sin dalla Coppa Italia, da spettacolo, serpentine, ripartenze,
goal. Forma con Umberto Marino (22 anni al tempo), un tandem
d'attacco di tutto rispetto, pur non supportati da una squadra
di basso livello. Per lui 23 presenze con sei reti,
tutte molte belle; impressa nella memoria quella del
raddoppio a Voghera. Palla presa ancora nella nostra metacampo
scambio verso la linea laterale, poi via in serpentina
velocissima lasciando sul posto due avversari, arrivato al
limite dell'area altro gioco di gambe ed oplà via un terzo,
gran botta a fil di palo e rete. Il "Giande"
torna giustamente alla casa madre Parma per due stagioni in B,
poi diventa una bandiera della Cremonese di Gigi Simoni per
sette stagioni, tra A e B, quindi Verona e Cosenza, per chiudere
con il calcio giocato a due passi da casa in quel di
Sassuolo in C2, nella stagione 2002-03 con 8 presenze
L'ULTIMO
PRECEDENTE ALLO "SPERONI"
Campionato di Serie C1/a 30^ giornata 16 Aprile 2007 -
PRO PATRIA - SASSUOLO 0-1
PRO PATRIA: Arcari, Candrina,
Francioso, Bruni, De Agostini, Trezzi (65' Ticli), Pessotto,
Vecchio, Tramezzani, Artico (84' Gibbs), Rosso (73' Marino)
In panchina: Capelletti, Imburgia, Biava, Ambrosetti - All.
Dominissimi
SASSUOLO: Pomini, Grimaldi, Anselmi,
Piccioni, Benetti, Pensalfini, Magnanelli (69' Jidayi),
Gambadori, Erpen (55' Masucci), Selva (83' Franchini),
Filippini
In panchina: Grillo, Tarozzi, Consolini, Giardina - All.
Remondina
Arbitro: Pinzani di Empoli (Celentano
e D’Amore)
Marcatore: 88' Benetti
NOTE: giornata estiva, terreno in
buone condizioni
Ammoniti:
Francioso, Bruni, Tramezzani (Pro); Magnanelli, Filippini,
Franchini (S)
Calci d’angolo: 2-8
Spettatori: 1.400 circa
Atroce beffa nel finale per la Pro, con il Sassuolo che fa
bottino pieno allo Speroni, lasciando a bocca asciutta i
biancoblù che non avevano demeritato. Tigrotti, sempre più
invischiati nella lotta per i play-out, a quattro giornate dal
termine ed ora anche con la grana Dominissini, con il tecnico
friulano che sembra aver dato le dimissione, stando al Pres.
Armiraglio, ma poi smentito dallo stesso tecnico. Una
sconfitta interna che a 360' minuti dal termine della stagione
regolare, potrebbe pesare tantissimo sulle spalle e nella
testa dei tigrotti, al di là dei due punti che distanziano
ora della zona salvezza.
Diverse le novità nella Pro, a partire dal portiere: a
sorpresa dentro Arcari, mentre Capelletti va in panchina.
Continuano le assenze, perché mister Dominissini deve
rinunciare a ben sei giocatori, più l’acciaccato Imburgia.
Così spazio a Francioso e De Agostini in difesa, con Trezzi
sul versante destro del centrocampo biancoblù e Tramezzani,
sempre in condizioni precarie sull'out sinistro. In attacco
Rosso rileva lo squalificato Temelin e va ad affiancare
Artico.
Nel Sassuolo, lanciato verso la Serie B, Gianmarco Remondina
deve fare a meno degli infortunati Agazzi e Pagani, senza per
questo rinunciare al consueto 4-3-3, con il centrocampo
formato dall'ottimo Pensalfini, Gambadori (ex Livorno e Pavia)
con Benetti ed il tris d'attacco formato da Erpen, Selva e
Filippini.
Nonostante il caldo si parte a ritmi alti, con le due squadre
che non si risparmiano, cercando di costruire la manovra sugli
esterni. Nella Pro, in evidenza Artico. Passato il 20' di
gioco, la gara scema e si assiste ad una gran lotta a
centrocampo, con interventi anche al limite del regolamento,
con il match che rischia di innervosirsi con Magnanelli per il
Sassuolo e Francioso per la Pro, che si beccano il giallo.
Tramezzani, marcato stretto dai centrocampisti emiliani rimane
vittima di un paio di falli piuttosto duri che però non
vengono sanzionati a dovere dal direttore di gara. L'unica
emozione al 42’, quando un’uscita scellerata di Arcari
(non una novità in questa stagione) consente a Selva di
concludere a porta vuota: il pallonetto dell’attaccante
ospite è però piuttosto lento e favorisce così
l’intervento sulla linea di Bruni, bravo a mettere di testa
in calcio d’angolo.
La seconda frazione di gioco s'incanala subito sulla falsariga
del primo, con le due squadre che mettono in campo tanta buona
volontà, ma poche idee e poca profondità, con poca voglia di
scoprirsi per cercare di avvicinare i propri obiettivi. Per
gli ospiti Remondina, cerca di mischiare le carte inserendo
Masucci al posto di uno spento Erpen, e gli ospiti cominciano
a farsi vedere dalle parti di Arcari: in ordine con Grimaldi
da fuori, Selva in rovesciata e Pensalfini di testa, poi il
destro dalla distanza di Magnanelli costringe l’estremo
difensore tigrotto alla deviazione in angolo.
Verso il ventesimo anche il tecnico biancoblù Loris
Dominissini opera il suo primo cambio: dentro Ticli, fuori
Trezzi (buona la prova del fantasista), e la Pro va
vicinissima al vantaggio con una fiammata improvvisa. Rosso
manca la rete non sfruttando al meglio un bel lancio di
Vecchio, complice la tempestiva uscita di Pomini.
Risponde il Sassuolo con un gran sinistro di Filippini che
termina a lato, poi Francioso sugli sviluppi di un corner
sfiora l’incornata vincente. Complice il primo caldo
stagionale e la fatica le due squadre si allungano, con
occasioni da una parte e dall’altra, ma sono gli ospiti a
rendersi maggiormente pericolosi grazie alle conclusioni di
Benetti e Pensalfini sulle quali lo "Speroni" tira
un bel sospiro di sollievo.
I neroverdi sembrano crederci di più e all'88’ trovano il
guizzo giusto: Masucci da fuori impegna Arcari, che non
blocca, poi sul batti e ribatti in piena area di rigore la
palla arriva a Benetti, il cui immediato sinistro si insacca
alle spalle del portiere tigrotto, rimasto immobile. La Pro
subisce il colpo, nonostante la punizione di Tramezzani sfiori
l’incrocio alla destra di Pomini. I cinque minuti di
recupero decretati dal signor Pinzani si esauriscono in un
amen, e così la formazione bustocca si ritrova con una
sconfitta che fino a pochi minuti dal termine sembrava poter
essere evitata. E adesso l’ombra dei playout si materializza
sempre più.
I
PRECEDENTI
Pro Patria 12
campionati di Serie A - Sassuolo nessuno
1986-87
Serie C2/b
12^ 7 Dic. 86
Sassuolo - Pro Patria 0-2
29^ 26 Apr.
87 Pro Patria - Sassuolo 1-0
1987-88
Serie C2/b
13^ 13 Dic.
87 Pro Patria - Sassuolo 1-1
30^ 8 Mag. 88
Sassuolo - Pro Patria 2-1
2000-01
Serie C2/a
12^ 26 Nov.
00 Pro Patria - Sassuolo 1-0
29^ 8 Apr. 01
Sassuolo - Pro Patria 1-0: Zaffaroni
2006-07
Serie C1/a
13^ 26
Nov. 06 a Reggio E. stadio "Giglio", Sassuolo - Pro
Patria 3-1: 12 rig. e 31' Selva (S), 77' rig. Erpen (S),
83' Temelin (Pro)
30^ 15 Apr.
07 Pro Patria - Sassuolo 0-1: 88' Benetti
TIFOSERIA
La formazione
neroverde non ha mai potuto contare su un gran numero di
sostenitori, disponendo di un bacino d'utenza piuttosto
ridotto sia per aver sempre veleggiato, fino a poche stagioni
fa, nei campionati minori ma anche per la presenza nelle
vicinanze squadre dal forte radicamento territoriale e storico
quali Modena, Bologna e Reggiana. Soprattutto il vicino
capoluogo di provincia Modena, da cui Sassuolo
dista circa solo 15 chilometri, tra alti e bassi è
riuscita a ritagliarsi un posto quasi in pianta stabile in
Serie B, con 13 campionati nella massima categoria (uno in più
della Pro). La posizione geografica del centro emiliano non ha
poi giocato a favore, considerata la vicinanza anche con
Reggio Emilia, con un recente passato tra A e B e Bologna, con
la sua storia di scudetti. A fare concorrenza anche la Ferrari
con Maranello proprio dietro casa, oltre al Volley maschile e
femminile. Negli ultimi anni le cose sono un pò cambiate,
infatti con l'arrivo in pianta stabile del patron Squinzi,
ovvero Mr. Mapei in persona, la squadra neroverde ha scalato
posizioni su posizioni nel ranking nostrano, arrivando alla
C1, fino ai play-off per la Serie B, al termine della scorsa
stagione punto più alto, mai raggiunto nella storia del
sodalizio emiliano. Di tutto questo ne ha giovato ovviamente
anche la tifoseria, la quale fino a pochi anni fa poteva
contare su circa 650/700 presenze medie allo stadio ed un club
di appassionati che si riuniva a sostenere le sorti
della squadra. A metà degli anni con l'approdo per la prima
volta nella sua storia del Sassuolo in C2, si hanno l'abbozzo
dei primi gruppi di formazione ultras, che durano però lo
spazio della permanenza degli emiliani, in categoria, con la
retrocessione in Interregionale al termine del campionato
89-90. Una fiammata di tifo organizzato si ha nella seconda
metà degli anni novanta, quando gli emiliani conducono un
campionato di testa, culminato con lo spareggio di Varese,
perso ai rigori contro il Trento, ma che portò lo stesso alla
C2, con il ripescaggio. In questo periodo c'è la nascita
della "Gioventù neroverde", gruppo rimasto sempre
in poche unità. Nello stesso periodo si ha il tentativo di
far nascere altri gruppi, ma tutti svaniscono quasi subito.
Attualmente l'area più calda del tifo sassuolese si ritrova
sotto le insegne degli Ultras e "Gruppo 1922",
quest'ultimo nato nella scorsa stagione, con elementi della
vecchia guardia neroverde e che prende il nome dalla data di
fondazione del sodalizio emiliano. Presentandosi anche nelle
trasferte al seguito dei nero-versi. Il posizionamento è
nella curva nord del rinnovato impianto "Enzo
Ricci", che a causa dei lavori di ristrutturazione, ha
visto i sostenitori neroverdi, trasferirsi per buona parte
dello scorso campionato allo stadio "Giglio" di
Reggio Emilia, per disputare le gare interne. Uno stadio che
in precedenza era molto dispersivo, molto simile per fare un
paragone con qualcosa a noi noto allo stadio di Cittadella,
con una tribuna centrale formata da un solo elemento e dalla
parte opposta cinque gradoni gialli che correvano lungo
tutta la fascia e senza curve. Ora, grazie al restyling
effettuato, è più raccolto, tipo stadio all'inglese con le
tribune a ridosso del campo per tutto il suo perimetro. per
gli ospiti c'è la Sud ed in caso di tifoserie numerose viene
riservato anche il rettilineo di fronte alla tribuna centrale.
Le presenze medie nella scorsa stagione sono state intorno
alle mille unità, con punte di 1.700 con il Pisa (al Giglio)
e 1.600 con il Padova al Ricci.
Per quello che
concerne amicizia e rivalità, non si può parlare di
gemellaggi e tanto meno di rivalità vere e proprie.
Esiste un buon rapporto con il Modena, considerato che molti
sassuolesi seguono da sempre le sorti dei canarini.
Feeling con le tifoserie di Alto-Adige, Pro Sesto, Pavia e
Pordenone; esisteva un tempo anche una sorta di gemelleggio o
quanto meno forte affinità con Bra (squadra della provincia
di Cuneo), con un rapporto datato dalla stagione 1991-92 e
Sanremese. Per quanto riguarda le rivalità, da segnalare su
tutte quelle in ambito locale, senz'altro con il Carpi, a cui
i neroverdi hanno recentemente strappato il titolo di seconda
squadra della provincia di Modena, oltre a Roteglia e
Formigine. Quindi quelle nate dagli ultimi campionati con
Belluno, Pro Vercelli, Sansovino, Savona, Trento, Spal,
Pistoiese, Grosseto oltre all'Ancona; gli ultras dorici al
termine di un play-off centrarono il pullman neroverde con dei
sassi e ci furono alcune collutazioni, mentre è da
valutare il comportamento con i supporters della Cavese, che
gli emiliani ritrovano dopo gli incidenti di due anni fa, dove
tra spogliatoi e tribuna successe un pò di tutto.
Da segnale i 39 tifosi denunciati il 29 Aprile scorso, in
quanto avevano danneggiato la carrozza di un treno (strappato
tende, divelto sedili e rotto vetri), in occasione della
trasferta di Venezia. Tra i 39 denunciati, anche 10 minorenni.
Un
solo sito internet quello all'indirizzo www.cuoreneroverde.org
Sassuolo - Pavia
05-06
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