 |
B
E N E VE N T O
CALCIO
1929 |
Benevento
Calcio S.p.A. 1929
Colori sociali:
maglia a strisce verticali giallo-rosse, calzoncini rossi,
calzettoni rossi.
Sede:
Via Santa Colomba 121, I-82100, Benevento
Stadio:
"Santa Colomba", Via Santa Colomba 121, I-82100,
Benevento. Dimensioni (110 x 68) - Capienza 18.500 spettatori,
omologato per 7.550.
Città:
Benevento 62.940 abitanti - Totale provincia 289.057 abitanti
Abbonamenti
2008-09: 1.328
2009-10: 3.329
Presidente: Avv. Oreste Vigorito
Amm. Delegato: Dott. Ciro Vigorito
Direttore generale: Dott. Ferdinando Renzulli
Segretario generale: Rag. Gaetano Sellitti
Segreteria: Rag. Giovanni Mastrangeli
Contabilità: Dott. Maurizio Romano
Ufficio stampa e pubbliche relazioni: Dott.ssa Iris Travaglione
Direttore sportivo: Massimo Mariotto
Team manager: Nicola Taglialatela
Allenatore: Leonardo Acori
All. in 2^: Carlo Tebi
Preparatore atletico: Ivano Tito
Resp. sanitario: Dott. Alessio Sullo
Medici. sociali: Dott. Raffaele Fuiano e Dott. Walter Giorgione
Fisiotereapista: Ernesto Galliano
Resp. Sicurezza stadio: Ing. Giovanni Nazzaro
Resp. Stadio: Giovanni Sellitti
GLI
ULTIMI 5 CAMPIONATI
2004/05 - 8° nel girone B della C1. Retrocede
in C2 per fallimento – All. Corrado Benedetti – Raffaele
Segio
2005/06 - 4° nel girone B della C2. Perde la
semifinale playoff con il Sansovino – All. Paolo Specchia
2006/07
- 2° nel girone C della C2. Perde la finale playoff con il
Potenza – All. Danilo Pileggi - Giovanni Simonelli
2007/08
- 1° nel girone C della C2. Promosso in Serie C1 –
All. Giovanni Simonelli
2008/09
- 2° nel girone B di Prima Divisione. Perde la finale playoff
con il Crotone – All. Aldo Papagni dalla 12^ Antonio Soda
LA
ROSA 2009-10
Portieri: Baican (Rom, 88), Gori (80), Corradino
(86)
Difensori:
Cattaneo (82), Colombini (80), Ferraro (83), Ignoffo (77),
Landaida (Arg, 76), Palermo (80), Agyriba (Fra, 89), Pedrelli
(86)
Centrocampisti:
Cejas (Arg,
80), De Liguori (79), Vacca (80), Carcione (82), Ciarcià (80),
Pacciardi (83), La Camera (83), D'Anna (82)
Attaccanti:
Bueno (Arg, 81), Castaldo (82), Clemente (78), Evacuo (82),
Germinale (87)
BENEVENTO
– PRO PATRIA:
Arbitro
Sig. Zonno di Bari
Trasferta
durissima per la Pro che per la prima volta nei suoi 90anni di
storia sarà al "Santa Colomba" di Benevento per
affrontare una delle principali candidate alla promozione, i
giallorossi dei fratelli Vigorito, affidati al tecnico Leo
Acori. Una squadra costruita per vincere, per dare seguito ad un
progetto ambizioso della società, che vorrebbe portare i
sanniti in Serie A, nel giro di alcune stagioni. Come i tigrotti
anche gli stregoni, sono reduci da una bruciante finale
play-off, con sconfitta interna, per i biancoblù ad opera del
Padova, per i giallorossi ad opera del Crotone di Moriero. I
sanniti, a differenza della Pro, che ha dovuto giocoforza
ricostruire la squadra, hanno ulteriormente rinforzato la rosa,
senza stravolgerla, e cambiato la guidata tecnica da Antonio
Soda a Leo Acori, allenatore già incontrato dai biancoblù
negli anni scorsi, quando era alla guida della Sangiovannese con
cui ha conteso la promozione in C1 ai bustocchi. Poi sulla
panchina del Rimini, portandolo in B e rimanendo per cinque
campionati, prima di passare la scorsa stagione al Livorno, dove
è rimasto in panchina fino a poche giornate dal termine per poi
venire sostituito da Gennaro Ruotolo che di fatto ha riportato i
labronici nella massima serie. Un Benevento che nell'ultimo
turno ha pareggiato all'ultimo secondo a Monza, con rete di
Cattaneo al 4' minuto di recupero, realizzata con il classico
tiro della disperazione.
Un pareggio
arrivato a seguito di una prestazione non certo convincente che
ha lasciato diversi strascichi nell'ambiente sannita, con il
tecnico Acori che sembra abbia presentato le dimissioni tra
domenica sera e lunedì poi rientrate e la squadra chiamata a
rapporto dalla proprietà, che non vuole lasciare nulla di
intentato per arrivare alla promozione, possibilmente diretta.
Contro la Pro,
quindi i sanniti si presenteranno decisi a fare bottino pieno,
caricati al meglio, per lasciare alle spalle ogni critica e per
confermarsi come candidata alla promozione.
Acori dovrebbe
confermare il 4-2-3-1, speculare a quello di Manari con il
rientro dell'argentino Cejas, assente a Monza, con il
connazionale Laindada (difensore) sempre fuori causa per
problemi muscolari. In porta Gori, dal fisico notevole, quasi un
metro e novanta, esperto della categoria, in passato al Taranto
ed Ancona. Difesa con Pedrelli a destra e Davide Cattaneo (da
Garbagnate Milanese) a sinistra, ex difensore per anni di Pro
Sesto e Montichiari. Al centro la coppia Ferraro e Palermo. Non
molto dotata fisicamente ma tignosa ed dura in marcatura, il
primo è un prodotto del vivaio dell'Inter, passato poi per il
Pavia, Rimini e Lumezzane e che alcune stagioni fa sembrava
vicino alla Pro. Prima opzione in difesa, specialmente per il
duo centrale è l'ex novarese Colombini quindi l'esperto Ignoffo
(ex Foggia, Avellino, Salernitana e Napoli).
Centrocampo che
ritrova Cejas (classe 75), una vita nel Newell's Old boys in
Argentina, quindi in Italia con Roma, Siena, Ascoli e
Fiorentina, perno del gioco dei giallorossi, pronto ad andare a
rompere il gioco della squadra avversaria. Con il suo ritorno
uno tra Pacciardi e Carcione si accomoderà in panchina. A
disposizione De Liguori e Ciarcià. Sugli esterni La Canna (77)
e D'Anna (82). Il primo viene da alcune stagioni in Serie B, al
Rimini dove era schierato quasi sempre da titolare. Il secondo
vanta esperienze al Pisa ed al Chievo ed è uno dei pezzi
pregiati dell'ultimo mercato dei sanniti, portato a cercare
l'uno contro uno per poi andare sul fondo per mettere in mezzo
cross nell'area di rigore. Una coppia che porta qualità ed
esperienza sulle corsie esterne. L'argentino Bueno nel ruolo di
rifinitore dietro all'esperto bomber Clemente, 16 reti la scorsa
stagione e 15 in quella precedente in C2. Per il reparto
avanzato le varianti sono Germinale, appena arrivato dal Foggia,
Castaldo giocatore di fisico portato a svariare ed aprire spazi
per i compagni e Felice Evacuo, elemento di talento, ma non al
meglio della forma in questo momento. Nella precedente ed unica
gara interna, il Benevento ha centrato quella che è la sua
prima vittoria stagionale superando il Lecco per 2-1, con reti
di Clemente al 21' della ripresa e dieci minuti dopo di La
Camera.
Pro che deve
sfatare il tabù trasferta in meridione, dove non vince
dall'ultima stagione in Serie B, ormai datata 1965-66, e
storicamente ha sempre trovato difficoltà anche a portare a
casa il pareggio.
LA
STORIA
Il calcio a
livello ufficiale arriva un po' tardi rispetto ad altre piazze,
con la fondazione dell’A.C. Benevento nel 1929. La squadra
parte subito bene vincendo i campionati di 3^ e 2^ categoria,
approdando in Prima Divisone Nazionale, giocando nel primo
impianto a norma il "Santa Maria degli angeli" (in
seguito "Meomartini"), voluto dal presidente del tempo
Francesco Minocchia, commerciante di ferro, costruito con
l'aiuto dei giocatori stessi e della popolazione.
Nella stagione
1934-1935, il Benevento, partecipa al campionato di Serie C,
venendo allenato dall'ungherese Halmos. Durante il periodo
bellico ed esattamente nella stagione 1941-42, assume la
denominazione di G.U.F. Benevento (Gruppo Universitario
Fascista) e nella stagione successiva disputa il campionato di
prima divisione, con presidente Vesce ed allenatore Panzone. Al
termine della Seconda Guerra Mondiale, ritorna alla
denominazione A.C. Benevento che sotto la guida del presidente
Comm. Mariano Russo e con Gipo Viani in panchina, centra subito
la promozione in Serie B, ma l'iscrizione al campionato cadetta
salta per motivi economici. Stesso epilogo per la stagione
successiva 1946-47, sulla panchina beneventana però troviamo il
brianzolo Brioschi, che vinse il campionato, ma la promozione
salta ancora per mancanza di liquidità e vennero ceduti i pezzi
migliori per fare fronte alle spese di gestione.
1948-49, da
registrare una delle più cocenti sconfitte nella storia del
Benevento, con un 10-0 subito a Reggio Calabria.
Nella stagione
52-53 sulla panchina giallorossa troviamo l'istrionico Oronzo
Pugliese, ma la società andò incontro all'ennesima crisi
economica che portò alla scomparsa del sodalizio stesso. Il
calcio a Benevento riuscì ad avere una continuità grazie a
Licurgo Bartolucci, il quale dette vita alla nuova società
denominata "Sanvito", che nacque dalla fusione della
"Sanvito" stessa con la "Fantozzi" con
maglia rossonera. La nuova società vinse subito il campionato
di Prima divisione, nella stagione 53-54, passando in
Promozione. Un campionato di assestamento e nel 55-56 passò in
IV^ Serie. Ma anche qui fu gloria di breve durata perchè la
Sanvito retrocesse, ma venne poi ripescata per meriti sportivi.
Al termine
della stagione 1959-60, arriva all'approdo in Serie C con la
denominazione di San Vito Benevento, che chiuderà il primo
campionato in Terza Serie al quarto posto. Risultato che non si
ripetè nell'annata successiva, dove arrivò repentino il
ritorno in Serie D, nonostante la rosa della squadra venga
mantenuta intatta. Si cerca subito la risalita con Lamberti
allenatore, ma arriva un secondo posto alle spalle della
Casertana. Al termine della stagione il presidente Bartolucci
lascia e la società incontra l'ennesima crisi che si risolve il
5 luglio del 63' con la fusione tra Sanvito e l'A.S. Benevento,
con il nuovo sodalizio che prende la denominazione di Società
Sportiva Benevento. La stagione si chiude al terzo posto in
classifica, ma l'annata successiva 64-65, arriva puntuale una
crisi finanziaria ed il Benevento retrocede in Promozione. Per
il campionato 1966-67, arriva un'altra fusione, quella con
l'altra squadra cittadina la Fiamma Sannita, con la società che
assume il nome di Polisportiva Benevento, chiudendo al quarto
posto in classifica. Assume i colori giallorossi. Per il
campionato seguente viene ripescata in Serie D dove chiude al
decimo posto, mentre nel 68-69, raggiunge una salvezza sofferta,
così l'annata successiva nel girone C di Serie D ed ancora nel
70-71, con un solo punto di vantaggio sul Morrone Cosenza,
grazie alle 10 reti del bomber Mian.
Approda in
Serie C, al termine della stagione 1973-74, quando vince il
girone G di Serie D, con due punti di vantaggio sul Campobasso.
La società è in mano al presidente Antonio Bocchino mentre la
squadra in panchina è affidata a Francisco Ramon Lojacono,
bomber italo-argentino di Fiorentina, Roma e Sampdoria degli
anni 50e 60. Nella formazione base troviamo Biasini, Cianfrone,
Fracassi, Niccolai ed i sempre presenti Ranzani (di Robecco sul
Naviglio) e Salvatici.
In Serie C
viene inserita nel girone C, con la panchina che passa a Piero
Santin, poi tecnico della Cavese che porterà in serie cadetta,
confermando la rosa del campionato precedente, che disputa un
ottima stagione chiudendo al quarto posto. Nella stagione
successiva parte con ambizioni di promozioni che sfiora però
finendo alle spalle del Lecce di Renna, chiudendo a due punti di
distacco. In squadra il gornatese Cazzani con 8 presenze, mentre
Ranzani si conferma punto di forza disputando tutte le gare.
Oltre al bomber Penzo (poi con Juve e Verona) che in 27 presenze
centra 12 volte la porta.
Per la stagione
76-77, la squadra parte con le solite ambizioni, venendo
inizialmente affidata a Carlo Bassi, poi a Napolitano quindi ad
Andrea Bassi, per tornare ancora a Bassi chiudendo all'ottavo
posto. Non ci sono più Ranzani e Penzo, ma si trovano altri
nomi noti come Cannata, Dolso, Radio e Vecchiè. Per l'annata
77-78 in C1, la presidenza passa a Maria Rosaria Cammarota, con
consigliere delegato il cav. Vincenzo Vitiello. Con il perno
Zica a centrocampo, in avanti troviamo Mongitore e Corvasce
autore di 16 reti, con Chiricallo in panchina per un quarto
posto finale. 78-79 presidenza di Ciro Verde mentre in panchina
si alternano Rivellino e Gianmarinaro per un settimo posto
finale. Il campionato seguente vede la presidenza dell'avvocato
Ernesto Mazzoni che affida la guida a Lamberto Leonardi poi
ancora a Chiricallo, quindi a Graziano Landoni; in squadra oltre
a Cazzani e Zica, Apuzzo, Cacitti e Campidonico per una salvezza
sofferta. E' il campionato del trasloco dal "Meomartini"
all'attuale "Santa Colomba", che viene inaugurato il 9
settembre 1979, con capienza di 25.000 spettatori. Realizzato
dall'impresa dell'allora presidente dell'Ascoli Calcio,
Costantino Rozzi, esperto in materia, avendo realizzato oltre
agli impianti di Ascoli e Lecce anche quello di Benevento,
proprio sulla base del progetto di quello sannita. Per la
stagione 80-81 si prospetta un'altra crisi societaria con il
sodalizio che passa a Catalano e Moreno che durano pochi mesi
con la presidenza che torna a Mazzoni.
Di rilievo la
stagione 81-82 in C1, con il raggiungimento del quinto posto con
la panchina affidata a Gastone Bean, in squadra Cacitti, Finetto
ed il mediano Zitta. 83-84, in porta Beniamino Abate, al centro
dell'attacco Lunerti, a centrocampo sempre Zitta a mordere
caviglie con il primo ex tra biancoblù e giallorossi, Giuseppe
De Biasi, alla Pro nella stagione precedente con 18 presenze; in
panchina Caramanno poi Liguori per il sesto posto finale che
porta alla partecipazione alla Coppa Italia, con l'inserimento
nel 5 girone con Verona, Ascoli, Catania, Campobasso e Casarano.
Nella stagione seguente sempre con l'avv. Mazzoni come
presidente, arriva in panchina Giuseppe Matterazzi (papà del
difensore dell'Inter), in squadra Abate sempre in porta, De
Biase a centrocampo, in difesa Buccilli e lo stopper Corino ed
in avanti Lunerti.
85-86, panchina
affidata inizialmente a Fausto Landini che non lega con
l'ambiente ed abbandona subito, con la guida tecnica che passa a
Mario Facco. In rosa Carnevale II°, Iscaro, Lunerti, Orazi,
Zotti ed il fluidificante Raffaele Sergio. Nel mese di Dicembre
la società incontra una grave crisi con le dimissioni di
Mazzoni. Nel finale di campionato Facco viene esonerato ed
arriva Romano Mattè che non riesce a centrare la salvezza, ma
la società viene ripescata per il fallimento del Palermo. Non
si salva invece la stagione successiva 86-87, quando retrocede
in C2 con l'ex ala del Torino, Rosario Rampanti come allenatore
ed in campo oltre a Raffaele Sergio, Birigozzi, Corino e
Crialesi. La società viaggia sempre a vista ed incontra
l'ennesima crisi, mentre la squadra sul campo centra
l'undicesimo posto, viene retrocessa d'ufficio in Interregionale
per inadempienze finanziarie al termine della stagione 88-89.
Prima dell'avvio della stagione 89-90 sotto la presidenza Peca,
assume la denominazione di F.C. Sporting Benevento, 4 giugno
1990 nasce la nuova società che prende il nome di Football Club
Sporting Benevento, cambiando anche i colori sociali, che
passano al rosso ed argento. Arriva un settimo posto. Nella
stagione successiva, guidato dall'ex difensore del Napoli,
Boccolini, manca la promozione nonostante una coppia d'attacco
di valore per la categoria formata dall'ex veronese D'Ottavio
(19 centri) e Zotti (11), venendo sconfitto nello spareggio
dalla Juve Stabia.
La risalita in
Serie C2, avviene solo al termine del campionato 93-94, quando a
Peca subentra Mario Cotroneo con Boccolini in panchina, potendo
contare su un attacco fenomenale da 80 reti con D'Ottavio che da
solo in 36 presenze, timbra ben 30 reti, record per la
categoria, Paolucci e Rossi sempre su 36 gare segnano 10 volte,
oltre a Puce che si ferma a otto. In C2, torna ai colori
giallorossi, la squadra è sempre nelle mani di Boccolini che
mantiene l'ossatura del campionato precedente, arriva al quarto
posto che vale i play-off, con Dei in porta e D'Ottavio in
attacco che si conferma bomber di valore con 16 centri in 28
presenze. In semifinale incontra il Savoia, da cui viene
eliminato con sconfitta per 2-0 all'andata e pareggio per 3-3 al
ritorno nel Sannio. La stagione 95-96, chiude invece al
dodicesimo posto.
96-97 panchina
a Massimo Silva, in squadra Sossio Aruta, i due De Solda,
Ianuale, Bombardini e Maiellaro, secondo posto alle spalle della
Battipagliese, elimina il Catanzaro ai play-off, ma poi perde la
finale con la Turris per 2-0.
97-98 ancora
play-off con il quarto posto, elimina il Sora ed in finale è
sconfitto dal Crotone per 2-1, dopo che in panchina si erano
succeduti tre tecnici, Bottalico, Silva, Raffaele. La Famiglia
Cotroneo lascia e passa la mano a Renato Pendicini che centra la
promozione con Delli Santi in panchina, in campo Bertuccelli,
D'Isidoro, Massaro, Mastroianni e Petitto, oltre che un certo
Cisco Guida "carrarmato" che con 31 presenze e tre
reti è uno dei protagonisti. La promozione arriva dopo i
play-off, con vittoria interna sul Catanzaro all'andata per 2-1
e pareggio in Calabria al ritorno. La finale con il Messina,
viene giocata a Lecce, davanti a circa 12.000 spettatori e sono
le reti di Bertuccelli e Compagno al 10' del secondo
supplementare a dare la vittoria per il 2-1 finale. In C1, Delli
Santi viene confermato come tecnico, in campo oltre a Guida che
con 31 presenze è uno dei titolari, Dei in porta, Bertucelli,
l'esterno difensivo Caterino, Pietro Mariani (ex Toro), Raffaele
Sergio ed in attacco Simone Tiribocchi con centri in 31
presenze. Stagione che si chiude al 12 posto. Piazzamento
replicato anche l'annata successiva con il cambio in corsa in
panchina tra Delli Santi e Paolo Specchia ed Aruta sempre al
centro dell'attacco. 2001-02, salvezza ai play-out contro la
Nocerina grazie alla vittoria nella gara di andata a Nocera, con
una rete di Aruta al 90esimo e sconfitta interna per 1-0. In
squadra Mastrolilli e l'ex foggiano Matrecano. Il 2002-03, la
società è in mano a Giuseppe Spatola e si chiude con l'ottavo
posto finale con Nello Di Costanzo come allenatore ed un certo
Di Nardo in avanti autore di 11 reti. 2003-04, chiude la
stagione regolare al quinto posto con 56 punti che valgono i
play-off, partendo con Di Costanzo in panchina, ma chiudendo con
Corrado Benedetti. Viene eliminato in semifinale dal Crotone di
Gasperini, Ciarcià, Paro e Cardinale, vincendo la gara di
andata in Sannio per 1-0 (Pellicori), perdendo il ritorno per
3-1. 2004-05 chiude all'ottavo posto, ma viene retrocesso in C2,
per inadempienze finanziarie con il conseguente fallimento dello
Sporting Benevento 1929. Nell'estate del 2005, nasce il
Benevento Calcio spa, alla cui testa c'è Older Tescari,
imprenditore tessile per anni alla presidenza della Biellese, ma
non gradito alla piazza. I giallorossi partono discretamente
bene, ma nel corso della stagione le tensioni tra ambiente e
Tescari si fanno sempre più tese così ad inizio del 2006, la
società passa nelle mani dell'attuale proprietà, i fratelli
Oreste e Ciro Vigorito che non lesinano sforzi economici e con
Paolo Specchia in panchina arrivano ai play-off dove vengono
eliminati dal Sansovino, 0-0 a Benevento e sconfitta in Toscana
per 2-0. In rosa l'ex biancoblù Vanni Chiarotto che raccoglie
30 presenze con 1 rete.
2006-07 la
squadra, nuovamente rifondata affidata all'ex centrocampista del
Torino, Danilo Pileggi, che però non dura molto con il subentro
di Giovanni Simonelli con cui i giallorossi arrivano ai
play-off, con il secondo posto finale, ad una lunghezza dal
Sorrento, dove arriva l'ennesima delusione nel giro di pochi
anni con la sconfitta nella finale contro il Potenza.
Stagione
2007-08, sempre con Simonelli come tecnico, i sanniti
s'impongono nel proprio girone vincendolo con 3 giornate di
anticipo. Arriva anche in finale di Coppa Italia di Serie C
perdendola però contro il Bassano (5-1 in Vento e 1-1 a
Benevento). In squadra Agnelli, i bomber Clemente autore di 15
reti e Polani (10), Imbriani.
I fratelli
Vigorito, puntano decisamente al doppio salto di categoria e non
badano a spese pur di centrare il bersaglio. Con l'arrivo
dell'attaccante Felice Evacuo, fanno registrare l'acquisto più
costoso della storia della Terza Serie, per una squadra che ha
tutti i mezzi per raggiungere la serie cadetta, venendo affidata
al tecnico Aldo Papagni. In rosa anche il tigrotto Aquilanti,
che alla fine raccoglierà 17 presenze. Alla 12^ giornata viene
esonerato e subentra Antonio Soda, che porta i giallorossi al
secondo posto finale, a due lunghezze dal Gallipoli, per gli
ennesimi play-off degli ultimi anni. In semifinale incontra il
Foggia, con pareggio esterno per 0-0 ed interno per 2-2,
risultati che portano alla finale con il Crotone. In Calabria la
gara si chiude sull'1-1, con rete di Clemente per i beneventani
a tre minuti dallo scadere con i sanniti in dieci uomini. Nella
finale di ritorno è il Crotone di Moriero che s'impone di
misura e viene promosso.

Aquilanti
con la maglia del Benevento
I PRECEDENTI
Pro Patria: 12 Campionati di Serie A – 1 Coppa delle Alpi
Benevento: 17 Campionati di Serie C1 / Prima Divisione
LA
TIFOSERIA
Il Benevento,
da sempre appoggiato da una tifoseria calorosa, come la maggior
parte delle tifoserie del meridione, che hanno dalla loro il
fatto di essere ben identificate con la realtà locale e lontane
dal grande calcio metropolitano.
Il tifo
organizzato a Benevento nacque sul finire degli anni '70 con le
Brigate Giallorosse, datate per l'esattezza 1977. Spirito
casereccio e improvvisazione al seguito degli
"Stregoni" che raggiungono il quarto posto in quella
stagione. La prima vera organizzazione del tifo arriva però
alcuni anni più tardi con la stagione 180-81, quando nacquero i
primi clubs di tifosi, come il "Club dei Giallorossi",
"Club calcio Benevento", "Club S. Modesto",
"Club Amici Benevento Calcio" ed "I
Fedelissimi".
Il primo vero
gruppo con una organizzazione ultras lo si ebbe con il "CUCS
1983" che, con alti e bassi, mantenne la scena per quasi un
decennio. Il nome completo era Commando Ultrà Curva Sud, gruppo
che darà un impronta al tifo sannita, ispirandosi al nome del
celeberrimo Cucs, degli ultrà della Roma che in quegli anni
andavano per la maggiore. Sono gli anni degli scontri in
Campania con le tifoserie tradizionalmente rivali dei sanniti:
Avellino e Turris solo per citarne alcune.
Nel 1988 arriva
il fallimento della società per inadempienze finanziarie, il
Benevento viene retrocesso nel campionato Interregionale ove vi
rimane per quattro stagioni. La Serie C fatica ad arrivare con
il Cucs viene decimato dopo i disordini scoppiati nella partita
al "Santa Colomba" contro il Giulianova.
Dopo un periodo
opaco, dagli inizi degli anni 90 ed all’ennesimo campionato
nazionale dilettanti, si assistette ad una nuova rinascita del
movimento ultras sannita. Nacquero nuovi gruppi come gli
Irriducibili e Vecchio Cucs, (ormai disciolti) con particolare
menzione per i Mods Eam 1990. Seguiranno negli anni i Freak (poi
Vecchio Settore 1993, appena disciolto), le Teste Matte (94) e
gli Sconvolts (96).
Il massimo
splendore della Curva Sud beneventana si ebbe sul finire degli
anni '90, allorché la squadra giallorossa battagliava sui campi
della C2 affannandosi alla ricerca della promozione in C1. Degni
di nota resteranno moltissime trasferte di quel periodo, in
particolare gli esodi per i play-off di Catanzaro, Avellino e la
doppia trasferta di Lecce.
Nei successivi
campionati di C1 la tifoseria seguì le sorti della squadra, non
sempre brillanti, ma nonostante ciò l’apporto dello zoccolo
duro non venire mai a mancare. Un nuovo risveglio del tifo lo si
ebbe nella seconda parte del campionato 2003-04, mentre la
squadra compiva una miracolosa galoppata per il raggiungimento
dei play-off per la promozione in serie B.
Del periodo
resteranno da ricordare le trasferte come Lanciano, Chieti, L’Aquila
ma in particolare lo spettacolo offerto nella semifinale del
Santa Colomba contro il Crotone. La stagione successiva
(2004-05) culminò con il nuovo fallimento del calcio a
Benevento. Durante l'estate del 2005 gli ultras della Curva Sud
si compattarono al fianco delle sorti della loro squadra,
battagliando affinché lo Sporting Benevento non sparisse. Tutti
i tentativi
risultarono
vani, in quanto ad agosto del 2005 il Benevento si ritrovò
retrocesso d’ufficio in C2. Per quanto successo in estate i
ragazzi della curva decisero di non accettare gli eventi e di
continuare la loro lotta e la loro protesta nei confronti di una
città rimasta silente ed indifferente. Decisero, pertanto, di
non esporre striscioni nelle gare casalinghe del campionato di
C2 ma di ritrovarsi dietro un unico grande vessillo che
recitava: "09-08-2005 Noi Ultras unici Sanniti di questa
città".
Oggi la curva
sud del Benevento è attraversata da un nuovo
"particolare" momento di ricambio generazionale e
riorganizzazione generale. In curva sud presenziano gli
"Stregati" e le "Teste Matte" sotto unico
striscione Curva Sud Benevento 1929, quindi MODS EAM 1990, South
Boys, Vecchi Ultras, Ponte 98 e Dominio Sannita. Queste ultime
due sono due sezioni di paesi limitrofi. Da quest'anno inoltre
si e' sciolto il gruppo "Vecchio Settore 1993", nei
distinti invece ci sono i "Mods" e gli "Sconvolts".
Inoltre per le trasferte ci sono gruppi a Roma e Milano e nelle
zone dove si sono sistemati gli emigranti beneventani.
La Curva Sud è
da sempre una curva apolitica e negli anni ha sempre deciso di
mantenere un atteggiamento di indifferenza verso coloro che non
si considerano rivali a meno che non ci siano episodi rivolti,
contro la curva o i suoi gruppi, a scatenare nuove inimicizie.
Le rivalità
dei sanniti sono varie e, a seconda dei tempi, si sono
raffreddate o surriscaldate. Negli anni '80 proverbiali erano i
combattuti derby con Casertana e Salernitana; negli anni '90
nacque acredine in particolar modo con i nocerini e messinesi.
Negli ultimi anni le rivalità più sentite rimangono quella
(rinata) con gli avellinesi e con i crotonesi, quindi tarantini
e potentini. Nell'ultima stagione è inoltre riaffiorata la
forte inimicizia con i cavesi, a cui però la tifoseria sannita
ha reso il giusto omaggio in occasione della morte del
calciatore Catello Mari. Restano comunque rivali moltissime
tifoserie incontrate negli anni, spesso o anche saltuariamente.
I gemellaggi
sono davvero pochi ed in forte crisi, a causa dei rispettivi
cambi generazionali e di qualche conseguente incomprensione,
soprattutto quello ultra ventennale (datato 1983) con i foggiani.
Forte il legame con la tifoseria del Savoia con frequenti scambi
di visite. Amicizie anche con i catanesi ed i paganesi, due
tifoserie con cui però si sono persi i contatti. Rispetto
reciproco con i gruppi organizzati del Napoli, per l’ospitalità
da loro ricevuta a Benevento in alcune occasioni, ma nessun
gemellaggio.
Nella scorsa
stagione culminata con l'approdo in finale Play-off e con
un'annata condotta sempre ai vertici, le tessere furono 1328,
con una media presenze attorno alle 3800 unità, con punta
massima di 6.000 spettatori contro il Real Marcianise e di oltre
7.000 per le gare di play-off con Foggia e Crotone.