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O G G I A
Unione
Sportiva 1920 |
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Unione Sportiva Foggia spa 1920
Colori sociali: maglia a strisce verticali rosso-nera, calzoncini neri, calzettoni neri con bordo rosso
Sede via Napoli 2/O, 71100 Foggia
Stadio "Pino Zaccheria", Via Gioberti, 71100 Foggia. Dimensioni (105 x 68) - Capienza 25.085
Foggia 156.000 abitanti - totale provincia di Foggia 680.000
QUADRI
DIRIGENZIALI
Presidente: Tullio Capobianco
Vice-presidente: Domenico Bonassisa
Direttore generale: Giovanni Francavilla
Segreteria: Pasquale Padalino
Team manager e resp. comunicazione: Pino Autunno
Coordinatore area tecnica: Francesco La Rosa
Relazioni esterne: Micky De Finis
Allenatore: Giuseppe Galderisi, subentrato alla 22^ a Salvatore Campilongo
Allenatore in 2^: Raffaele Di Napoli
Prep. atletico: Vincenzo Cestaro
Prep. portieri: Francesco Cotugno
Resp. sanitario: Dott. Antonio Macchiarola
Medico sociale: Dott. Rosario Garofalo
Fisioterapisti: Michele e Giuseppe Rabbaglietti
IL CALCIOMERCATO INVERNALE
ARRIVI: De Paula (Bra a81-Chievo), Mancino (c84-Martina), Zanetti (d77- Lucchese)
PARTENZE: , Plasmati (a83-Taranto), Cardinale (c76-Pescara), Panini (d83-Juve Stabia), Delli Carri (d71-Lanciano)
LA ROSA 2007-08
Portieri: Agazzi (84), A. Castelli (80)
Difensori: Arno (75), Ignoffo (77), Lisuzzo (81), (83), Rinaldi (79), Russo (81), Zanetti (77)
Centrocampisti: Agostinone (88), Coletti (84), Colombaretti (80), D'Amico (80), Giordano (83), Groppi (76), Mancino (c84), Mora (79), Tisci (74), D'Isanto (c81)
Attaccanti: Biancone (77), De Paula (Bra a81), Del Core (79), Mounard (Fra a80), Di Roberto (85), Esposito (83)
FOGGIA - PRO PATRIA
Biancoblù che ritornano a giocare in Puglia, dopo 2 stagioni, l'ultima volta fu contro la Fidelis Andria, sempre in C1; per la quarta volta nella loro sotria, calcheranno il prato del "Pino Zaccheria" di Foggia, un terreno di gioco che non ha mai detto bene ai colori bustocchi, con tre sconfitte in tre gara giocata.
Gi uomini di Marco Rossi, riprendono il filo del campionato dopo la sconfitta interna contro la Cremonese, che apparentemente, non deve aver lasciato tracce pesanti nell'ambiente tigrotto, con la squadra che farà ancora a meno del suo capitano Tramezzani, oltre che dell'ultimo arrivato Fiorentini, col dubbio Cigardi, ancora alle prese con il problema all'adduttore, ma tra i pali è certo il recupero di Anania.
Il Foggia, dal canto suo, rispetto alla gara di andata a Busto, si presenta con diverse novità, la prima è il nuovo tecnico Beppe Galderisi, che durante la pausa ha rilevato Campilongo, quindi mancherà del difensore foggiano doc Delli Carri, classe 71, con diverse esperienze in A e B, che proprio nell'ultima fase del calcio mercato ha preferito lasciare i satanelli, per sistemarsi al Lanciano. Partito anche l'attaccante Plasmati, del forte centrocampista Cardinale, vero perno del gioco e del difensore Panini.
In entrata da registrare l'arrivo del giovane brasiliano De Paula, dal Chievo, del centrocampista Mancino, dal Martina, ed il ritorno del difensore Zanetti, del 1977, e già a Foggia la scorsa stagione, prelevato dalla Lucchese nei giorni scorsi.
Un Foggia, che quindi scenderà in campo contro la Pro, con la voglia di riscatto e cercherà il bottino pieno, probabilmente alzando da subito il ritmo del gioco, cercando di proseguire la scia positiva, dopo la vittoria interna di misura contro la Pro Sesto nell'ultimo turno giocato. Da valutare in che modo, il nuovo tecnico Galderisi, avrà intenzione di mandare in campo la propria squadra se con un più canonico 4-4-2, oppure con un 4-3-1-2, con i rossoneri che però devono fare a meno del difensore Mora, squalificato, oltre a non poter schierare l'ultimo arrivato Zanetti, ma con De Paula e Mancino, già in campo nella vittoriosa gara contro i sestesi.
In settimana il neo-tecnico dei dauni, ha provato nuove soluzione, rivoluzionando la squadra, ma a grandi linee non si dovrebbe discostare molto dall'ultima uscita.
Tra i pali potrebbe anche esserci l'avvicendamento tra Castelli ed Agazzi, con il primo che però non incontra il favore della critica, per certe sue uscite un pò affrettate. In difesa a destra Arno, mentre sulla corsia di sinistra Rinaldi. La variante potrebbe essere Lisuzzo. Coppia centrale formata Ignoffo e Russo.
Centrocampo che perso Cardinale, cioè il metronomo pronto a dettare i ritmi, dovrà rivedere i suoi movimenti con Coletti e Colombaretti, con il giovane Agostinone, già andato in rete. Dietro le due punte, se con il 4-3-1-2, ci dovrebbe essere Tisci, ex Modena e Genoa, pericoloso sui calci piazzati, e se in giornata capace di giocate incredibili. In avanti Del Core, giocatore di talento, molto abile nell'uno contro uno e l'ariete De Paula con Mounard pronto a tornare in campo dopo il dietro-front del calciomercato, con il no detto al Sorrento.
In casa il Foggia, è stato quasi una macchina perfetta, con 24 punti conquistati su 11 incontri, frutto di sette vittorie, tre pareggi, con una sola sconfitta, quella patita contro il Cittadella alla 6^ giornata, per 2-3. Un bottino, che mette i satanelli al secondo posto per rendimento interno, dietro il Foligno con 26, ma a pari con il Sassuolo. Praticamente quasi tutte le fortune, dei pugliesi, sono state costruite, tra le mura amiche, considerando che il bottino esterno è di soli quattro punti. Allo "Zaccheria", ha segnato 17 reti, sulle 23 complessive e subite sei, sulle 20 totali.
A livello statistico la Pro ha battuto una sola volta il Foggia, nel campionato 61-62, in B, nel confronto d'esordio a Busto, allo Zaccheria su tre gare solo sconfitte.
Con le squadre pugliesi in genere la Pro ha sempre sofferto, non ultimo il ricordo con la Fidelis Andria, due anni fa e la finale di Coppa Italia con il Brindisi. Unica nota lieta di recente, la vittoria con il Manfredonia in casa per 3-0.
LO STADIO

Il "Pino Zaccheria", uno degli stadi più intriganti di questo girone; doppio anello, tutto intorno al campo, senza pista d'atletica, con un pubblico molto caldo, quasi a ridosso dei calciatori.
L'impianto foggiano, venne inaugurato il 22 novembre 1925, ed è situato nelle vicinanze della Chiesa del Carmine, in Borgo Serpente, ed al suo fianco a l'area del Tiro a segno. Il terreno, fu acquistato a rate, da cinque dirigenti, dell'allora squadra foggiana lo Sporting Club.
Inizialmente è costituito, da una sola tribunetta in legno, con un terreno di gioco non in erba e nemmeno in terra battuta, ma in sansa, cioè dai residui dalla spremitura dell'olio d'oliva, quindi un fondo ottenuto con la polpa esaurita delle olive, dalle bucce e dai residue dei noccioli.
Il 26 maggio del 1926, viene ospitato l'arrivo di una tappa del Giro d'Italia, un vero evento per la città pugliese, che portò anche ad un notevole incasso, che permise ai dirigenti di pagare con quella somma i debiti che avevano accumulato, per l'acquisto e la costruzione dell'impianto calcistico. La situazione economica, non migliorò, così dovette intervenire il Comune, che lo acquistò, poi in osservanza dei dettami del Fascimo, lo denomina, Campo Sportivo del Littorio, il 6 Aprile 1928.
Nel marzo del 1931, prendono i via i lavori, per la costruzione di una tribuna coperta in cemento armato di circa 1.500 posti, che viene inaugurata un anno dopo.
Nel 1937, viene sostituita l'originaria tribuna in legno, con una in cemento, con ulteriore ampliamento, per la costruzione delle due curve. Un anno dopo viene inaugurata la pista di atletica.
Durante la guerra lo stadio fu prima utilizzato dai tedeschi come enorme magazzino di stoccaggio di merci e materiale, e poi dalle truppe di liberazione anglo-americane, che utilizzavano l'impianto per le manifestazioni più disparate, dal calcio gaelico, al rugby, baseball ed infine anche rodei alla texana.
Dal 1946, l'impianto foggiano è intitolato alla memoria di "Pino Zaccheria", sottotenente ed atleta foggiano, pioniere del basket nella città dauna che perse la vita, il 4 aprile 1941, in Albania.
Usufruendo della legge per il risarcimento dei danni di guerra, vennero costruite le tribune laterali ed agli inzi degli anni 50, vengo messi in essere alcuni lavori, per un ulteriore ampliamento delle tribune.
Nel 1964, per il debutto in serie A, viene ampliata la capienza complessiva che supera i 20.000 posti ed eliminata la pista di atletica, con la costruirono di gradinate in "Tubi Innocenti", con le classiche tavole in legno, portando così la capienza dell'impianto dauno ad oltre 20.000 spettatori. L'anno successivo, invece, il terreno di gioco ancora in sansa, lascia finalmente il posto al manto erboso.
Nel 1974 viene costruita la nuova gradinata, denominata Tribuna Est, con una capienza di poco superiore alle 7.000 unità.
Nel 1980 vengono realizzate due nuove curve in cemento armato, della capienza quasi seimila posti.
A metà del decennio, l'impianto di illuminazione.
Il 22 settembre 1991 viene inaugurata la nuova Tribuna Ovest coperta, con nuovi posti autorità, stampa, centralissima, centrale superiore, centrale inferiore, capace di ospitare 6.247 posti a sedere.
Nel 1998, tutto l'impianto viene munito di seggiolini e così attualmente l'impianto foggiano può disporre dell'attuale capienza di 25.085 posti tutti a sedere.
IL PERSONAGGIO

Vivian
con la maglia della Pro
Uno dei pochi ex tra le due squadre, sulla scia di
Luciano
Re Cecconi, dove proprio a Foggia, si diedero il cambio.
La famiglia Vivian, di chiare origini venete, e precisamente del pordenonense, si trasferisce nelle nostre zone durante la seconda guerra mondiale, ed Alberto nasce all'Ospedale di Legnano, il 1 Giugno del 1944, anche se i suoi risiedono nella vicina San Vittore Olona.
I primi calci al pallone, lì nei campi dove si corre la 5 Mulini, il più famoso Cross Country, del Mondo, proprio in questi giorni in svolgimento, e poi diventa piccolo calciatore con la maglia della squadra locale, il Mocchetti; un tempo floridissimo vivaio locale, dove la Pro ha pescato per anni, e da dove sono usciti diversi giocatori che poi hanno militato in Serie A o B, con diverse maglie.
I talent-scout biancoblù, lo individuano poco più che sedicenne, proprio nelle fila della squadra sanvittorese, e lo fanno diventare un tigrotto, già nell'estate del 1960. Completa la trafila e la crescita umana, sotto l'occhio vigile di Cesarino Pellegatta e di molti ex giocatori della Pro. Si mette in evidenza, con uno stile essenziale e pulito, pochi fronzoli, molta sostanza, colpo d'occhio e posizione, qualità che lo portavano ad uscire dall'area palla al piede e testa alta. Cose che in pochi si potevano permettere, uno stile per dare l'idea ai più giovani molto simile al grande Gaetano Scirea, del quale lo ricordava anche nella compostezza e nei gesti fuori dal campo.
A ventanni parte titolare con i tigrotti in B, nella stagione 1964-65, 36 presenze secche, senza sbavature, tutti votazioni più che sufficienti, anzi spesso arriva la lode e l'attenzione degli osservatori delle Serie A. Il campionato seguente, a ventun anni piazza 38 gare e ben cinque reti, in una Pro Patria che chiude la stagione, con la mesta retrocessione in C, per un punto. Notevole in contributo di Vivian, oltre alle prestazioni in sè, da notare come sulle 38 segnature, ben cinque portano la sua firma.
Il suo nome, nell'estate, è sulla bocca di tutte le migliori società italiane, ma rimane alla Pro, che cerca vanamente di risalire di categoria; ma il castello biancoblù, non regge così nell'allora calciomercato novembrino passa al Foggia in Serie A, dove un altro ex tigrotto del vivaio, Luciano Re Cecconi, aveva spiccato il volo verso la Lazio. Il 20, Novembre 1966, fa il suo esordio nella massima serie a ventidue anni, in Spal - Foggia 1-0. Al termine della stagione per lui nove presenze, con la maglia dei satanelli, che al termine del campionato scivolano in Serie B. Nella serie cadetta, con i rossoneri raccoglie 30 presenze e nel terzo anno solo 12 per via di un infortunio.
Nella stagione 69-70, chiude il suo triennio pugliese, passando al Novara, dove diventerà una delle storiche bandiere, formando con Nini Udovicich, una specie di muro invalicabile per gli attaccanti avversari, vincendo al primo colpo il campionato di Serie C, con 38 presenze e tre reti.
Per quasi un decennio, vestirà la maglia azzurra, novarese, sfiorando anche più volte l'ingresso in Serie A. Un giocatore che nonostante, fosse di poche parole, lasciava una traccia indelebile, tra i compagni di squadra ed i tifosi. Basterebbe raccontare che a San Vittore Olona, un gruppo sostanzioso di suoi amici, ma non solo, si ritrovavano al Bar Sberna, per poi andare a vederlo giocare nella Pro, in bicicletta o lambretta, per poi seguirlo negli anni 70, in macchina in quel di Novara.
Come Re Cecconi, il destino di Alberto Vivian, non è stato dei migliori, proprio per un beffardo gioco del destino, Luciano strappato alla vita, da un colpo di pistola, Alberto da una crudele malattia, poco più che quarantenne. Negli ultimi tempi della sua vita, lo si vedeva camminare lungo via Roma a San Vittore Olona, proprio davanti al campo del Mocchetti, dove aveva tirato i primi calci, indossando una mascherina per respirare, quindi su una sedia a rotelle divorato da un male, che si disse fosse leucemia, ma che forse nascondeva già uno dei primi casi di SLA, la sindrome che ha portato alla morte il famoso giocatore americano Lou Gerigh, da cui il morbo prende il nome ed in Italia è purtroppo noto per i casi di Gianluca Signorini, Menghella e ultimo pochi mesi fa Adriano Lombardi.
I PRECEDENTI
Campionati in Serie A: Pro Patria 12 - Foggia 11 ed una Coppa Italia Serie C
1960-61 Serie B
11 Dic. 60 Pro Patria – Foggia 2-1: 60' Muzzio (Pro), 75' rig. Florindi (F), 82' G.P.Calloni (Pro)
FoggiaIncedit - Pro Patria 2-1
1962-63 Serie B
6^ FoggiaIncedit - Pro Patria 2-1
25^ 10 Mar. 63 Pro Patria - Foggia 1-1: 37' Muzzio (Pro), 90' Patino (F)
1963-64 Serie B
FoggiaIncedit - Pro Patria 4-1
6 Gen 64 Pro Patria - FoggiaIncedit 1-1: 46' Gerosa (Pro), 71' Rinaldi (F)
2007-08 Serie C1/a
6^ 23 Set. 07 Pro Patria - Foggia 0-0
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IL TIFO

Una tifoseria, quella foggiana, senz'altro calda e passionale, appartenente al "nobile quartetto" pugliese con Bari, Lecce e Taranto, capace di esprimersi al meglio, a prescindere dalla categoria, per la costanza e la tenacia con le quali segue le sorti dei "satanelli". Una squadra che può contare su diversi club di sostenitori anche fuori da Foggia e provincia, grazie ai numerosi emigrati in varie zona di Italia ed anche all'estero, ma anche di una nutrita batteria di televisioni e radio al seguito oltre a numerosi siti internet.
Per quello che concerne la vita da stadio vera e propria è dal lontano 1980, che al centro della curva sud del "Pino Zaccheria" di Foggia, domina incontrastato "Regime Rossonero", ma nel settore popolare dello stadio "Zaccheria", già nella metà degli anni settanta, si potevano vedere striscioni artigianali di gruppi nati sulla spinta emozionale di un movimento ultrà, ai suoi massimi storici per veracità di ideali, con largo anticipo rispetto ad altre piazze meridionali, dove il fenomeno ultras ha attecchito in ritardo rispetto al resto d'Italia.
Analizzando le diciture di quel tempo, si ha subito l'idea dello spirito emulativo con cui i pionieri del tifo rossonero muovevano i loro passi iniziali, basti pensare ai Panthers, Giovani Ultras, Yankees, che poi furono anche i gruppi dalla cui fusione nacque nel autunno del 1980 il Regime Rossonero: originale e radicale sin dal nome.
I primi anni di attività furono soprattutto di palestra per un gruppo ancora sconosciuto ed in piena fase embrionale: spulciando l'album dei ricordi di quegli anni, non si può non ricordare l'invasione di Ferrara nel 1981, per uno Spal-Foggia decisivo per la permanenza in B, evento che rimase però sporadico per una tifoseria che, come la squadra del resto, conobbe sin da subito momenti difficili con la retrocessione in C1.
Nella stagione 1987-88, la stella del Foggia tornò a brillare: la squadra sfiorò il ritorno in serie B piazzandosi al quinto posto e riaccendendo l'entusiasmo in città. Epici e indimenticabili gli scontri di quei tempi, come il derby con il Barletta che spesso finivano in "sane" scazzottate...
La stagione seguente 1988-89, fu quella del ritorno nella serie cadetta dei satanelli e due anni dopo anche il grande balzo nella massima serie, salutata tredici anni prima. I giornali, cominciavano a parlare del Foggia dei miracoli, dell'allenatore boemo Zeman e tutti gli stadi italiani vedevano settori che si coloravano di rossonero, nelle trasferte che i foggiani andavano a fare compatti.
Assolutamente sbalorditivi i primi esodi di quella stagione 1991-92: Milano, Napoli, Roma e il derbyssimo di Bari. Gli anni della C, resteranno comunque sempre i migliori per la compattezza e la mentalità dimostrate, mentre in quelli della serie A, oltre che per le oceaniche trasferte, i dauni si fecero notare per le spiccate doti organizzative e coreografiche: come negli spettacoli messi in piedi in occasione delle sfide con il Napoli, Lazio o gli eterni rivali del Bari.
L'era Casillo-Zeman termina ed il sogno muore: Signori, Baiano, Rambaudi, Shalimov e tutti i pezzi migliori al termine di quell'annata lasciarono il Foggia, passando in poco tempo, dalla qualificazione alla coppa Uefa persa in casa contro il Napoli, alla clamorosa retrocessione in C2.
Il rapido declassamento della quarta serie, infiacchisce la tifoseria del Foggia, tranciando di netto anche quello che era l'importantissimo apporto proveniente dai paesi della provincia. L'entusiasmo ritorna nel campionato 1998-99, con una squadra costruita con poco ma che riesce a farsi ben volere dal pubblico di casa. Il ritorno in C1 dei "satanelli", riaccende l'entusiasmo in città e nell'arco degli ultimi campionati i foggiani hanno rimarcato il loro valore con una tifoseria rivitalizzata che negli anni aveva perso un po' di mordente.
La "tana" degli degli ultras rossoneri è tradizionalmente la curva sud, dove si posizionano Regime Rossonero, Borgo Croci, Armata Dauna, Skizzato, Vecchio Regime, Indomabili e Fedelissimi del Borgo. Borgo Croci è un gruppo il cui nome deriva dal quartiere di provenienza dei suoi componenti, segnalatosi per la mentalità ruvida. Negli ultimi anni sono emersi altri gruppi importanti come Ultras 1980, Original Fans e Vecchio Regime cresciuti notevolmente di spessore come numero e partecipazione vocale, che si posizionano però da un paio di stagioni nella Curva Nord, proprio accanto al settore ospiti, in virtù dei dissidi con gli altri gruppi rossoneri. Da segnalare anche la presenza in gradinata dei Briganti Dauni.
La curva pugliese e la tifoseria rossonera in generale, in questo momento non sono certo quelli degli anni della A con Zeman in panchina, con veri e propri esodi al seguito della squadra, ma rimane di assoluto livello, anche se negli ultimi anni ha palesato problemi di "convivenza" tra le varie componenti del tifo. Al colore ed ai numeri spesso non sono coincisi continuità e sostegno adeguati. Anche di recente si sono riscontrati dei veri e propri esodi come a Reggio Emilia e San Benedetto 2 anni fa con oltre mille cinquecento sostenitori al seguito.
Un ambiente che comunque andato su di giri dopo il recente scampato fallimento societario, ma che ha subito un "down", dopo la sconfitta nell'ultima finale play-off contro l'Avellino. In questo torneo di C1, appena cominciato i rossoneri si sono già presentati in gran numero a Sesto San Giovanni, nell'anticipo di sabato scorso, forti anche della presenza in Lombardia di molti sostenitori, emigrati al Nord negli anni, che vanno ad ingrossare sempre le file al seguito dei "satanelli", quando sono nelle vicinanze.
Parlando delle rivalità dei foggiani, su tutte il Bari e tutta la provincia in genere; di seguito bisogna menzionare Pescara, Napoli, Lazio, Casertana, Brindisi, Taranto e Salerno.
Capitolo gemellaggi: il più importante è quello con i cagliaritani del gruppo Sconvolts, ma da menzionare anche quello datato con i monzesi che risale agli anni 80' oltre quelli con Benevento e Latina, quest'ultimo probabilmente visto anche le affinità ideologiche tra le due tifoserie.
A Busto nella gara di andata furono circa un migliaio i tifosi rossoneri presenti, che sono andati ad occupare completamente il settore ospiti, forti del supporto dei molti emigrati, accogliendo la squadra con una coreografia semplice ma efficace fatta di palloncini. Lo "Zaccheria", in questa stagione è stato squalificato per un turno, dopo la sconfitta interna contro il Cittadella, a seguito della dura contestazione del pubblico di casa verso i propri beniamini; le presenze medie sono circa 4.700 con 3.221 abbonati.

Foggiani
a Busto 2007-08