LA PROSSIMA AVVERSARIA

 
 

FOLIGNO

CALCIO 1928

 

Foligno calcio srl 1928

Maglia azzurra con pantaloncini bianchi, calzettoni azzurri con bordo bianco

Sede: via dei Mille, 37 - 06034 Foligno (Pg)

Stadio: "Enzo Blasone" Loc. Santo Pietro, 06034 Foligno (Pg). Dimensioni (105 x 65) -  Capienza 5.082

Foligno 51.400 abitanti - totale provincia di Perugia 615.000

Abbonamenti 701

 

QUADRI DIRIGENZIALI


Presidente: Maurizio Zampetti
Vice-presidente: Guido Tofi
Direttore generale: Federico Cherubini
Resp. area tecnica: Marcello Pizzimenti
Allenatore: Pierpaolo Bisoli
Allenatore in 2^: Valeriano Recchi
Prep. portieri: Stefano Raponi
Prep. atletico: Riccardo Ragnacci

IL CALCIOMERCATO

 

ACQUISTI: Girardi (a85-Chievo via Prato), Cacciatore (d86-Sampdoria via Reggiana), Volta (d87 Sampdoria via Carpenedolo), Coresi (c80- Pontevecchio), Galluzzo (c89-Mazara), Pioli (p90-Virtus La Castellana), Di Paola (d89-Comiso), Gomes Barbosa (Bra. a85- Lazio), Giovannini (d83-Manfredonia), Parolo (c85- Chievo via Pistoiese), Cassarò (d83- Sanremese), Pascali (c81-Parma) 

CESSIONI: Cavagna (c84-Arezzo), Garrasi (d85- Rieti), Manni (c74-Cisco Roma), Boccolini (c84-svin.), Bartolini (a86 Fano), Giorgi (c87-Ascoli), Falzone (c81-svin.), Pazzi (d76-Val di Sangro)


LA ROSA 2007-08



Portieri: Ripa (74), Palanca (86), Pioli (90)

Difensori: Bisello-Ragno (83), Cacciatore (86), Cassarò (83) Di Paola (89), Giovannini (83), Guastalvino (79), Pencelli (86), Petterini (80), Silveri (84), Volta (87)

Centrocampisti: Bonura (79), Biviglia (90), Cavadenti (88), Coresi (80), Galluzzo (89), Parolo (85), Pascali (81), Sacenti (84), Segarelli (78), Zebi (80) 

Attaccanti: Barbosa (Bra 85), Bellucci (86), Giacomelli (90), Girardi (85), Noviello (84), Turchi (Arg. 76) 

 

GLI ULTIMI CINQUE CAMPIONATI

 

2002-03 Serie Eccel. 1° posto -PROMOSSA IN SERIE D - All. Luciano Marini
2003-04 Serie D/f 2° posto - All. Luciano Marini 
2004-05 Serie C1/a 1° posto - PROMOSSA IN SERIE C2 - All. Luciano Marini
2005-06 Serie C2/b 10° posto - All. Luciano Marini - Marcello Pizzimenti - Walter Bianchi
2006-07 Serie C2/b 1° posto - PROMOSSO IN SERIE C1 - All. Giovanni Pagliari

 

PRO PATRIA - FOLIGNO

 

Là, dove volano i falchetti, si respira l'aria buona dell'alta classifica.

Per la prima volta nella sua storia, la Pro, affronta allo "Speroni", una squadra umbra. A questo punto, manca solo una squadra del Molise, ed i biancoblù, nella loro storia, avranno affrontato almeno una delle formazioni delle venti regioni italiani, in un incontro ufficiale. Un record non da poco.

Tornando al calcio giocato, i tigrotti, sono chiamati ad un impegno arduo, nell'affrontare la classica matricola terribile che ogni stagione appare, quest'anno tocca al Foligno. La squadra umbra, è da inizio stagione che veleggia nei primi posti, senza soffrire di altitudine, nonostante in casa abbia perso l'imbattibilità interna che durava da circa due, anni, con la sconfitta interna, rimediata al "Blasone", contro il Novara alla terza giornata.

Il sodalizio umbro, negli ultimi anni ha scalato le categorie, con estrema rapidità passando dall'Eccellenza del campionato 2002-03 alla C1, conquistata al termine dello scorso campionato, centrando tre promozioni in cinque stagioni. Dalla prima promozione all'ultima, ci sono tre uomini come Petterini, Coresi e Silvestri, che hanno fatto tutta la scalata da protagonisti.

Altra particolarità, la formazione dei "Falchetti", ha in rosa molti elementi nati proprio sul territorio, facendone di questo un punto di forza.

Gli umbri, in un'estate, hanno dato un pò a sorpresa, l'addio a mister Giovanni Pagliari, artefice della cavalcata della passata stagione, ed hanno affrontato il campionato subito col piglio giusto. Merito anche del loro tecnico, quel Pierpaolo Bisoli, da Porretta Terme che da mediano vanta un'illustre carriera in A con 267 presenze e 7 reti, bandiera del Cagliari, quindi le maglie di Empoli, Perugia e Brescia. Un tecnico che, dopo gli ottimi risultati dell'anno scorso col Prato, dove ha lavorato molto con i giovani e con mezzi limitati, ha saputo infondere al Foligno lo spirito battagliero che lo ha sempre contraddistinto da giocatore.

Se da calciatore era uno che rompeva, tamponava il gioco degli avversari, da tecnico, ama fa giocare all'attacco le sue squadre sfruttando al massimo le caratteristiche dei miei giocatori. Mostrando un gioco a tratti piacevole e frizzante, giocando spesso su ritmi alti, con manovre corali, con palla gestita a lungo, fatte di tagli in avanti e sovrapposizioni sulle corsie esterne.

Il modulo base è il 4-3-1-2, dove l'interprete principale è il gallaratese Parolo, ennesimo giocatore della zona che non ha vestito la maglia della Pro, ma come Iori del Cittadella, fa le fortune di altre squadre.

Un modulo, che esalta le qualità della rosa, ma che durante gli incontri può subire delle modifiche, adattandosi alle varie situazioni che si creano, portandosi anche ad una difesa a tre come nella gara contro i lagunari.

Tutti partecipano all'azione, tutti si danno da fare per rendere fluida la manovra, che è basata sul collettivo, con meccanismi già mandati a memoria, specialmente da centrocampo in su, giocando senza tatticismi esagerati. Mostrando un gruppo, al cui 'interno spiccano le doti tecniche di diversi elementi.

Nella rosa dei falchetti, troviamo molti giovani interessanti, come Giacomelli classe 90, prodotto del vivaio, titolare domenica scorsa, contro il Venezia e già andato a segno diverse volte, come nell’amichevole estiva con il Siena, nel successo della prima giornata con il Lecco ed in Coppa Italia con la Viterbese. I prestiti dalla Sampdoria, Cacciatore e Volta, ex compagni di squadra della "belvetta" Castellazzi.

Uno dei pochi over 30, è il portiere Francesco Ripa, che ormai da qualche anno difende la porta dei falchetti, senz'altro uno dei più esperti della categoria e, tra i migliori come rendimento.

Per la gara contro la Pro, il tecnico degli umbri, recupera Zebi e Pascali, rimasti fuori domenica contro il Venezia, in quanto squalificati, ma dovrà fare a meno del difensore Bisello-Ragno, ko. da inizio stagione per la rottura del legamento crociato con interessamento anche del menisco. Con ogni probabilità assenti anche le punte Noviello (ex San Marino) e l'argentino Juan Martin Turchi, quest'ultimo, negli ultimi due campionati ha realizzato una quarantina dei reti, di cui 18 nell'ultima stagione in C2, con due centri dal dischetto.

Scelte obbligate per Bisoli, che quindi non cambierà il suo 4-3-1-2, con Ripa tra i pali, difesa che da destra a sinistra vedrà, Cacciatore, lo scorso anno a Prato con il tecnico, elemento capace di portarsi spesso in avanti, creando superiorità numerica sulla propria corsia. Al centro la coppia Guastalvino-Volta. Il primo è un elemento esperto, che negli anni scorsi prometteva molto, ma si è arenato in serie B nel Vicenza, con poche presenze e sa guidare molto bene il pacchetto arretrato. Il secondo è un giovane classe 87' che lo scorso anno andò al Carpenedolo, per sostituire Bruni, arrivato alla Pro, alle spalle già un campionato di C2 con la Reggiana. A sinistra Petterini (80), un pò uno dei simboli della squadra, con cui è passato dall'Eccellenza alla C1. Giocatore duttile, capace di giocare a metà campo ma anche in fascia, spesso e volentieri si porta sul fondo per il cross. Pacchetto arretrato, che spesso "righia", sugli avversari, pecca forse di esperienza in categoria, visto i due giovani che lo compongono.

Centrocampo, a cui con ogni probabilità mancherà ancora Zebi (80), giocatore di grande personalità e rendimento, schierato a tre con Silveri (Sacenti), Coresi e Segarelli. I primi due con Petterini, sono giocatori di grinta e sostanza, nel club da anni, rappresentano la continuità. Il terzo, Segarelli, anni fa era una promessa, poi un brutto incidente a Padova, lo fermò. Da diverse stagioni in Umbria, sembra aver ritrovato il passo dei giorni migliori. Reparto molto duttile, spesso in proiezione offensiva, lasciando qualche spazio di troppo, ma nella fase difensiva si schiaccia sulla linea dei difensori, formando una muraglia.

Davanti al trio, Parolo, il trequartista gallaratese, ma si scuola Como, in questo campionato sta mostrando la sua classe, dopo una stagione non esaltante con la Pistoiese, cresciuto in maniera esponenziale in questa annata, dopo la delusione per il ritiro, nemmeno iniziato con il Chievo, proprietario del suo cartellino. Attualmente fa parte della nazionale azzurra impegnata alle Universiadi.

Il giovane fantasista, ha già realizzato tre reti, incantando con giocate di qualità superiore, come la punizione contro il Monza. Nonostante la giovane età ha alle spalle già diversa esperienza in categoria, a Como, giocavano con Rosso e Cigardi ed il suo cartellino è di proprietà del Chievo.

In avanti la coppia dovrebbe essere formata da Girardi ed il giovane Giacomelli, con Noviello, alle prese con un infortunio, punta brevilinea che fa dei guizzi improvvisi il suo punto di forza, con 6 reti la scorsa stagione. Girardi è un elemento di spessore, molto bravo nell'uno contro uno, cercando poi lo scambio in velocità sul compagno, nell'ultimo turno ha realizzato una doppietta, segnando di testa e di piede.

Il maggior numero di punti il Foligno lo ha conquistato in casa, 19 come il Sassuolo, mentre fuori casa, ha racimolato sette punti, frutto di una vittoria e quattro pareggi. Lontano dal proprio terreno di gioco, ha segnato quattro volte, subendone nove, su un totale complessivo, rispettivamente di 17 e 12; cioè la terza migliore difesa del torneo. Nell'ultima trasferta a Cremona, è stata sconfitta per 4-0, ma impegnando severamente la compagine di Mondonico.



LA STORIA

 

La società sportiva, folignate, così com'è oggi, venne fondata nel 1928, ma a Foligno il calcio arrivò un decennio prima, portato da militari cecoslovacchi di stanza nella città umbra, durante la I^ Guerra Mondiale. Squadre vere e proprie si ebbero a partire dal 1916 con incontri con la squadra della vicina Terni. I primi calci al pallone furono dati in Piazza San Domenico. Nel 1928, venne fondata l'A.S. Foligno, con affiliazione alla Lega Calcio. Il primo campo ufficiale fu lo l'impianto littorio "Dandolo Gramellini", situato in zona di Porta Romana.

Nel 1933-34, nonostante il secondo posto in classifica nel campionato di prima divisione, viene retrocessa per un tentativo di corruzione. Seguono anni di crisi per l'A.S. Foligno, fino all'estate del 1937, quando l'attività calcistica, trova nuovo impulso grazie alla presenza nella città umbra di un reparto avieri, fra i quali si annoveravano numerosi calciatori. Il Dopolavoro Aziendale della Società aeronautica umbra, organizza una squadra, l'A.U.S.A. Foligno mettendo insieme gli elementi migliori tra gli avieri e quelli locali. Nel 1941-42 venne ratificata la fusione tra l'A.S. Foligno e l'A.U.S.A. La squadra partecipa al campionato di Serie C, concludendo al settimo posto in classifica. Nel primo campionato del dopoguerra, i biancazzuri si ritrovano ancora in Serie C, piazzandosi al secondo posto, alle spalle del Perugia, ottenendo uno storica promozione in Serie B. Categoria alla quale i folignati devono però rinunciare, per motivi finanziari. Rimarrà comunque negli annali della società, come il miglior piazzamento di sempre.

Da quel momento per la squadra umbra, inizia una discesa che prima la porta in Serie D, poi nei campionati minori, con diversi sali e scendi. Nella stagione 1957-58, il Foligno termina al 9° posto con 29 punti, il proprio girone di IV^ Serie. Nella seconda metà degli anni '60 fino alla fine degli anni '70, il sodalizio umbro, disputa stagioni di IV^ Serie e di Promozione, con il picco, nell'annata 67-68, in Serie D girone E con il terzo posto finale.

Stagione 1977-78, i "falchetti", partecipano al campionato Promozione, piazzandosi al 5° posto. Da qui in avanti è una rapida risalita nelle categorie calcistiche, con ben tre promozioni consecutive, nel breve volgere di quattro campionati. Nel 1979-80 dalla Promozione all'Interregionale, quindi nel 1981-82, arriva la C2, dopo spareggio a Siena, contro la Cynthia Genzano; partita sospesa all'86' per invasione di campo dei sostenitori laziali, sul 2-1 per gli umbri, a cui quindi veniva assegnata la vittoria a tavolino per 2-0. Infine, al termine del campionato 82-83, il grande balzo in C1, con il secondo posto alle spalle del Prato nel girone A di C2. La porta degli umbri in quel periodo era difesa dal Dott. Lamberto Boranga, folignate di nascita, storico portiere del Cesena, negli anni 70 ed uno dei primi calciatori laureati. In panchina, come tecnico Alberto Mari, in attacco il bomber Mariotti, autore di 12 reti.

Per festeggiare la storica promozione in C1, l'8 Giugno 1983, venne inaugurato il nuovo impianto sportivo, situato in località Santo Pietro, con una partita amichevole contro l'Anderlecht; squadra belga, che nel periodo andava per la maggiore.

Foligno stagione 83-84

 

I biancazzurri, ballano solo una stagione in categoria, retrocedendo con l'ultimo posto finale con 21 punti a pari merito con il Rende. Nel campionato seguente, 84-85, nella formazione folignate, troviamo il bomber Massimo Palanca, che dopo i fasti di Catanzaro e Napoli, chiude in pratica la sua carriera vicino alla sua Camerino; in venti presenze realizza nove reti, che valgono il quinto posto finale, che per un solo punto non porta agli spareggi promozione, con un arrivo in volata con il Brindisi, primo in classifica a 45, Fano (poi promosso), Civitanovese e Teramo a 42, Foligno 41. 

Massimo Palanca, ai tempi del Napoli

Inizia una rapida discesa, che nell'85-86, vede il Foligno, retrocedere in Interregionale, quindi due anni dopo, stagione 87-88, in Promozione, dove con l'ottavo posto, viene ripescato in Interregionale. Nel campionato 90-91 arriva l'undicesimo posto in categoria. L'annata seguente è un settimo posto con 36 punti, con il singolare record di 20 pareggi; in attacco la coppia Antonini e Guidotti realizza 14 reti sulle 29 totali. In panchina Angelo Castronaro. Quinto posto nel 92-93 sempre con 36 punti totalizzati, grazie alle 13 reti di Terzaroli. Il campionato seguente, vede lo scivolone in Eccellenza, con il terzultimo posto, 20 punti all'attivo, nel girone F del Campionato Dilettanti. Risale subito, nel giro di due stagioni e nel 96-97, i "falchetti", sono al nastro di partenza del CND, presentando Riommi in porta, piazzandosi all'11° posto, nel girone F 

Nella stagione 97-98, il Foligno, termina al 14° posto in classifica, con 38 punti; retrocessione evitata all'ultima giornata. Tra i pali ancora Riommi, in difesa Coresi fa il suo esordio, in attacco Antonio Gespi, unico e solitario ex tra Pro Patria e Foligno. Campionato segnato dalle molte partite casalinghe disputate in campo neutro a causa del sisma che colpì l'Umbria il 27 Settembre 97. Nel campionato seguente in prima squadra si affaccia anche Petterini che con Coresi e Silveri farà poi tutta la scalata fino alla C1.

La società ha un altro crollo pochi anni dopo, toccando il fondo nella stagione 2000-01 con l'amara retrocessione nel campionato di Eccellenza, nonostante le reti del bomber Mercuri.

Il campionato 2002-2003 segna la rinascita del Foligno Calcio, con la netta affermazione nel campionato di Eccellenza, con diciasette punti di vantaggio sulla seconda, rimanendo sempre primi in classifica per tutto l'arco della stagione con Luciano Marini in panchina ed il bomber Falanga che realizza 21 reti. Inizia così, nel migliore dei modi la presidenza di Maurizio Zampetti. Nel 2003-04, gli umbri vengono inseriti nel solito girone F, di Serie D, concludendo la stagione con il 4° posto finale, a tre lunghezze dal Morro d'Oro poi promosso, dopo aver chiuso il girone di andata in testa. Piazzamento che porta alla partecipazione ai play-off promozione. Nel 2004-05 i folignati, vengono promossi in serie C2, vincendo con ben undici punti di vantaggio sulla seconda in classifica, il Cattolica. 2005-06, 10° posto finale in C2, con tre cambi di allenatore dallo storico Luciano Marini, passando per Pizzimenti, chiudendo con Walter Bianchi.

Nell'ultima stagione, con Giovanni Pagliari come tecnico, raggiunge la storica promozione in C1, ad oltre ventitrè anni di distanza dalla prima ed unica partecipazione, festeggiando domenica 6 maggio 2007, con una giornata d'anticipo sulla fine del campionato. In squadra l'argentino Juan Martin Turchi che diventa il  capocannoniere del girone realizzando 18 reti con 2 centri dal dischetto. Mantiene per due stagioni l'imbattibilità casalinga, con l'Enzo Blasone, violato dal Novara, alla terza giornata di questo campionato.

 

IL PERSONAGGIO



C'era una volta, un portiere che usciva dagli schemi..... Il suo nome Lamberto, e di cognome Boranga. Luogo di nascita Foligno, data 30 Ottobre 1942. Titolo di studio doppia laurea in Medicina e Biologia.

E questa, è veramente la storia di un vero personaggio.

Anni 70', il Cesena di Pippo Marchioro, compie un capolavoro, arriva in Serie A, poi in Coppa Uefa, che non era per niente la coppetta in uso ai giorni nostri. Ma un signor torneo, bello, importante, con senso, in cui ti poteva capitare di fare due giorni di viaggio, per raggiungere gli avamposti dell'ex impero sovietico, con tifosi tutti irrigementati, senza nessuno che uscisse dalle righe, e senza pubblicità in giro, il puro "stile bulgaro". Guardando le immagini in bianco e nero, forse il giorno dopo, forse solo qualche spezzone nel mitico Mercoledì sport, altro che youtube e internet. Sembrano passati secoli.

In quel Cesena, dello sperimentatore Pippo Marchioro, emergeva la personalità di Lamberto Boranga, portiere efficace, pratico, di pochi fronzoli e tanta resa, ma con un vizio tremendo..... Studiava. Eh si, studiava medicina, portava i capelli un pò lunghi e, in quegli anni, un pò così tra tensioni di piazza, voglia di conservatorismo ed altro, un giocatore di calcio, che studiava, parlava con proprietà di linguaggio, era visto male, chissà poi perchè. Non che adesso le cose siano cambiate di molto, visto che Totti, scrive libri e con Gattuso, guadagna centinaia di migliaia di Euro, in spot televisivi, non sapendo un congiuntivo, e con pronunce improbabili. Ma tant'è, fanno marketing e fanno vendere....

Boranga, nel Cesena 1975-76


Torniamo agli inizi della storia del nostro Dottiere (dottore+portiere) Boranga, ricca di un'atmosfera, da calcio ruspante, fatto a pane e salame, che anche ai livelli più alti ancora conservava il calore e il fascino di un gioco che aveva per protagonisti uomini animati dalla passione e non solo dai guadagni.

Soprattutto intorno non c’era il clima esasperato che c’è oggi; anche i personaggi errano ancora vicini alla gente, "umani" fra gli umani, non stelle del calcio–system, lontane anni luce dalla realtà e dagli stessi tifosi.Lo associa ad altri nomi "ribelli" del calcio, dalla contestazione, pochi a dir la verità, da contarsi sulle dita di una mano, da Sollier a Meroni.

Boranga, una "mito" dell'ultimo calcio in bianco e nero, famoso non solo per le sue parate, ma sono entrati nella leggenda alcuni suoi comportamenti, oltre alla doppia laurea: a Cesena  per esempio, si faceva portare una tazzina di caffé dal massaggiatore che beveva a metà secondo tempo, accanto alla porta con il gioco in corso. Gesto ripreso la scorsa stagione in Serie A, dal portiere dell'Empoli Balli. Ed i ragazzini nei campi, negli oratori, per le strade ad imitarlo, specialmente nei suoi dribbling al limite dell'area.

Una persona fuori dagli schemi per il periodo e, forse lo è ancora adesso, da giovane un pò scapestrato, contestatore della prima ora ma anche studente modello, tuttora poliedrico negli interessi.

Attaccatissimo da sempre alla famiglia, anche per la perdita del padre Eugenio, scomparso volando. Di questo si porterà  sempre dietro una certa sfrontatezza romantica. Nel fratello Gianfranco, invece, il porto sicuro, per affrontare i marosi più duri della vita.

Inizia, calcisticamente, nelle giovanili del Foligno, ma poi passa subito al vicino Perugia, che in quel periodo, siamo sul finire degli anni cinquanta ed inizi sessanta, è lì sempre in Serie C. Il Grifone di Ramaccioni-Castagner-D'Attoma, deve attendere ancora un bel pò.

Lamberto da Foligno, s'impone subito, sia per il fisico (182 cm x 78 kg), che per le doti tecniche, ottimo colpo d'occhio e riflessi felini e le sue uscite con i piedi a scartare gli avversari. A vent'anni è già titolare della formazione biancorossa in C, con 22 presenze. Rimane il primo portiere del Perugia, sino all'estate del 66, quando lo acquista la Fiorentina, che aveva appena vinto la Coppa Italia e la Mitropa Cup.

Diventa il secondo di Ricky Albertosi, portiere estroverso e spettacolare dei viola del tempo. Boranga, raccoglie sei presenze, e vede da vicino gli assi del tempo, dalla Grande Inter di Suarez, Mazzola e Corso al  Manchester United di Charlton, Stiles e Best. A Firenze vive, però anche in prima persona la sconvolgente alluvione del novembre 1966.

A differenza della stragrande maggioranza dei colleghi, capisce che il calcio è solo una parte della vita, che coniugata alla gioventù, più creare una miscela pericolosa, senza buone basi per il futuro; che sono altri i valori della vita.

In quegli anni 60, fatti di Beatles e Rolling Stones, di George Best e Vietnam, di cinquecento e prime libertà sessuali ed altro, Boranga, al di là del padre scomparso, che per lui rimarrà il vero mito di sempre, valuta anche una serie di personaggi, come Picasso, Che Guevara, Pasolini sia il poeta-regista che il pilota di moto riminese. Nel mondo calcistico ha apprezzato il milanista Schiaffino e poi tutta una serie di portieri "pazzi" incominciando da Ghezzi e Sarti per arrivare poi negli anni a seguire, Higuita, Chilavert e Campos. Ma il suo preferito di sempre rimarrà, quel Ricky Albertosi, di cui ha fatto per un anno il secondo.

Approda così, dopo una sola stagione in Toscana, in un ambiente con meno pressioni calcistiche, della serie cadetta, una città come Reggio Emilia, senza troppe tensioni allo stadio, ma che dentro di sè porta ancora forte le ferite della guerra, ma soprattutto del dopo-guerra. Non avrà tensioni calcistiche al tempo, al di là dei derby al Lambrusco con Parma, Modena, ma in città e provincia l'aria che si respira, insomma non è delle più salubri. Franceschini, Ognibene ed altri hanno già fatto germogliare le B.R., il clima che si respira permette comunque a Boranga, di portare avanti le sue passioni, il calcio, coniugato all’impegno sociale politico e, soprattutto, la laurea prima in biologia e in medicina.

Tra i pali si dimostra quello che è poi nella vita, temerario nelle uscite, generoso, fisicamente fortissimo. Non disdice, ogni tanto, di lasciare la difesa della porta per sgroppare fuori dal campo, dribblando attaccanti e centrocampisti avversari. A Reggio rimane sei stagioni, con una parentesi a Brescia in A, dal nov. 69, con 14 presenze.

Ritorna in A e per un cinque stagioni è il portiere del Cesena, che un centrocampo di fosforo e fantasia allo stato puro, con Frustalupi e Rognoni, oltre poter contare sull’esperienza stagionata di Cera, il libero del Cagliari scudettato. E' il cavallino del Presidente Manuzzi e del mister Marchioro, il quale allena Boranga, con il training autogeno, usando il classico cappellino da portiere per un richiamo post ipnotico. Insomma una pratica che aiuta la concentrazione e che, nel caso specifico, prevedeva che Lamberto, si togliesse ad intervalli fissi il cappello, lo buttasse nella porta e poi lo raccogliesse per indossarlo di nuovo. 

Boranga ed il suo caffè durante la partita


Le tifose romagnole dicono che assomiglia all'attore Franco Nero, i tifosi romagnoli, trovano che quando è in forma è meglio di Zoff. Anche negli errori, aggiungono, quelli che fa lui il portiere della Nazionale, non se li sogna nemmeno. Magari li fa per troppa sicurezza, magari in certi gol balordi gioca un pizzico d'istrionismo, però Lamberto Boranga così è fatto e così bisogna accettarlo. Del resto lui rispecchia alla perfezione il carattere un poco garibaldino e guascone della squadra. "Son tutti miei burdell", proclamava il patron Manuzzi. Boranga, allora, lo era un po' più degli altri.

Con il Cesena arriva anche il palcoscenico europeo, subito purtroppo vanificato dai tedesconi dell'Est del Magdeburgo, in una gara sfortuna. Viaggiando nell'Est europa del tempo, si accorge subito, che quando vagheggiato nel periodo in Italia, su come si vivesse meglio al di là della "cortina di ferro", fossero solo pure invenzioni e, torna sui suoi passi politici.

Le morti improvvise di Taccola agli inizi degli anni settanta e soprattutto di Renato Curi, nel 77, colpiscono profondamente la sensibilità professionale medica di Boranga.

Dopo Cesena, arriva anche Varese in B, dove entra in contatto con il Professor Arcelli, uno dei primi preparatori sportivi. Quindi tappa a Parma, prima in C1, dove vince il campionato, con Maldini sr. in panchina, mettendosi in evidenza, per due fatti. Il primo calcistico Verona–Parma del 16 marzo 1980, con Boranga fra i pali degli emiliani, il suo compagno di squadra Caneo, commette un fallo su Beniamino Vignola, che fa una sceneggiata. L'arbitro espelle Caneo, Riprende il gioco con la punizione per il Verona, Boranga esce in presa alta e proprio Vignola lo colpisce con una gomitata. Il portiere umbro, come direbbe Paolo Villaggio "s'incazzò come una bestia !!". Rinviò la palla, andò da Vignola e lo colpì con un cazzottone, secco, il giocatore veronese, andò lungo e disteso a terra,"Ma stavolta almeno c’era un buon motivo. Se dovesse ricapitare un’occasione simile lo rifarei. Anzi glielo darei più forte! Anche se poi fui espulso"- disse poi lo stesso Boranga, nelle interviste di fine gara.

L'altra faccia dell'esperienza parmense è il Lamberto Boranga, studente modello laureatosi in medicina a 38 anni mentre giocava nei ducali, con un giovanissimo Carlo Ancelotti, strappando un rispettabilissimo 106/110. Fu la sua seconda laurea, ottenuta dopo quella in Biologia: un vero record per un calciatore, ma non solo.

Ma non finì qui, perchè il giornalista Gianni Mura, ai tempi della Gazzetta dello Sport, mise in dubbio non solo le sue parate, ma pure i suoi studi di biologia e di medicina. Erano proprio i giorni della della tesi di laurea in biologia, così Boranga tagliò corto, se lo prese sottobraccio e se lo portò alla discussione. Alla fine, fu la tesi per lui e il convincimento per Mura. La domenica dopo, però incassò due goal, magari Mura, gli diede cinque in pagella....
Con l’affievolirsi della sua lunga parabola agonistica, tornerà a difendere per alcune stagioni la porta del suo Foligno, portandolo, sino alla prima storica C1, giocando con i falchetti sino a quarantadue anni d'età, in un campionato professionistico. Non contento, ha continuato a giocare sino a 50 anni e oltre in varie squadre dilettanti umbre: Mugnano, Bastardo, Bettona, Tavernelle, sono nomi di paesini che non dicono nulla ai più, ma che riportano il Dott. Lamberto, in un "mondo" calcistico che non c’è più, nemmeno fra i dilettanti.
Nello stesso periodo si fa sempre più pressante, il suo impegno negli studi medici, per portare con la solita passione, depurata questa volta dalla temerarietà, il suo prezioso contributo conosciuto nella medicina dello sport, schierandosi con Zeman, nella lotta al doping.


Quindi continua sempre gli allenamenti personali per tenersi in forma: continui, serrati, senza tregua. Oltre ai pugili ed alla collaborazione con il perugino Gianfranco Rosi e Gianluca Branco che negli anni scorsi lo hanno portato anche negli USA. Boranga per diversi anni è stato anche a "Quelli che il calcio" con il "Maifredi Team", andando in giro per l'Italia per gare di beneficenza, per le quali non si tira mai indietro.

Come quando, l'ospedale Bufalini di Cesena, venne dotato di particolari attrezzature per la diagnosi e la prevenzione dei tumori, proprio sfruttando il suo status di calciatore. Il primario di oncologia, fece un puro e semplice ragionamento commerciale, tipo carosello: se tanto mi dà tanto, Boranga mi può dare i fondi necessari per gli strumenti mancanti. Così nacque una sottoscrizione, con Boranga come testimone, che all'inizio, si considerò "strumentalizzato" dal fatto, ma poi fu contento dell'esito dell'iniziativa, anche perchè a  fondi necessari già stati reperiti, continuarono le offerte che vennero destinate ad altre attività.

Capitolo a parte merita il libro ispirato alla sua vita "Il cappotto spagnolo"  - Parate, pazzie e voli acrobatici del dottor Lamberto Boranga (ed. Limina 2003 per 210 pagine) di Andrea Bacci. Metà dei proventi derivanti dai diritti d´autore del libro, saranno devoluti per sua volontà all'Aisla, l'associazione che si occupa della ricerca sulla Sla.

Nell'ottobre 2005, è tornato alla ribalta per un'intervista rilasciata al quotidiano cattolico l'Avvenire, in cui denuncia il dilagare della cocaina nel calcio, sostenendo la necessità di test tricologici per individuare la sostanza, che permetterebbero anche di trovare l'eventuale uso di Epo, non rilevabile nelle urine.

Boranga, anche ora a 65 anni, è il solito ciclone: la mattina fa il medico sportivo a Perugia, il pomeriggio ha il laboratorio d´analisi, il centro di fisioterapie ed il suo studio privato da seguire. Ultimamente si è scoperto a scrivere poesie, ispirandosi a Neruda e Prevert. Pasqualin e Campana, lo hanno invitato for­malmente a partecipare ad un concorso in­detto dall'Associazione Calciatori, attraverso il loro organo di categoria.

 

I PRECEDENTI


PALMARES
: Pro Patria 12 Campionati in Serie A / 1 Coppa delle Alpi - Foligno 2 campionati di Serie C1 

 

LA TIFOSERIA

 

Il tifo organizzato, fa la sua comparsa a Foligno sul finire degli anni '70, nel vecchio campo sportivo dove il Foligno disputava il suo campionato di serie D e nel quale oggi si corre la famosa "Giostra della quintana". Un gruppo di ragazzi, prese a darsi appuntamento per sostenere con bandiere e tamburi artigianali la squadra di casa. Logicamente in quegli anni dove il movimento ultras si stava espandendo, era tutto basato sulla improvvisazione e l'entusiasmo: non erano moltissimi ma già dentro di loro l'amore per la squadra era grande, in contrapposizione poi alla vicina Perugia, dove la prima serie A era arrivata da poco, e riscuoteva logicamente l'interesse di molti appassionati.

Sul finire degli anni 70 e nei primi anni del decennio seguente, la squadra umbra prende a scalare le categorie partendo dal campionato di Promozione, accendendo l'entusiasmo della tifoseria locale, che prende ad organizzarsi in maniera più completa.

Nella stagione 1980-81, le cronache nazionali danno risalto ai tumulti seguiti dalla mancata promozione in C, del Foligno, ma non tanto per la gara in se stessa, quanto per una rocambolesca invasione di campo nel vecchio stadio ("Nazario Sauro"); ma è nella stagione successiva, la vera data di partenza del tifo folignate, in quell'anno, la fine del 1981, nasce a Foligno il movimento ultras, con il nome di "Hawks Supporters", letteralmente, i tifosi dei falchi, con la denominazione inglese, molto in voga in quegli anni, ed "Ultrà Foligno", che furono per l'appunto i primi due striscioni che apparvero sulle gradinate. Nell'anno seguente il Foligno conquistò sul campo l'agognata promozione in serie C2, ai danni della Cinthya Genzano in uno spareggio che resta memorabile per tutti i tifosi biancoazzurri, sul neutro di Siena presentandosi in buon numero, per un salto di categoria che poi arrivò a tavolino, in una gara che comunque vedeva in vantaggio per 2-1, la squadra umbra.

Sull'onda dell'entusiasmo dunque nascono altri club come il XVI Maggio. Comincia l'ora delle trasferte in gran numero con al seguito tamburi e fumogeni, la società promuove interessanti campagne abbonamenti mirate ad incentivare ulteriormente il tifo per i "falchetti", grazie anche ad una squadra che và bene, trascinata dal bomber Mariotti, ma soprattutto ha in Lamberto Boranga, folignate doc il suo simbolo. Per gli ultras, nasce anche un direttivo vero e proprio e viene scelto il nome definitivo: si decide dapprima per "Hooligans" e poi si da un un rafforzativo al nome che diviene "Hooligans Warriors" con uno striscione che reca al centro un teschio vecchia maniera, simbolo che nei primi '80 era consuetudine sugli striscioni di molti gruppi ultras.

Arriva così immediato il doppio salto in C1, con ulteriore passione che si accende nel centro umbro e nelle sue frazioni. I primi anni '80, furono senz'altro entusiasmanti per i risultati sportivi, sicuramente fantastici per i "guerrieri" che, oltre ad aumentare in modo direttamente proporzionale al pubblico che gremiva lo stadio, cominciavano a confrontarsi con squadre e tifoserie decisamente più numerose quali Ancona, Bari, Salernitana, Foggia, Messina, Taranto, Sambenedettese ma soprattutto la vicina di casa Ternana. Nonostante l'immediata retrocessione che seguì nell'annata seguente (83-84), i gruppi folignati non fanno mancare il loro sostegno, di quegli anni è la stampa di un famoso striscione, con la scritta "Una magica armata per una leggenda che continua" e che prendeva tutta la gradinata dell'impianto di Santo Pietro, in cui si sistemavano gli H.V.F: anzi, si racconta che si decise di farlo, per battere in lunghezza i ternani che nella Est in quel periodo esponevano lo striscione "Frek Brothers lo sballo continua" che appunto veniva battuto per pochi metri. Fu anche in quegli anni, che ci furono gli incidenti con le tifoserie di Ancona e Civitanovese.

Nel periodo da ricordare la nascita del gemellaggio, con Brindisi, risalente alla stagione 1984-1985, e che vede tuttora frequenti scambi di visite anche se Foligno e Brindisi militano ed hanno militato, in differenti categorie.

Nella stagione 1986-87, arriva la retrocessione in Interregionale, che come accade sempre, smorza di molto gli entusiasmi nella città umbra, anche perchè il sodalizio dei "falchetti", incontra una grave crisi societaria che fa scivolare il club in Promozione. Il tifo si riaccende con il ripescaggio in Interregionale, così sul finire degli anni 80' ed i primi anni 90', davvero intensi per la tifoseria biancazzurra, nascono altri gruppi e sottogruppi degli H.W.F. come "Scapocciati", "G.A.P. (Gruppo Anti Perugia"), "Nucleo Agitato"e "Gruppo Erotico"; le trasferte  sono quasi tutte nei paesi interni in Umbria e Marche (Morrovalle, Spoleto, Cave, Sant'Angelo in Vado. Vi è poi da dire che in in questo decennio in Italia le curve evidenziarono una tendenza a politicizzarsi e specie in Umbria la "tendenza a sinistra" ed anche la tifoseria folignate non fu esente da un tentativo di omologazione: si ricorda ad esempio una inusuale celtica, su uno striscione del G.A.P ma ben presto si decise per la totale apoliticità del gruppo che prosegue ancora oggi. Nel 1992 viene fondato il "Vecchio Nucleo", derivazione HWF, con denominazione originale "Nucleo agitati" con relativo striscione.

Alla fine degli anni '90 il tifo biancazzurro si mette in grande spolvero e riesce in più occasioni a toccare numeri di partecipazione considerevoli, riuscendo appunto a coinvolgere i giovani folignati in gran numero, come ad esempio i circa 2.500 folignati al "Curi" per la finale di Coppa Italia Dilettanti.
Scalda i cuori della tifoseria biancazzura, il salto compiuto negli ultimi anni dai "falchetti", con il ritorno dopo ventitre anni in C1, con una scalata repentina partita dall'Eccellenza nel campionato.

La curva del Foligno è dedicata a Marco Bucciarelli, Ultras folignate tragicamente scomparso anni fa e rimasto nel cuore della tifoseria locale: ora in "Curva Buciarelli" gli H.W.F. presenziano con un solo striscione con la scritta "Folignati" ma assieme a loro tifano: quelli del "gruppo Mexico" fondato nel 2000 in Serie D, "Vecchio Nucleo" datato 1992 e "N.O.C.", sigla di Nucleo Operativo Campetto, che negli ultimi tempi ha cercato di portare più sostenitori a seguire le gesta dei falchetti, con l'opera di "quartierizzazione", cioè spingere il più possibile la passione per il Foligno, nel proprio quartiere, con ogni mezzo, anche con i classici manifestini fotocopiati, appesi agli alberi, pali e semafori.

Come gemellaggio, esiste da ventidue anni quello con il Brindisi, nato nella stagione 1984-85 in C2, quando le due formazioni diedero vita ad un lungo duello per il salto di categoria. Le due tifoserie si trovarono a competere per un obbiettivo importante, ed il destino volle, forse perchè uniti anche dagli stessi colori sociali, che nacque un solido rapporto. Un gruppo di tifosi del Foligno, era presente nelle finale di Coppa Italia di Serie C, che i pugliesi vinsero proprio contro la Pro, nella stagione 2003-04.
Altri rapporti di amicizia sono che le tifoserie della Sambenedettese, Sangiovannese, Vigor Senigallia e dei marchigiani della Vadese di Sant'Angelo in Vado (PU); quest'ultimo è un rapporto molto dato.

Rivalità: il capoluogo di provincia Perugia su tutte, anche se le due formazioni non s'incontrano da diversi decenni, ma anche Ternana, Ancona, Civitanovese, oltre a quelle con le corregionali Spoleto, Narnese e Bastia Umbra.

Nell'ultimo turno di campionato, quello giocato domenica scorsa, 2 Dicembre, la tifoseria folignate è balzata alla ribalta delle cronache nazionali, per aver dato ospitalità ai tifosi del Venezia, colpiti, chissà poi perchè, da un decreto dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, che aveva vietato la trasferta alla tifoseria organizzata del capoluogo veneto per l'incontro tra le squadre delle due città, che tra l'altro non si erano mai incontrate prima. I supporters veneziani, hanno accettato di buon grado l'invito della tifoseria biancoazzurra, così sono arrivati in una trentina all'ora di pranzo a Foligno.

A dare loro il benvenuto, anche il presidente del Foligno calcio, Maurizio Zampetti, il quale si è intrattenuto a lungo con le due tifoserie, parlando dei problemi del mondo del calcio. Tutti si sono ritrovati davanti allo stadio, dove gli ultrà folignati hanno cucinato sui bracieri fagioli e cotiche, e preparato bruschette con l'olio nuovo.
 
La manifestazione della "Giostra della Quintana", un torneo cavalleresco con relativa manifestazione storica in costume medievale, che si svolge a Foligno, in doppia sfida il terzo sabato di giugno (in notturna) e la rivincita la seconda domenica di settembre, per le prime gare della stagione, porta via energie e tifosi alla squadra biancazzura nei giorni in cui si svolge.

La scorsa annata, quella della promozione in C1, ci fu una media di 1.110  presenze al "Blasone". In questo campionato le presenze sono notevolmente cresciute, con 701 abbonamenti con 2.220 persone di media, con punta massima nell'incontro con la Ternana con 3.400 presenze. Da segnalare la trasferta di Verona, dove al "Bentegodi", furono poco meno di 400, i sostenitori folignati presenti.  

 

Foligno - Lecco 07/08

Hooligans Foligno (anni '90)