LA PROSSIMA AVVERSARIA

 

CREMONESE

Unione Sportiva Calcio 1903

 



Unione Sportiva Cremonese spa 1903

 

Colori sociali: maglia a strisce verticali grigio-rosso, calzoncini rossi, calzettoni rossi con bordo grigio 

Sede via Persico 19, 26100 Cremona

Stadio "Giovanni Zini", Via Persico 19, 26100 Cremona. Dimensioni (105 x 68) - Capienza 20.000 spettatori, omologato per 10.000

Cremona 71.500 abitanti - totale provincia di Cremona 345.000

 

QUADRI DIRIGENZIALI



Presidente: Cav. Giovanni Arvedi
Vice - Presidente: Dott. Maurizio Calcinoni
Amm. delegato: Avv. Bruno Guareschi
Direttore generale: Comm. Giacomo Randazzo
Direttore amministrativo: Dott. Alberto Losi
Relazioni esterne: Vittorio Berago 
Direttore sportivo: Erminio Favalli
Allenatore: Emiliano Mondonico
Allenatore in 2^: Giancarlo Finardi
Prep. atletico: Prof. Sergio Bizioli
Prep. portieri: Alessandro Bianchessi

IL CALCIOMERCATO


ARRIVI:
 Temelin (a76-Pro Patria), Graziani G. (a75-Mantova), Bacis (d79 Genoa via Avellino), Argilli (d73- Livorno), Sirigu (p87-Palermo), Cuneaz (d87-Juventus), Vitofrancesco (d88-Milan), Perticone (d86 Milan via Verona), Moretti (d76-Avellino), Colucci (c72-Cagliari), Zauli (c71-Bologna), Cozzolino (a85-Verona), Brioschi (d75-Bologna), Tacchinardi (c82 Genoa via Pergocrema), Chomakov (Bulg. c77-Pizzighettone)

PARTENZE: Carparelli (a76-Grosseto), Stendardo II° (d83-Messina), Mondini (p70-Padova),


LA  ROSA 2007-08


Portieri: G. Bianchi (75), Quaini (88), Sirigu (87)


Difensori: Argilli (73), Astori (87), Bacis (79), Brioschi (75), Cremonesi (88), Moretti (76), Perticone (86), Radice (71), Vitofrancesco (88)

Centrocampisti: Carotti (85), Colucci (72), Chomakov (Bulg. c77), Cuneaz (87), Am. Tacchianrdi (88), M. Tacchinardi (82), Paoletti (87), Paganotto (85), Piazza (87), Zanoletti (80), Zauli (71) 

Attaccanti: Cozzolino (85), Graziani (75), Graziani (84), Pepe (87), Temelin (76)

 
 

QUANTO COSA SEGUIRE LA CREMONESE

 

Tribuna Centrale Coperta 500 euro, ridotto 350 euro.

Tribuna Laterale Coperta 350 euro, ridotto 250

Curva sud 100 euro, ridotto 50 euro, ridotto 8-14 anni 35 euro.

Tribuna d'onore 1.000 euro

Sky Box - destinati ad aziende o enti per ricevere ospiti con possibile servizio anche di catering, 10.000 euro.

Ridotti: donne,  disabili e gli over 65 e un formula ridotto a 35 euro per ragazzi da 8 a 14 anni. 
Per i dipendenti del gruppo Arvedi normale 65 Euro, donne 33.

 
 

GLI ULTIMI CINQUE CAMPIONATI


2002-03 Serie C2/a 6° posto - All. C. Maselli
2003-04 Serie C2/a 2° posto - vince i play-off contro il Sud Tirol - PROMOSSA IN SERIE C1 - All. G. Roselli 
2004-05 Serie C1/a 1° posto - PROMOSSA IN SERIE B - All. G. Roselli
2005-06 Serie B  21° posto - retrocede in Serie C1 - G. Roselli dalla 18^ G. Della Casa
2006-07 Serie C1/a 13° posto - All. Verdelli dalla 12^ Roselli
 
 
 

CREMONESE - PRO PATRIA

 
Acciaio contro acciaio per questa sfida tra Cremo e Pro, con il nuovo proprietario del club grigiorosso Giovanni Arvedi che come la Fam. Vender opera nel settore siderurgico.
La compagine cremonese sembra veramente un colosso d'acciaio, con la campagna acquisti appena terminata, che definire sontuosa per la categoria è a dir poco riduttivo. Mondonico come allenatore, Colucci, Bacis, Moretti, Zauli, Temelin, Brisochi e Graziani, oltre al portiere dell'under21 Sirigu, dimostrano chiaramente la forza economica del neo-proprietario del club di via Persico e delle ambizioni a cui intende dar seguito.


Per definire la portata economica di Giovanni Arvedi, basta esaminare alcuni dati. 1.600 dipendenti, ha chiuso il bilancio con un incremento del fatturato oltre il 16% con ricavi pari a 1.160 milioni di Euro ed un utile netto di 31,5 milioni di Euro cioè 61miliardi di vecchie lire.
 

Arvedi, la cui famiglia originaria del trentino arrivo' a Cremona nell'800, è da sempre nel mercato siderurgico, una vera potenza finanziaria, fu uno degli azionisti che entrarono negli anni 70, per salvare il Corriere della Sera, da sempre posseduto fino ad allora dai Crespi di Busto Arsizio. Il gruppo ha acquisito la Cremonese dall'avvocato genovese Vincenzo Rispoli (procuratore calcistico tra i suoi assistiti Pagliuca, Chiesa e tanti altri giocatori) che gestiva il club da un anno e mezzo, ma la proprietà vera faceva a capo a tre società finanziarie con sede in Lussemburgo. Accollandosi anche i debiti della precedente gestione Tiriboldi/ Rispoli pari a cira 7milioni di Euro, per un'operazione complessiva che ha sfiorato i 9,5 milioni di Euro. In aggiunta a quanto sborsato ha messo mano al portafoglio anche per rimettere in sesto il vetusto "Zini", rinnovandolo quasi completamente, non limitandosi alla solo mano di vernice e ridare linfa al settore giovanile che fino a pochi anni fa era un vero e proprio fiore all'occhiello della Cremonese, sul quale aveva basato le fortune della storica gestione Luzzara.

I primi passi che Arvedi ha mosso sono stati quelli di dare "cremonesità" alla società, richiamando personaggi che in un modo o nell'altro avevano scritto la storia del sodalizio. Il primo non poteva essere diversamente è stato Emiliano Mondonico, cresciuto nel vivaio, poi storico allenatore della promozione in Serie A, negli anni 80, il quale ha lasciato la panchina dell'Albinoleffe in Serie B, dopo un biennio più che soddisfacente.

Direttore generale Randazzo, che ha fatto le fortune dell'Atalanta con lo stesso Mondonico. Direttore Sportivo, Erminio Favalli braccio destro di Luzzara, scopritore di tanti talenti negli ultimi tre anni emigrato nella vicina Pizzighettone, con cui ha colto diversi successi, non ultima la storica promozione in C1, per la squadra del centro della provincia cremonese. Al settore giovanile ha richiamato Finardi, storica bandiera grigiorossa, nelle ultime stagioni responsabile tecnico della Primavera dell'Atalanta, ed allenatori delle varie squadri minori troviamo Recaldini, Titti Ascagni, Bencina e Galletti tutta gente legata ai colori sociali ed uscita proprio dal vivaio. Insomma occhio attento al presente con un campionato da vincere senza se e senza ma, ed un occhio al futuro.

Analizzando la squadra, il primo personaggio che balza in evidenza è senz'altro Emiliano Mondonico, che ritorna dove era cresciuto come calciatore negli anni 60', con una carriera che poteva essere diversa ma un carattere bizzoso e difficile lo ha fermato, consentendogli però di ripartire 25 anni fa proprio da Cremona, guidandola in A, con quello che veniva definito con molta superficialità un calcio "pane e salame", ma che in realtà era solo buon senso, occhio al bilancio e un grandissimo vivaio che ha visto spuntare in breve non solo Cabrini, Vialli, Prandelli e Lombardo, basterebbero solo loro, ma un'infinità di calciatori, non ultimi l'ex portiere biancoblù Arcari e l'attuale tigrotto Vanni Pessotto.

Mondonico non ha mai nascosto il suo tifo per la Fiorentina, sulla cui panchina si è anche seduto, guidandola nell'ultimo ritorno in A, categoria in cui ha poi mantenuto la panca per solo 7 giornate, per lui è stata comunque la classica realizzazione di un sogno, ma per il "Mondo" da Rivolta d'Adda (Cr), la Cremonese è stata la classica scelta del cuore, considerando Cremona la sua seconda casa e la Cremonese la sua famiglia. Un allenatore di carisma, legato alla società in maniera indissolubile, che farà di tutto per riportare agli antichi splendori i grigiorossi.
Per farlo non si è certo badato a spese con arrivi di assoluto spessore per la categoria, da Salvatore Sirigu (Nuoro 1987), portiere dell'Under21 di Casiraghi, di proprietà del Palermo a Michele Bacis, difensore esterno del Genoa, ma nell'ultima stagione all'Avellino, dagli irpini è arrivato anche Vincenzo Moretti, fluidificante mancino (23 presenze 7 gol la scorsa stagione), anche lui un ex genoano ed in campo in Pro Patria - Genoa 4-3. Leonardo Colucci proviene dal Cagliari (nato il 29 dicembre 1972 a Cerignola), centrocampista non dato fisicamente con spiccate doti da regista, passato da Lazio,  Verona dove ha militato per ben sei anni, dal 1996 al 2002 con 182 presenze e 10 gol, quindi altre tre stagioni al Bologna (95 presenze ed 1 gol) e nell'ultima stagione a Cagliari (25 presenze e 1 gol). Il terzino sinistro Stefano Argilli (Rimini 1973), ex capitano del Siena, dove è rimasto nove stagioni, seguendo tutta l'ascesa della società toscana dalla C1 alla Serie A, nelle ultime due stagioni tra Modena e Livorno
Lamberto Zauli, 36 anni, trequartista, con un fisico atipico per un giocatore del suo ruolo, essendo alto quasi un metro e novanta; talento esploso nel Vicenza di Guidolin, giocatore che vanta tanta Serie A e B, con le maglie di Ravenna, Palermo, Modena, Sampdoria ed ultimamente Bologna da dove arriva con Emanuele Brioschi (nato a Milano nel 1975 - 1 metro e 84 di altezza, 79 chili), un corazziere per il pacchetto arretrato pronto anche ad essere impiegato lungo l'out sinistro. Giocatore che mosse i primi passi nella Solbiatese di Caravatti in C2, nella stagione 92-93, quindi Bari, Venezia, Bologna, con diversi viaggi lungo l'asse Bari-Bologna.

In attacco l'ex biancoblù Gianluca Temelin, 40 reti in 3 stagioni con i tigrotti, 2 reti proprio alla Cremonese nell'ultimo incontro allo Speroni, con una doppietta dagli undici metri ed un palo clamoroso; una garanzia in categoria, con un bottino minimo di otto reti assicurate, e Graziani jr reduce da otto anni con gli "odiati", cugini del Mantova di cui era diventato un simbolo, anche per lui si parte da una base minima di otto reti in categoria.
A completare l'organico sono arrivati il bulgaro Chomakov dal Pizzighettone e Mario Tacchianardi dal Pergocrema per il centrocampo, in difesa Vitofrancesco che aveva rifiutato la Pro, dalle giovanili del Milan e Perticone, giovane molto interessante sempre delle giovanili rossonere, con alle spalle già un campionato di C1, con il Pizzighettone e uno in B con il Verona. Ultima ciliegina Cozzolino in comproprietà con il Chievo Verona (5 presenze nell'ultima stagione), con esperienze nella massima serie con il Lecce sempre in Serie A con 25 presenze 2 reti. Un'operazione da 400.000 Euro.

La Cremonese viaggia al secondo posto in classifica con 7 punti, frutto di due vittorie (a Venezia ed in casa con il Verona) ed un pareggio (domenica a Cava). In settimana ha avuto il turno di Coppa Italia, dove essendo già qualificata ha dato spazio alle seconde linee, perdendo in casa con il Pergocrema per 0-3.

Per il match contro la Pro, Mondonico dovrà rivedere alcune cose nel proprio schieramento considerato le assenze forzate di Bacis e Graziani squalificati ed alcuni uomini ancora in ritardo di condizione. Il tecnico cremonese adotta in casa il 4-4-2, mentre in trasferta passa ad un più coperto 3-5-1-1, quindi contro i tigrotti guidati da Marco Rossi con ogni probabilità si avrà lo schema casalingo, per una "Cremo", che vedrà il ballottaggio tra Sirigu e Giorgio Bianchi (bandiera grigiorossa), tra i pali. Difesa con il dubbio a destra per sostituire Bacis, con i giovani Vitofrancesco e Astori pronti all'ingresso in campo con Radice jr (figlio del tecnico Gigi) che potrebbe essere dirottato su quella corsia. A sinistra Argilli, al centro Brioschi con Perticone che dovrebbe affiancarlo.
Centrocampo che dovrebbe fare in conti ancora con l'assenza di Carotti, ex giocatore del Como, su cui la Pro aveva messo gli occhi due anni fa, con Mario Tacchinardi (oppure Zanoletti), Chomakov a fare la diga e riproporre l'azione, con Colucci a dirigere il gioco e Moretti sulla corsia di sinistra. In avanti la coppia Temelin - Cozzolino, con l'ex tigrotto più avanzato ed il veloce e tecnico Cozzolino a girargli intorno, per cercare e creare spazi tra le linee difensive.

La Pro allo "Zini", non ha mai avuto vita facile, tanti sono i ricordi negativi, dalla scorsa stagione dopo la rete del vantaggio di Vecchio arrivò il pareggio in rimonta dei padroni di casa con Pepe, in una gara che hai punti avrebbero vinto i biacoblù ampiamente. Al pareggio beffa davanti alle telecamere di RaiSat sotto un pioggia torrenziale, sempre con i grigiorossi in rimonta da 0-2 a 2-2, con un rigore generoso concesso. Alla sconfitta beffa per 1-0, con tiro di Zalla deviato clamorosamente in rete da Caniato del recupero del Gennaio 2001, quando la gara dell'antivigilia di Natale venne sospesa all'83' (!!!!) per nebbia, con la Pro in vantaggio per 2-1. Solo quattro le vittorie dei tigrotti a Cremona, di cui una nella "Coppa Meneghetti", nel 1944, in piena II^ Guerra mondiale. Si annovera un 2-5, nel campionato 1959-60 in Serie C, quello dell'ultima promozione in B dei tigrotti. L'ultima vittoria risale esattamente a 30 anni fa, quando una Pro in cerca di punti salvezza ed in piena crisi tecnico-societaria andò a sbancare lo Zini per 1-0, con rete del cremonese Roberto Nicolini. Una trasferta storicamente insidiosa, resa ancora più difficile dalla qualità tecnica dell'avversario; acciaio contro acciaio, vedremo un pò di che tempra sono i tigrotti di Marco Rossi, su questo duro banco di prova.

 

LA STORIA


La società cremonese ha superato la soglia dei cento anni essendo stata fondata il 24 Marzo 1903, come Unione Sportiva Cremonese, un sodalizio che come molti altri all'inizio del secolo scorso è in realtà una polisportiva che vedeva le sue maggiori attività riservate alla ginnastica, alla marcia, alla lotta, al nuoto ed al ciclismo. Inizialmente i colori della società, sono come quelli attuali del Legnano.

Il calcio arriva nove anni dopo, esattamente nel 1912, quando la stessa società organizza un torneo di foot-ball, tra squadre di città limitrofe ed in finale viene battuta del Brescia.
Il primo vero approccio con il calcio ufficiale arriva con la stagione 1913-14, con i cremonesi iscritti al campionato di Promozione, che viene vinto aggiudicandosi il passaggio in 1^ divisione.
Con la stagione 1914-15, arrivano diverse novità come la fusione con un'altra squadra cittadina l'Associazione Calcio Cremona, ed il conseguente abbandono della maglia bianco-glicine, per quella grigiorossa. Nel campionato di 1^ divisione ottiene un lusinghiero 5° posto.
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L'anno successivo con lo scoppio della guerra e i campionati sono sospesi e in uno dei tanti fronti aperti a Cividale del Friuli muore il portiere della Cremonese, Giovanni Zini, ritenuto  uno dei più forti giocatori del periodo, al quale verrà poi intitolato lo stadio comunale di Cremona.
Nel 1919, alla fine della guerra, c'è anche il ritorno all'attività agonista, con la novità del nuovo campo da gioco in via Persico l'attuale stadio dei grigiorossi. Nello stesso anno la società vince la Coppa delle Provincie Lombarde.
Campionato 1919-20, i cremonesi raggiungono la 5^ posizione nel gruppo lombardo di 1^ Categoria.
Nell'anno della scissione dei campionati sceglie di partecipare a quello della  F.I.G.C., ed arriva seconda nella finale regionale.

Partecipa poi per diverse stagioni al Girone B Lega Nord di 1ª Categoria e durante in campionato 25-26, arrivano anche i primi giocatori stranieri Jesmas e Wilhelm: come per la stragrande maggioranza del tempo sono i magiari. E' uno dei migliori campionati di sempre dei grigiorossi infatti si piazzano al 2° posto nel girone alle spalle della Juventus. In quella stessa stagione la Cremonese manda anche Mariano Tansini, ala sinistra, a vestire la maglia della nazionale. La stagione successiva con il 9° posto basta per essere ripescati in Divisione Nazionale A, dove nei due campionati seguenti ottiene il 7° posto.

Nel 1929-30, dopo la riforma dei campionati la Cremonese, partecipa al primo campionato di serie A girone unico, ed alla prima giornata è di scena a Busto, dove viene sonoramente sconfitta dalla Pro, per 4-1. Per i griogiorossi l'impatto è duro infatti retrocedono con l'ultima posizione, soli 16 punti in classifica staccatissimi si dal Padova penultimo con 26 che dalla salvezza a quota 28 dove c'è la Triestina.
Ci sono poi piazzamenti medio alti in serie cadetta, ma il sodalizio entra in profonda crisi finanziaria che mina l'esistenza stessa del club e nel campionato '33-'34 i primi abbonamenti istituiti dal gerarca Farinacci salvano una Cremonese indebitata ed alle soglie dello scioglimento.
Stagione 1934-35 9ª nel Girone B della serie B, viene retrocessa in C dopo lo spareggio con il Foggia ed in seguito al nuovo ordinamento dei campionati parte dalla Serie C.
1935-36 Grigiorossi e biancoblù si ritrovano in Serie C, per i primi però dopo la repentina caduta c'è subito la pronta risalita con la vittoria nel Girone B e la promozione in  Serie B, mentre i bustocchi veleggiano tra le medio-bassa classifica. Due sole stagioni in serie cadetta e nuovo tonfo in 3^ serie. Altra salita in serie cadetta in piena 2^ guerra mondiale nella stagione 41-42 e nel 1944, partecipa al Girone Lombardo del Campionato Alta Italia piazzandosi 7^.

Il primo campionato post-bellico, i cremonesi sono inseriti nel Girone B del Campionato Alta Italia misto B-C, che vincono, piazzandosi poi al 5° posto nel Girone finale, che vale la promozione in Serie B.
Categoria che mantiene fino agli inizi degli anni 50, quando và incontro ad un'altra crisi economica che porta alla retrocessione in Serie C, al termine della stagione 50-51. Il fallimento della società viene scongiurato, per la scelta dell'allora  staff tecnico capeggiato dall' allenatore Ercole Bodini, di lavorare gratis e dei giocatori di scendere in campo al modesto compenso mensile di 10.000 lire.
Il bel gesto serve a mantenere in vita la società ma non basta a salvarla dalla IV^ Serie che arriva dopo l'11° posto che non serve a scongiurare il declassamento nella serie minore per via del nuovo ordinamento dei campionati.

Il ritorno in Serie C arriva nella stagione 53-54, con il primo posto nel Girone A di IV^ Serie, e la vittoria nello spareggio con il Bolzano.
La società del Torrazzo, mantiene la categoria ininterrottamente fino al campionato 66-67 quando ritorna mestamente in Serie D. Una delle colonne di questa squadra è un bustocco d.o.c. come Franco Tumiati, centrocampista. La formazione base del periodo è la seguente: De Jaco, Mizzi, Vecchi, Ravani II°, Tassi, Zavaglia, Denari, Gibellini, Tumiati, Belloni e Velmini.
Durante questo lasso di tempo si mettono in evidenza due prodotti del vivaio; il primo nel 63-64 è Erminio Favalli che viene acquistato direttamente dalla grande Inter di Helenio Herrera. Il secondo proprio nell'anno della retrocessione: l'attaccante Emiliano Mondonico (poi allenatore della stessa Cremonese, Como, Atalanta, Torino e Fiorentina).

Nella stessa stagione 66-67, entra in società nel ruolo di commissario Domenico Luzzara, che con la sua impresa aveva eseguito alcuni lavori di ammodernamento allo stadio, tra cui l'impianto delle luci per le partite in notturna, trascinato anche dalla passione del figlio "Tete", poi scomparso. Con il seguente campionato di Serie D, Luzzara diventerà il Presidente del club grigiorosso, carica che terrà per ben 34 anni, fino al dicembre 2001, segnando le pagine migliori della storia della società.

Il primo passo è la risalita in Serie C, seguita ancora da una retrocessione dopo aver perso lo spareggio con il Marzotto Valdagno. Rimane un paio di stagioni in Serie D, gettando però le basi per la squadra, formata principalmente da giovani della zona e prodotti dal vivaio che sarà protagonista in Serie C, per diverse stagioni fino al raggiungimento della serie cadetta. 1970-71 vince in campionato e ritorna in C, con Titta Rota in panchina, in campo Aristide Guarnieri, ex stella della grande Inter, vincitore di scudetti e coppe, che con la maglia della sua città chiudeva la sua carriera. Al suo fianco Luciano Cesini, biondo difensore di fascia dal fisico roccioso, in seguito capitano dei grigiorossi per anni e poi alla guida delle giovanili. La squadra di Rota, impone subito un ritmo altissimo alle avversarie e vince il campionato con 5 punti di vantaggio sulla Trevigliese e 13 sui vicini di Crema e Fanfulla.
1971-72 sempre con Rota in panchina 5^ in Serie C, lanciando diversi giovani interessanti come il bomber Massimo Silva (poi Milan, Como ed Ascoli), i centrocampisti Delle Donne, Donina e Platto.

Piazzamenti replicati nelle stagioni successive, con il lancio nel 73/74, quando a sorpresa viene inserita nel Girone B di Serie C, del diciasettenne Antonio Cabrini, cremonese della provincia.
1974-75 altro 6° posto in C, con il ritorno nel girone A, con Cabrini che diventa stella assoluta della squadra ed a fine stagione entra in orbita Juventus, con il passaggio all'Atalanta in B. Nella stessa stagione vengono alla ribalta altri prodotti del vivaio, come il portiere Bodini (poi Juve ed Atalanta), lo stopper Cassago, ed i centrocampisti Sironi e Finardi. L'attacco inoltre poteva contare sul talento geniale ma discontinuo di Mondonico, che era tornato dall'Atalanta.

1975-76, arriva un 2° posto dietro l'inarrivabile Monza, di Magni e dei vari Tosetto, Colombo, Sanseverino. 
 

 

Stagione 1975-76 Serie C/a 12^ giornata Cremonese - Pro 1-0 la ribattuta di Sironi su tiro di Barboglio, supera il portiere biancoblù Fellini
 

1976-77, il balzo in Serie B, davanti all'Udinese, con Stefano Angeleri in panchina, ed il blocco dei giocatori degli anni precedenti con l'aggiunta del difensore Talami. In casa subisce solo due sconfitte, una inflitta dalla Pro, alle prese con una stagione tribolatissima, ed ironia della sorte chi segna il goal vittoria per i tigrotti è Roberto Nicolini, attaccante nato a Genivolta nel cremonese e cresciuto nel vivaio grigiorosso e prelevato dal Soresina, squadra alle porte di Cremona.

Il campionato di B vede ancora Angeleri in panchina, la squadra viene rafforzata con gli innesti degli attaccanti Marocchino e De Giorgis, con un altro prodotto delle giovanili che si mette in evidenza come Cesare Prandelli, che seguirà la trafila di Cabrini. Nel finale di stagione Settembrino subentra ad Angeleri nel tentativo di salvare la "Cremo" dalla retrocessione, impresa che non gli riesce.

In C1, arriva Galeone, il quale non riesce però a terminare la stagione, ed al termine sarà un piazzamento a metà classifica. Segue poi un 6° posto con Vincenzi come allenatore.
1980-81, 2° posto nel Girone A di C1 e ritorno in Serie B. Guidone Vincenzi come mr. ed Erminio Favalli come d.s. in squadra il bomber Titti Ascagni, poi i difensori Montorfano, Garzilli e Galvani, a centrocampo "il piccolo" Eligio Nicolini, con Paolinelli e Montani. Campionato che vede l'esordio del miglior talento espresso dal florido vivaio cremonese, con le due presenze dell'allora 17enne Gianluca Vialli.

1981-82 piazzamento a metà classifica in serie cadetta, che pone le basi per la grande scalata alla Serie A, che comincia con la stagione successiva con Mondonico alla guida tecnica, in campo con il Vialli (19anni), Loris Boni, Bencina, Bonomi, Frutti, Viganò, Finardi, Bencina e Rebonato. I grigiorossi arrivano gli spareggi con Como e Catania, con i siciliani che hanno la meglio.

Il salto nella massima serie arriva al termine della stagione 83-84, con il 3° posto con altre due lombarde Como ed Atalanta. Oltre al gruppo storico guidato da Vialli già leader, troviamo il polacco Zmuda come libero, il portiere Drago, l'aitante bomber Nicoletti (Pro Vercelli e Como), Della Monica e Galbagini, sempre guidati dal "Mondo", come allenatore.

L'impatto con la Serie A, non è certo dei più agevoli anche perchè Vialli passa alla Sampdoria, ed al suo posto arrivano Chiorri ed il brasiliano Juary (Avellino ed Inter). Ritorno immediato in serie cadetta.

 

Una formazione della Cremonese 1984-85 allo “Zini”

 

Luzzara e Favalli non cambiano politica ed affidano sempre la squadra a Mondonico, nonostante la retrocessione, affidandosi sempre al vivaio, che sforna giocatori interessanti in grande quantità, così arriva il momento di Attilio Lombardo, Rampulla, Gualco e Buongiorni che portano ad un 9° posto.

1986-87 squadra affidata a Bruno Mazzia, arriva un 4° posto in B, che porta ancora agli spareggio questa volta con Lecce e Cesena, con i romagnoli che passano in Serie A

1987-88 Arriva un sesto posto finale, in campo ci sono tra gli altri il baffuto mediano Piccioni, Avanzi e Rizzardi.
1988-89 Sempre con Mazzia, arriva al quarto posto in Serie B al termine della stagione regolare, che porta nuovamente agli spareggi per la massima serie, questa volta contro la Reggina guidata da Nevio Scala, che viene superata ai rigori. A centrocampo c'è il talento di un giovanissimo Riccardo Maspero ed in avanti il duo Cinello-Bivi.

 

1988-89 una formazione dei grigiorossi che vinse in campionato di Serie B  

 

Altro ascensore con la Serie A e mesto ritorno in Serie B con l'ex terzino della nazionale e dell'Inter Tarcisio Burgnich in panchina, sempre il solito gruppo base di giocatori, con in aggiunta lo svedese Limpar, l'argentino Gustav Dezotti, ed una delle più grandi meteore del calcio italiano il paraguayano Neffa, mandato "in parcheggio" dalla Juve.

Poco male perchè immediatamente nel 90-91 arriva il ritorno in Serie A con Giagnoni che subentra a Burgnich nella fase finale della stagione in campo troviamo un'ex biancoblù come Marco Giandebiaggi, Verdelli e tre giovani talenti come Favalli, Bonomi e Marcolin. Pronta però è la ridiscesa in B, ma stabilendo un record; il portiere grigiorosso Michelangelo Rampulla passa alla storia come il primo portiere a segnare un goal in Serie A, quando al 92' mette a segno di testa, su calcio d'angolo, come un vero bomber, il gol del pareggio contro l'Atalanta.Inizia il momento migliore nella storia della Cremo, con il campionato 1992-93, quando arriva Gigi Simoni in panchina: arriva il 2^ in Serie B e nuova promozione in Serie A. Stagione coronata anche dalla vittoria del torneo Torneo Anglo-Italiano a Wembley contro il Derby County per 3-1. Con la maglia grigiorossa ci sono Turci (Sampdoria), Colonnese (Inter, Lazio, Napoli), Pedroni, il bomber Tentoni, e Mathias Florijancic.

Con lo stesso gruppo Simoni centra la prima storica salvezza nel massimo campionato nel 1993-94, portando la Cremonese al 10° posto in Serie A, impresa bissata poi, con un 13° posto la stagione successiva.
Con il 1995-96 si chiude il ciclo magico della "Cremo", arriva il 17° posto  in Serie A e la conseguente retrocessione in Serie B, e Simoni abbandona la panchina. Contemporaneamente si apre una crisi tecnico-societaria ed un repentino declino del sodalizio che in una sola stagione trova un'altra retrocessione che lo porta in C1.

In C1 la squadra viene affidata al "mundial" Giampiero Marini, che può contare sua una buona rosa per la categoria come Tarcisio Catanese, Godeas, Pessotto Jr, Castagna, Minaudo ed il bomber Walter Mirabelli. Arriva un 2° posto dietro il Cesena, che porta ai play-off superando in semifinale il Lumezzane (2-1 e 0-1), poi battendo il Livorno nella finale secca di Perugia, con rete di Guarnieri al 117'.
Come spesso accade nella storia dei grigiorossi, ad una promozione segue una retrocessione immediata, così anche la seguente stagione in serie cadetta, non sfugge alla regola e porta al ritorno in terza serie. Nel 1999, incominciano a bussare alla porta dello storico presidente Luzzara, diversi gruppi per rilevare il club, e Graziano Triboldi (attuale proprietario), offre il suo aiuto.

Il meccanismo di discesa però non s'interrompe ed la società scivola subito in C2 nel 1999-00, dopo essere stata superata nei play-out dal Lecco guidato da Muraro, e degli ex biancoblù Morante e Manicone.
6 luglio 2000, si ha una prima svolta storica nella società, il gruppo Mastagni, diventa proprietaria del 50% della Cremonese per 3 miliardi di vecchie lire. Presidente diventa Stefano, amministratore delegato il fratello Riccardo, Domenico Luzzara diventa presidente onorario. Galderisi il nuovo allenatore.

Il primo campionato di C2, nel 2000-01, vede ripresentarsi l'incontro con la Pro, con la gara di andata sospesa allo "Zini" a pochi minuti dal termine per nebbia, con la Pro in vantaggio per 2-1 (nella ripetizione arrivò una sconfitta). Agli inizi di gennaio 2001 i Mastagni lasciano la Cremonese (per poi approdare al Novara) lasciando Luzzara solo. Al termine della stagione fu un 7° posto per i cremonesi.

Il campionato 2001-02 la crisi societaria è molto forte e l'ormai anziano presidente (80anni), si trova costretto ad abbandonare la sua creatura, anche spinto dalla piazza, prima dell'inizio del campionato Triboldi ufficializza la sua offerta di quattro miliardi a Luzzara per rilevare la Cremonese portando avanti una trattativa lunga che terminerà solo l' 8 marzo 2002 con la firma ufficiale e il passaggio da Luzzara a Triboldi. Chiudendo di fatto un'epoca grigiorossa che con Luzzara presidente per ben 34 anni, in cui partì con la Cremonese in D, portandola per sei campionati in serie A, undici in serie B, nel marzo 1993 alla vittoria della Coppa Anglo Italiana nel mitico stadio di Wembley. Dando anche un'immagine schietta e pulita del famoso "calcio di provincia".

Il nuovo proprietario, imprenditore nel settore petrolifero, parte subito con un programma ambizioso, affidando di fatto la gestione tecnica della squadra a suo genero Gualco, calciatore dello stesso club per diverse stagioni in A e B e alfiere con 130 presenze in A.
2002-03 il club parte con rinnovate ambizioni, affidando la squadra a Maselli, che la guida al  6° posto in C2, nel mercato di gennaio avviene anche il passaggio di un giocatore biancoblù Pennacchioni, ai grigiorossi.
2003-04 la nuova società cerca subito la promozione in C1, ed affida una rosa di tutto rispetto all'ex allenatore del Varese, Giorgio Roselli, che può contare sull'apporto di giocatori come Dall'Igna, Trapella, Smanio, Colletto, Bertoni del bomber Prisciandaro e di un ex biancoblù come Dino Giannascoli. La partenza non è delle migliori, ma alla fine centra il 2° posto che porta ai play-off, dove in finale supera SudTirol, venendo promossa in C1. 

La stagione successiva sempre con Roselli in panchina, la squadra mantiene quasi la stessa intelaiatura, parte subito forte e si porta in testa, con un lungo duello contro gli storici rivali di sempre del Mantova, come nel campionato precedente. I grigiorossi, vincendo a Busto, il posticipo serale davanti alle telecamere di RaiSat, in una serata praticamente di lutto per l'agonia di Papa Woitjla, si aggiudicano il campionato che li riporta nuovamente in Serie B.

La stagione in serie cadetta non è delle migliori, la società è minata al suo interno da dissidi e un profondo disavanzo finanziario, che porta al tracollo con la retrocessione immediata. 

2006-07 la crisi finanziaria si acuisce ancora di più, i grigiorossi venendo come allenatore l'ex giocatore Corrado Verdelli, ma dura poche giornate al suo posto viene richiamato Roselli, amatissimo dalla tifoseria, riuscendo a mantenere anche il bomber Carparelli che in Serie B aveva segnato 15 reti. Un campionato dove arriva una doppia salvezza, quella sul campo che porta anche a quella finanziaria perchè permette l'ingresso del nuovo proprietario Arvedi che si prende accola i quasi 7 milioni di buco lasciati dalla precedente gestione. 

 
 

IL PRECEDENTE STORICO


 
Pro e Cremo hanno segnato la storia del calcio italiano, specialmente quello di provincia. Biancoblù e grigiorossi si sono incontrati per la prima volta agli inizi degli anni 20, ed hanno tenuto a battesimo il primo campionato di Serie A dopo la riforma del 1929-30; proprio la prima giornata di quella stagione si ritrovarono di fronte sul campo di Busto ed a quello storico incontro sono legati anche il primo goal segnato e subito per entrambe, nella massima categoria del calcio nazionale, con la vittoria che arrise ai tigrotti.
 
Busto Arsizio 6 Ottobre 1929 - Pro Patria-Cremonese 4-2


Pro Patria: Montrasio; Agosteo, Fizzotti, Borsani, Bocchi, Giani, Rossi I°, Cregar I°, Bonivento, Reguzzoni, Vigna.

Cremonese: Ferrazzi, Bodini II, Ravani I, Mondini, Cabrini, Sbalzarini, Santopaolo, Serdoz I, Subinaghi, Trovati, Guanzini


Arbitro: Sig. Enrietti di Torino

Reti:  6' Subinaghi (C), 13' Vigna (Pro), 20' Bonivento (Pro), 35' e 84' Rossi (Pro), 90' Serdoz I° (C)

 

GLI EX

S

Se Busto Arsizio e Cremona si dividono equamente tante primati nell'arte della musica, come il talento vocale di Mina, che è nata proprio nella città che fu delle cento ciminiere, ma è più nota come “la tigre di Cremona”, oppure ricordando che proprio sotto il Torrazzo è vissuto il più famoso dei produttori di violini come Stradivari, ma uno dei migliori interpreti al mondo è il bustocco Uto Ughi.

Nel calcio hanno tenuto altissimo il vessillo del cosìdetto calcio di provincia anche se in epoche diverse, quasi scambiandosi di testimone, infatti con il calare della Pro sul finire degli anni 60', cominciava la salita della Cremonese targata Luzzara, ma pochi se veramente rarissimi gli scambi di giocatori sull'asse biancoblù-grigiorossi.

Sono solo nove dal dopoguerra ad oggi, infatti negli anni Venti e Trenta non si registrano scambi fra la ex Manchester d'Italia e la capitale del torrone e della mostarda.

Si parte negli anni 60' con il centrocampista Franco Tumiati, dal cognome un chiaro bustocco doc, ex mediano, poi trasformatosi terzino, il quale aveva iniziato dando i primi calci con la maglia biancoblù con un grande del calcio italiano: Carletto Reguzzoni. Fu proprio l'ex ala sinistra di Pro Patria, Bologna ad insegnargli i fondamentali che mise a frutto poi nella città del Torrazzo.

Tumiati nel 63' lasciò il comunale di Busto per la "bassa padana" dove vi rimase cinque anni, fino al 1968 ultimo anno della sua carriera che concluse con la maglia grigiorossa. Al tempo della sua militanza con la Cremonese, era un vero e proprio pendolare in quanto finiti gli allenamenti o le partite, ritornava a Busto perchè aveva uno scatolificio da mandare avanti, azienda che ha tutt’ora anche se è ufficialmente un pensionato; si dedica parecchio al sociale, ma sempre attento al calcio che conta ed anche alla Pro. 

Nel campionato 76-77 a Busto approda il ventirenne centravanti Roberto Nicolini da Genivolta (Cr), cresciuto nelle giovanili grigiorosse ma che la Pro pesca nei dilettanti della Soresinese, dove si era fatto notare a suon di goal. Fisico possente, ma risente troppo del salto di categoria, per lui alla fine saranno comunque 24 presenze con 5 goal e qualche incomprensione di troppo con la fumosa dirigenza di allora, dove tutti volevano comandare da Mancini a Ballarin passando per Navarrini.

Nicolini, riesce a mettere il timbro su quella che fu l'unica vera impresa di quella stagione, lui cremonese doc, segnò il goal vittoria della Pro che espugnò lo "Zini", per quella che rimane l'ultimo exploit esterno dei tigrotti contro i grigiorossi che alla fine salirono comunque in B.

Dieci anno dopo troviamo Marco Giandebiaggi, che nel 1986 iniziò col professionismo proprio alla Pro dopo la trafila nelle giovanili del Parma e fu una delle colonne della Cremonese di Simoni. Per lui a Busto una sola stagione nel famigerato 87-88, con 23 presenze e 6 reti, quindi il ritorno a Parma per poi passare a Cremona, dove si ferma sette stagioni vincendo due campionati di serie B, per un totale complessivo di 222 presenze tra A e B condite da 14 reti.

Nel Gennaio del 2003 l’esterno tutto mancino Pennacchioni passò direttamente dalla Pro alla Cremo dove raccolse 14 presenze.

Campionato 2004-05, nelle file grigiorosse militava Dino Giannascoli (75), attualmente al Pizzighettone, destinato a tutt’altra carriera se non fosse stato fermato da un bruttissimo infortunio con la maglia della Pro nel 96-97, dove aveva avuto per pochissime giornate come compagno anche Valentino Angeloni, secondo di Roselli a Cremona, nel campionato 2003-04.

Si passa poi a Michele Arcari, ex portiere biancoblù svincolatosi lo scorso giugno ed attualmente al Brescia, cresciuto proprio nella Cremonese con cui aveva debuttato in Serie B.

In quest'ultimo incontro le cose vanno un pò in controtendenza, con ben tre ex in solo colpo, due su sponda bustocca Vanni Pessotto e Nicolas Giani ed uno su quella cremonese Gianluca Temelin.

Vanni Pessotto (II°), arrivato a Busto lo scorso Gennaio, è un prodotto del vivaio grigiorosso, colori con i quali ha esordito in Serie B, nell'ormai lontano campionato datato 1992-93, per lui ben otto le stagioni a Cremona, inframmezzate dalla parentesi di Massa, tra Serie A, dove però non ha mai esordito, B e C1 per un totale di 103 presenze ed una rete. Quasi nulla la carriera di Nicolas Giani a Cremona, prima tappa dopo la lunga trafila nel settore giovanile dell'Inter; per il difensore tigrotto una sola presenza in Serie B nel campionato 2005-06.

Per Gianluca Temelin, il discorso è un pò diverso, un triennio allo "Speroni", con 40 reti, che lo pongono tra i migliori marcatori biancoblù del dopoguerra. Un divorzio non senza polemiche dalla società di via Cà bianca, dopo un lungo tira e molla per il rinnovo del contratto e quindi l'approdo a Cremona, nell'ambiziosissima società guidata dal patron Arvedi, con Mondonico in panchina, che guidò proprio il "Teme" nell'Atalanta.

 
 

I PRECEDENTI

 

Campionati in Serie A: Pro Patria 12 – Cremonese 7
 
1920-21 Camp. 1^ Cat. Raggr. Lombardo Gruppo B
Non disponibili
 
1929-30 Serie A
1^ 6 Ott. 29, Pro Patria – Cremonese 4-2: 6' Subinaghi (Cr), 35', 36' Rossi, 58' Vigna, 65' Bonivento, 90' Serdoz (Cr)
18^ 23 Feb. 30, Cremonese- Pro Patria 1-2: 24’ Musoni (Cr), 71’ Leoni, 87’ Rossi

1935-36 Serie C
Non disponibili

1942-43 Serie B
Non disponibili

1944 ZONA LOMBARDIA – Eliminatorie
5^ Cremonese – Pro Patria 3-0
12^ Pro Patria – Cremonese 2-0

Coppa “Mario Meneghetti”
3^ 18 Giu. 1944, Cremonese – Pro Patria 0-1: Mainardi
6^ 2 Lug. 1944, Pro Patria – Cremonese 3-0: Colombi, Turconi II°, Reguzzoni

1945-46 Campionato Alta Italia Misto B-C
5^ 11 Nov. 45, Cremonese – Pro Patria 2-0
16^ 17 Feb. 46, Pro Patria – Cremonese (camp. neutro di Pavia) 0-0
Girone Finale
1 Maggio 46 Pro Patria – Cremonese 0-0
Cremonese – Pro Patria 1-0: Denti
 
1946-47 Serie B gir. B
Pro Patria – Cremonese 0-0
Cremonese – Pro Patria 1-0
 
1957-58 Serie C/A
Non disponibili
 
1958-59 Serie C/A
Non disponibli
 
1959-60 Serie C/A
Pro Patria – Cremonese 3-0
Cremonese  - Pro Patria 2-5
 
1966-67 Serie C/A
Pro Patria – Cremonese 3-1
Cremonese – Pro Patria 3-2
 
1971-72 Serie C/A
1^ 12 Sett. 71, Pro Patria – Cremonese 0-0
20^ 30 Gen. 72, Cremonese- Pro Patria 1-0
 
1975-76 Serie C
14^ 14 Dic. 75, Cremonese – Pro Patria 1-0: Sironi
33^ 2 Mag. 76, Pro Patria – Cremonese 2-2: Cesini e Bortot (C)
 
1976-77 Serie C
12^ 28 Nov. 76, Pro Patria –Cremonese 1-3: 2 Nicolini (C), Ghigioni (C)
31^ Cremonese – Pro Patria 0-1: Nicolini R.

2000-01 Serie C2/A
16^  23 Dic. 00, Cremonese – Pro Patria  (sosp. per nebbia all’83’ 1-2)
recupero 24 Gen. 01, 1-0: 76’ Zalla
33^ 6 Mag. 01, Pro Patria – Cremonese 3-1: 5’ Ferraresso (P), 9’ Arioli (P), 51’ Zalla (C), 66’ aut. Mannucci (C)
 
2001-02 Serie C2/A
6^  7 Ott. 01, Pro Patria – Cremonese 2-0: 29’ Ferraresso (P), 54’ aut. Bianchi (C)
23^ 16 Feb. 02, Cremonese – Pro Patria 0-0
 
2004-05 Serie C1/A
12^, 29 Nov. 04, post. Rai Sat Cremonese – Pro Patria 2-2: 29’ aut. Tabbiani (C), 66’ rig. Elia (Pro), 74’ rig. Prisciandaro (C), 81’ Taddei (C)
31^ 05 ant. Rai Sat Pro Patria - Cremonese 0-1: 31' Prisciandaro

2006-07 Serie C1/A
5^ 1 Ott. 06 Cremonese - Pro Patria 1-1: 16' Vecchio (Pro), 75' Pepe (C)
22^ 11 Feb. 07 Pro Patria - Cremonese 2-2: 8' rig. e 42' rig. Temelin (Pro), 24' Bloudek (C), 85' Stendardo (C)
 
 

IL TIFO

 

Il tifo organizzato a Cremona si deve ricollegare alla squadra cittadina di pallacanestro. L'anno era il 1975, quando grazie ad un gruppo di ragazzi venne fondato il primo gruppo, dal nome ovviamente “Boys”. Nell'aprile del 1976 si posizionarono nei distinti dello "Zini" ma quasi subito si spostarono in curva nord dove, per primi, usarono trombe e tamburi. L'epoca dei Boys si esaurì nella stagione 1981/82 dopo anni in terza serie caratterizzati da derbies infuocati con Piacenza e Mantova, da una storica promozione in serie B nel 1977. Un aneddoto sulla mentalità dei Boys è che dopo il loro scioglimento tanti di loro non frequentarono più lo stadio, sebbene stessero iniziando gli anni dei grandi successi della Cremonese.

Nel 1978 i Boys furono affiancati per un paio di stagioni dai Panthers, e in quegli anni si ricorda in curva nord anche lo striscione dell'Autonomia Grigiorossa. Sempre nel 1978 venne stretto un gemellaggio con la tifoseria reggiana, che andò ad aggiungersi all'amicizia già esistente con i ragazzi di S.Angelo Lodigiano.

Nel marzo 1981 venne fondata la Gioventu' Grigiorossa, che festeggiò il ritorno in B della Cremonese; poco dopo il gruppo si trasformò in Red Grey Supporters. Nel 1982 venne stretto un gemellaggio con la tifoseria di Vicenza. Questo gruppo lasciò un'impronta profonda nel tifo grigiorosso in quanto fu il primo, a livello organizzativo, che riuscì a coinvolgere la massa nel sostenere la Cremonese nei suoi primi assalti alla conquista della serie A, coronati poi nel 1984.

Spettacoli indimenticabili di folla e coreografie caratterizzarono quell'epoca dove i cremonesi riuscirono a tesserare più di 1500 ragazzi e ad avere sezioni in parecchi paesi della provincia; North Viking, e per una breve parentesi Hell's Angels, in quegli anni affiancarono i R.G.S.

Nella stagione 1983/84 un gruppo di ragazzi, fino allora  facenti parte dei R.G.S., si spostarono in curva sud e diedero vita al Collettivo Ultras Curva Sud; dapprima in pochi, riuscirono poi a catalizzare un tale interesse al punto che l'intera tifoseria li seguì in sud dopo quasi un decennio passato nel settore opposto.

I Cucs furono i primi ad avventurarsi nelle trasferte in meridione, considerate allora quasi un tabù, e dopo lo scioglimento dei Red Grey Supporters, avvenuto nel giugno del 1987, furono affiancati dai Longobards. Tra i 2 gruppi non ci fu mai grande sintonia ma, affiancati 2 anni dopo dai Road Kids, tentarono di coinvolgere una curva che stava andando alla deriva.

Un discorso a parte meritano i Road Kids in quanto all'epoca portarono una ventata di novità in curva: nel 1989 furono i primi a distribuire una fanzine e si distinsero inoltre per una certa propensione agli scontri. Da segnalare nel 1990 la rottura dell'amicizia con la tifoseria sampdoriana.

Nell'estate del 1992 l'esigenza sempre più pressante di creare un unico gruppo che trainasse la curva era ormai sentita da tutti i gruppi che popolavano la sud: Cucs e RK, assieme ad altri satellite, decisero di confluire sotto una unica sigla, mentre i Longobards andarono avanti per la loro strada non ostacolando il progetto e ri-denominandosi Old Longobards.

Dalla stagione 1992/93 si partì con questo nuovo assetto e il nome sotto il quale si riunirono i ragazzi esperti e le nuove leve fu quello di Sanitarium, denominazione tratta da una canzone dei Metallica, la cui traduzione letterale è "manicomio criminale". Da questo mix di esperienza e gioventù scaturì la riesplosione del tifo cremonese; lavorando parecchio sugli aspetti organizzativi si riuscirono a toccare livelli numerici e coreografici di altissimo livello. L'entusiasmo tornò a contagiare la città e la provincia.

Il Sanitarium visse intensamente i momenti d'oro della serie A, ma anche quelli più amari delle retrocessioni fino alla C1 del 1997. Lo spareggio del 1998 che li riportò in serie B fu l'ultima gioia gustata dal Joker prima dello scioglimento avvenuto l'anno successivo. Per il Sanitarium è d'obbligo  ricordare gli impegni in varie iniziative anche al di fuori dell'ambito dello stadio, e che da alcuni suoi ex appartenenti fu fondato un gruppo, nel 1997, chiamato Vecchio Joker, tuttora presente in curva. I Sanitarium instaurarono un rapporto di amicizia con la tifoseria di Pavia e strinsero un gemellaggio con i ragazzi di Ravenna; per circa un anno furono affiancati dalla Vecchia Guardia e dal Kanker Group, oltre che supportati da gruppi di ragazzi della provincia quali Crema, Corte de' Frati (Indipendenti), Castelverde (Erotica), Castelleone (Alcooligans), Pizzighettone (dietro lo striscione Nightmare, presente tuttora fin dal 1989), Casalmaggiore (dietro le insegne, ancora oggi presenti dal 1993, di Baraonda) e altri. Da menzionare anche l'appoggio di una sezione grigiorossa di Torino attiva da anni e ancora presente.

Terminata l'era del Joker il testimone fu raccolto da un gruppo di persone provenienti dall'esperienza maturata nel Sanitarium, che decisero di adottare la denominazione di Ultras Cremona. Era l'estate del 1999.

Gli UCR, animati da buoni propositi, dovettero però subito fare i conti con una situazione generale molto delicata in quanto, oltre alle diverse problematiche legate alla situazione societaria, esordirono con un'imprevista quanto clamorosa retrocessione in C2.Questo insieme di situazioni fece sì che il loro primo anno fosse  particolarmente travagliato, ma questo non scalfì l'attaccamento verso i colori grigiorossi, testimoniato ovunque.

Una società ormai allo sbando e sull'orlo del fallimento e una squadra composta sempre all' ultimo momento non demotivarono gli Ultras che arrivarono persino a scendere in piazza del comune per scongiurare l'ipotesi della cancellazione della società. La stagione 2001 fu per gli UCR da ricordare, in quanto la compattezza del gruppo emerse in tutta la sua espressione proprio in coincidenza del momento più buio mai vissuto dalla Cremonese.

Il 2002 vide la nascita del NEP (Nucleo Ernesto Posa), dal nome di uno storico tifoso vissuto nella prima metà del secolo scorso. I fondatori furono un gruppo di trentenni per la maggior parte provenienti dai vecchi Sanitarium.

Oltre ai gemellaggi ed alle amicizie sopra menzionate, abbastanza recente è l'amicizia nata tra gli ultras cremonesi e noi bustocchi. Originariamente nato come un rapporto tra alcuni responsabili delle due curve, col tempo la cosa è sfociata in una sincera e solida amicizia, avvalorata anche dai frequenti e reciproci contatti avvenuti negli ultimi anni, dentro e fuori lo stadio.

Tra le rivalità più accese: i quasi dirimpettai ed acerrimi rivali piacentini, mantovani, bresciani, bergamaschi, parmigiani e modenesi. Negli scorsi campionati di C2, si è aperta quella con i legnanesi (creata da in particolare da quest’ultimi), con scontri sia a Legnano che a Cremona.
 

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P. Patria - Cremonese 01/02

P. Patria - Cremonese 04/05

Novara - Cremonese 05/06

Piacenza - Cremon. 06/07