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FOLIGNO
CALCIO
1928 |
Foligno
calcio srl 1928
Maglia
azzurra con pantaloncini bianchi, calzettoni azzurri con
bordo bianco
Sede:
via dei Mille, 37 - 06034 Foligno (Pg)
Stadio:
"Enzo Blasone" Loc. Santo Pietro, 06034 Foligno (Pg).
Dimensioni (105 x 65) - Capienza 5.082
Foligno 51.400 abitanti - totale provincia di Perugia 615.000
Abbonamenti
701
QUADRI
DIRIGENZIALI
Presidente: Maurizio Zampetti
Vice-presidente: Guido Tofi
Direttore generale: Federico Cherubini
Resp. area tecnica: Marcello Pizzimenti
Allenatore: Pierpaolo Bisoli
Allenatore in 2^: Valeriano Recchi
Prep. portieri: Stefano Raponi
Prep. atletico: Riccardo Ragnacci
IL
CALCIOMERCATO
ACQUISTI:
Girardi (a85-Chievo via Prato), Cacciatore (d86-Sampdoria
via Reggiana), Volta (d87 Sampdoria via Carpenedolo), Coresi
(c80- Pontevecchio), Galluzzo (c89-Mazara), Pioli
(p90-Virtus La Castellana), Di Paola (d89-Comiso), Gomes
Barbosa (Bra. a85- Lazio), Giovannini (d83-Manfredonia),
Parolo (c85- Chievo via Pistoiese), Cassarò (d83-
Sanremese), Pascali (c81-Parma)
CESSIONI:
Cavagna (c84-Arezzo), Garrasi (d85- Rieti), Manni (c74-Cisco
Roma), Boccolini (c84-svin.), Bartolini (a86 Fano), Giorgi
(c87-Ascoli), Falzone (c81-svin.), Pazzi (d76-Val di Sangro)
LA ROSA
2007-08
Portieri: Ripa (74), Palanca (86), Pioli (90)
Difensori:
Bisello-Ragno (83), Cacciatore (86), Cassarò (83) Di Paola
(89), Giovannini (83), Guastalvino (79), Pencelli (86),
Petterini (80), Silveri (84), Volta (87)
Centrocampisti:
Bonura (79), Biviglia (90), Cavadenti (88), Coresi (80),
Galluzzo (89), Parolo (85), Pascali (81), Sacenti (84),
Segarelli (78), Zebi (80)
Attaccanti:
Barbosa (Bra 85), Bellucci (86), Giacomelli (90), Girardi
(85), Noviello (84), Turchi (Arg. 76)
GLI
ULTIMI CINQUE CAMPIONATI
2002-03
Serie Eccel. 1° posto -PROMOSSA IN SERIE D
- All. Luciano Marini
2003-04 Serie D/f 2° posto - All.
Luciano Marini
2004-05 Serie C1/a 1° posto - PROMOSSA
IN SERIE C2 - All. Luciano Marini
2005-06 Serie C2/b 10°
posto - All. Luciano Marini - Marcello Pizzimenti - Walter
Bianchi
2006-07 Serie C2/b 1° posto - PROMOSSO
IN SERIE C1 - All. Giovanni Pagliari
PRO
PATRIA - FOLIGNO
Là,
dove volano i falchetti, si respira l'aria buona dell'alta
classifica.
Per
la prima volta nella sua storia, la Pro, affronta allo
"Speroni", una squadra umbra. A questo punto,
manca solo una squadra del Molise, ed i biancoblù, nella
loro storia, avranno affrontato almeno una delle formazioni
delle venti regioni italiani, in un incontro ufficiale. Un
record non da poco.
Tornando
al calcio giocato, i tigrotti, sono chiamati ad un impegno
arduo, nell'affrontare la classica matricola terribile che
ogni stagione appare, quest'anno tocca al Foligno. La
squadra umbra, è da inizio stagione che veleggia nei primi
posti, senza soffrire di altitudine, nonostante in casa
abbia perso l'imbattibilità interna che durava da circa
due, anni, con la sconfitta interna, rimediata al
"Blasone", contro il Novara alla terza giornata.
Il
sodalizio umbro, negli ultimi anni ha scalato le categorie,
con estrema rapidità passando dall'Eccellenza del
campionato 2002-03 alla C1, conquistata al termine dello
scorso campionato, centrando tre promozioni in cinque
stagioni. Dalla prima promozione all'ultima, ci sono tre
uomini come Petterini, Coresi e Silvestri, che hanno fatto
tutta la scalata da protagonisti.
Altra
particolarità, la formazione dei "Falchetti", ha
in rosa molti elementi nati proprio sul territorio,
facendone di questo un punto di forza.
Gli
umbri, in un'estate, hanno dato un pò a sorpresa, l'addio a
mister Giovanni Pagliari, artefice della cavalcata della
passata stagione, ed hanno affrontato il campionato subito
col piglio giusto. Merito anche del loro tecnico, quel
Pierpaolo Bisoli, da Porretta Terme che da mediano vanta
un'illustre carriera in A con 267 presenze e 7 reti,
bandiera del Cagliari, quindi le maglie di Empoli, Perugia e
Brescia. Un tecnico che, dopo gli ottimi risultati dell'anno
scorso col Prato, dove ha lavorato molto con i giovani e con
mezzi limitati, ha saputo infondere al Foligno lo spirito
battagliero che lo ha sempre contraddistinto da giocatore.
Se
da calciatore era uno che rompeva, tamponava il gioco degli
avversari, da tecnico, ama fa giocare all'attacco le sue
squadre sfruttando al massimo le caratteristiche dei miei
giocatori. Mostrando un gioco a tratti piacevole e
frizzante, giocando spesso su ritmi alti, con manovre
corali, con palla gestita a lungo, fatte di tagli in avanti
e sovrapposizioni sulle corsie esterne.
Il
modulo base è il 4-3-1-2, dove l'interprete principale è
il gallaratese Parolo, ennesimo giocatore della zona che non
ha vestito la maglia della Pro, ma come Iori del Cittadella,
fa le fortune di altre squadre.
Un
modulo, che esalta le qualità della rosa, ma che durante
gli incontri può subire delle modifiche, adattandosi alle
varie situazioni che si creano, portandosi anche ad una
difesa a tre come nella gara contro i lagunari.
Tutti
partecipano all'azione, tutti si danno da fare per rendere
fluida la manovra, che è basata sul collettivo, con
meccanismi già mandati a memoria, specialmente da
centrocampo in su, giocando senza tatticismi esagerati.
Mostrando un gruppo, al cui 'interno spiccano le doti
tecniche di diversi elementi.
Nella
rosa dei falchetti, troviamo molti giovani interessanti,
come Giacomelli classe 90, prodotto del vivaio, titolare
domenica scorsa, contro il Venezia e già andato a segno
diverse volte, come nell’amichevole estiva con il Siena,
nel successo della prima giornata con il Lecco ed in Coppa
Italia con la Viterbese. I prestiti dalla Sampdoria,
Cacciatore e Volta, ex compagni di squadra della "belvetta"
Castellazzi.
Uno
dei pochi over 30, è il portiere Francesco Ripa, che ormai
da qualche anno difende la porta dei falchetti, senz'altro
uno dei più esperti della categoria e, tra i migliori come
rendimento.
Per
la gara contro la Pro, il tecnico degli umbri, recupera Zebi
e Pascali, rimasti fuori domenica contro il Venezia, in
quanto squalificati, ma dovrà fare a meno del difensore
Bisello-Ragno, ko. da inizio stagione per la rottura del
legamento crociato con interessamento anche del menisco. Con
ogni probabilità assenti anche le punte Noviello (ex San
Marino) e l'argentino Juan Martin Turchi, quest'ultimo,
negli ultimi due campionati ha realizzato una quarantina dei
reti, di cui 18 nell'ultima stagione in C2, con due centri
dal dischetto.
Scelte
obbligate per Bisoli, che quindi non cambierà il suo
4-3-1-2, con Ripa tra i pali, difesa che da destra a
sinistra vedrà, Cacciatore, lo scorso anno a Prato con il
tecnico, elemento capace di portarsi spesso in avanti,
creando superiorità numerica sulla propria corsia. Al
centro la coppia Guastalvino-Volta. Il primo è un elemento
esperto, che negli anni scorsi prometteva molto, ma si è
arenato in serie B nel Vicenza, con poche presenze e sa
guidare molto bene il pacchetto arretrato. Il secondo è un
giovane classe 87' che lo scorso anno andò al Carpenedolo,
per sostituire Bruni, arrivato alla Pro, alle spalle già un
campionato di C2 con la Reggiana. A sinistra Petterini (80),
un pò uno dei simboli della squadra, con cui è passato
dall'Eccellenza alla C1. Giocatore duttile, capace di
giocare a metà campo ma anche in fascia, spesso e
volentieri si porta sul fondo per il cross. Pacchetto
arretrato, che spesso "righia", sugli avversari,
pecca forse di esperienza in categoria, visto i due giovani
che lo compongono.
Centrocampo,
a cui con ogni probabilità mancherà ancora Zebi (80),
giocatore di grande personalità e rendimento, schierato a
tre con Silveri (Sacenti), Coresi e Segarelli. I primi due
con Petterini, sono giocatori di grinta e sostanza, nel club
da anni, rappresentano la continuità. Il terzo, Segarelli,
anni fa era una promessa, poi un brutto incidente a Padova,
lo fermò. Da diverse stagioni in Umbria, sembra aver
ritrovato il passo dei giorni migliori.
Reparto
molto duttile, spesso in proiezione offensiva, lasciando
qualche spazio di troppo, ma nella fase difensiva si
schiaccia sulla linea dei difensori, formando una muraglia.
Davanti
al trio, Parolo, il trequartista gallaratese, ma si scuola
Como, in questo campionato sta mostrando la sua classe, dopo
una stagione non esaltante con la Pistoiese, cresciuto in
maniera esponenziale in questa annata, dopo la delusione per
il ritiro, nemmeno iniziato con il Chievo, proprietario del
suo cartellino. Attualmente fa parte della nazionale azzurra
impegnata alle Universiadi.
Il
giovane fantasista, ha già realizzato tre reti, incantando
con giocate di qualità superiore, come la punizione contro
il Monza. Nonostante la giovane età ha alle spalle già
diversa esperienza in categoria, a Como, giocavano con Rosso
e Cigardi ed il suo cartellino è di proprietà del Chievo.
In
avanti la coppia dovrebbe essere formata da Girardi ed il
giovane Giacomelli, con Noviello, alle prese con un
infortunio, punta brevilinea che fa dei guizzi improvvisi il
suo punto di forza, con 6 reti la scorsa stagione. Girardi
è un elemento di spessore, molto bravo nell'uno contro uno,
cercando poi lo scambio in velocità sul compagno,
nell'ultimo turno ha realizzato una doppietta, segnando di
testa e di piede.
Il
maggior numero di punti il Foligno lo ha conquistato in
casa, 19 come il Sassuolo, mentre fuori casa, ha racimolato
sette punti, frutto di una vittoria e quattro pareggi.
Lontano dal proprio terreno di gioco, ha segnato quattro
volte, subendone nove, su un totale complessivo,
rispettivamente di 17 e 12; cioè la terza migliore difesa
del torneo. Nell'ultima trasferta a Cremona, è stata
sconfitta per 4-0, ma impegnando severamente la compagine di
Mondonico.
LA STORIA
La
società sportiva, folignate, così com'è oggi, venne
fondata nel 1928, ma a Foligno il calcio arrivò un decennio
prima, portato da militari cecoslovacchi di stanza nella
città umbra, durante la I^ Guerra Mondiale. Squadre vere e
proprie si ebbero a partire dal 1916 con incontri con la
squadra della vicina Terni. I primi calci al pallone furono
dati in Piazza San Domenico. Nel 1928, venne fondata l'A.S.
Foligno, con affiliazione alla Lega Calcio. Il primo campo
ufficiale fu lo l'impianto littorio "Dandolo Gramellini",
situato in zona di Porta Romana.
Nel
1933-34, nonostante il secondo posto in classifica nel
campionato di prima divisione, viene retrocessa per un tentativo
di corruzione. Seguono anni di crisi per l'A.S.
Foligno, fino all'estate del 1937, quando l'attività
calcistica, trova nuovo impulso grazie alla presenza
nella città umbra di un reparto avieri, fra i quali si
annoveravano numerosi calciatori. Il Dopolavoro Aziendale
della Società aeronautica umbra, organizza una squadra, l'A.U.S.A.
Foligno mettendo insieme gli elementi migliori tra gli
avieri e quelli locali. Nel 1941-42 venne ratificata la
fusione tra l'A.S. Foligno e l'A.U.S.A. La squadra partecipa
al campionato di Serie C, concludendo al settimo
posto in classifica. Nel primo campionato del dopoguerra, i
biancazzuri si ritrovano ancora in Serie C, piazzandosi
al secondo posto, alle spalle del Perugia,
ottenendo uno storica promozione in Serie B. Categoria alla
quale i folignati devono però rinunciare, per motivi
finanziari. Rimarrà comunque negli annali della società,
come il miglior piazzamento di sempre.
Da
quel momento per la squadra umbra, inizia una discesa che
prima la porta in Serie D, poi nei campionati minori, con
diversi sali e scendi. Nella stagione 1957-58, il Foligno
termina al 9° posto con 29 punti, il proprio girone di IV^
Serie. Nella seconda metà degli anni '60 fino alla fine
degli anni '70, il sodalizio umbro, disputa stagioni di
IV^ Serie e di Promozione, con il picco, nell'annata 67-68,
in Serie D girone E con il terzo posto finale.
Stagione
1977-78, i "falchetti", partecipano al campionato
Promozione, piazzandosi al 5° posto. Da qui in avanti è
una rapida risalita nelle categorie calcistiche, con ben tre
promozioni consecutive, nel breve volgere di quattro
campionati. Nel 1979-80 dalla Promozione
all'Interregionale, quindi nel 1981-82, arriva la C2,
dopo spareggio a Siena, contro la Cynthia Genzano; partita
sospesa all'86' per invasione di campo dei sostenitori
laziali, sul 2-1 per gli umbri, a cui quindi veniva
assegnata la vittoria a tavolino per 2-0. Infine, al
termine del campionato 82-83, il grande balzo in C1,
con il secondo posto alle spalle del Prato nel girone A di
C2. La porta degli umbri in quel periodo era difesa dal
Dott. Lamberto Boranga, folignate di nascita, storico
portiere del Cesena, negli anni 70 ed uno dei primi
calciatori laureati. In panchina, come tecnico Alberto Mari,
in attacco il bomber Mariotti, autore di 12 reti.
Per
festeggiare la storica promozione in C1, l'8 Giugno 1983,
venne inaugurato il nuovo impianto sportivo, situato in
località Santo Pietro, con una partita amichevole contro
l'Anderlecht; squadra belga, che nel periodo andava per la
maggiore.

Foligno stagione 83-84
I
biancazzurri, ballano solo una stagione in categoria,
retrocedendo con l'ultimo posto finale con 21 punti a pari
merito con il Rende. Nel campionato seguente, 84-85, nella
formazione folignate, troviamo il bomber Massimo Palanca,
che dopo i fasti di Catanzaro e Napoli, chiude in pratica la
sua carriera vicino alla sua Camerino; in venti presenze
realizza nove reti, che valgono il quinto posto finale, che
per un solo punto non porta agli spareggi promozione, con un
arrivo in volata con il Brindisi, primo in classifica a 45,
Fano (poi promosso), Civitanovese e Teramo a 42, Foligno 41.

Massimo Palanca, ai tempi del Napoli
Inizia
una rapida discesa, che nell'85-86, vede il Foligno,
retrocedere in Interregionale, quindi due anni dopo,
stagione 87-88, in Promozione, dove con l'ottavo posto,
viene ripescato in Interregionale. Nel campionato 90-91
arriva l'undicesimo posto in categoria. L'annata seguente è
un settimo posto con 36 punti, con il singolare record di 20
pareggi; in attacco la coppia Antonini e Guidotti realizza
14 reti sulle 29 totali. In panchina Angelo Castronaro.
Quinto posto nel 92-93 sempre con 36 punti totalizzati,
grazie alle 13 reti di Terzaroli. Il campionato seguente,
vede lo scivolone in Eccellenza, con il terzultimo posto, 20
punti all'attivo, nel girone F del Campionato Dilettanti.
Risale subito, nel giro di due stagioni e nel 96-97, i
"falchetti", sono al nastro di partenza del CND,
presentando Riommi in porta, piazzandosi all'11° posto, nel
girone F
Nella
stagione 97-98, il Foligno, termina al 14° posto in
classifica, con 38 punti; retrocessione evitata
all'ultima giornata. Tra i pali ancora Riommi, in difesa
Coresi fa il suo esordio, in attacco Antonio Gespi, unico e
solitario ex tra Pro Patria e Foligno. Campionato segnato
dalle molte partite casalinghe disputate in campo
neutro a causa del sisma che colpì l'Umbria il 27
Settembre 97. Nel campionato seguente in prima squadra si
affaccia anche Petterini che con Coresi e Silveri farà poi
tutta la scalata fino alla C1.
La
società ha un altro crollo pochi anni dopo, toccando
il fondo nella stagione 2000-01 con l'amara
retrocessione nel campionato di Eccellenza, nonostante le
reti del bomber Mercuri.
Il
campionato 2002-2003 segna la rinascita del Foligno Calcio,
con la netta affermazione nel campionato di Eccellenza, con
diciasette punti di vantaggio sulla seconda, rimanendo
sempre primi in classifica per tutto l'arco della stagione
con Luciano Marini in panchina ed il bomber Falanga che
realizza 21 reti. Inizia così, nel migliore dei modi la
presidenza di Maurizio Zampetti. Nel 2003-04, gli umbri
vengono inseriti nel solito girone F, di Serie D,
concludendo la stagione con il 4° posto finale, a tre
lunghezze dal Morro d'Oro poi promosso, dopo aver chiuso il
girone di andata in testa. Piazzamento che porta alla
partecipazione ai play-off promozione. Nel 2004-05 i
folignati, vengono promossi in serie C2, vincendo con
ben undici punti di vantaggio sulla seconda in classifica,
il Cattolica. 2005-06, 10° posto finale in C2, con tre
cambi di allenatore dallo storico Luciano Marini, passando
per Pizzimenti, chiudendo con Walter Bianchi.
Nell'ultima
stagione, con Giovanni Pagliari come tecnico, raggiunge
la storica promozione in C1, ad oltre ventitrè anni di
distanza dalla prima ed unica partecipazione, festeggiando
domenica 6 maggio 2007, con una giornata d'anticipo sulla
fine del campionato. In squadra l'argentino Juan Martin
Turchi che diventa il capocannoniere del girone
realizzando 18 reti con 2 centri dal dischetto. Mantiene per
due stagioni l'imbattibilità casalinga, con l'Enzo Blasone,
violato dal Novara, alla terza giornata di questo
campionato.
IL
PERSONAGGIO
C'era
una volta, un portiere che usciva dagli schemi..... Il suo
nome Lamberto, e di cognome Boranga. Luogo di nascita
Foligno, data 30 Ottobre 1942. Titolo di studio doppia
laurea in Medicina e Biologia.
E questa, è veramente la storia di un vero personaggio.
Anni
70', il Cesena di Pippo Marchioro, compie un capolavoro,
arriva in Serie A, poi in Coppa Uefa, che non era per niente
la coppetta in uso ai giorni nostri. Ma un signor torneo,
bello, importante, con senso, in cui ti poteva capitare di
fare due giorni di viaggio, per raggiungere gli avamposti
dell'ex impero sovietico, con tifosi tutti irrigementati,
senza nessuno che uscisse dalle righe, e senza pubblicità
in giro, il puro "stile bulgaro". Guardando le
immagini in bianco e nero, forse il giorno dopo, forse solo
qualche spezzone nel mitico Mercoledì sport, altro che
youtube e internet. Sembrano passati secoli.
In
quel Cesena, dello sperimentatore Pippo Marchioro, emergeva
la personalità di Lamberto Boranga, portiere efficace,
pratico, di pochi fronzoli e tanta resa, ma con un vizio
tremendo..... Studiava. Eh si, studiava medicina, portava i
capelli un pò lunghi e, in quegli anni, un pò così tra
tensioni di piazza, voglia di conservatorismo ed altro, un
giocatore di calcio, che studiava, parlava con proprietà di
linguaggio, era visto male, chissà poi perchè. Non che
adesso le cose siano cambiate di molto, visto che Totti,
scrive libri e con Gattuso, guadagna centinaia di migliaia
di Euro, in spot televisivi, non sapendo un congiuntivo, e
con pronunce improbabili. Ma tant'è, fanno marketing e
fanno vendere....

Boranga, nel Cesena 1975-76
Torniamo agli inizi della storia del nostro Dottiere (dottore+portiere)
Boranga, ricca di un'atmosfera, da calcio ruspante, fatto a
pane e salame, che anche ai livelli più alti ancora
conservava il calore e il fascino di un gioco che aveva per
protagonisti uomini animati dalla passione e non solo dai
guadagni.
Soprattutto
intorno non c’era il clima esasperato che c’è oggi;
anche i personaggi errano ancora vicini alla gente,
"umani" fra gli umani, non stelle del
calcio–system, lontane anni luce dalla realtà e dagli
stessi tifosi.Lo associa ad altri nomi "ribelli"
del calcio, dalla contestazione, pochi a dir la verità, da
contarsi sulle dita di una mano, da Sollier a Meroni.
Boranga,
una "mito" dell'ultimo calcio in bianco e nero,
famoso non solo per le sue parate, ma sono entrati nella
leggenda alcuni suoi comportamenti, oltre alla doppia
laurea: a Cesena per esempio, si faceva portare una
tazzina di caffé dal massaggiatore che beveva a metà
secondo tempo, accanto alla porta con il gioco in corso.
Gesto ripreso la scorsa stagione in Serie A, dal portiere
dell'Empoli Balli. Ed i ragazzini nei campi, negli oratori,
per le strade ad imitarlo, specialmente nei suoi dribbling
al limite dell'area.
Una
persona fuori dagli schemi per il periodo e, forse lo è
ancora adesso, da giovane un pò scapestrato, contestatore
della prima ora ma anche studente modello, tuttora
poliedrico negli interessi.
Attaccatissimo
da sempre alla famiglia, anche per la perdita del padre
Eugenio, scomparso volando. Di questo si porterà
sempre dietro una certa sfrontatezza romantica. Nel fratello
Gianfranco, invece, il porto sicuro, per affrontare i marosi
più duri della vita.
Inizia,
calcisticamente, nelle giovanili del Foligno, ma poi passa
subito al vicino Perugia, che in quel periodo, siamo sul
finire degli anni cinquanta ed inizi sessanta, è lì sempre
in Serie C. Il Grifone di Ramaccioni-Castagner-D'Attoma,
deve attendere ancora un bel pò.
Lamberto
da Foligno, s'impone subito, sia per il fisico (182 cm x 78
kg), che per le doti tecniche, ottimo colpo d'occhio e
riflessi felini e le sue uscite con i piedi a scartare gli
avversari. A vent'anni è già titolare della formazione
biancorossa in C, con 22 presenze. Rimane il primo portiere
del Perugia, sino all'estate del 66, quando lo acquista la
Fiorentina, che aveva appena vinto la Coppa Italia e la
Mitropa Cup.
Diventa
il secondo di Ricky Albertosi, portiere estroverso e
spettacolare dei viola del tempo. Boranga, raccoglie sei
presenze, e vede da vicino gli assi del tempo, dalla Grande
Inter di Suarez, Mazzola e Corso al Manchester United
di Charlton, Stiles e Best. A Firenze vive, però anche in
prima persona la sconvolgente alluvione del novembre 1966.
A
differenza della stragrande maggioranza dei colleghi,
capisce che il calcio è solo una parte della vita, che
coniugata alla gioventù, più creare una miscela
pericolosa, senza buone basi per il futuro; che sono altri i
valori della vita.
In
quegli anni 60, fatti di Beatles e Rolling Stones, di George
Best e Vietnam, di cinquecento e prime libertà sessuali ed
altro, Boranga, al di là del padre scomparso, che per lui
rimarrà il vero mito di sempre, valuta anche una serie di
personaggi, come Picasso, Che Guevara, Pasolini sia il
poeta-regista che il pilota di moto riminese. Nel mondo
calcistico ha apprezzato il milanista Schiaffino e poi tutta
una serie di portieri "pazzi" incominciando da
Ghezzi e Sarti per arrivare poi negli anni a seguire,
Higuita, Chilavert e Campos. Ma il suo preferito di sempre
rimarrà, quel Ricky Albertosi, di cui ha fatto per un anno
il secondo.
Approda
così, dopo una sola stagione in Toscana, in un ambiente con
meno pressioni calcistiche, della serie cadetta, una città
come Reggio Emilia, senza troppe tensioni allo stadio, ma
che dentro di sè porta ancora forte le ferite della guerra,
ma soprattutto del dopo-guerra. Non avrà tensioni
calcistiche al tempo, al di là dei derby al Lambrusco con
Parma, Modena, ma in città e provincia l'aria che si
respira, insomma non è delle più salubri. Franceschini,
Ognibene ed altri hanno già fatto germogliare le B.R., il
clima che si respira permette comunque a Boranga, di portare
avanti le sue passioni, il calcio, coniugato all’impegno
sociale politico e, soprattutto, la laurea prima in biologia
e in medicina.
Tra
i pali si dimostra quello che è poi nella vita, temerario
nelle uscite, generoso, fisicamente fortissimo. Non disdice,
ogni tanto, di lasciare la difesa della porta per sgroppare
fuori dal campo, dribblando attaccanti e centrocampisti
avversari. A Reggio rimane sei stagioni, con una parentesi a
Brescia in A, dal nov. 69, con 14 presenze.
Ritorna
in A e per un cinque stagioni è il portiere del Cesena, che
un centrocampo di fosforo e fantasia allo stato puro, con
Frustalupi e Rognoni, oltre poter contare sull’esperienza
stagionata di Cera, il libero del Cagliari scudettato. E' il
cavallino del Presidente Manuzzi e del mister Marchioro, il
quale allena Boranga, con il training autogeno, usando il
classico cappellino da portiere per un richiamo post
ipnotico. Insomma una pratica che aiuta la concentrazione e
che, nel caso specifico, prevedeva che Lamberto, si
togliesse ad intervalli fissi il cappello, lo buttasse nella
porta e poi lo raccogliesse per indossarlo di nuovo.

Boranga ed il suo caffè durante la partita
Le tifose romagnole dicono che assomiglia all'attore Franco
Nero, i tifosi romagnoli, trovano che quando è in forma è
meglio di Zoff. Anche negli errori, aggiungono, quelli che
fa lui il portiere della Nazionale, non se li sogna nemmeno.
Magari li fa per troppa sicurezza, magari in certi gol
balordi gioca un pizzico d'istrionismo, però Lamberto
Boranga così è fatto e così bisogna accettarlo. Del resto
lui rispecchia alla perfezione il carattere un poco
garibaldino e guascone della squadra. "Son tutti miei
burdell", proclamava il patron Manuzzi. Boranga,
allora, lo era un po' più degli altri.
Con
il Cesena arriva anche il palcoscenico europeo, subito
purtroppo vanificato dai tedesconi dell'Est del Magdeburgo,
in una gara sfortuna. Viaggiando nell'Est europa del tempo,
si accorge subito, che quando vagheggiato nel periodo in
Italia, su come si vivesse meglio al di là della
"cortina di ferro", fossero solo pure invenzioni
e, torna sui suoi passi politici.
Le
morti improvvise di Taccola agli inizi degli anni settanta e
soprattutto di Renato Curi, nel 77, colpiscono profondamente
la sensibilità professionale medica di Boranga.
Dopo
Cesena, arriva anche Varese in B, dove entra in contatto con
il Professor Arcelli, uno dei primi preparatori sportivi.
Quindi tappa a Parma, prima in C1, dove vince il campionato,
con Maldini sr. in panchina, mettendosi in evidenza, per due
fatti. Il primo calcistico Verona–Parma del 16 marzo 1980,
con Boranga fra i pali degli emiliani, il suo compagno di
squadra Caneo, commette un fallo su Beniamino Vignola, che
fa una sceneggiata. L'arbitro espelle Caneo, Riprende il
gioco con la punizione per il Verona, Boranga esce in presa
alta e proprio Vignola lo colpisce con una gomitata. Il
portiere umbro, come direbbe Paolo Villaggio "s'incazzò
come una bestia !!". Rinviò la palla, andò da Vignola
e lo colpì con un cazzottone, secco, il giocatore veronese,
andò lungo e disteso a terra,"Ma stavolta almeno
c’era un buon motivo. Se dovesse ricapitare un’occasione
simile lo rifarei. Anzi glielo darei più forte! Anche se
poi fui espulso"- disse poi lo stesso Boranga, nelle
interviste di fine gara.
L'altra
faccia dell'esperienza parmense è il Lamberto Boranga,
studente modello laureatosi in medicina a 38 anni mentre
giocava nei ducali, con un giovanissimo Carlo Ancelotti,
strappando un rispettabilissimo 106/110. Fu la sua seconda
laurea, ottenuta dopo quella in Biologia: un vero record per
un calciatore, ma non solo.
Ma
non finì qui, perchè il giornalista Gianni Mura, ai tempi
della Gazzetta dello Sport, mise in dubbio non solo le sue
parate, ma pure i suoi studi di biologia e di medicina.
Erano proprio i giorni della della tesi di laurea in
biologia, così Boranga tagliò corto, se lo prese
sottobraccio e se lo portò alla discussione. Alla fine, fu
la tesi per lui e il convincimento per Mura. La domenica
dopo, però incassò due goal, magari Mura, gli diede cinque
in pagella....
Con l’affievolirsi della sua lunga parabola agonistica,
tornerà a difendere per alcune stagioni la porta del suo
Foligno, portandolo, sino alla prima storica C1, giocando
con i falchetti sino a quarantadue anni d'età, in un
campionato professionistico. Non contento, ha continuato a
giocare sino a 50 anni e oltre in varie squadre dilettanti
umbre: Mugnano, Bastardo, Bettona, Tavernelle, sono nomi di
paesini che non dicono nulla ai più, ma che riportano il
Dott. Lamberto, in un "mondo" calcistico che non
c’è più, nemmeno fra i dilettanti.
Nello stesso periodo si fa sempre più pressante, il suo
impegno negli studi medici, per portare con la solita
passione, depurata questa volta dalla temerarietà, il suo
prezioso contributo conosciuto nella medicina dello sport,
schierandosi con Zeman, nella lotta al doping.
Quindi continua sempre gli allenamenti personali per tenersi
in forma: continui, serrati, senza tregua. Oltre ai pugili
ed alla collaborazione con il perugino Gianfranco Rosi e
Gianluca Branco che negli anni scorsi lo hanno portato anche
negli USA. Boranga per diversi anni è stato anche a
"Quelli che il calcio" con il "Maifredi
Team", andando in giro per l'Italia per gare di
beneficenza, per le quali non si tira mai indietro.
Come
quando, l'ospedale Bufalini di Cesena, venne dotato di
particolari attrezzature per la diagnosi e la prevenzione
dei tumori, proprio sfruttando il suo status di calciatore.
Il primario di oncologia, fece un puro e semplice
ragionamento commerciale, tipo carosello: se tanto mi dà
tanto, Boranga mi può dare i fondi necessari per gli
strumenti mancanti. Così nacque una sottoscrizione, con
Boranga come testimone, che all'inizio, si considerò
"strumentalizzato" dal fatto, ma poi fu contento
dell'esito dell'iniziativa, anche perchè a fondi
necessari già stati reperiti, continuarono le offerte che
vennero destinate ad altre attività.
Capitolo
a parte merita il libro ispirato alla sua vita "Il
cappotto spagnolo" - Parate, pazzie e voli
acrobatici del dottor Lamberto Boranga (ed. Limina 2003 per
210 pagine) di Andrea Bacci. Metà dei proventi derivanti
dai diritti d´autore del libro, saranno devoluti per sua
volontà all'Aisla, l'associazione che si occupa della
ricerca sulla Sla.
Nell'ottobre
2005, è tornato alla ribalta per un'intervista rilasciata
al quotidiano cattolico l'Avvenire, in cui denuncia il
dilagare della cocaina nel calcio, sostenendo la necessità
di test tricologici per individuare la sostanza, che
permetterebbero anche di trovare l'eventuale uso di Epo, non
rilevabile nelle urine.
Boranga,
anche ora a 65 anni, è il solito ciclone: la mattina fa il
medico sportivo a Perugia, il pomeriggio ha il laboratorio d´analisi,
il centro di fisioterapie ed il suo studio privato da
seguire. Ultimamente si è scoperto a scrivere poesie,
ispirandosi a Neruda e Prevert. Pasqualin e Campana, lo
hanno invitato formalmente a partecipare ad un concorso indetto
dall'Associazione Calciatori, attraverso il loro organo di
categoria.
I
PRECEDENTI
PALMARES:
Pro Patria 12 Campionati in Serie A / 1 Coppa delle Alpi - Foligno
2 campionati di Serie C1
LA
TIFOSERIA
Il
tifo organizzato, fa la sua comparsa a Foligno sul finire
degli anni '70, nel vecchio campo sportivo dove il Foligno
disputava il suo campionato di serie D e nel quale oggi si
corre la famosa "Giostra della quintana". Un
gruppo di ragazzi, prese a darsi appuntamento per sostenere
con bandiere e tamburi artigianali la squadra di casa.
Logicamente in quegli anni dove il movimento ultras si stava
espandendo, era tutto basato sulla improvvisazione e
l'entusiasmo: non erano moltissimi ma già dentro di loro
l'amore per la squadra era grande, in contrapposizione poi
alla vicina Perugia, dove la prima serie A era arrivata da
poco, e riscuoteva logicamente l'interesse di molti
appassionati.
Sul finire degli anni 70 e nei primi anni del decennio
seguente, la squadra umbra prende a scalare le categorie
partendo dal campionato di Promozione, accendendo
l'entusiasmo della tifoseria locale, che prende ad
organizzarsi in maniera più completa.
Nella
stagione 1980-81, le cronache nazionali danno risalto ai
tumulti seguiti dalla mancata promozione in C, del Foligno,
ma non tanto per la gara in se stessa, quanto per una
rocambolesca invasione di campo nel vecchio stadio
("Nazario Sauro"); ma è nella stagione
successiva, la vera data di partenza del tifo folignate, in
quell'anno, la fine del 1981, nasce a Foligno il movimento
ultras, con il nome di "Hawks Supporters",
letteralmente, i tifosi dei falchi, con la denominazione
inglese, molto in voga in quegli anni, ed "Ultrà
Foligno", che furono per l'appunto i primi due
striscioni che apparvero sulle gradinate. Nell'anno seguente
il Foligno conquistò sul campo l'agognata promozione in
serie C2, ai danni della Cinthya Genzano in uno spareggio
che resta memorabile per tutti i tifosi biancoazzurri, sul
neutro di Siena presentandosi in buon numero, per un salto
di categoria che poi arrivò a tavolino, in una gara che
comunque vedeva in vantaggio per 2-1, la squadra umbra.
Sull'onda
dell'entusiasmo dunque nascono altri club come il XVI
Maggio. Comincia l'ora delle trasferte in gran numero con al
seguito tamburi e fumogeni, la società promuove
interessanti campagne abbonamenti mirate ad incentivare
ulteriormente il tifo per i "falchetti", grazie
anche ad una squadra che và bene, trascinata dal bomber
Mariotti, ma soprattutto ha in Lamberto Boranga, folignate
doc il suo simbolo. Per gli ultras, nasce anche un direttivo
vero e proprio e viene scelto il nome definitivo: si decide
dapprima per "Hooligans" e poi si da un un
rafforzativo al nome che diviene "Hooligans Warriors"
con uno striscione che reca al centro un teschio vecchia
maniera, simbolo che nei primi '80 era consuetudine sugli
striscioni di molti gruppi ultras.
Arriva
così immediato il doppio salto in C1, con ulteriore
passione che si accende nel centro umbro e nelle sue
frazioni. I primi anni '80, furono senz'altro entusiasmanti
per i risultati sportivi, sicuramente fantastici per i
"guerrieri" che, oltre ad aumentare in modo
direttamente proporzionale al pubblico che gremiva lo
stadio, cominciavano a confrontarsi con squadre e tifoserie
decisamente più numerose quali Ancona, Bari, Salernitana,
Foggia, Messina, Taranto, Sambenedettese ma soprattutto la
vicina di casa Ternana. Nonostante l'immediata retrocessione
che seguì nell'annata seguente (83-84), i gruppi folignati
non fanno mancare il loro sostegno, di quegli anni è la
stampa di un famoso striscione, con la scritta "Una
magica armata per una leggenda che continua" e che
prendeva tutta la gradinata dell'impianto di Santo Pietro,
in cui si sistemavano gli H.V.F: anzi, si racconta che si
decise di farlo, per battere in lunghezza i ternani che
nella Est in quel periodo esponevano lo striscione "Frek
Brothers lo sballo continua" che appunto veniva battuto
per pochi metri. Fu anche in quegli anni, che ci furono gli
incidenti con le tifoserie di Ancona e Civitanovese.
Nel periodo da ricordare la nascita del gemellaggio, con
Brindisi, risalente alla stagione 1984-1985, e che vede
tuttora frequenti scambi di visite anche se Foligno e
Brindisi militano ed hanno militato, in differenti
categorie.
Nella stagione 1986-87, arriva la retrocessione in
Interregionale, che come accade sempre, smorza di molto gli
entusiasmi nella città umbra, anche perchè il sodalizio
dei "falchetti", incontra una grave crisi
societaria che fa scivolare il club in Promozione. Il tifo
si riaccende con il ripescaggio in Interregionale, così sul
finire degli anni 80' ed i primi anni 90', davvero intensi
per la tifoseria biancazzurra, nascono altri gruppi e
sottogruppi degli H.W.F. come "Scapocciati",
"G.A.P. (Gruppo Anti Perugia"), "Nucleo
Agitato"e "Gruppo Erotico"; le
trasferte sono quasi tutte nei paesi interni in Umbria
e Marche (Morrovalle, Spoleto, Cave, Sant'Angelo in Vado. Vi
è poi da dire che in in questo decennio in Italia le curve
evidenziarono una tendenza a politicizzarsi e specie in
Umbria la "tendenza a sinistra" ed anche la
tifoseria folignate non fu esente da un tentativo di
omologazione: si ricorda ad esempio una inusuale celtica, su
uno striscione del G.A.P ma ben presto si decise per la
totale apoliticità del gruppo che prosegue ancora oggi. Nel
1992 viene fondato il "Vecchio Nucleo",
derivazione HWF, con denominazione originale "Nucleo
agitati" con relativo striscione.
Alla
fine degli anni '90 il tifo biancazzurro si mette in grande
spolvero e riesce in più occasioni a toccare numeri di
partecipazione considerevoli, riuscendo appunto a
coinvolgere i giovani folignati in gran numero, come ad
esempio i circa 2.500 folignati al "Curi" per la
finale di Coppa Italia Dilettanti.
Scalda i cuori della tifoseria biancazzura, il salto
compiuto negli ultimi anni dai "falchetti", con il
ritorno dopo ventitre anni in C1, con una scalata repentina
partita dall'Eccellenza nel campionato.
La curva del Foligno è dedicata a Marco Bucciarelli, Ultras folignate
tragicamente scomparso anni fa e rimasto nel cuore della
tifoseria locale: ora in "Curva Buciarelli" gli
H.W.F. presenziano con un solo striscione con la scritta
"Folignati" ma assieme a loro tifano: quelli del
"gruppo Mexico" fondato nel 2000 in Serie D,
"Vecchio Nucleo" datato 1992 e "N.O.C.",
sigla di Nucleo Operativo Campetto, che negli ultimi tempi
ha cercato di portare più sostenitori a seguire le gesta
dei falchetti, con l'opera di "quartierizzazione",
cioè spingere il più possibile la passione per il Foligno,
nel proprio quartiere, con ogni mezzo, anche con i classici
manifestini fotocopiati, appesi agli alberi, pali e
semafori.
Come gemellaggio, esiste da ventidue anni quello con il
Brindisi, nato nella stagione 1984-85 in C2, quando le due
formazioni diedero vita ad un lungo duello per il salto di
categoria. Le due tifoserie si trovarono a competere per un
obbiettivo importante, ed il destino volle, forse perchè
uniti anche dagli stessi colori sociali, che nacque un
solido rapporto. Un gruppo di tifosi del Foligno, era
presente nelle finale di Coppa Italia di Serie C, che i
pugliesi vinsero proprio contro la Pro, nella stagione
2003-04.
Altri rapporti di amicizia sono che le tifoserie della
Sambenedettese, Sangiovannese, Vigor Senigallia e dei
marchigiani della Vadese di Sant'Angelo in Vado (PU);
quest'ultimo è un rapporto molto dato.
Rivalità: il capoluogo di provincia Perugia su tutte, anche
se le due formazioni non s'incontrano da diversi
decenni, ma anche Ternana, Ancona, Civitanovese, oltre
a quelle con le corregionali Spoleto, Narnese e
Bastia Umbra.
Nell'ultimo turno di campionato, quello giocato domenica
scorsa, 2 Dicembre, la tifoseria folignate è balzata alla
ribalta delle cronache nazionali, per aver dato ospitalità
ai tifosi del Venezia, colpiti, chissà poi perchè, da un
decreto dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni
sportive, che aveva vietato la trasferta alla tifoseria
organizzata del capoluogo veneto per l'incontro tra le
squadre delle due città, che tra l'altro non si erano mai
incontrate prima. I supporters veneziani, hanno accettato di
buon grado l'invito della tifoseria biancoazzurra, così
sono arrivati in una trentina all'ora di pranzo a Foligno.
A
dare loro il benvenuto, anche il presidente del Foligno
calcio, Maurizio Zampetti, il quale si è intrattenuto a
lungo con le due tifoserie, parlando dei problemi del mondo
del calcio. Tutti si sono ritrovati davanti allo stadio,
dove gli ultrà folignati hanno cucinato sui bracieri
fagioli e cotiche, e preparato bruschette con l'olio nuovo.
La manifestazione della "Giostra della Quintana",
un torneo cavalleresco con relativa manifestazione storica
in costume medievale, che si svolge a Foligno, in doppia
sfida il terzo sabato di giugno (in notturna) e la rivincita
la seconda domenica di settembre, per le prime gare della
stagione, porta via energie e tifosi alla squadra
biancazzura nei giorni in cui si svolge.
La
scorsa annata, quella della promozione in C1, ci fu una
media di 1.110 presenze al "Blasone". In
questo campionato le presenze sono notevolmente cresciute,
con 701 abbonamenti con 2.220 persone di media, con punta
massima nell'incontro con la Ternana con 3.400 presenze.
Da
segnalare la trasferta di Verona, dove al "Bentegodi",
furono poco meno di 400, i sostenitori folignati presenti.

Foligno
- Lecco 07/08

Hooligans
Foligno (anni '90)